Bio...

Paola Perugini1,2


1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist,  Etichub (spin-off Univ. PV)

Camilla Grignani3

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SOS - Storie di Ordinaria Sostenibilità

Con questa rubrica vogliamo raccontare l’evoluzione delle nuove metriche di sostenibilità fornendo spunti costruttivi di riflessione che riguarderanno di volta in volta tutte le fasi di sviluppo del prodotto cosmetico.

Riferimenti bibliografici

Il 2024 è stato un anno importante per il settore cosmetico italiano, con le aziende che si sono rese protagoniste di una transizione verso modelli produttivi più sostenibili. Supportate da iniziative istituzionali, hanno unito le forze per rispondere alla crescente sensibilità dei consumatori, raggiungendo risultati significativi in termini ambientali, sociali e di innovazione lungo la filiera produttiva.


Bilanci sulla sostenibilità

Grazie al primo Osservatorio sulla Sostenibilità del settore cosmetico, realizzato da Cosmetica Italia in collaborazione con Ergo (1), è stato possibile tradurre questa trasformazione in numeri. Tra i dati più ragguardevoli, colpisce il fatto che il 93% delle aziende ha adottato soluzioni per imballaggi sostenibili, puntando su packaging riciclati, riciclabili o con ridotto utilizzo di plastica o meno materiali. Sul fronte delle performance ambientali, il settore ha compiuto passi significativi con energia utilizzata proveniente principalmente da fonti rinnovabili, ed il 55% dei rifiuti destinato al recupero. Inoltre, il 58% delle aziende si dichiara impegnato nella lotta al cambiamento climatico, dimostrando un approccio proattivo e concreto.

Tuttavia, la sostenibilità non si ferma qui: un secondo punto cruciale è rappresentato dalla filiera di approvvigionamento, in cui la maggior parte degli acquisti proviene da fornitori italiani, secondo un approccio locale e responsabile. Inoltre, la metà delle imprese valuta i propri fornitori in base a criteri ambientali e sociali, un passo importante verso una catena di fornitura più solida.


E da un punto di vista sociale e di iniziative?

Parallelamente l’aspetto sociale ha assunto un ruolo determinante: in generale, è stato evidenziato un impegno tangibile verso l’uguaglianza di genere e la valorizzazione delle competenze femminili, accompagnati dalla promozione di strumenti di welfare.

Inoltre, l’85% delle imprese si è distinto per iniziative di responsabilità sociale d’impresa, mostrando un interesse crescente verso il benessere dei propri dipendenti e delle comunità locali. Molte aziende hanno intensificato le attività di formazione interna, la redazione di report di sostenibilità e l’adozione di codici etici, strumenti chiave per una relazione trasparente con consumatori e stakeholder.

Questi numeri, che riflettono una direzione chiara, testimoniano che il percorso è avviato, sebbene la condivisione delle informazioni a livello di filiera non sia ancora stata adeguatamente allineata.

Questo si colloca in un contesto europeo dinamico, caratterizzato da più iniziative collegate alla sostenibilità, come il programma “Commit for our planet” (2), che incoraggia le industrie a combattere la crisi climatica e assumersi una responsabilità ambientale. A due anni dalla nascita, l’iniziativa, supportata da associazioni nazionali e internazionali, vede i risultati: 36 aziende hanno aderito, con un fatturato europeo riportato dai partner che rappresenta oltre un terzo dell'industria cosmetica in Europa. La maggior parte delle aziende ha sottoscritto l'impegno sul clima, seguita da vicino dall'impegno sul packaging e, successivamente, da quelli relativi alla natura. Secondo una survey interna (2), oltre l’85% dei rispondenti ha aderito agli impegni sul clima e sul packaging. Tuttavia, rimane un divario, in particolare per le aziende più piccole, che incontrano difficoltà nel misurare con precisione la propria impronta climatica a causa delle risorse necessarie. Grazie al supporto di strumenti come il GHG Calculator, si stanno compiendo comunque passi significativi per raggiungere gli obiettivi di calcolo.

Oltre ai numeri, quali tendenze sono emerse?

Abbiamo assistito ad un’accelerazione nella diffusione di certificazioni di sostenibilità, come le ISO 14001 per la gestione ambientale, e le certificazioni B corp per le società benefit. Questi riconoscimenti non solo rafforzano l’impegno delle aziende, ma consolidano anche la fiducia dei consumatori. Il credito verso le dichiarazioni di sostenibilità dei prodotti non è diminuito negli anni, anche se la questione dell’accessibilità economica continua a rappresentare la principale barriera nelle decisioni di acquisto, come dichiara il 40% dei consumatori. Spesso le scelte più sostenibili risultano più costose. Per rispondere delle aspettative, è fondamentale fornire prove tangibili a supporto delle dichiarazioni e associare le caratteristiche sostenibili ai prodotti più adatti per il pubblico di riferimento. D’altronde i dati ci raccontano che il 60% degli intervistati cerca di avere un impatto positivo sull’ambiente (3), una percentuale stabile dal 2020, riflesso di un interesse verso scelte ecologiche motivate dai cambiamenti climatici.


La sostenibilità sarà una necessità?

Questo trasmette un messaggio chiaro: la sostenibilità non è più solo un requisito per migliorare l’immagine del brand, ma uno standard che guida la crescita. Lo sviluppo di prodotti sostenibili continua a crescere senza sosta: le referenze con dichiarazioni di sostenibilità in settori di largo consumo in diversi paesi è passato da 4 a 5 milioni tra il 2022 e 2024, secondo Euromonitor. I marchi che offrono una proposta sostenibile hanno registrato una crescita superiore dell’1,5% rispetto ai concorrenti meno attenti al tema. Per questo, in accordo alle analisi di Mintel, la tendenza del 2025 è chiara: la sostenibilità passa dall’essere un “nice to have” a “must-have” (3).


Le sfide aperte?

Nonostante i progressi, permangono sfide significative. Investire in innovazione e tecnologia, allinearsi alle normative europee, e rafforzare la comunicazione basata su dati rimangono priorità essenziali per guidare il cambiamento nelle abitudini di consumo.

Le prospettive sono molteplici e incoraggianti, mirate ad ampliare ulteriormente le iniziative già avviate. La ricerca di materie prime a basso impatto ambientale, lo sviluppo di packaging sempre più innovativi e circolari e l’adozione di tecnologie digitali per monitorare e migliorare le performance ambientali e sociali diventeranno elementi imprescindibili. La tracciabilità delle filiere, supportata da strumenti già a disposizione, sarà fondamentale per garantire autenticità. La sostenibilità in cosmetica si confermerà un driver strategico per la crescita economica e il progresso sociale. Il 2025 si prospetta come un anno di ulteriore trasformazione e consolidamento, promuovendo una cultura della sostenibilità che possa ispirare anche altri settori produttivi.

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Cosmetica

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