PROBIOTICI E PREBIOTICI

E' stata recentemente pubblicata su Agro Food Industry Hi Tech Italia un'interessante tavola rotonda dedicata ai probiotici e prebiotici che ha visto il coinvolgimento di esperti provenienti da varie associazioni di settore, da aziende che sviluppano e producono ceppi, da altre che trasformano i ceppi in prodotti finiti ed da altre ancora che distribuiscono prodotti a marchio proprio. Nicola D'Anzi, reasearch scientist presso Savio Industrial, propone un commento d'approfondimento mentre i singoli interventi sono disponilili a questo link.



    Gli esperti coinvolti sono:

    MADI GANDOLFO, Direttore Generale, FederSalus 

    ANDREA FRATTER, Presidente, Società Italiana Formulatori in Nutraceutica (SIFNut) 

    JORDI ESPADALER, Director of Innovation, AB-BIOTICS 

    CLAUDIA PRAT, Brand Manager, AB-BIOTICS 

    MARIA FRANCESCA ACETI, Chief Executive Officer, Deltha Pharma 

    COSTANZA RICCIONI, CSO, Esserre Pharma 

    BÉRENGÈRE FEUZ, Marketing Director, Lallemand Health Solutions 

    PATRIZIA MALFA, R&D Manager, PROGE FARM 

    MARCO CASPANI, CEO, Sacco System 

    HEIDE DE TOGNI, Direttore Scientifico, Schwabe Pharma Italia 

    GLI ESPERTI

    Nicola D'Anzi

    Savio Industrial S.r.l. | Italia

    Bio...

    L’interesse della comunità scientifica nei confronti del microbiota intestinale sta aumentando in maniera esponenziale. Anni di ricerca stanno dimostrando che è necessario tutelare il naturale equilibrio della flora intestinale per conservare lo stato di benessere generale. Infatti i probiotici, soprattutto in Italia, rappresentano la categoria di integratori alimentari che maggiormente ha valore di mercato, a riprova della continua ricerca da parte del consumatore finale di un prodotto valido ed efficace.  

    Quanto questo sia vero, è avvalorato da studi scientifici sempre più numerosi e dall’impegno delle aziende di settore nello sviluppo di prodotti a base di probiotici e prebiotici innovativi e supportati da dati clinici robusti. Lo sviluppo di un prodotto di questo tipo non è semplice e i problemi da affrontare sono numerosi: la ricerca del ceppo più appropriato, la sua caratterizzazione, la dimostrazione dell’efficacia e la verifica dei requisiti di sicurezza e tollerabilità, la formulazione assieme ad altri ingredienti come vitamine, minerali e prebiotici ed infine la scelta della forma di dosaggio più idonea che assicuri la vitalità delle cellule fino al termine della shelf-life. 



    FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE – TEST DELL’SPF

    Più o meno recentemente, si è iniziato a capire come il microbiota riesca a modulare il sistema immunitario dell’ospite. Questa modulazione può essere sfruttata per spostare l’ago della bilancia verso lo stato antinfiammatorio o persino prevenire o trattare un’infezione da patogeno.   

    Ad oggi siamo riusciti a comprendere parte dei meccanismi che stanno alla base di questa modulazione. Il microbiota nel suo stato di eubiosi protegge l’ospite attraverso il mantenimento della barriera intestinale; al contrario, quando è alterata, essa è maggiormente permeabile al passaggio di molecole che portano all’attivazione del sistema immunitario innato favorendo le risposte proinfiammatorie.  

    La barriera intestinale è maggiormente permeabile quando la comunità microbica non è più in uno stato di equilibrio, ad esempio a causa della diminuzione delle specie microbiche produttrici di SCFA, determinando così l’assottigliamento dello spessore di muco che protegge l’epitelio intestinale.  

    Condurre uno stile di vita sano assieme all’integrazione di fibre prebiotiche in aggiunta alla corretta alimentazione di base, permette di mantenere la normale fisiologia della barriera ed è stato dimostrato che tutto ciò si riflette anche sull’attivazione del sistema immunitario.  

    Tuttavia, questo non sembra essere sufficiente per definire un vero protocollo d’azione per la prevenzione delle malattie su base infiammatoria, come ad esempio la dermatite atopica o l’asma.  

    Per queste particolari condizioni, alcuni lavori avvalorano l’efficacia della supplementazione di probiotici e prebiotici, ma su larga scala, quando si raccolgono i dati provenienti da diversi studi, la relazione tra causa ed effetto diventa meno chiara. Questo spesso è dovuto a vari fattori: non tutti i ceppi probiotici e le fibre prebiotiche sono uguali ed esplicano la loro azione allo stesso modo o ancora i criteri di inclusione utilizzati non sono sempre gli stessi tra i differenti studi e la popolazione statistica è diversa.  

    A questo si aggiunge la necessità di impostare lo studio nella maniera corretta: controllato e randomizzato con placebo.  

    SICUREZZA

    D’altro canto, numerose evidenze scientifiche mostrano che alcuni profili metabolici associati a patologie come il diabete e l’obesità correlino con alcuni ceppi microbici presenti nella flora intestinale.  

    Allo stesso modo alcuni ceppi sono maggiormente presenti nell’individuo sano.  

    Lo studio dell’attività specifica di questi microbi porterà ai cosiddetti “probiotici di nuova generazione”, e allo sviluppo di prodotti per il trattamento di patologie che probabilmente ricadranno in categorie diverse dagli integratori alimentari. Diventerà quindi sempre più necessaria l’armonizzazione regolatoria su questo settore, che è sempre più in rapida espansione e che più che mai possiamo dire essere “in fermento”. 

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