GREEN CHEMISTRY:
GLI ELEMENTI VERDI DELLA COSMETICA
SOSTENIBILITÀ
Oggi i consumatori sono attenti e responsabili, sanno leggere e comprendere un INCI, conoscono gli ingredienti utilizzati per la produzione dei cosmetici o, in alternativa, si informano per saperne di più. Sono molto più orientati rispetto al passato e cercano determinate caratteristiche, in primis prodotti che garantiscano una buona performance nel rispetto dei principi della sostenibilità ambientale.
Il pubblico è consapevole del fatto che i comportamenti individuali possono avere ripercussioni sul benessere, dell’importanza della prevenzione e di quanto la scelta di un cosmetico possa impattare sull’aspetto della pelle.
La green chemistry intercetta il diffuso bisogno di salvaguardare la salute umana, il benessere animale e la qualità dell’ambiente, progettando ingredienti etici ed eco-friendly, che minimizzino l’utilizzo e la produzione di sostanze a rischio. Si basa sull’impiego di risorse naturali rinnovabili, possibilmente a chilometro zero, e di solventi alternativi (prevalentemente l’acqua) per l’ottenimento di estratti non denaturati, biodegradabili e privi di contaminanti.
INTRODUZIONE
L’approccio verde alla cosmetica non racconta solo dell’impiego di materie prime naturali di derivazione botanica, ma anche della condivisione di principi di valore universale come il rispetto dell’ambiente e la tutela della biodiversità.
Un mindset sposato dalle istituzioni e dalla politica. La stessa Unione Europea, nell’ambito della Chemical Strategy for Sustainability, ha ribadito la necessità di rafforzare l’innovazione per la transizione verde dell’industria chimica e la sua catena del valore e di accelerare l’evoluzione della policy sulla chimica, al fine di rispondere più rapidamente ed efficacemente alle sfide poste dai rischi ambientali.
Lo sviluppo di ingredienti cosmetici di derivazione vegetale è un filone sempre più seguito della ricerca cosmetologica, anche grazie al supporto dell’innovazione scientifico-tecnologica, che ha permesso di studiare l’efficacia di molti principi attivi ottenuti da piante. A sostenere questa tendenza, anche il consenso del mercato: secondo i dati di Cosmetica Italia nel 2016 l’offerta di cosmetici nel nostro Paese ha coinvolto 3215 lanci e ha rappresentato il 48% dei consumi.
Il mercato green delle aziende italiane è stimato a un miliardo e 100 milioni di euro in Italia e 45 miliardi e 800 milioni di euro nel mondo.
LE RAGIONI DI UN SUCCESSO
MONICA TORRIANI
Consulente scientifica | Italia
Bio...
Mi sono laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano. Ho fondato WELLNESS4GOOD, un blog di approfondimento sul ruolo sociale dei farmaci. Mi occupo di healthcare per la carta stampata e il web e svolgo attività di consulenza scientifica.
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In ossequio ai principi dell’economia circolare, la cosmetica verde si impegna a individuare modalità innovative per l’utilizzo dei sottoprodotti del ciclo di lavorazione di altri elementi, opportunamente trasformati in materie prime ad alto valore aggiunto.
Un paradigmatico esempio di ciclo virtuoso è rappresentato dalla sinergia fra l’industria della bellezza e quella della vinificazione. Le stime indicano che ogni anno si accumulano almeno 7 milioni di quintali di vinacce che rimangono quasi completamente inutilizzate. L’industria cosmetica ha sviluppato sistemi per il recupero di frazioni acquose delle matrici vegetali umide esauste, le cosiddette Acque Essenziali®, ancora ricche di ingredienti attivi idrosolubili, primi fra tutti i re degli antiossidanti, i polifenoli, composti dalle proprietà cosmeceutiche di indiscussa importanza.
LA CIRCOLARITÀ
La green chemistry implica anche e soprattutto un sourcing responsabile delle materie prime, che privilegi risorse vegetali di origine biologica, ottenute con processi a basso impatto ambientale e in siti produttivi vicini.
Le molecole tradizionalmente usate per la produzione di tensioliti possono essere ricavate dalla saponificazione di ingredienti verdi come l’olio di palma (Elaeis guineensis oil), di cocco (Cocos nucifera oil), di avocado (Persea gratissima oil) e di argan (Argania spinosa kernel oil). Attraverso questi processi si ottengono alcoli lipofili a lunga catena, che vengono impiegati come surfattanti.
L’industria cosmetica, come partecipante alla RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), è stata tra i primi comparti ad impiegare materie prime derivanti da fonti alternative alla palma e, in ogni caso, a promuovere l’utilizzo di olio di palma da coltivazioni sostenibili.
La glicerina è un sottoprodotto della saponificazione di oli vegetali. Come altri polioli, oltre ad essere un ottimo umettante, agisce riducendo la WA (Water Activity) e contribuendo attivamente a controllare la suscettibilità alla contaminazione microbica dei prodotti in cui è contenuta.
I TENSIOATTIVI VERDI
Anche piante di diffusa coltivazione, come la soia e il grano, possono essere ampiamente usate in cosmetica per la produzione di oli ed alcoli, impiegati come emulsionanti, surfattanti e biocatalizzatori.
Ma il vero sprint alla ricerca di composti performanti innovativi è stato impresso alla cosmetica dalle biotecnologie. Oggi è possibile realizzare la sintesi di numerose molecole utili ai fini produttivi da risorse rinnovabili, grazie all’uso di batteri. L’industria cosmetica ha assunto, per certi versi, un ruolo pionieristico abbattendo questa frontiera. Molti composti di comune e diffuso impiego, come l’acido ialuronico, sono stati per la prima volta ottenuti con il supporto dei batteri proprio in questo settore, con vantaggi notevoli come la sicurezza sotto il profilo allergologico e l’inerzia rispetto alle contaminazioni microbiche.
Da sottolineare anche l’importanza dell’uso delle cellule staminali vegetali totipotenti come dermoattivi o per l’estrazione di sostanze attive come aminoacidi, zuccheri, fitosteroli, sali minerali e oligoelementi, con grado di purezza e qualità controllabile.
Attualmente la scienza ha superato il confine delle terre emerse e si è addentrata nel fascinoso blu dei mari profondi, riscoperti come fonte rinnovabile di attivi di grande interesse cosmetico. Alcuni ceppi di alghe e microalghe prodotti da sistemi di allevamento ed acquacoltura ecocompatibili rivestono grande interesse in cosmetica per la presenza di vitamine, minerali, amminoacidi e peptidi.
L’IMPULSO DELLE BIOTECNOLOGIE
Anche ingredienti un tempo irrinunciabili come i siliconi possono essere sostituiti da esteri biodegradabili al 100% di elevata efficienza, in termini di proprietà sensoriali e caratteristiche chimico-fisiche.
L’Ethyl oleate è un composto caratterizzato da un’elevata spalmabilità e da un’azione spiccata di aumento dell’idratazione, che viene usato con successo come alternativo al dimeticone, anche nella formulazione di prodotti per il suncare, mentre l’Ethyl olivate, composto dalla texture asciutta, grazie alle caratteristiche chimiche, è impiegato nella produzione di cosmetici nei quali è richiesta un’elevata stabilità olio in acqua.
Di ormai largo uso l’Hexyl laurate, analogo green dell’Isoesadecano, che viene usato anche per l’ottenimento di prodotti per l’haircare. La miscela Triheptanoin (and) Hexyl laurate (and)Ethylhexyl polyhydroxystearate, dal profilo sensoriale simile a quello della paraffina liquida, viene impiegata nella produzione di articoli per la skincare e per il make-up.
LE ALTERNATIVE SOSTENIBILI AI GRASSI MINERALI
La valutazione, l’uso, l’immissione in commercio e le informazioni da trasmettere ai consumatori dei cosmetici attraverso l’etichetta sono regolamentati a livello europeo dal Regolamento (CE) 1223/2009, comunemente noto come Regolamento Cosmetici.
Tuttavia, le sostanze utilizzate nei prodotti cosmetici rientrano anche nel campo di applicazione del Regolamento (CE) 1907/2006 sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione dei prodotti chimici: questa norma è conosciuta come Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restiction of Chemicals).
Gli ingredienti possono, pertanto, essere soggetti anche agli adempimenti previsti anche da tale Regolamento, inclusa la registrazione presso l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA, European Chemical Agency) e la connessa produzione di dati tossicologici ed ecotossicologici.
Inoltre, i prodotti cosmetici rientrano nel campo di applicazione del Regolamento (CE) 1272/2008 sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele, detto Regolamento CLP dall’acronimo di Classification, Labeling and Packaging.
In questo framework regolatorio, però, non sono normati i cosmetici green. Per questi prodotti, l’indicazione di base è quella di attenersi al Regolamento Cosmetici, che è valido per tutti i cosmetici fabbricati e venduti in Italia e in Europa, dunque da intendersi sia per i prodotti tradizionali che per quelli verdi.
Un ulteriore riferimento normativo per la definizione degli ingredienti naturali è costituito dalla norma ISO 16128 Guidelines on technical definitions and criteria for natural and organic cosmetic ingredients and products.