Bio...

Paola Perugini1,2


1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist,  Etichub (spin-off Univ. PV)

Camilla Grignani3

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SOS - Storie di Ordinaria Sostenibilità

Con questa rubrica vogliamo raccontare l’evoluzione delle nuove metriche di sostenibilità fornendo spunti costruttivi di riflessione che riguarderanno di volta in volta tutte le fasi di sviluppo del prodotto cosmetico.

Riferimenti bibliografici

Negli ultimi tempi, l’aggettivo “rigenerativo” è entrato a far parte del linguaggio cosmetico. Non è legato però, alla rigenerazione della pelle o all’effetto di prodotti quanto più ad un concetto più ampio, di origine degli ingredienti e come vengono coltivati. Si parla, cioè, di agricoltura rigenerativa.


Di cosa si tratta?

Senza ridurre la complessità del tema, l’agricoltura rigenerativa è una forma di coltivazione che non solo cerca di non danneggiare la terra ma, anzi, vuole restituirle fertilità, trattandola come un ecosistema che va tutelato. Sebbene non esista una definizione unica e definitiva, si discosta dai metodi agricoli tradizionali più impattanti o distruttivi con un intento piuttosto chiaro: promuovere pratiche sostenibili focalizzandosi sulla qualità del suolo, sulla capacità di trattenere carbonio e ricreare un equilibrio tra le diverse forme di vita del terreno. In generale, mira a rafforzare la biodiversità e rendere il terreno più sano e resiliente; un approccio ancora diverso dalla agricoltura biologica. Quest’ultima, infatti, trova il suo concetto fondante nell’utilizzo limitato di sostanze sintetiche, ad esempio vietando o limitando l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici. L’approccio rigenerativo, invece, lavora tra le tante cose sulla coltivazione di copertura, la rotazione delle colture e la riduzione delle lavorazioni intensive. Richiama in parte le radici dell’agricoltura di un tempo, ma integrandole con i principi di sostenibilità tipici di una visione contemporanea (1).

Cosa ha a che fare con la cosmetica?

In un mondo permeato dalla parola sostenibilità, l’agricoltura rigenerativa può diventare rilevante per il mondo cosmetico, anche più delle aspettative. Generando ingredienti naturali in una filiera controllata potrebbe rappresentare una delle strade perseguibili per la sostenibilità di ingrediente.


Può fare la differenza per un prodotto cosmetico?

Come anticipato nelle premesse, l’agricoltura rigenerativa punta molto sulla valorizzazione della biodiversità, quindi sulla protezione di tutto ciò che fa parte di un ecosistema. Una biodiversità elevata contribuisce al suo buon funzionamento, tuttavia, per ottenere questi benefici è fondamentale una gestione attenta, perché esiste una soglia ottimale.

Ad esempio, l’approccio rigenerativo può favorire la diversità delle colture e questo è un aspetto significativo anche per il settore cosmetico. Proteggere le varietà autoctone, cioè quelle strettamente legate a un territorio, spesso patrimonio dimenticato di ricchezze inespresse, potrebbe significare valorizzare l’identità di un luogo attraverso gli ingredienti che lo contraddistinguono e contribuire alla salute dell’intero ecosistema. Peraltro, con questa promozione della biodiversità locale, si aprono nuove possibilità: si possono riscoprire piante poco note, valorizzare ingredienti locali e dare spazio a soluzioni inedite ma ben caratterizzate lato sostenibilità. Inoltre, questo approccio favorisce anche la coltura di specie vegetali diverse che, al contrario, delle monocolture – spesso introdotte in un contesto ambientale a cui non appartengono – tendono a impoverire il suolo.


E se fosse anche un’opportunità per innovare la filiera?

Sì, ciò porta a ripensare l’intera catena di approvvigionamento. Scegliere ingredienti provenienti da agricoltura rigenerativa si lega sempre più spesso a un ritorno alla produzione locale: dopo anni dominati da ingredienti esotici e di tendenza, si assiste a una rinnovata attenzione verso piante spontanee e varietà native. Questo schema non solo valorizza il territorio, ma consente anche di ridurre le emissioni legate al trasporto e di rafforzare le filiere corte e di prossimità, aspetti centrali nella valutazione dell’impatto ambientale, ma anche in quello sociale ed economico.


E per la qualità dell’ingrediente, cambia qualcosa?

Se, come suggeriscono alcune ricerche, l’agricoltura convenzionale contribuisce al depauperamento del suolo e all’alterazione degli ecosistemi, recuperare l’equilibrio del terreno potrebbe avere effetti diretti anche sulla qualità delle piante coltivate.

Ovviamente è fondamentale studiare i benefici agronomici e ambientali di una pianta, valutandone anche le potenziali applicazioni cosmetiche. L'analisi fitochimica consente di identificare e quantificare le molecole di interesse nell’estratto, determinando la qualità e la concentrazione dei composti attivi utili per l’impiego cosmetico.

In generale, negli ambienti rigenerati, i nutrienti e i fitocomposti contenuti nei vegetali potrebbero risultare più concentrati e attivi, con piante botanicamente più ricche. Se ciò venisse confermato con studi più approfonditi, l’agricoltura rigenerativa non sarebbe solo una scelta etica, ma un reale valore aggiunto in termini di qualità degli ingredienti e performance del prodotto. Un traguardo che ben si accoda alla richiesta di efficacia da parte dei consumatori, unita alla trasparenza della catena di approvvigionamento di materie prime naturali e tracciabili.

Non a caso, l’uso di piante più spontanee e le linee di prodotti basate su ingredienti locali si stanno affermando tra più marchi pionieri. L’agricoltura rigenerativa rappresenta quindi una promessa: ottenere ingredienti di qualità in modo trasparente ed etico contribuendo alla salute del suolo e alla biodiversità. Tuttavia, è importante non idealizzare: i benefici non sono sempre immediati o applicabili a ogni contesto. Le ricadute variano in base ai diversi agroecosistemi, e al clima e risorse locali, quindi, non esiste un modello generale che si possa applicare ovunque. Inoltre, la ricerca sta ancora progredendo, soprattutto per valutare le questioni legate alla redditività.


Come può il settore cosmetico diventare protagonista di questo cambiamento?

Il settore cosmetico potrebbe avere un ruolo strategico: investire in ricerca e collaborare con il settore agroindustriale, per lo sviluppo di nuove pratiche magari associate a standard di certificazione. Il potenziale di coniugare alte prestazioni formulative con una catena di fornitura etica è elevato, e rappresenta un terreno fertile per l’innovazione. Alcuni brand stanno già adottando questa “regenerative beauty", puntando a costruire catene di fornitura più allineate a valori di lungo termine. I diversi approcci già esistenti sono la testimonianza di come il mondo cosmetico possa giocare un ruolo attivo contribuendo alla tutela ambientale mentre si interviene sui modelli di approvvigionamento.

Riferimenti bibliografici

KEYWORDS

Agricoltura rigenerativa

Cosmetica

Approvvigionamento

Sostenibilità

Ingredienti