TREND COSMETICI
Nell’ultimo ventennio la sensibilità di aziende e consumatori nei confronti della sicurezza dei prodotti in termini di salute dell’uomo e rispetto dell’ambiente è aumentata in modo esponenziale. A livello mondiale è ormai consolidata la convinzione che la "variabile ambiente" rappresenti per le aziende un importante fattore di competitività accanto alla qualità dei prodotti e dei processi. Nella conduzione d’impresa, abbandonare la logica del puro profitto per sviluppare ed applicare soluzioni scientifiche innovative come parte di un disegno ambientale consapevole, integrando concetti di responsabilità sociale e ambientale, è oggi considerato prioritario non solo per le ricadute positive sulla collettività, ma anche per vantaggi innegabili in termini di business e innovazione.
Una testimonianza del diffondersi di tale tendenza è anche il crescente numero di aziende cosmetiche che, in linea con l’orientamento dell’Unione Europea, ha aderito al Programma “Responsible Care” rivolto all’intero comparto chimico industriale.
Si tratta di un programma volontario di promozione dello Sviluppo Sostenibile dell’Industria Chimica (in Italia fortemente voluta da Federchimica) secondo valori e comportamenti orientati alla Sicurezza, alla Salute e all’Ambiente, nell’ambito più generale della Responsabilità Sociale delle Imprese. L’industria cosmetica è ampiamente coinvolta in questo processo eco-innovativo in quanto costituisce un ramo della chimica in continua evoluzione, caratterizzato dalla costante e crescente domanda di nuove soluzioni e prodotti ecofriendly che rendono la sostenibilità un driver di grande competitività.
SOSTENIBILITÀ
Lo sviluppo di ingredienti cosmetici verdi, di derivazione vegetale, è un filone sempre più seguito della ricerca cosmetologica, sostenuto da importanti acquisizioni scientifiche circa l’efficacia di molti principi attivi ottenuti da piante, in diversi ambiti della funzionalità cosmetica, e anche da una rilevante fortuna di mercato. Ma se in un primo momento la “Cosmetica Verde” era concepita solo come un ritorno al naturale con l’utilizzo di ingredienti attivi di derivazione botanica, oggi essa ha assunto un’accezione più ampia: questo prevede il rispetto dell’ambiente e la tutela della biodiversità attraverso studio, progettazione e sviluppo di nuovi ingredienti, formule e processi sostenibili, riduzione del consumo energetico (anche attraverso l’impiego di fonti alternative) secondo i principi di Green Chemistry eGreen Extraction. Particolare importanza riveste l’attenzione allo sfruttamento di materie prime da risorse rinnovabili (possibilmente a chilometro zero) e l’impiego di un packaging riciclabile, se non biodegradabile, secondo un concetto ampio che coinvolge numerosi settori (anche lontani dal mondo cosmetico) che oggi definiamo Economia Circolare o Circular Economy.
GREEN COSMETIC CHEMISTRY
CARLA VILLA
ACCADERMICA SRL | Italia
Bio...
PhD in Scienza e Sviluppo del Prodotto Cosmetico.
Docente dell’insegnamento Prodotti Cosmetici per il Corso di Laurea Magistrale in Farmacia e CTF.
Fondatore e CeO della Start up ACCADEMICA SRL, Spin off dell'Università di Genova.
A capo del "Green Cosmetic Lab" del Dipartimento di Farmacia, svolge attività di ricerca nell’ambito dello studio di procedure estrattive ecocompatibili e ingredienti verdi di interesse cosmetico.
Questo termine, usato per la prima volta solo nel 1990 da due economisti britannici indica la presa di coscienza della finitezza delle risorse del nostro Pianeta e la sempre più stringente necessità di confrontarsi con tale limite per garantirne la disponibilità, limitandone gli sprechi e puntando, in particolare, sull’uso di risorse cosidette “rinnovabili”. Questi concetti si sono definitivamente consolidati nel 2015 grazie ad un programma proposto dall’Unione Europea (L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione Europea per l’Economia Circolare”) in cui la Circular Economy è individuata come punto strategico per uno sviluppo economico sostenibile, caratterizzato da una drastica riduzione dell’emissione in atmosfera di anidride carbonica, da una maggior efficienza nell’uso delle risorse del pianeta e da competitività, in grado di attivare un processo consapevole che veda come protagonisti consumatori e le imprese. Ecco che in quest’ottica anche alcuni scarti organici da sempre visti come rifiuti “ingombranti”, possono divenire preziose potenziali risorse rinnovabili da cui ottenere nuove materie prime ad alto valore aggiunto, grazie al supporto di numerose ricerche scientifiche sia industriali, sia accademiche.
ECONOMIA CIRCOLARE
La produzione di alimenti crea una quantità sempre maggiore di rifiuti: ogni anno in Italia si producono più di dodici milioni di tonnellate di scarti agroindustriali; mentre l’industria agro-alimentare presenta infatti una resa che va dal 10 al 40% della materia prima utilizzata, il resto è materiale di scarto (buccia, semi, foglie, acqua, polpa) che spesso ha un “valore nutritivo” maggiore, rispetto al prodotto trasformato principale. Negli ultimi anni, piuttosto che smaltire questi prodotti – con i relativi problemi di costi e impatto ambientale – o utilizzarli semplicemente come compost o biomassa, si studia come estrarne sostanze attive (zuccheri, antiossidanti, vitamine e altro ancora). Un vero e proprio cambio di prospettiva che trasforma gli scarti in by-products, sottoprodotti da valorizzare anche al di fuori della filiera alimentare, generando una collaborazione virtuosa tra agricoltura, impresa e ricerca che impone nuove strategie produttive e commerciali.
Uno dei settori più promettenti in questo campo, insieme alla nutraceutica, è quello della ricerca cosmetica, un destinatario naturale per sostanze attive con forti proprietà antiossidanti, idratanti, antinfiammatorie. Le loro potenzialità come risorse riciclabili rappresentano una grande sfida in un comparto industriale come quello cosmetico, che abbraccia i valori di sostenibilità, richiesti a gran voce dai consumatori, traducendo un termine ormai inflazionato, in concrete opportunità di ottenere materie prime realmente innovative ed ecologiche.
SCARTI AGRO-FOOD, NUOVE RISORSE COSMETICHE RINNOVABILI E RICICLABILI
Un esempio sostenibile significativo è rappresentato dallo sfruttamento delle vinacce, abbondanti scarti dell’industria vitivinicola, ingombranti, onerosi da smaltire, ma ancora ricchi in fenoli e polifenoli liberi e complessi. Se da un lato sono considerati inquinanti ambientali perché aumentano la domanda chimica e biochimica di ossigeno, con effetti dannosi per la flora e la fauna delle zone di scarico, sono anche tra i maggiori responsabili degli effetti salutisti per la loro notevole attività antiossidante.
Le concentrazioni più alte di polifenoli si osservano proprio a livello di buccia e vinaccioli. In particolare il resveratrolo è considerato una promettente molecola naturale bioattiva dotata di potenzialità fitoterapiche, farmacologiche e cosmetiche. L’interesse rivolto al suo utilizzo in campo cosmetico dipende non solo dalle spiccate proprietà antiossidanti, ma anche dall’azione antinfiammatoria e vasorilassante, con miglioramento del microcircolo cutaneo, ed eudermica con aumento della sintesi di collagene. Alcuni studi sottolineano come la sua azione sia coadiuvata dalla presenza degli altri polifenoli contenuti nell’uva.
La ricchezza delle bucce e la sinergia d’azione tra i diversi composti presenti ha suscitato quindi l’idea di sfruttare il potenziale della vinaccia al posto dell’intero frutto.
LA VINACCIA, ESEMPIO ECCELLENTE DI RISORSA COSMETICA
Un esempio dello sfruttamento degli scarti agroalimentari è rappresentato dal brevetto nazionale di uno spin off universitario genovese (Accadermica Srl): l’invenzione prevede l’estrazione d’ingredienti bioattivi sostenibili da sottoprodotti agroalimentari per offrire una “seconda vita” agli scarti, utilizzando l’attivazione microonde come fonte energetica alternativa, mediante una tecnologia estrattiva senza l’uso di solventi, neanche acqua di rete. La metodica permette il recupero originale ed unico di frazioni acquose delle matrici vegetali umide (chiamate AcqueEssenziali®), ma ancora ricche di ingredienti attivi idrosolubili, quali ad esempio i polifenoli, noti per le loro con proprietà cosmeceutiche o nutraceutiche antiradicaliche, antiossidanti e vasoprotettrici; l’estratto, dopo essere stato caratterizzato e stabilizzato, per quanto riguarda funzionalità e sicurezza, viene impiegato tal quale in formulazioni cosmetiche dedicate.
Con questa metodica innovativa sono stati già processati diversi scarti: vinacce dalla produzione vinicola, frutti rossi e melograno dalla produzione di succhi, fiori di zafferano esausti dalla produzione della preziosa spezia.
PROCESSI E INGREDIENTI SOSTENIBILI
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UNA SFIDA SOSTENIBILE