NUTRACEUTICI: MITI E REALTÀ

Alla fine degli anni ottanta Stephen De Felice, ricercatore di origine italiana, venne in Italia per conoscere il paese dei suoi genitori, facendo un giro per le principali città d’arte, allo stesso modo di come avveniva nell’ ottocento per i figli di nobile casata.

Contrariamente a quanto gli avevano raccontato i suoi, si trovò di fronte ad un paese straordinario, in cui la vita media cresceva sempre di più e, per merito delle scoperte nel campo farmacologico, c’erano a disposizione farmaci per quasi tutte le patologie ed il loro uso, ormai consolidato, faceva sì che le persone potessero godere di ​​​​​​​anni aggiunti alla vita, tanto da cominciare a chiedere sempre di più di migliorarne la qualità

E lo stesso concetto di salute si andava evolvendo, in quanto la richiesta più frequente, ma insolita in quel momento, era non solo di curare le malattie, ma di avere anche benessere metabolico e bell’essere fisico, capace di aggiungere vita agli anni.

Era quella una società che non voleva assolutamente invecchiare, che ai tradizionali valori andava sostituendo quelli dell’edonismo e del bengodi economico.

Ma, in quegli anni, la preoccupazione principale era quella di prevenire le malattie ed allontanare la vecchiaia, senza però l’uso dei farmaci, roba per ammalati.

Così, passeggiando per Piazza Navona, De Felice ebbe l’intuizione che una arma potente per la prevenzione delle malattie potesse essere l’uso di alcuni alimenti o parte di essi, dai dimostrati effetti benefici sulla salute, inclusa la prevenzione e o il trattamento di una malattia, che egli chiamò Nutraceutici.

    INTRODUZIONE

    Fin qui il mito. Attualmente la realtà e l’uso dei nutraceutici si sono consolidati talmente da raggiungere valori economici di mercato di tutto rispetto, anche se a questa crescita tumultuosa non sempre ha corrisposto un miglioramento della sicurezza e soprattutto una certezza di efficacia.

    Oggi, al fine di salvaguardare questo fenomeno, è giunto sicuramente il momento di definire delle regole certe, a garanzia del consumatore, relativamente alla sicurezza ed efficacia a fronte della spesa sostenuta.

    È questo un mercato interessantissimo che potrà continuare a crescere, soprattutto se nello sviluppo dei nutraceutici si passerà da un certo alchimismo, finora regnante, ad uno sviluppo che sia del tutto simile a quello dei farmaci. Ciò che dovrà essere immesso sul mercato dovrà avere caratteristiche tali da poter fare considerare i nutraceutici come “i farmaci per persone sane”, ossia mezzi per rimanere in salute, capaci di ammortizzare gli squilibri metabolici correlati a stili di vita e diete non corretti, utilizzati per prevenire le patologie, soprattutto quelle dismetaboliche e capaci di procrastinare quanto più possibile l’inizio delle terapie farmacologiche, coprendo l’intervallo terapeutico “beyond diet, before drug”.

    Sappiamo tutti che lo stare bene in salute è il frutto di una omeostasi fisiologica ottimale, ma sappiamo anche quanto sia difficile il mantenimento di questo stato, soprattutto quando non vengono osservate regole comportamentali adeguate o soprattutto con l’avanzare dell’età.

    Sappiamo anche che il nostro organismo si trova di continuo a dover ripristinare le condizioni di equilibrio omeostatico per mantenere un buono stato di salute, ma molto spesso le nostre abitudini fanno sì che questo riequilibrio sia difficile da realizzare.

    Compaiono, allora, le malattie che con i propri sintomi ci avvisano che l’equilibrio omeostatico si è alterato e che bisogna intervenire prima che sia troppo tardi.

    Anni di farmacoterapia ci hanno insegnato che i farmaci, agenti esogeni, interagendo con specifici recettori, possono indurre il ripristino di un determinato equilibrio fisiologico, minimizzando o azzerando i sintomi della patologia.

    FIN QUI MITO – LA REALTÀ?

    Figura 1. Da alimenti funzionali a nutraceutici.

    ETTORE NOVELLINO

    Università di Napoli Federico II | Italia

    Bio...

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    Ma sappiamo anche che, soprattutto nelle prime fasi, il nostro organismo è capace di ripristinare da solo l’equilibrio omeostatico alterato, utilizzando sostanze endogene, attraverso il meccanismo della biology resolution, che in alcuni casi può essere efficacemente supportato da adeguati nutraceutici, capaci di favorire una omeostasi compensatoria.

    Ad esempio, studi recentissimi hanno dimostrato che una elevata concentrazione di trimetilammina-N-ossido (TMAO) nel sangue provoca, per il suo spiccato potere ossidante, seri danni al sistema cardiovascolare tali da portare fino alla morte.


    Se consideriamo che la concentrazione di tale metabolita deriva dalle abitudini alimentari e dalla eubiosi del microbiota intestinale, possiamo comprendere come il nostro organismo sia in grado di attenuarne gli effetti fino ad un determinato valore, attraverso un opportuno equilibrio redox endogeno, ma che superato tale limite i nostri sistemi antiossidanti non riescono più a riparare tale processo, permettendo così a TMAO di alterare la struttura e funzionalità del nostro sistema vascolare, fino alla comparsa di danni d’organo più o meno fatali.

    In questo caso, la somministrazione di antiossidanti esogeni, quali quelli presenti nei fitocomplessi di vari alimenti, può fornire al nostro organismo quel supporto compensatorio all’omeostasi, tale da riportare la concentrazione di TMAO entro limiti fisiologici non dannosi, cooperando così al meccanismo della biology resolution.

    Il Taurisolo, complesso polifenolico estratto dalle vinacce di uve aglianico, si è dimostrato non solo in grado di ridurre TMAO a trimetillammina (TMA), ma in uno studio clinico tale riduzione media è stata del 63%, cui si è associata anche una riduzione del 72%, del valore delle LDL ossidate.

    Ancora ad esempio, dopo un pasto glucidico l’allontanamento del glucosio dal sangue avviene attraverso la liberazione dalle cellule β del pancreas prima dell’acido abscissico (ABA) e poi dell’insulina che, in un equilibrio reciproco, contribuiscono ad abbassare i valori glicemici.

    BIOLOGY RESOLUTION       

    Quando le nostre abitudini alimentari fanno sì che la quantità di glucidi ingeriti sia troppo elevata o quando, con l’avanzare dell’età, la quantità di ABA prodotto si riduce, ecco che si altera tale equilibrio omeostatico.

    Si libera meno ABA e di contro deve essere liberata più insulina con tutte le conseguenze del caso, cioè iperglicemia e diabete di tipo 2.

    Ancora una volta possiamo provare a fornire un supporto compensatorio al riequilibrio omeostatico, attraverso un nutraceutico contente ABA, fitormone della crescita del mondo vegetale, presente in elevata quantità soprattutto nei frutti immaturi dalle nettarine.

    Tale supplementazione, sperimentata in persone sane, dopo assunzione di 70 g di glucosio, riesce a ridurre non solo i valori della curva glicemica, ma soprattutto la quantità di insulina liberata, ristabilendo in tal modo l’equilibrio omeostatico fisiologico.

    Con l’invecchiamento del nostro organismo, dovuto all’avanzare dell’età, una larga parte della popolazione è affetta da sindrome metabolica quale risultato di uno stress nutrizionale perpetrato per anni.

    Tale disfunzione, caratterizzata da uno stato di inflammosoma generalizzato, molto spesso incrementato anche da un alterato rapporto tra ῳ-3 ed ῳ-6 presenti nella dieta occidentale, è prodromica di invecchiamento e morte prematura, a meno che non si riesca a ridurre l’infiammazione metabolica, ripristinando l’equilibrio dei suoi mediatori endogeni: Prostaglandine, proinfiammatorie derivanti dall’acido arachidonico (AA) e Resolvine e Protectine antinfiammatorie, derivanti da Acido Eicosapentaenoico (EPA) ed Acido docosaesaenoico (DHA).

    EQUILIBRIO E RIEQUILIBRIO OMEOSTATICO

    Anche in questo caso possiamo provare ad utilizzare, quale supporto compensatorio al ripristino dell’omeostasi endogena, la miscela di Acido a-linolenico (ALA) ed acido a-linoleico (LA), contenuta in un rapporto di 4: 1, nei semi di chia.

    Tali semi, opportunamente trattati, possono costituire un nutraceutico capace di fornire ALA precursore degli ῳ-3 EPA e DHA ed LA precursore dell’-6 AA in un rapporto ottimale, tale da permettere al nostro organismo di formare, attraverso le elongasi , la necessaria quantità di EPA e DHA, rispetto ad AA, capace di incrementare il pool di Resolvine e Protectine, atte a riequilibrare il rapporto fisiologico con le prostaglandine, ma soprattutto capaci di spegnere lo stato di inflammosoma generalizzato, responsabile di un precoce invecchiamento metabolico.

    Figura 2. Spegnere l'infiammazione per frenare il tempo.

    Da quanto detto si evince il ruolo che i nutraceutici possono avere nel complementare i meccanismi di riparazione fisiologica trovando così un proprio spazio terapeutico, capace di contribuire efficacemente al mantenimento dello stato di benessere metabolico e di bellessere fisico che l’attuale società richiede con sempre più insistenza al mondo della medicina.

    CONCLUSIONE

    Figura 3.

    NUTRACEUTICI