SUSTAINABLE BEAUTY,
ANCHE NELLA SCELTA
DEL PACKAGING!
SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità è sempre più una priorità e i consumatori chiedono una continua ricerca nel migliorare l'impatto ambientale dei prodotti, non solo cosmetici. Nel mondo Beauty, tale aspettativa sta spingendo le aziende verso innovazioni sostenibili, come formulazioni senza acqua, produzione e trasporto “zero emissioni” e soluzioni d'imballaggio riutilizzabili o riciclabili.
La consapevolezza rispetto a cosmetici e prodotti personal care naturali e/o sostenibili è quindi in aumento, con un valore di mercato che segue un trend in continua ascesa: da circa 28,56 milioni di euro nel 2018 a 45,11 milioni di euro previsti nel 2027.
La coscienza “green” dei consumatori porta ad una richiesta di materiali più sostenibili, non più soltanto nella scelta degli ingredienti in formulazione, ma anche per il contenitore che deve essere il meno impattante possibile per l’ambiente. l consumatori sono informati e consapevoli: è ormai assodato che sono estremamente attenti riguardo caratteristiche e performances dei prodotti che vanno ad acquistare. Informazioni chiare e facilmente accessibili, comprensibili e dettagliate fornite dai brand, sono la chiave per aumentare la fiducia dell’utente finale.
INTRODUZIONE
Spesso a questa presa di coscienza, a questa nuova responsabilità etica, non corrisponde una conoscenza approfondita dei materiali e della loro effettiva “sostenibilità” ambientale. Occorre sottolineare che il materiale prescelto non deve comunque interferire con il prodotto e non deve rappresentare un pericolo per il consumatore mediante il rilascio/trasferimento di sostanze, come richiesto dalla normativa vigente Reg.1223/2009/CE. La Commissione Europea comunque nel 2013 ha raccomandato di fare riferimento come punto di partenza alla normativa “Food”, e quindi il Reg.1935/2004/CE e le normative specifiche per i materiali. Quindi la scelta dei materiali non deve prescindere da questo obiettivo finale: garantire la sicurezza del cosmetico e quindi del consumatore.
Molti brand si stanno orientando sulla ricerca di materiali ecosostenibili, in particolare per sostituire o ridurre la plastica convenzionale, concentrando gli sforzi su:
l’ecodesign per alleggerire i contenitori, garantendone comunque la funzionalità;
l’overpackaging, senza dimenticare di ottemperare agli obblighi legislativi (INCI, indicazioni per il consumatore, claim, ora anche l’etichettatura ambientale, …);
l’introduzione di nuovi materiali, spesso di origine riciclata (plastica, carta,);
l’aumento dell’utilizzo del vetro;
l’introduzione di pack ricaricabili per diverse tipologie di prodotti.
I MATERIALI SOSTENIBILI NEL PACKAGING
MARINA CAMPORESE ANDREA VITTADELLO
FRANCESCA FARAON VALENTINA ABBONDANDOLO
Mérieux NutriSciences | Italia
Bio...
MARINA CAMPORESE - Cosmetic Packaging Expert
Laureata in Biologia presso l’Università di Padova e iscritta all’albo dei Biologi Italiani dal 2010. In Mérieux NutriSciences è Cosmetic packaging expert ed è la coordinatrice del tavolo di lavoro per lo sviluppo di metodi di sicurezza del packaging cosmetico per l’Istituto Italiano Imballaggi.
ANDREA VITTADELLO - Sustainability Ambassador
Responsabile del Progetto di Sostenibilità in Mérieux NutriSciences, dal 2006 è coinvolto sugli studi di biodegradabilità di packaging e prodotto. Vanta numerose partecipazioni istituzionali, tra cui il Comitato Tecnico Europeo delle Bioplastiche, il Comitato per le norme e le procedure di BPI, Responsabile CEN WG7 per le migrazioni specifiche e CEN WG8 per le Migrazioni Globali, oltre che di UNI/CT 003/SC52 Food Contact Materials. Dapprima responsabile del laboratorio chimico dell'Unità Beni di Consumo, oggi è Responsabile dei Project Manager presso il Science Center e Sustainability Ambassador in Mérieux NutriSciences.
FRANCESCA FARAON - Product Manager Environmental e Packaging
Da sempre impegnata nel settore della comunicazione e divulgazione ambientale, in Mérieux Nutrisciences si occupa di packaging, sostenibilità e ambiente attraverso il monitoraggio dell’evolversi regolatorio, dei trend e delle soluzioni innovative sul mercato, studiando l’applicazione di ricerche e analisi che possono supportare scientificamente la sostenibilità e la sicurezza dei prodotti.
VALENTINA ABBONDANDOLO - Product Manager Cosmetics
Laureata in Biotecnologie Industriali presso l’Università di Padova e con un Master in Biotecnologia per l’impresa presso la Fondazione CUOA, ha un’esperienza di oltre 10 anni maturata nel dipartimento marketing di diverse aziende cosmetiche. Dopo un’esperienza di 4 anni presso multinazionale di attivi cosmetici in Francia, oggi è Product Manager in per la divisione Pharma, HealthCare e Cosmetics di Mérieux NutriSciences.
L’imballaggio riciclato, ad esempio, subisce un trattamento che espone il prodotto a fonti di contaminazione diverse, anche imprevedibili e sconosciute, per le quali è necessaria un’indagine approfondita prima di immetterlo sul mercato.
Particolare attenzione va quindi all’utilizzo della plastica riciclata e riciclabile. Allo stato dell’arte, l’utilizzo di R-PET (Recycled Pet, polietilene tereftalato) è una soluzione facilmente attuabile in quanto diversi stabilimenti sono stati valutati dall’EFSA per il processo di riciclo per materiali destinati al contatto alimentare (come previsto dal Reg.282/2008/CE), e quindi con input controllato, sottoposti a valutazioni molto accurate e ad una produzione di materiali omogenei dal punto di vista qualitativo (output).
In merito ad altri tipi di plastiche, come le poliolefine di notevole interesse per il mondo cosmetico (Polietilene - PE e Polipropilene - PP), al momento esistono pochissimi stabilimenti già esaminati dall’EFSA, per cui i materiali disponibili sul mercato spesso non sono stati sottoposti a valutazioni accurate e hanno un’origine da post-consumo o da altri sistemi di raccolta non controllata che li porta ad avere un’estrema variabilità, in particolare per quanto riguarda i NIAS (sostanze non intenzionalmente aggiunte), anche dopo il processo di riciclo.
LA PLASTICA RICICLATA
Nel momento in cui si procede alla progettazione di un cosmetico green, è imprescindibile eseguire anche una valutazione della sicurezza del packaging, sia primario sia secondario, per valutare un eventuale rilascio di sostanze che potrebbero raggiungere il cosmetico (inchiostri, adesivi, …), ma anche per implementare opportune strategie che consentano di ridurre tale rilascio.
La valutazione della sicurezza del packaging deve prevedere un’analisi accurata della documentazione disponibile (dichiarazioni di Conformità al contatto alimentare, Scheda di Sicurezza, altri documenti tecnici, …) e il team di valutazione decide se procedere con analisi ad integrazione (test di migrazione dal contenitore, ricerca di contaminanti target, ricerca dei NIAS, …).
Anche l’utilizzo della carta, che in questo momento viene ampiamente proposta per i prodotti solidi, non deve prescindere dalle valutazioni che vengono richieste per il contatto con gli alimenti, tra cui l’assenza di contaminanti specifici (quali Policlorobifenili - PCB, Pentaclorofenolo - PCP, Ammine Primarie Aromatiche - PAA). Infine, particolare attenzione nel caso di utilizzo di carta riciclata a causa del pericolo rappresentato dalla possibile presenza di olii minerali (Mineral Oil Saturated Hydrocarbons - MOSH, Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons - MOAH), i quali possono trasferirsi al prodotto: in questo caso i test di controllo fanno riferimento ai draft della legislazione tedesca (BMEL ordinance) e guidelines JRC (EUR 29666 EN).
LA SICUREZZA DEL PACKAGING GREEN
Una delle novità legislative che ha sicuramente interessato e in parte allarmato i produttori di imballaggi, compresi quelli di imballaggi per cosmetici, è stata l’emanazione del Decreto Legislativo 116/2020, attuativo della Direttiva Europea su Imballaggi e Rifiuti di Imballaggio che, tra i vari argomenti, tratta anche il tema dell’etichettatura ambientale.
Il Decreto introduce l'obbligo di rendere evidente la natura del materiale di imballaggio e di dare indicazione circa il corretto conferimento nel sistema di raccolta differenziata, al fine di migliorare la filiera di riciclo dei materiali. In realtà con la pubblicazione del DL Sostegni di fine maggio, è stato sospeso l'obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi fino al 31 dicembre 2021, che quindi entrerà in vigore a partire dal 2022. Le nuove disposizioni sull’etichettatura ambientale sono state ritenute da diverse associazioni di produttori vaghe e indefinite in alcuni punti, critiche in altri. CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, ha proposto una sua chiave di lettura e una consultazione pubblica sul tema.
L'ETICHETTATURA AMBIENTALE
Una delle definizioni più calzanti riferite al vasto mondo della Sostenibilità è di essere il contrario dello Status Quo, e aggiungiamo, di guidare questo cambiamento ove possibile. Il passaggio verso il Make Green attraverso il Make Sense, mantenendo un prodotto di elevata qualità e ricerca, passa attraverso la percezione del consumatore e la credibilità del claim riportato.
Per il packaging, guidare questo cambiamento significa una seria e profonda valutazione basata su standard ufficiali di carattere nazionale e internazionale. Ad esempio per i prodotti cartari, il metodo UNI 11743 ed eventuale valutazione Aticelca consentono una corretta valutazione della Riciclabilità, legandosi anche alle performance nel riciclo dei prodotti conferiti alla filiera della carta. Inoltre, essendo questo test uno studio di simulazione relativo a un potenziale comportamento in fase di riciclo, è possibile valutare anche un test sperimentale ai requisiti della norma EN 13430 - sistema del riciclabile. Lo studio di simulazione rappresentato nella valutazione della Compostabilità industriale - norma armonizzata EN 13432 - è composto da 4 step, tra cui la Biodegradabilità in compost. È interessante sottolineare il fatto che uno dei requisiti della norma EN 13432 è la riconoscibilità che riconduce a un corretto claim o, viste le norme su alcune applicazioni, alla certificazione. Adeguarsi all’applicazione di standard ufficiali, o valutazioni su questi basati, è una condizione legata e cogente sia a livello legislativo sia agli standard tecnici, come la ISO 14021 o simili, che impongono il concetto di verifica e solidità di quanto si dichiara in etichetta.
Infine, scegliere di andare verso una riduzione di utilizzo di materiale plastico può essere una via che abbina una diminuzione assoluta e valutazioni più strutturate, quali il Life Cycle Assessment (LCA). Quest’ultimo ultimamente molto applicato anche in valutazioni del packaging, e anche al contenuto, in ambito di rinnovabilità, da un punto di vista analitico permette una precisa definizione della percentuale dichiarata attraverso la determinazione del C14.
Ogni passo verso un packaging diverso o ‘’minore’’ non esonera i produttori dal valutare il contenitore, anzi pone l’accento su un prodotto con meno storicità e conoscenza dell’impatto che può avere realmente.
TEST E VALUTAZIONE PER LE R-PACKAGING
La sicurezza dei consumatori è di massima importanza per tutta la filiera cosmetica. Negli ultimi anni, i prodotti che sostengono di essere naturali o bio sono aumentati, ma non è sempre facile riconoscere quale marca, prodotto, ingrediente o packaging sia effettivamente sicuro e innocuo per la cute. È importante garantire l’utilizzo in sicurezza del prodotto attraverso opportuni test e analisi in grado di valutare la sicurezza di packaging e prodotto, conformemente alle direttive e linee guida disponibili.
SOSTENIBILE, IN MODO SICURO
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