LA RIDUZIONE, IL RICICLO E, SOPRATTUTTO, IL RIUSO

LE NUOVE FRONTIERE DEL PACKAGING

La via per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e concretizzare la transizione verso un’economia circolare è purtroppo ancora lunga e in salita. Tuttavia, il 19 dicembre 2024 è stato fatto un piccolo, ma significativo, passo in avanti. La Commissione Europea ha, infatti, firmato il nuovo regolamento sugli imballaggi e i relativi rifiuti, che entrerà in vigore ad agosto 2026 (1).

Tale regolamento norma l’intero ciclo di vita degli imballaggi, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale degli stessi, in modo da ridurre l’impatto negativo di tali prodotti sull’ambiente e sulla salute umana. Inoltre, il PPWR contribuisce allo sviluppo di un mercato interno sempre più armonico e coeso, per cancellare le disparità normative fra gli Stati Membri che causano ostacoli agli scambi commerciali.

Il passaggio da un’economia lineare, fondata sull’usa e getta, ad un’economia circolare comporta necessariamente un cambio di prospettiva sul modello di produzione e consumo che ci coinvolge tutti: è necessario, infatti, che il riuso, il ricondizionamento, il riutilizzo, la riparazione, il reinventare le finalità dei prodotti e il riciclo diventino i pilastri del futuro modello di consumo finalizzato ad allungare il più a lungo possibile il ciclo di vita dei prodotti, diminuendo così l’ammontare dei rifiuti.

Ed è proprio in questo quadro che s’inserisce il PPWR: questa normativa si muove, infatti, su un triplice tracciato, suggerendo azioni concrete nell’ottica della riduzione degli imballaggi superflui, incentivando il riuso e aumentando la raccolta e il riciclaggio degli imballaggi.

    IL REGOLAMENTO EUROPEO SUGLI IMBALLAGGI E SUI RIFIUTI DI IMBALLAGGIO (PPWR)

    Figura 1. Produzione di mele nel mondo e nell’Unione Europea a 27 Paesi Membri (1)

      Il nuovo regolamento europeo rivoluziona il mondo degli imballaggi proponendo azioni sinergiche su tre aspetti differenti, ma interconnessi, con l’obiettivo ultimo di agevolare la transizione verso un’economia circolare. Nel dettaglio, agisce nella riduzione degli imballaggi, investe sul loro riuso e incentiva il loro riciclo.


      Riduzione degli imballaggi superflui

      Un primo passo verso la sostenibilità si concretizza nell’impegno degli Stati Membri per la riduzione al minimo degli imballaggi. Tutto ciò che è superfluo deve essere eliminato e, entro il 2030, i fabbricanti dovranno provvedere affinché i vari imballaggi siano studiati in modo che il loro peso e volume siano ridotti al minimo, eliminando completamente tutte quelle caratteristiche finalizzate ad aumentare il volume percepito del prodotto (doppie pareti, falsi fondi e strati non necessari), garantendo sempre le prestazioni di protezione del prodotto.

      Infine, verranno applicate severe restrizioni nell’impiego di specifiche categorie di materiali.

      Riciclo degli imballaggi

      Per incentivare l’uso dei materiali ottenuti da rifiuti di imballaggio riciclati, gli Stati Membri si devono impegnare nel migliorare le condizioni di mercato per tali prodotti, revisionando le regole esistenti che ne limitano l’uso e raggiungendo gli obiettivi di riciclaggio imposti dalla Commissione Europea.

      Entro il 2025, almeno il 65% in peso di tutti i rifiuti di imballaggio prodotti dovrà essere riciclato. Tale percentuale dovrà toccare il 70% entro il 2030.

      La Commissione Europea ha inoltre imposto che le parti in plastica di un imballaggio contengano una percentuale minima di contenuto riciclato, recuperata da rifiuti plastici post-consumo.

      Riuso degli imballaggi

      Sempre nell’ottica di facilitare la transizione verso un’economia circolare, La Commissione Europea ha posto obiettivi molto ambiziosi nell’ambito del riutilizzo degli imballaggi, in modo da implementarne il riuso.

      RIDUCI, RICICLA, RIUSA: I TRE PILASTRI DEL PPWR

      ANTONELLA CAVAZZA 1,2           
      MARCO FONTANAROSA2

      MARGHERITA LANZI2           

      1. MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO
      di NUTRA HORIZONS ITALIA

      2. Università degli Studi di Parma

      ANTONELLA CAVAZZA 1,2           MARCO FONTANAROSA2

      MARGHERITA LANZI2           

      1. MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO di NUTRA HORIZONS ITALIA

      2. Università degli Studi di Parma

      Bio...

      Antonella Cavazza è Professore associato del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma e Presidente del Master in Packaging.

      Laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, ha iniziato la sua attività di ricerca presso l’Università di Messina, e successivamente al CNR di Roma, la School of Chemistry di Leeds (UK) e l’Università di Roma Tor Vergata. Si occupa di ricerche nel settore della chimica analitica per la valutazione della sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti e di sviluppo di materiali innovativi per packaging sostenibile e attivo. Svolge numerose attività in collaborazione con aziende del territorio.


      Marco Fontanarosa è attualmente un dottorando di ricerca in Scienze Chimiche presso l’Università di Parma. Da sempre affascinato dalle scienze, è laureato in biotecnologie genomiche, molecolari e industriali. Attualmente il suo campo di ricerca è la chimica analitica e le sue applicazioni nel campo dei materiali e del food, per cui nutre un grandissimo interesse.



      Margherita Lanzi è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale (SCVSA) dell’Università di Parma, presso cui si è laureata in Chimica Biomolecolare.

      Interessata alla Chimica Analitica, ha svolto il tirocinio triennale nel settore della sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti e il tirocinio magistrale nell’ambito della sensoristica.

      Attualmente lavora sullo sviluppo di materiali sostenibili e packaging attivi, partendo dalla valorizzazione degli scarti agroindustriali.

      Il recente PPWR ha ridefinito il concetto di imballaggio riutilizzabile, considerandolo tale se è stato concepito e progettato per essere riutilizzato più volte, con l’obiettivo ultimo di effettuare il maggior numero di rotazioni in condizioni d’uso normalmente prevedibili. L’imballaggio deve poter essere svuotato e nuovamente riempito senza subire danni, né derivanti dall’uso ripetuto né conseguenti dalle fasi di ricondizionamento, rispettando i requisiti in termini di igiene e sicurezza (anche alimentare), nella tutela della salute dei consumatori.

      Il modello di riuso rappresenta una grande opportunità per estendere la vita del materiale e del prodotto e contenere la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale. I materiali che possono essere presi in considerazione per questo sistema sono il vetro e la plastica, la quale in questi ultimi decenni è diventata prevalente nel confezionamento di alimenti e di bevande. Tra le diverse plastiche, il polietilene tereftalato (PET) è il più idoneo per andare incontro a riuso. Il sistema di riuso di bottiglie in PET viene largamente praticato in Sud America e in diversi paesi europei. Si prevede che l'uso di imballaggi riutilizzabili si diffonderà presto anche in altri paesi, proprio per soddisfare le nuove esigenze di consumatori sempre più attenti alla tutela dell'ambiente. Il PPWR ha sollecitato un aumento del 10% in più di questo modello dal 2030. Con il riuso, le bottiglie usate vengono restituite al produttore, lavate, riempite e riconsegnate al retailer per essere messe di nuovo in vendita.

      FOCUS SUL RIUSO

      Nonostante i diversi vantaggi descritti, il riuso del PET presenta degli aspetti critici da considerare. Uno di questi è l’“aroma scalping”, un fenomeno dovuto all’assorbimento da parte del materiale di aromi presenti nelle bevande che possono diventare un off-taste nel nuovo prodotto confezionato (2). Non esiste attualmente una guida puntuale sulle condizioni di lavaggio del refillable PET. Tuttavia, nel processo è sconsigliato l’impiego di detersivi e di altri agenti di pulizia, poiché possono causare un carry-over e di solito si utilizza solo acqua e NaOH al 2-3%. Dato che le bottiglie possono essere contaminate dai consumatori o durante la raccolta e il trasporto, è necessaria un’ispezione accurata del materiale. In più il lavaggio con soda può influire sulla stabilità del materiale e promuovere la degradazione del PET. I trattamenti chimici e le elevate temperature per ottenere un’efficace decontaminazione stressano il materiale, accelerandone l’invecchiamento. I suoi principali effetti sono visibili con la presenza di torbidezza e opacità, perdita di brillantezza e colore, e con la formazione di graffi e fratture. L’invecchiamento determina anche la frammentazione del polimero e un aumento nel rilascio di microplastiche, che potrebbero migrare nelle bevande imbottigliate (3). Diversi studi hanno evidenziato inoltre che il riuso delle bottiglie in PET comporta un aumento nella migrazione di sostanze intenzionalmente aggiunte (IAS) e non (NIAS), che possono causare preoccupazione per i loro effetti di interferenza endocrina e tossicità (4). All’aumentare del numero di cicli di riuso, la struttura stessa del materiale tende a cambiare, determinando una minore flessibilità e un minore spessore, il che può portare a deformazioni nei contenitori (5). Pertanto, il contenitore deve essere appositamente progettato per resistere al numero di cicli per i quali è stimato il suo riuso.

      POSSIBILI CONSEGUENZE LEGATE AL RIUSO

      Riferimenti bibliografici

      KEYWORDS

      Regolamento Europeo

      Imballaggi

      Economia circolare

      Riciclo

      Riuso

      PET

      Sostenibilità

      FASCICOLO SPONSORIZZATO DA

      PEER REVIEWED

      PACKAGING (RIUSO)

      Il regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR), che si applicherà da agosto 2026, promuove la transizione verso un'economia circolare attraverso la riduzione degli imballaggi, il riciclo e il riuso. L’obiettivo è ridurre al minimo gli imballaggi superflui, incentivare il riciclo e il riutilizzo degli stessi, con un focus particolare sul PET, per prolungare il ciclo di vita dei prodotti e diminuire l’impatto ambientale. Nonostante i vantaggi, il riuso del PET presenta sfide legate alla degradazione del materiale e alla migrazione di microplastiche. Il PPWR rappresenta un passo cruciale per ridurre i rifiuti e promuovere la sostenibilità, pur richiedendo soluzioni per limitare gli effetti collaterali sul materiale.

      ABSTRACT