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Voce: Mariagrazia Porretta

TKS / Editorial Assistant & Social Media Manager

LA PASTA DEL FUTURO

SARÀ PIATTA

(PRIMA DELLA COTTURA)*

La pasta del futuro potrebbe essere molto diversa da quella che tutto il mondo conosce oggi: potrebbe essere piatta, prima della cottura. La forma in fogli consentirebbe di risparmiare enormi quantità di imballaggi e di abbattere l’impronta di CO2 a essi associata, per esempio nelle fasi finali del confezionamento e nei trasporti. In più la nuova formulazione cuoce prima, e questo permetterebbe di emettere meno gas serra per la cottura, con conseguenze rilevanti (si stima che in Italia, quelli proveniente da questa specifica attività rappresentino l’1% del totale).

    INTRODUZIONE

    Anche se può suscitare la diffidenza dei puristi, la nuova pasta, messa a punto dai ricercatori del Morphing Matter Lab della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, è giudicata un passo importante verso la sostenibilità di uno degli alimenti più diffusi al mondo, e un esempio di ciò che le più moderne tecnologie possono offrire da questo punto di vista, tanto che si è guadagnata la copertina della prestigiosa rivista scientifica Science Advances, che ha pubblicato l’articolo “Dare forma alla pasta e oltre”.

    FIN QUI MITO – LA REALTÀ?

    ETTORE NOVELLINO

    Università di Napoli Federico II | Italia

    Bio...

    La pasta piatta, che contiene esattamente gli stessi ingredienti di quella tradizionale, è stata realizzata seguendo lo stesso principio dei mobili componibili e una volta posta in cottura assume la forma familiare ai consumatori: penne, rigatoni, fusilli e così via. Il suo segreto, messo a punto da 17 esperti di scienza dei materiali, ingegneria meccanica e computazionale e design, che da anni lavorano sulle potenzialità di materiali quali il silicone, risiede nella qualità e quantità di piccolissime scanalature impresse sulla sfoglia di semola, che determinano il modo in cui, una volta messa nell’acqua bollente, questa prende una nuova conformazione (vedi video sotto). Lo stesso principio è già sfruttato nella pasta normale, ma in questo caso è amplificato. Nello specifico, infatti, le scanalature impresse aumentano il tempo necessario all’acqua per cuocere una certa zona della pasta e non in un’altra: la parte con la scanalatura si espande di meno rispetto a quella liscia, portando la pasta ad assumere una certa forma.

    BIOLOGY RESOLUTION       

    Quindi, pianificando attentamente dove e come posizionare le scanalature, i ricercatori hanno dimostrato che è possibile controllare quale conformazione dare alla pasta stessa, quando interviene la cottura. Il gusto e la palatabilità, a quanto riferito, sembrano essere identici a quelli della pasta normale. Inoltre i tempi di cottura sono inferiori a quelli della pasta tradizionale, e questo fa risparmiare gas serra.

    Sperimentata durante un’escursione dei dottorandi del gruppo, la pasta piatta è rimasta integra e, una volta cotta su un fornello da campo, non ha tradito le aspettative.

    EQUILIBRIO E RIEQUILIBRIO OMEOSTATICO

    E c’è di più. Il metodo potrebbe essere applicato anche in altri ambiti. Poiché il processo dipende dalle scanalature, potrebbe essere utilizzato per conferire una certa forma prestabilita a qualsiasi materiale rigonfiabile utile per esempio in ambito biomedicale.
    Come hanno sottolineato gli autori, gli imballaggi alimentari rappresentano una delle principali fonti di inquinamento da plastiche, nelle discariche come nei mari e in tutto l’ambiente. La realizzazione di packaging più sostenibili è un passaggio fondamentale, se si vuole ridurre l’utilizzo di questi materiali.

    CONCLUSIONE

    *Articolo ripreso da https://ilfattoalimentare.it

    CURIOSITÀ

    RISPARMIARE SU IMBALLAGGIO E TEMPI DI COTTURA

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