PREVENZIONE E INTEGRAZIONE: IL RUOLO DEI FARMACISTI

L’esperienza Covid19 ci ha dimostrato l’importanza di prenderci cura della nostra salute e ricordato la centralità di adottare stili di vita sani e abitudini di prevenzione quotidiana. 

Con la diffusione mediatica delle notizie sulla malattia si sono certamente generate molte fake news e dibattiti diseducativi ma, al contempo la salute e l’importanza di un sistema sanitario efficiente sono finalmente diventati una priorità di discussione per tutti. Inoltre, si è parlato finalmente di malattie croniche come fattori di rischio e della nostra responsabilità individuale su questo fronte. 

La lettura delle statistiche relative alla mortalità del virus per i malati cronici ci ha drammaticamente ricordato l’importanza della prevenzione. 

Nel nostro paese quasi il 31% delle persone soffre di due più patologie croniche, percentuale che raddoppia per le persone over 65**. La prevenzione primaria con la modifica di stili di vita che causano migliaia di morti evitabili come l’eliminazione del fumo, la riduzione dei consumi di alcol e cibi industriali e una attività fisica adeguata, sono la prima risposta a questa grave situazione. 

    LA PANDEMIA CI HA RICORDATO LA RESPONSABILITÀ VERSO LA NOSTRA SALUTE 

    Se l’esperienza degli ultimi mesi ci ha fatto toccare con mano quanto individualmente sia importante farsi carico della propria salute, l’ingaggio individuale ha bisogno, nel lungo periodo, di un supporto esterno.  

    Su questo fronte operano le campagne di educazione ma soprattutto tutti i professionisti della salute sul territorio.  

    In questi mesi per chi ha avuto la fortuna di non ammalarsi, la farmacia ha rappresentato il presidio sanitario più vicino. Non a caso le farmacie più ‘vicine’ al nostro quotidiano, soprattutto quelle dei piccoli centri hanno sofferto meno rispetto ai centri collocati nei centri commerciali, stazioni o aeroporti. La prossimità rappresenta per la farmacia una chance importantissima per diventare il vero motore della prevenzione primaria. L’autorevolezza unita alla ’intimità’ costruita su una frequentazione costante danno al consiglio del farmacista un ‘peso specifico’ particolarmente efficace proprio per contribuire a modificare stili di vita e scelte poco sane. 

    Certamente non si può improvvisare basandosi esclusivamente sul rapporto privilegiato con il paziente/cliente. Per questo motivo anche il disegno di un servizio di prevenzione primaria e secondaria in farmacia va progettato con cura con l’aiuto di esperti. La farmacia della prevenzione non è solo un modello socialmente importante (e quindi potenzialmente sostenibile economicamente da SSN/sistema assicurativo) ma può rappresentare una opportunità per il farmacista.  

    IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE

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    La richiesta di prodotti specifici per contrastare o ritardare l’insorgenza di patologie croniche ha portato allo sviluppo di un forte segmento della integrazione nel nostro paese.  Benché durante il lockdown il mercato abbia rallentato rispetto al passato, ai farmacisti è arrivata la richiesta di un supporto per aumentare le difese immunitarie o accelerare la risoluzione dei sintomi più lievi. 

    I dai IQVIA evidenziano l’evoluzione molto positiva per alcuni settori correlati alla difesa dall’infezione. Nel 2020 gli integratori nutraceutici, considerati utili per la prevenzione dei sintomi del Covid-19, hanno avuto un buon andamento arrivando a fatturare 760 milioni di euro e i  prodotti a base di vitamina C hanno visto addirittura un aumento dei volumi a tripla cifra rispetto all’anno precedente.  

    I primi tre mesi del 2021 soffrono del confronto con il mercato pre-Covid di gennaio e febbraio e le settimane di accaparramento che hanno caratterizzato marzo 2020. Tuttavia, il segmento delle vitamine ha un andamento ancora positivo mentre sono in sofferenza i prodotti per l’apparato digerente (-7,8%) fra cui i probiotici, meno utilizzati anche per la quasi totale assenza dei malesseri stagionali.  

    Nelle prime diciotto settimane dell’anno gli immunostimolanti mostrano un andamento molto positivo a valori: +6,6%. Un ottimo risultato considerando la quasi assenza di stagionalità influenzale. 

    Dunque, benché nel 2020 e nei primi mesi del 2021 il ‘boom’ degli integratori si sia in parte sgonfiato, grazie al rapporto di fiducia che si è nel frattempo rafforzato con i farmacisti territoriali e il ruolo che si sta prospettando in molte regioni nelle campagne di test e di vaccinazione, lo spazio per trasformarsi in ‘sparring partner’ di pazienti più consapevoli ed ingaggiati è tutto da costruire. 


    GLI INTEGRATORI 

    INTEGRATORI ALIMENTARI

    LAURA GATTI

    Partner NET4Pharma | Italia

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