WELL-AGING

KEYWORDS

Anti-ageing

Well-ageing

Skin care

L'articolo esplora l'evoluzione del mercato dei prodotti anti-ageing, con un focus sul passaggio dal concetto di "combattere l'invecchiamento" al well-ageing, che promuove un invecchiamento sano e consapevole. Con un mercato globale in rapida crescita, la skincare è in prima linea nell'innovazione, mentre emerge anche l'anti-hair-ageing. Le ricerche scientifiche sull'invecchiamento, comprese le scoperte in epigenetica, guidano lo sviluppo di nuovi ingredienti e formulazioni. Gli attivi tradizionali, come antiossidanti, vitamine e acido ialuronico, vengono reinterpretati per sostenere la salute e la vitalità della pelle, piuttosto che fermare i segni del tempo. La sfida per i brand sarà comunicare efficacemente questo nuovo approccio al consumatore, promuovendo la salute a lungo termine della pelle.

ABSTRACT

Gli anti-ageing, leader perenni tra i beauty claim e con un mercato globale valutato secondo un’indagine del 2024 a circa 70 miliardi di dollari, prevedendo un incremento fino a 140 miliardi entro la fine del 2034 (1), sono tra i prodotti cosmetici più ricercati dai consumatori, specialmente all’interno del segmento skincare, che guida l’industria in termini di tecnologie e tendenze. Si inizia solo ultimamente a parlare di prodotti anti-hair-ageing, alla luce di nuove evidenze scientifiche a dimostrazione che i capelli, come la pelle, invecchiano andando incontro a una serie di cambiamenti microscopici, biochimici e molecolari, che ne modificano la struttura e le proprietà (2).

Sviluppare un buon anti-ageing rappresenta una sfida, poiché il prodotto per definizione dovrebbe agire su più fattori e segni caratteristici dell’invecchiamento cutaneo; inoltre, il mercato dell’anti-ageing è da sempre governato dalla promessa di donare un aspetto giovane invertendo i segni dell’età, in una battaglia contro l’invecchiamento, che non potrà mai essere completamente vinta.

NEUROCOSMETICO

SARA DE MATTIA

ANDREA MITAROTONDA

ME&theCHEMIST - Cosmetic Consultancy Labs,
United Kingdom


Bio...

MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO 

di BEAUTY HORIZONS ITALIA

Da circa un decennio sembra che la narrativa dell’anti-ageing stia cambiando lentamente, facendo spazio a una differente prospettiva, al fine di definire un più globale ageing well, ovvero “invecchiare bene”, abbracciando e sostenendo i naturali processi di invecchiamento. Si tratterebbe, dunque, di un’evoluzione nel concetto di anti-ageing, che potrebbe essere stata ispirata dalla teoria del successful ageing, risalente alla fine degli anni ’80, e da una successiva visione più olistica dell’invecchiamento cutaneo, identificato come un processo biologico complesso, influenzato da una combinazione di fattori genetici intrinseci e fattori ambientali ed epigenetici esterni.

Nel 2017, la rivista Allure è stata incisiva in tal senso, bandendo il termine anti-ageing, poiché ritenuto rafforzativo del messaggio che l’invecchiamento sia una condizione da combattere (3). Hanno fatto seguito operazioni di marketing intorno alla dimensione del graceful ageing (= invecchiare con grazia e consapevolezza), ricorrendo a diverse terminologie e variazioni sul tema.

Ciò che appare di nuova concezione nel dominio del well-ageing, non è solo il cambio di terminologia, dalla connotazione certamente più positiva e inclusiva, già in atto da diverso tempo con il pro-ageing, healthy-ageing, etc., ma il fatto che la skincare stia diventando parte di un approccio olistico, che integra prodotti che promuovono benefici a lungo termine, supportando le naturali funzioni della pelle attraverso il biohacking e la scienza della longevità, in un più ampio regime del benessere, che richiama un interesse crescente anche da parte di consumatori più giovani rispetto a quelli che generalmente ricercano i prodotti anti-ageing. Inoltre, l’aumento della richiesta di prodotti formulati secondo sempre più solide basi scientifiche si avvale delle scoperte più recenti relative ai processi di invecchiamento cutaneo, che diventano la base su cui ruota gran parte della ricerca, l’innovazione, i trend, lo sviluppo di nuovi attivi e la formulazione di prodotti anti-ageing, declinati secondo le nascenti prospettive. Studi che coinvolgono anche l’epigenetica hanno messo in luce i possibili meccanismi molecolari alla base dei cambiamenti funzionali e strutturali nell’invecchiamento cutaneo, sebbene non ancora del tutto chiariti, e riconducibili all’accorciamento dei telomeri nei cheratinociti e fibroblasti, allo stress ossidativo e all’attivazione delle metalloproteinasi della matrice (MMPs), alla disfunzione mitocondriale, all’induzione di citochine pro-infiammatorie, al controllo autofagico, alla resistenza all’apoptosi delle cellule senescenti, all’attività dei microRNAs, all’alterazione della varietà del microbioma cutaneo, etc. (4).

La comprensione del contributo dell’epigenetica nell’ageing potrebbe promuovere il concetto di un “invecchiamento sano” e lo sviluppo di attivi e formulazioni cosmetiche che mirano a influenzare i processi epigenetici, per migliorare il benessere e l’aspetto della pelle. Nel contesto, la ricerca cosmetica si approccia a trattare l’invecchiamento cutaneo ispirandosi alla Longevity, il cui obiettivo risiede nel ridurre il gap tra “healthspan” e “lifespan” attraverso l’estensione dell’healthspan, ovvero la durata del tempo in cui l’organismo è in salute (5), andando oltre il semplice concetto dell’apparire giovane.

Come discusso durante la scorsa edizione della biennale Anti-Ageing Skin Care Conference, dove il well-ageing ha rappresentato un tema centrale, la prospettiva di sostituire il claim anti-ageing con il well-ageing, abbracciando anche il concetto della skin longevity, potrebbe determinare un cambiamento nella formulazione, focalizzata più sull’efficacia nel mantenere la pelle sana, vitale e radiosa, rafforzando le sue proprietà di barriera, preservandone l’elasticità, sostenendo l’immunità cutanea e contrastando l’inflammageing, che sul combattere i segni del tempo (6). L’attuale presenza indistinta dei prodotti well-ageing e anti-ageing sul mercato, tuttavia, evidenzia la necessità di tracciare formalmente i confini del claim well-ageing mediante lo sviluppo di test di efficacia mirati, per non rischiare una sovrapposizione di prospettive, in cui potrebbe cambiare la forma ma non la sostanza.

TRA PASSATO E PRESENTE: IL WELL-AGEING

Lo Hyaluronic Acid (HA) è ampiamente apprezzato e potrebbe essere considerato l’ingrediente well-ageing perfetto, per la sua azione idratante, radical scavenging e per gli effetti da interazione con i recettori CD44, come l’aumento della sintesi di collagene da parte dei fibroblasti, e LYVE-1, ancora oggetto di numerose ricerche, non solo in ambito cosmetico. Come oramai noto, l’acido ialuronico ad alto peso molecolare forma sulla superficie dello strato corneo un film in grado di ridurre la perdita di acqua transepidermica, conferendo un effetto idratante e barriera, mentre l’acido ialuronico a basso peso molecolare riesce ad 

attraversare lo strato corneo fino al derma, reintegrando il contenuto di HA a livello della matrice extracellulare dermica (ECM) e mostrando un effetto antinfiammatorio. Per la scarsa biodisponibilità di HA esogeno lineare sono stati sviluppati il SodiumAcetylated Hyaluronate, lo Hydrolyzed Hyaluronic Acid, il Sodium Hyaluronate Crosspolymer, etc., meno suscettibili alla degradazione da parte degli enzimi ialuronidasi.

Negli ultimi anni sono stati sintetizzati numerosi peptidi bioattivi, e lo spettro è in continua crescita al fine di migliorarne la biodisponibilità e l’interazione con componenti di superficie cellulare, per massimizzarne l’efficacia cercando di mantenere, comunque, un buon profilo tossicologico (11). In base alle loro svariate funzionalità e i diversi meccanismi di azione sono classificati in: peptidi messaggeri (o di segnale), i quali riducono la degradazione dell’ECM e ne favoriscono la rigenerazione stimolando la sintesi di collagene, elastina, fibronectina, glicosaminoglicani, etc., che sostengono la struttura e le funzioni della pelle, migliorandone complessivamente anche l’aspetto (Carnosine, Trifluoroacetyl Tripeptide-2, Tripeptide-10 Citrulline, Acetyl Tetrapeptide-5, Acetyl Tetrapeptide-9, Acetyl Tetrapeptide-11, Tetrapeptide-21, Hexapeptide-11, Palmitoyl Pentapeptide-4, Palmitoyl Tripeptide-5, Palmitoyl Tetrapeptide-7, Palmitoyl Hexapeptide-12Palmitoyl Tripeptide-1N-Prolyl Palmitoyl Tripeptide-56 Acetate,etc.); peptidi carrier, coinvolti nel trasporto di oligoelementi all’interno della cellula, come il rame, necessario per la sintesi di collagene e melanina, e il manganese, coinvolto nella riparazione dei danni cellulari da radicali liberi (CopperTripeptide-1, Manganese Tripeptide-1); peptidi inibitori di enzimi, come i silk fibroin peptides, potenti antiossidanti che rinforzano anche la barriera epidermica, o gli oligopeptidi da soia, inibitori dell’attività delle proteinasi, o i black rice oligopeptides, bloccanti le MMPs e stimolanti l’attività dell’enzima hyaluronan synthase 2, responsabile della sintesi di acido ialuronico; infine, peptidi inibitori dei neurotrasmettitori, conosciuti per la loro azione “botox-like” sicura e reversibile (12), hanno un effetto più marcatamente lifting e anti-ageing rispetto alle altre classi di peptidi, in quanto mirano principalmente a ridurre la visibilità delle rughe di contrazione, piuttosto che agire sul benessere complessivo della pelle (Pentapeptide-18, Pentapeptide-3, Acetyl Hexapeptide-8, Tripeptide-3Dipeptide Diaminobutyroyl Benzylamide Diacetate, etc.).

La rivisitazione dei più noti attivi anti-ageing in chiave well-ageing, se da una parte consente di ampliare la scelta degli ingredienti well-ageing, alquanto limitata per la scarsa richiesta o per la mancanza di criteri univoci atti a definirne gli effetti, dall’altra potrebbe essere una strategia utile ad attrarre i consumatori verso i prodotti well-ageing e il relativo messaggio associato.

L’efficacia di un prodotto cosmetico, si sa, è sempre legata all’abilità formulativa nascosta dietro al prodotto stesso, oltre alla selezione dei singoli ingredienti. Nella formulazione dei prodotti well-ageing si potrebbero prediligere gli attivi che preservano e reintegrano ciò che viene naturalmente perso a livello cutaneo con l’invecchiamento, in aggiunta a quelli che riparano, proteggono e donano comfort alla pelle.

Gli antiossidanti, ingredienti di elezione nell’anti-ageing, rimangono un punto fermo anche per la skin longevity e il well-ageing, per il loro ruolo cruciale nel diminuire la concentrazione di radicali liberi, riducendo la degradazione del collagene e l’infiammazione. In particolare, le vitamine sono usate singolarmente o in combinazioni sempre più studiate per stabilizzarle e potenziarne gli effetti nei prodotti cosmetici; ad esempio, l’Ascorbic Acid, cofattore necessario per la biosintesi del collagene, può essere associato al Tocopherol e al Ferulic Acid, poiché la vitamina C rigenera la forma attiva della vitamina E, mentre l'acido ferulico stabilizza la vitamina C. Il tripeptide antiossidante Glutathione potenzia gli effetti delle vitamine C ed E, contribuendo a schiarire e illuminare la pelle. Di particolare interesse anche l’associazione delle vitamine C, E, B3 con AHAs, che promuove l’aumento dell’espressione genica per il collagene e l’acido ialuronico a livello epidermico e dermico e il turnover cellulare. Tra i vari derivati della vitamina C è stata dimostrata una maggiore efficacia e assorbimento percutaneo di Ascorbyl Tetraisopalmitate (7).

Il CoQ10 (Ubiquinone, Hydroxydecyl Ubiquinone), sostanza endogena ubiquitaria nell’organismo, diminuisce progressivamente con l’avanzare dell’età e l’esposizione ai raggi UV, causando disfunzione mitocondriale, che porta ad alterazione del metabolismo energetico cellulare, formazione di AGEs, infiammazione e senescenza dei fibroblasti; agisce sull’ageing mediante una doppia funzionalità: all’interno dei mitocondri, come componente chiave nel metabolismo cellulare energetico, e al di fuori dei mitocondri, nella sua forma ridotta, come potente antiossidante, in grado di stabilizzare le membrane cellulari, proteggendole dalla perossidazione lipidica (8). È un ingrediente molto efficace e non irritante, perfino sulle pelli più sensibili.

Il Retinol è l’anti-ageing per eccellenza poiché agisce su tutti i segni dell’invecchiamento cutaneo, e potrebbe essere considerato un ingrediente well-ageing anche perché stimola l’angiogenesi a livello cutaneo, con conseguente migliore irrorazione e ossigenazione della pelle. A causa dell’instabilità chimica e del potenziale irritante del retinolo, si favorisce, talvolta, l’uso dei suoi esteri, seppur meno efficaci. Inoltre, per alcuni possibili effetti tossici, il Regolamento (UE) 2024/996 ha limitato ulteriormente la concentrazione d’uso di Retinol, Retinyl Acetate e Retinyl Palmitate nei prodotti cosmetici. Il retinolo verosimilmente continuerà a essere tra gli attivi anti-ageing più richiesti dal mercato, anche se si tenderà a sostituirlo, discutibilmente con il Retinal, o con derivati retinoidi di nuova generazione, come l’Oleyl Adapalenate (9) e l’Hydroxypinacolone Retinoate, o con molecole ad azione “retinol-like” caratterizzate da un migliore profilo di tollerabilità cutanea, come il Bakuchiol (10).


GLI ATTIVI ANTI-AGEING IN UNA NUOVA PROSPETTIVA

Nel contesto pro-age, la bellezza non è più sinonimo di giovinezza o perfezione irraggiungibile, ma un riflesso della diversità, della storia personale e della forza che si accumulano con gli anni. Questo approccio celebra le caratteristiche uniche che definiscono ogni individuo, spostando il focus dall'estetica perfetta all'autenticità e all'accettazione di sé. Si passa così dal concetto di bello al concetto di “bellessere”, unione di bellezza e benessere. Questa visione olistica non si limita all'aspetto esteriore, ma punta a un equilibrio armonioso tra salute fisica, mentale e bellezza. Il risultato è una filosofia che considera l'estetica come parte integrante di una condizione di benessere generale, piuttosto che un fine a sé stante. Si ritorna così al concetto di kalokagathia (kalòs, "bello" e agathòs, "buono") della cultura ellenica con cui la cosmesi pro-age condivide il rifiuto di una bellezza innaturale o artefatta a favore della celebrazione della naturalezza e dell’unicità di ciascun individuo, l’armonia tra corpo e mente, e il concetto di una bellezza senza tempo legata alla piena realizzazione di sé. Questo cambiamento riflette una trasformazione culturale più ampia, in cui si abbandona l'idea della perfezione standardizzata a favore di una narrativa che valorizza l'unicità e la consapevolezza di sé. La cosmesi pro-age non solo propone una nuova definizione di bellezza, ma anche un invito a vivere ogni fase della vita con orgoglio e sicurezza.

DAL CONCETTO DI "BELLO" AL CONCETTO DI "BELLESSERE"

Per anni, il marketing della cosmesi è stato costruito su una promessa fragile: "fermare il tempo". Una battaglia destinata a essere percepita come irrealizzabile e frustrante, poiché l'invecchiamento è parte naturale del ciclo della vita. La cosmesi pro-age invece propone di accompagnare la pelle e il corpo nel loro naturale processo di cambiamento, promuovendo prodotti e filosofie che supportano l'evoluzione dell'aspetto estetico anziché negarla. I concetti chiave di questo cambio di prospettiva includono:

  • Accompagnare il naturale processo di cambiamento per supportare la pelle nella sua evoluzione.
  • Promuovere benessere e prevenzione per favorire la salute della pelle e prevenire i danni futuri.
  • Celebrare l’autenticità accettando i segni del tempo come parte di una storia personale unica.

UN CAMBIO DI PROSPETTIVA

La filosofia formulativa dei prodotti pro-age si distingue per il suo approccio olistico e integrato, che mira a creare formulazioni bilanciate e sinergiche. Invece di puntare su un unico (o su alcuni) "ingrediente eroe", la formulazione pro-age combina diversi attivi con benefici complementari. Ogni ingrediente viene scelto per la sua capacità di lavorare in armonia con gli altri, massimizzando l'efficacia complessiva della formula. La formula viene quindi considerata nel suo insieme e non come la somma dei singoli ingredienti, con una scelta non solo degli ingredienti, ma anche della texture e delle tecnologie per offrire prodotti efficaci, delicati e inclusivi. La scelta degli ingredienti dovrebbe essere quindi guidata da una visione globale delle componenti che hanno un’influenza sul benessere cutaneo.

  • La componente emotiva. La componente emotiva è fondamentale per assicurare una condizione di supporto al calo di autostima che inevitabilmente si accompagna al processo di invecchiamento. Ma non solo! La riduzione dello stress ed il miglioramento del benessere globale tra corpo e mente ha un effetto positivo nel rendere la pelle più resistente nel manifestare i segni dello stress e dell’alterato equilibrio psico-fisico. Sappiamo, infatti, che la pelle molte volte è il palcoscenico di problemi non suoi, come avviene ad esempio nel caso delle problematiche cutanee di tipo psicosomatico. L’introduzione di ingredienti capaci di stimolare le emozioni attraverso la pelle diventa così parte integrante dell’approccio pro-age sia per supportare l’autostima che per migliorare la salute della pelle.
  • La resilienza cutanea. La resilienza ha un ruolo fondamentale nell’invecchiamento cutaneo che si manifesta visivamente come l’effetto dell’invecchiamento stesso sulle strutture di supporto cutaneo. Ingredienti in grado di migliorare la resilienza cutanea hanno quindi inevitabilmente un effetto pro-age. Il concetto è lo stesso di quello alla base dell’esercizio fisico, ovvero aumentare la capacità di risposta della pelle agli stimoli in modo da ridurre la comparsa accelerata dei segni dell’invecchiamento.
  • Il nutrimento cutaneo. Questa componente viene citata spesso nel mondo della cosmesi in generale con un significato non sempre chiaro ma soprattutto variegato. Partiamo dal dire che un prodotto nutriente per la pelle non svolge un'azione nutritiva come il cibo, ma piuttosto supporta la salute cutanea attraverso ingredienti essenziali, promuovendo la riparazione, l'idratazione profonda e l'elasticità. Ingredienti biomimetici e ingredienti nutrienti essenziali favoriscono un approccio formulativo che punta non solo all’estetica ma anche alla salute e al benessere cutaneo.
  • La protezione dall’esposoma. Prevenire è meglio che curare. Certamente! Questo vale anche nel caso della cosmesi pro-age. Prevenire i danni ambientali è fondamentale per migliorare l’adattabilità cutanea e per promuovere una pelle sana e radiosa, in linea con le esigenze delle diverse età. In questo caso gli ingredienti devono puntare ad un effetto di rafforzamento della naturale barriera cutanea in senso lato, mediante ingredienti in grado di agire sulle sue componenti singole, ovvero: il film idrolipidico, il microbiota e la struttura cutanea. Bisogna superare il concetto di effetto barriera (filmante o schermante) della crema, misurato mediante la sua azione nel ridurre la perdita di acqua transcutanea (TEWL) per puntare a valutare l’effetto biologico (e non fisico) alla base di un miglioramento reale della barriera cutanea.

LA FILOSOFIA FORMULATIVA

Il testing di efficacia dei prodotti pro-age rappresenta un approccio più approfondito e specializzato rispetto a quello di altri cosmetici, poiché il target specifico di questi prodotti richiede valutazioni multidimensionali. A questo scopo, per ottenere risultati completi e affidabili, è fondamentale includere diverse tipologie di analisi, ovvero:

  • Valutazioni strumentali oggettive per misurare in maniera riproducibile i parametri legati alla salute e al benessere cutaneo.
  • Valutazioni cliniche per osservare visivamente i miglioramenti della pelle.
  • Valutazioni sensoriali per analizzare la piacevolezza dell’esperienza d’uso ed il suo impatto sul benessere cutaneo.

A queste analisi si aggiunge un elemento chiave: lavalutazione del soggetto, indispensabile per comprendere il suo punto di vista e allineare l’efficacia misurata all’efficacia percepita. 

Questa nuova prospettiva supera il tradizionale questionario di autovalutazione, introducendo un’analisi più approfondita, basata sull’impiego di apposite scale di giudizio. Queste consentono al soggetto di esprimere in modo dettagliato e strutturato la percezione dei risultati raggiunti, offrendo una visione più completa e integrata dell’efficacia del prodotto.

Anche l'elaborazione dei dati deve seguire un approccio diverso: nella cosmesi pro-age, non è tanto il miglioramento in sé ad essere rilevante, quanto la sua comparazione con i parametri di riferimento di una popolazione più giovane.

IL TESTING DI EFFICACIA

L’industria delle materie prime cosmetiche sviluppa i nuovi attivi sulla base delle più recenti ricerche, trend e prospettive. L’Innovation Zone Best Ingredient Award (13) a In-Cosmetics Global 2024 ha premiato tre ingredienti ad azione anti-ageing, i quali sono stati la prova che nella categoria anti-ageing c’è innovazione e una relativa apertura verso le nuove prospettive, attraverso la skin longevity. La domanda da parte dei consumatori di prodotti che promettono di ridurre i segni dell’invecchiamento rimane forte, e lo sarà presumibilmente fino a quando i brand leader nella skincare continueranno a dominare il mercato con prodotti anti-ageing e non si realizzeranno, in questo segmento beauty, dei rebranding di successo a livello globale, per promuovere il claim well-ageing.

Al Marketing l’arduo compito di comunicare con la mente del consumatore che “to look better” doesn’t mean “to look younger”.

CONCLUSIONI

ANTI-AGEING VERSUS WELL-AGEING, PROSPETTIVE E
DINTORNI

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