SEPHORA KIDS:

IL FENOMENO DEI PRODOTTI COSMETICI PER ADULTI USATI DA BAMBINI E PREADOLESCENTI

KEYWORDS

Sephora kids

Sicurezza cosmetica

Cosmetici per bambini

Il fenomeno "Sephora Kids" descrive l'abitudine sempre più diffusa tra bambine e preadolescenti di utilizzare prodotti cosmetici pensati per adulti, stimolato dai social media e dall'interesse per il mondo beauty. Tuttavia, l'uso precoce di questi cosmetici solleva questioni etiche e di sicurezza, considerando le differenze fisiologiche tra adulti, bambini e preadolescenti. La valutazione della sicurezza si basa su parametri come la Systemic Exposure Dose (SED) e il Margin of Safety (MoS), che permettono di stimare i rischi legati all’esposizione agli ingredienti. È fondamentale assicurarsi che i prodotti siano sicuri per ogni fascia di età, specialmente per i target più vulnerabili, come bambini e neonati, per garantire l'uso sicuro e appropriato dei cosmetici.


ABSTRACT

IL SENSO DELL’OLFATTO: UN PONTE TRA MONDO ESTERNO E INTERNO

La popolarità dei cosmetici tra i giovanissimi ha dato origine al fenomeno "Sephora Kids", un termine che descrive l'abitudine sempre più diffusa tra bambine e preadolescenti di utilizzare prodotti cosmetici pensati per gli adulti. Questo fenomeno, alimentato dalla crescente esposizione ai social media e dall’interesse verso il mondo beauty, porta i giovanissimi a esplorare il trucco e i cosmetici prima dell’adolescenza. Tuttavia, l'uso precoce di prodotti cosmetici solleva importanti questioni non solo in termini etici ma anche di sicurezza e regolamentazione.

Spesso su vari social media ci si imbatte in condivisioni di mamme che effettuano trattamenti su sé stesse e sui loro bambini o preadolescenti che condividono consigli e opinioni su prodotti indirizzati a un pubblico adulto soprattutto per gli ingredienti specifici che li caratterizzano e lo scopo dei prodotti stessi.

Tutti i prodotti cosmetici per essere immessi sul mercato devo essere valutati sicuri, ma come viene valutata questa sicurezza e soprattutto si può parlare di sicurezza universale nonostante esigenze e caratteristiche biologiche siano diverse a seconda della fascia di età?

La sicurezza dei cosmetici si basa su un rigoroso processo di valutazione, che varia a seconda del target di utilizzo. Le differenze fisiologiche tra adulti, neonati, bambini e preadolescenti influenzano direttamente i criteri adottati per il calcolo della sicurezza. Le Notes of Guidance for the Testing of Cosmetic Ingredients and Their Safety Evaluation del Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS) (1) forniscono dettagli specifici per ciascuna fascia d’età e nella dodicesima versione forniscono proprio un approfondimento sull’esposizione dei bambini a prodotti cosmetici secondo l’età.

La sicurezza dei cosmetici è valutata principalmente attraverso due parametri fondamentali: la Systemic Exposure Dose (SED) e il Margin of Safety (MoS). Questi valori sono calcolati per stimare il rischio associato all’esposizione sistemica degli ingredienti cosmetici, tenendo conto del loro potenziale tossico. Nel calcolo della sicurezza dei cosmetici, è essenziale considerare un’ipotesi di assorbimento al 100% di ogni ingrediente, valutando così il “peggior caso possibile”.

Questo approccio, utilizzato dal SCCS assume che l’intera quantità dell’ingrediente applicato venga assorbita dall’organismo, assicurando che qualsiasi rischio venga minimizzato attraverso il calcolo di un Margin of Safety (MoS) adeguato.

L’elemento comune a tutte le fasce d’età è proprio l’adozione di uno scenario di “peggior caso possibile”, che assume un assorbimento cutaneo al 100%. Questo approccio permette di individuare e minimizzare rischi, considerando variabili come la biodisponibilità sistemica e la suscettibilità della pelle.

Per calcolare la SED e il MoS, vengono considerati diversi parametri:

  1. Proprietà chimico-fisiche dell’ingrediente: come la solubilità e la penetrazione cutanea.
  2. Caratteristiche del prodotto cosmetico: concentrazione dell’ingrediente e modalità d’uso (leave-on o rinse-off).
  3. Abitudini di utilizzo del consumatore: quantità e frequenza di applicazione.
  4. Caratteristiche del target di consumo: peso corporeo, età, stato della pelle (normale, danneggiata, ecc.).

Questi elementi consentono di stimare accuratamente l’esposizione e i rischi associati all’uso dei cosmetici, soprattutto per categorie vulnerabili come neonati, bambini e preadolescenti.

Basandosi sull’età si applica la seguente differenziazione dei target:

  • Neonati: 6 mesi -1 anno
  • Bambini piccoli: 1 -3 anni
  • Bambini: 3-10 anni
  • Preadolescenti: 10 -14 anni
  • Adolescenti: 14 -18 anni
  • Adulti: >18 anni

DOSE DI ESPOSIZIONE SISTEMICA E MARGINE DI SICUREZZA

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

La Systemic Exposure Dose (SED) rappresenta la dose sistemica giornaliera di un ingrediente cosmetico alla quale un consumatore è esposto attraverso l’uso di prodotti cosmetici.

Il SED può essere calcolato con due approcci:

  • la misurazione dell’assorbimento assoluto e la percentuale di assorbimento cutaneo. Il primo metodo si basa sulla biodisponibilità dell’ingrediente (μg/cm²) e richiede la conoscenza della superficie specifica di applicazione (SSA) per stimare la dose sistemica dell’ingrediente.
  • la valutazione della SED in base alla quantità di prodotto applicato e alla percentuale di assorbimento, considerando differenze tra i prodotti (tabelle 3A e 3B nella Sezione 3-3.4.2 Notes of Guidance for the Testing of Cosmetic Ingredients and Their Safety Evaluation del SCCS 12th version) (1).

Queste metodologie assicurano una valutazione coerente riducendo i rischi di tossicità.

Questo valore tiene quindi conto di variabili come la concentrazione dell’ingrediente nel prodotto, la quantità applicata, la frequenza di utilizzo e il grado di assorbimento cutaneo o di altra natura.

La SED è fondamentale per prevedere l’esposizione reale del consumatore e costituisce la base per calcolare il MoS.

COS’È LA DOSE DI ESPOSIZIONE SISTEMICA (SED) E COME SI CALCOLA 

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

Il Margin of Safety (MoS) confronta la dose tossica nota di un ingrediente con la dose effettivamente assorbita e aiuta a determinare se l’esposizione è sicura per il consumatore finale. Il MoS è il rapporto tra la dose senza effetti avversi osservati (No Observed Adverse Effect Level o NOAEL) e la SED. Questo valore indica il margine di sicurezza associato all’uso di un ingrediente e si calcola con la formula:

Un MoS pari o superiore a 100 è generalmente considerato adeguato a garantire la sicurezza degli ingredienti cosmetici.

COS’È IL MARGINE DI SICUREZZA (MOS) E LA SUA IMPORTANZA

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

Per i cosmetici destinati agli adulti, i calcoli di sicurezza assumono un peso corporeo standard di 60 kg e utilizzano parametri di esposizione derivati dalle abitudini d’uso tipiche. La Systemic Exposure Dose (SED) è calcolata considerando sia la quantità applicata che la percentuale di assorbimento. I rischi sono valutati con il calcolo del Margin of Safety (MoS), che deve essere maggiore o uguale a 100 per garantire la sicurezza.

VALUTAZIONE PER GLI ADULTI

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

Nei neonati, la superficie cutanea rispetto al peso corporeo (3-10kg) è significativamente maggiore, aumentando il potenziale di assorbimento sistemico. La pelle neonatale, benché strutturalmente simile a quella adulta, è più permeabile e vulnerabile. I prodotti per neonati, come le creme per il pannolino, richiedono attenzione speciale per il pH, l'uso di conservanti sicuri* e la prevenzione di irritazioni o infezioni. Fattori di sicurezza aggiuntivi compensano l’immaturità degli enzimi detossificanti e il rischio di esposizione prolungata in aree danneggiate (pelle lesa).

VALUTAZIONE PER NEONATI

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

Nei bambini, l’assorbimento dermico può essere ancora elevato, ma la pelle inizia a sviluppare caratteristiche protettive più simili a quelle adulte. La valutazione tiene conto di un peso corporeo tra i 10 e i 30 kg e di scenari di esposizione specifici, come il contatto con prodotti contenenti fragranze o coloranti. Le formule più idonee sono prive di ingredienti potenzialmente irritanti o allergenici.

VALUTAZIONE PER I BAMBINI

Figura 1. I contaminanti dell'acqua

Per i preadolescenti, che iniziano a usare cosmetici pensati per adulti, la regolamentazione deve considerare un uso combinato di prodotti e quindi una tossicità cumulativa. Il calcolo della SED e del MoS integra il peso corporeo medio inferiore rispetto agli adulti (30-50kg)e abitudini d’uso meno prevedibili e ipotesi di uso improprio come l’utilizzo del prodotto su aree a cui non è destinato (es. blush su labbra, rossetti su occhi) e tempi di utilizzo o posa non rispettati (es. prolungare pose di maschere viso o capelli, utilizzare ingredienti destinati a pelli più mature -Retinolo-) Sarebbe bene che i prodotti fossero formulati per ridurre al minimo i rischi di tossicità cumulativa.

VALUTAZIONE PER PREADOLESCENTI

TABELLA COMPARATIVA

*Tutti i conservanti elencati nell'Allegato V del Regolamento cosmetico europeo n. 1223/2009 (2) sono considerati conformi agli standard di sicurezza previsti. Per conservanti sicuri si intendono quelli caratterizzati da un profilo tossicologico più adeguato secondo tipo di prodotto, parti del corpo e considerazioni riportate nella colonna h “altre” dell’allegato V ma anche del target di riferimento del consumatore, poiché il tipo di consumatore incide sulla valutazione dei fattori specifici impiegati nel calcolo del MoS.

Riferimenti bibliografici

Alla luce dell’analisi tossicologica caso per caso, la sicurezza di prodotti cosmetici sviluppati per adulti, ma con il potenziale rischio di utilizzo da parte di bambini e preadolescenti, può essere garantita solo attraverso l’analisi di tutte e tre le casistiche: adulti, bambini e preadolescenti.

Così come i prodotti sviluppati per essere utilizzati mamma e figli, dovranno essere analizzati con valutazione di sicurezza sia per adulti che per neonati.

In conclusione, è necessario assicurarsi che il prodotto sia sicuro per ciascun gruppo di consumatori. Solo con questa attenzione regolatoria è possibile parlare di un prodotto realmente sicuro e capace di proteggere tutti i suoi potenziali utilizzatori ma anche tutelare le aziende da potenziali utilizzi scorretti da parte dei consumatori.


PRODOTTI SICURI PER TUTTI: VALUTAZIONE INDISPENSABILE

“6.8.4 WATER TREATMENT EQUIPMENT SHOULD BE SET UP SO AS TO AVOID STAGNATION AND RISKS OF CONTAMINATION”

Vogliamo terminare questo articolo soffermandoci sul punto 4. Esso, come il punto 1, necessita a nostro avviso di particolare attenzione. Abbiamo già detto che l’acqua purificata tende a ricontaminarsi, questo è tanto più vero tanto più essa rimane statica. E’ altresì importante notare che ciò è valido non solo per il processo di purificazione, ma anche per le fasi di stoccaggio e distribuzione che devono quindi essere altrettanto accuratamente progettate e realizzate. E’ proprio su queste ultime fasi, spesso poco conosciute nella pratica, che vogliamo dedicare il nostro approfondimento.

Si entra qui nel vivo di una parte molto specifica che in ogni azienda varia a seconda dei layout delle aree di produzione, delle abitudini e dei flussi di lavoro, ma ci sono dei criteri che valgono trasversalmente per tutti.

Come garantire quindi che l’acqua purificata prodotta mantenga una qualità idonea fino al momento dell’utilizzo nelle preparazioni cosmetiche?

Innanzitutto, è necessario creare un sistema di ricircolo continuativo (avoid stagnation) a valle del sistema per la purificazione dell’acqua che parta dal serbatorio di stoccaggio e arrivi fino ai punti d’uso per poi tornare di nuovo nel serbatoio, definendo così quello che viene chiamato P&ID (Piping & Instrumentation Diagram). In esso verrà dettagliata la sequenza dei componenti atti al mantenimento dei parametri chiave per la qualità dell’acqua. Di seguito, per meglio chiarirne il concetto, riportiamo un esempio di P&ID:

Il primo elemento rappresentato nel P&ID è il serbatoio di stoccaggio, esso presenta alcune caratteristiche costruttive fondamentali per la conservazione dell’acqua quali: un filtro di ventilazione (tipicamente multistrato, per la rimozione dei contaminanti aerodispersi e della CO2 che causerebbe una lenta acidificazione dell’acqua), un fondo conico per garantire lo svuotamento totale, una spry ball per il lavaggio della parte di testa e delle pareti, una lampada UV e un sensore di livello a pressione. Ognuno di questi accessori verrà collegato mediante connessioni “pulite” che non creino interstizi di ristagno dell’acqua (il tipo di connessione TRI-CLAMP, ad esempio, è ritenuta una delle migliori connessioni in tal senso). L’acqua viene poi spinta verso i punti d’uso, tipicamente le elettrovalvole comandate da un batch-controller e posizionate nei pressi di ogni turboemulsore, mediante delle pompe correttamente dimensionate per garantire una portata e una velocità di flusso sufficienti a generare un moto turbolento all’interno dell’anello di distribuzione. Grazie a questo fenomeno, infatti, si avrà un effetto di autopulizia che renderà molto meno agevole il deposito di biofilm sulle pareti.Dopo essere transitata per i punti d’uso, indipendentemente dal rispettivo utilizzo, l’acqua tornerà al serbatorio e ricomincerà il suo ciclo. Questo permetterà di evitare che l’acqua ristagni nei periodi di inattività produttiva legati ai tempi morti tra una lavorazione e l’altra.Nell’esempio di P&ID in figura abbiamo aggiunto anche alcuni elementi accessori che riteniamo utili al nostro scopo. Essi possono essere definiti di volta in volta a seconda delle specifiche esigenze e sono rappresentati da: un passaggio su UV (il continuo irraggiamento dell’acqua in ricircolo riduce la proliferazione microbica), una filtrazione in linea su filtro 0,22 (si tratta di un filtro assoluto quindi di un’efficacissima barriera al passaggio dei m.o.) e un sistema di campionamento sanitario prima del rientro sul serbatoio per agevolare le operazioni di prelievo microbiologico e migliorarne l’affidabilità. In conclusione, l’esempio di cui sopra potrebbe essere arricchito con molti altri accorgimenti, ad esempio un sistema di abbattimento della temperatura, ma questo tipo di dettaglio esula dallo scopo di questo articolo che intende invece condividere una visione d’insieme per la corretta gestione dell’ingrediente ACQUA, in quanto fattore critico per le esigenze del settore cosmetico dove esso è molto spesso al primo posto nella lista INCI di un prodotto finito raggiungendo percentuali superiori al 60%. La qualità di un prodotto cosmetico è legata a doppia mandata alla qualità dell’acqua utilizzata in produzione che rappresenta quindi un asset fondamentale per lo sviluppo di prodotti premium, innovativi e sostenibili.

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(2a PARTE)