Il marketing e i luoghi comuni, spesso fuorvianti, possono diffondere false convinzioni e guidare le decisioni d’acquisto. Ecco alcuni esempi e le informazioni corrette.

 

Il mondo della cosmetica sembra una Torre di Babele: ci sono contesti che sembrano il terreno perfetto per seminare confusione linguistica e lasciare spazio a interpretazioni, malintesi, falsi miti. Facciamo chiarezza sugli argomenti più discussi. 


Il naturale è innocuo al 100%... 

Io uso solo cosmetici naturali e BIO”. Quante volte abbiamo sentito un’amica che lo ha dichiarato, non senza una punta d’orgoglio? O magari ne siamo convinte noi stesse. Ora, mi sembra il caso di stabilire cosa si intenda per bio. Biologico? Biocompatibile? Biodinamico? L’inglese organic non lascia spazio ai dubbi, ma da noi è il caso di fare chiarezza, perché bio da solo non significa più nulla. Definizioni come dermocompatibile sono più calzanti, ma di certo meno immediate e non ancora appartenenti al linguaggio comune, perciò ancora una volta ci aiuta la lingua anglosassone, introducendo due aggettivi tanto semplici quanto inequivocabili: clean safe. Quest’ultimo è veramente di comprensione istantanea e significa sicuro, innocuo, così delicato che può essere usato anche da un bambino. 

Poiché, come abbiamo visto, non c’è niente di male a non essere naturale, non deve stupire che un cosmetico safe contenga ingredienti chimici, di sintesi: diciamolo una volta per tutte, ogni cosmetico immesso sul mercato NON è dannoso in quanto ha superato test di laboratorio. I tempi della caccia alle streghe nel mondo INCI sono lontani.


Se ancora non siete convinti, vi propongo un semplice test: appoggereste mai una foglia d’ortica sulla vostra pelle? Mangereste mai un fungo come l’Amanita Muscaria? Eppure, sono entrambi naturali.


Leggermente più complesso, ma ancora più rilevante in ambito cosmetico, è il concetto di Clean Beauty, protagonista indiscusso e tendenza a cui nessun brand può permettersi di restare indifferente, in quanto implica una responsabilità sia nei confronti del consumatore sia verso l’ambiente, un impegno che si vede poi sotto tutti i punti di vista, a partire dalla formula, ovviamente, ma anche passando per il pack e leggendo le note di CSR (Corporate Social Responsibility) che spesso sono riportate sulle confezioni.


Vogliamo però fare un passo in più, più in profondità: la Clean Beauty riguarda tutti, chi più chi meno. Ci sono nuovi brand che sono clean già nel DNA, oppure nuovi prodotti lanciati da marchi consolidati che si adeguano all’andamento del mercato globale e rispondono alle richieste di consumatori sempre più informati ed esigenti. Poi ci sono aziende che cominciano a poco a poco, ma che comunque accolgono le nuove tendenze e rispondono con seppur timidi segnali. Ma ciò che è importante è che nessuno resta, di fatto, impassibile, nemmeno i mostri sacri del lusso. Anzi, i nuovi oggetti del desiderio delle beauty addict sono proprio i cosmetici che uniscono l’utile al dilettevole, ovvero le formule amiche della pelle e del pianeta, ma che gratificano i sensi.


I cosmeceutici hanno le formule più efficaci

Non è vero. Ma non è neanche falso. Il motivo è semplice: i cosmeceutici sono come gli unicorni, ne possiamo parlare, ma non esistono. Ci sono i cosmetici da una parte e ci sono i farmaci dall’altra. Non è stata individuata e ufficializzata una categoria ibrida. Si tratta di puro marketing.


I cosmetici home-made sono ottimi

Durante il lockdown c’è stato un revival delle ricette di bellezza casalinghe. Personalmente, non ne sentivo la mancanza e tantomeno la necessità: il massimo che ho provato è stato uno scrub per il corpo con zucchero e miele. Considerazioni personali, non c’è motivo per non avvalersi di ottime formule cosmetiche già belle pronte ed efficaci, che nella gdo (al supermarket) costano pochi euro. Già, perché spalmarvi in faccia yogurt e banana può essere divertente, se non vi cola tutto per terra o sui vestiti, ma non farà assolutamente niente per la vostra pelle. Il motivo è nella dimensione delle molecole, che sono irrimediabilmente troppo grandi per scendere in profondità nell’epidermide. Perciò è meglio mangiare gli ingredienti, anziché usarli come maschera. Discorso diverso, invece, per gli oli vegetali, tra i quali merita un riflettore l’olio di cocco, per la sua versatilità e piacevolezza d’uso, soprattutto se avete pelle e capelli secchi.

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