Manuela Bertuzzi

Amministratore delegato 

Bregaglio Srl | Italia

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Dallo scorso luglio, Bregaglio Srl entra a far parte di 2M Holdings Group. Con il suo nome noto e le sue competenze tecniche, Bregaglio va ad allargare il gruppo di aziende sotto il cappello Surfachem, parte di 2M, e a rafforzare la distribuzione dell'azienda in Europa nel settore delle scienze della vita. Ne parliamo con Manuela Bertuzzi, amministratore delegato di Bregaglio Srl. 


Silvana Maini l’ha intervistata per BEAUTY HORIZONS.


Bregaglio nasce nel 1984 e si afferma come distributore di ingredienti per l’industria cosmetica con una particolare vocazione alla creatività, creatività che, parlando di prodotti cosmetici, coniuga bellezza, benessere, cura dell’aspetto, salute del corpo e inevitabilmente cura della nostra interiorità. Quasi quarant’anni di attività che ha attraversato momenti di cambiamento epocali, di grande sviluppo sociale, culturale, scientifico e tecnologico. Come avete vissuto questi decenni e quali sono, secondo voi, le attese di chi si accosta ad un prodotto cosmetico?


Quasi quarant’anni di attività e molti cambiamenti, interni ed esterni. 

Credo che il successo e la stabilità di Bregaglio durante questo tempo sia dato dall’avere mantenuto per tutto questo tempo una sua precisa identità. 

Anche quando siamo stati, come siamo pure ora, parte di un gruppo ci è stato permesso di rappresentarci al mercato con il nostro nome e la nostra faccia. 

Dal 1984 Bregaglio, infatti, si propone al mondo cosmetico con un’attenzione e una cura particolare nei confronti dei clienti e stimolando la curiosità di propri interlocutori con progetti all’avanguardia.  

Proporsi al mercato in maniera diversa, creare nuovi spunti, è oggi una priorità per rimanere attuali. 

Essere orientati al cliente è un sentimento diffuso in ogni ambito aziendale, così come l’impegno alla collaborazione con le nostre case mandanti e alla ricerca di innovativi prodotti da distribuire. 


Impegno che oggi, sempre più, diventa impegno verso tutte le parti interessate, in un’attenzione circolare che comprende clienti, fornitori, collaboratori, il gruppo di cui facciamo parte e l’ambiente in cui viviamo. 

  


Oggi il distributore non è più un “semplice” fornitore ma un partner per il suo cliente che ha sempre più bisogno di un riferimento importante per le tante complessità (tecniche, regolatorie, burocratiche) che coinvolgono i prodotti chimici. Potete parlarci della vostra esperienza? Come vi rapportate al cliente? E come vi rapportate alla casa mandante? Cosa chiedete e che cosa date ai marchi che rappresentate? 


La realtà del distributore è di rapportarsi costantemente a due clienti: quello a monte, il principale, vero e proprio partner, e il cliente a valle, da noi servito. 

Per stare al passo e rispondere ad entrambi bisogna avere professionalità e una squadra interna in grado di  dare risposte rapide e precise, tecnicamente capace di dare supporto al cliente, doppiamente inteso. 

Come a livello cosmetico vediamo l’utilizzo di prodotti multifunzionali per rispondere a varie esigenze, così nel nostro lavoro dobbiamo diventare “multifunzionali” e avere la capacità di essere presenti a diversi livelli. 


La storia di Bregaglio è legata anche al suo laboratorio applicativo che dispone di apparecchiature dedicate allo sviluppo di nuove formulazioni ma anche per la valutazione preventiva dei claim. 

Per meglio caratterizzare le materie prime vendute possiamo effettuare test di efficacia: dalla TEWL all’idratazione dello strato corneo e profonda, l’analisi di rughe e porti tramite il confronto di immagini, anche in 3D. Ci siamo inoltre evoluti andando incontro al cambiamento intraprendendo un percorso di studio delle tendenze per un supporto ancora più efficace. 


Viviamo in un momento di accelerazione estrema in cui il tempo è sempre da rincorrere e le varie riunioni ancora molto online e poco fisiche a cui ci stiamo abituando lasciano poco tempo per riflettere e per lasciarci semplicemente colpire dalle intuizioni. 

C’è forse da chiedersi se l’uomo sia in grado di adattarsi al cambiamento a cui ci siamo sottoposti negli ultimi anni. 


La stessa sensazione di rapidità si riflette sulle richieste dei clienti e nelle conseguenti alle case mandanti.   


Con l’acquisizione da parte di 2M Holdings  si prospettano cambi di scenario, di strategie aziendali, una prospettiva indubbiamente di grandi stimoli. Quali saranno i cambiamenti più significativi in termini di organizzazione interna? Che ritorno vi attendete da questa evoluzione?


Essere entrati nel Gruppo 2M e diventare una società Surfachem apre a Bregaglio nuovi orizzonti in un gruppo che ha fatto della distribuzione il suo core business. 

2M è aperta a spingere e sostenere la crescita di Bregaglio in una collaborazione autentica e trasparente con clienti e fornitori. 

Puntiamo a una crescita nei risultati e prima ancora nelle risorse interne (umane e strutturali dove necessario) per avere nel mercato e nel gruppo una posizione strategica.  


L’attualità ci parla di una situazione complessa, a volte critica nell’approvvigionamento di materie prime, di movimentazione logistica. Come state vivendo questa situazione? 


E’ cambiato il modo di approcciare il mercato e da esso essere approcciati. Le nostre mandanti soffrono questa situazione e il distributore di conseguenza. Mancanza di materie prime, prezzi che sfuggono, extra costi dovuti al problema energetico. 

Oggi possiamo contrastare questa situazione solo cercando di anticipare le richieste dei clienti e mantenere uno stock che possa fare fronte alle necessità quando si evidenziano. 


L’opportunità nella crisi si può cogliere solo avendo l’intuizione di essere presenti dove e quando lo richiede il mercato. 

Confidiamo per questo anche nel supporto di un gruppo con grande esperienza nella distribuzione.   


La sostenibilità è sempre più il “Grande Tema”, il convitato di pietra con cui ogni azienda oggi deve confrontarsi nel proprio quotidiano. Anni fa “sostenibilità” era un generico richiamo ad una specie di “naturalità”, una etichetta “verde” da esporre. Oggi sappiamo che è molto di più, un approccio virtuoso che coinvolge ogni minimo aspetto del lavoro ma potremmo dire nelle nostre vite. Che cosa significa oggi “sostenibilità” per un distributore e in particolare per Bregaglio


I recenti avvenimenti mondiali uniti alla crisi climatica rappresentano uno spunto di riflessione, tanto più che il gruppo di cui oggi facciamo parte tiene il tema della sostenibilità in grande considerazione.  

Siamo consapevoli che nei prossimi anni i distributori che saranno stati capaci di differenziarsi acquisiranno quote di mercato e noi non vogliamo perdere questa occasione di fare la nostra parte, a favore di un pianeta che sta soffrendo. 

Un cambio di passo non facile per chi è un distributore, ma possibile. Occorre agire su più fronti, a partire dalla scelta degli stakeholder siano essi produttori di materie prime o partner nella logistica e iniziare con azioni che possiamo mettere in atto ogni giorno nella nostra vita lavorativa.   


Making Cosmetics è oramai alle porte e Bregaglio, partner oramai storico di questo evento, nelle varie edizioni si è sempre distinta per un approccio visivo (che rimanda ovviamente alla sostanza) visionario, nel senso più creativo, che si traduce poi in esperienza sensoriale, visto che parliamo di prodotti destinati alla pelle. Potete darci qualche anticipazione sulla vostra presenza? 


E’ vero, ogni anno abbiamo utilizzato Making Cosmetics per rappresentare la nostra visione del momento e trasformare la fiera, oltre che in un incontro con clienti e fornitori, anche in un luogo dove lanciare un messaggio. 

La visione che abbiamo pensato per Making Cosmetics 2022 è l’archetipo dell’Albero come futuro trend nella cosmetica. 

Il nostro Osservatorio, laboratorio di analisi dello zeigeist , ha raccolto segnali dello spirito del tempo che hanno permesso di definire il presente come ‘L’Era dell’Albero’.  

Il trend report rielaborato internamente con il laboratorio applicativo e condiviso con il team commerciale ha generato applicazioni cosmetiche che guardano al futuro, delineando una tendenza, anche di materie prime, a cui ispirarsi per i prossimi anni. 

Naturalia 4.O intesa come natura fantastica potenziata dalla tecnologia, sarà il nostro approccio. Un nuovo modo di sentire il pianeta come un organismo vivente in cui la natura aumentata diventa mezzo di comunicazione tra noi e ciò che ci circonda.    


Da comunicati stampa che riceviamo dalla ingredientistica del settore, notiamo un forte accento al colore, alla luminosità della pelle, quasi una necessità interiore di uscita dal buio e tornare alla luce: è così


Sì ed immediatamente penso ai prodotti ibridi dove il make up si fa anche skin care. Ad esempio per i prodotti viso, il primer ed il fondo tinta, che contengono microbioti capaci di nutrire profondamente la pelle che diventa luminosa e radiante, sinonimo di buona ossigenzione e salute.  

Oltre alla tendenza degli illuminanti su supporti galenici nuovi come le textures a transformazione.   


I brand sono motivati dalle richieste di formule « clean » e allo stesso tempo di packaging più sostenibili? come riescono a conciliare concretamente le due questioni? 


Sì, io aggiungerei anche i macchinari. Nelle grandi aziende mondiali esistono programmi specifici che implicano una valutazione su tutto il processo di concezione di un nuovo prodotto. Dalla scelta dell’ingrediente selezionato in base al luogo in cui è realizzato fino all’inchiostro ecologico del packaging. Tutto è preso in considerazione al fine di avere il prodotto piu’ ecologico possibile. Penso ai nuovi prodotti solidi di Garnier o di Nivea. Ma tante novità arriveranno anche per il make-up.


Una domanda sugli aspetti regolatori sempre più stringenti che stanno portando anche a riformulazioni di prodotto. Premesso che il termine “regolatorio” è per sua natura percepito come limitante (ma dovremmo anche pensare che le regolamentazioni cambiano in funzione di nuove conoscenze scientifiche), come vede oggi questo confronto tra le due parti, Ente regolatorio/produttore? In sintesi: confronto o conflitto? 


Certamente un confronto poiché la legislazione va rispettata in quanto garante della sicurezza del consumatore. Sarebbe auspicabile una maggiore rapidità ma come sempre per modificare le leggi i tempi sono piuttosto lunghi.  


Una domanda con uno sguardo al marketing. Tematiche discusse e attuali in questi ultimi anni: ruolo degli influencer, dei social media, dell’e-commerce. Sicuramente la forzata permanenza domestica ha accelerato e concentrato un fenomeno già in atto. Quali i rischi e le opportunità? Come riconoscere fonte serie e inattendibili? 


Sono fenomeni attuali e societari che a mio parere rappresentano delle opportunità di sviluppo. Sicuramente hanno portato ad un riavvicinamento tra i brands ed i consumatori, molti dei prodotti già sul mercato sono il frutto di questo dialogo in corso ed è solo l’inizio di un questo fenomeno. Quindi ne vedo che utilità.  


Le trasformazioni sociali stanno superando molti schemi: una volta il make up era solo al femminile (con il maschio che rubava nell’armadietto in casa), poi c’è stato il passaggio al Men’s Grooming, oggi, specialmente tra i giovani, non ci si pongono molti problemi in uso più disinvolto del make a prescindere dal genere. Premesso che ci sono comunque limiti oggettivi determinati da una diversità fisiologica delle pelli, si può parlare di nuovi scenari futuri del make up? 


L’inclusività è una macro tendenza legata alla società attuale, gli hashtag gender free e inclusivity hanno milioni di followers tra i giovani ed i meno giovani, in tutto il mondo. Parità di sessi e accettazione delle diversità. I miei clienti mi richiedono costantemente dei prodotti gender free in colori e textures. E’ una macro tendenza che persisterà.  


Una domanda finale: il mass market è dominato, si sa, dai grandi marchi storici che indossiamo in tutto il mondo. Quale è lo stato di salute dei piccoli produttori (in termini di dimensione aziendale non certo di valore che anzi, sono spesso laboratori di innovazione), delle realtà di nicchia? 


Le Indies brands fioriscono dappertutto in Europa e nel mondo, sono portatrici di novità, leggerezza, flessibilità. Inoltre, fenomeno importante, le piu innovanti sono rapidamente acquistate dai grandi marchi.  

Le indies rappresentano delle comunità ed è la comunità che fa evolvere il brand tramite i commenti sui networks. Quindi il legame e diretto e la risposta è rapida e accresce la fiducia. 

Ho realizzato uno studio che presentero’ al Luxe Pack a Monaco nell’edizione di ottobre 2022. Che rappresenta uno status mondiale delle novità tecnologiche proposte dalle Indies.  

E’ un mercato in crescita, legato alla ricerca di autenticità e personalizzazione.