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Avena Sativa L.
UTILIZZO A TAVOLA
Tra i prodotti vegetali se ne esiste uno che, almeno una volta nella vita, ognuno di noi ha mangiato, apprezzato o quanto meno visto in tavola, quello è l’avena. Pianta cerealicola tra le più diffuse, essa inizia la sua storia sulle varie tavole dell’umanità da prima del 4000 a.C., e quindi prima dell’età del bronzo, in particolare in Asia centrale e in Europa centro-settentrionale, dove ne sono state trovate tracce di usi antichi e dove veniva utilizzata come pianta selvatica, raccolta e consumata.
Parallelamente alla sua evoluzione, con l’introduzione delle piantagioni e con l’avvento dell’Era Cristiana, l’avena diventa una delle principali specie addomesticate e coltivate, diffondendosi soprattutto nell’Europa del Nord, soprattutto per le condizioni climatiche; il consumo di avena ha sempre riguardato sia l’uso umano che quello animale tanto che nel 1755 il Samuel Johnson, celebre letterario inglese, scrisse:” “È un grano che in Inghilterra è generalmente destinato ai cavalli, ma in Scozia fa sopravvivere la gente” (Rif.1). Ad oggi, la sua coltivazione è diffusa in tutto il mondo, soprattutto da quando è stato riscoperto l’utilizzo umano come ottima fonte di proteine vegetali e per i numerosi benefici che da essa si possono trarre. Sulle nostre tavole siamo abituati a vederla sotto forma di fiocchi, o come farina, soprattutto nella dieta Mediterranea (Rif.2).
Diverse forme di utilizzo
Uno dei principali piatti a base di questo cereale è il “porridge”, in italiano “pappa d’avena”: già consumato, prettamente come dessert, dalle civiltà greca ed etrusca, oggi risulta molto diffuso nell’Europa settentrionale dove viene preparato soprattutto a colazione. Da sempre considerato piatto povero, mangiato prettamente da chi non poteva permettersi il pane e dai carcerati, iniziò ad essere apprezzato anche dalle società altolocate a partire dalla seconda metà del XVII secolo, tanto che viene riportato da Anna Maria Luisa d'Orléans, Duchessa di Montpensier, che durante una cena alla quale era presente anche re Luigi XIV di Francia, iniziò una vera e propria “battaglia” tra i commensali, i quali iniziarono a lanciarsi piatti di porridge (Rif.3).
Il suo largo consumo a tavola è giustificato, inoltre, da una sua peculiarità: a differenza di molti altri cereali, l’avena può essere consumata anche da soggetti celiaci e, infatti, è stato dimostrato che il consumo di una media di 24 g di avena al giorno per 8 anni non ha apportato danni ai villi della mucosa dell’intestino tenue, né infiammazione o sintomi gastrointestinali anche se, un consumo giornaliero eccessivo (più di 100 g/die) potrebbe però avere effetti dannosi in tali individui.
Sia nelle persone sane che nei celiaci, l’integrazione di avena nella dieta è dunque consigliabile in quanto essa rappresenta una buona fonte di fibre alimentari, vitamine e minerali, affidandosi però, nel secondo caso, a prescrizioni dietetiche mirate (Rif.4).
BOTANICA & FITOCHIMICA
Appartenente alla famiglia delle Poaceae(Graminacee) ed originaria dell’Inghilterra, Francia, Polonia, Germania e Russia, ad oggi viene coltivata in tutto il mondo.
Si tratta di un’erba annuale alta circa 1,5 m con un culmo cavo e sottile, suddiviso in diversi internodi, ricoperto da foglie sottili e allungate a nervature parallele avvolte a guaina. L’infiorescenza è costituita da 2-3 fiori da cui si sviluppano le cariossidi ricche di amido (Rif.5).
A livello chimico, Avena sativa L. è soprattutto caratterizzata dalla presenza di β-glucani ma, i vari benefici nutrizionali che la pianta riesce ad esplicare sembrano andare oltra la semplice fibra e più verso sostanze fitochimiche bioattive con forti effetti antiossidanti e antinfiammatori (Rif.6).
L’EMA riporta Avena sativa fructus (ossia quello che erroneamente viene definito seme) e Avena sativa herba come parti della pianta di interesse farmacologico e, al loro interno, è riscontrabile una grande eterogeneità di molecole biologicamente attive che ne vanno a delineare il fitocomplesso:
Inoltre, la frazione lipidica risulta essere la più elevata tra tutte le colture foraggere appartenenti alla famiglia delle Poaceae e, la frazione proteica dell'avena, è quella con più lisina di tutte le specie cerearicole (Rif.7).
UTILIZZO IN TERAPIA
Per via del ricco ed eterogeneo fitocomplesso da cui è caratterizzata, le proprietà di A. sativa sono molteplici ed interessano diversi distretti dell’organismo: ipocolesterolemizzante, riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, disturbi dermatologici, diminuzione dei processi infiammatori, adiuvante nel trattamento del diabete di tipo 2 (Rif.8).
Cosa ci dicono gli studi
A tal proposito, molti sono i documenti scientifici che descrivono come l'utilizzo di prodotti di avena nella dieta possano apportare effetti benefici nel contesto delle condizioni sopra riportate, in particolare a causa dell'alto contenuto di fibre alimentari idrosolubili, tra cui spiccano i β-glucani (OBG). La letteratura accademica riporta infatti come un consumo elevato di questi ultimi è legato ad un migliore controllo dell’indice glicemico, alla riduzione del colesterolo nel sangue e alla perdita di peso nei soggetti in sovrappeso e nell'obesità. Per questi motivi, i prodotti a base di avena meritano un'attenzione speciale e dovrebbero essere raccomandati sia per l'uso profilattico che terapeutico nei disturbi metabolici (Rif.9).
Dosaggi approvati dalla Commissione Europea
Le evidenze scientifiche hanno quindi spinto la Commissione Europea ad approvare il consumo di avena, in particolare 4 grammi di OBG per ogni 30 g di carboidrati per pasto. Anche le proteine contenute nell’avena (dal 12-20% del peso), ricche di albumine e globuline, contribuiscono all’azione ipocolesterolemizzante (Rif.10).
Gli avenantramidi hanno attività antinfiammatoria anche a livello sistemico e in particolare è stato suggerito l’utilizzo di AVC (avenantramide C) nelle terapie per infiammazioni allergiche mediate dal rilascio di istamina e citochine pro-infiammatorie (Rif.11).
BEAUTY
Oggi l’avena non è più, o per lo meno non soltanto, vista come un prodotto da destinare al bestiame o ai ranghi più bassi della società ma, al contrario, gli studi che emergono e l’interesse che la comunità scientifica ripone su di essa fa sì che sia un prodotto molto apprezzato e ricercato e, ovviamente, due settori che ripongono molta attenzione su di essa sono quello COSMETICO (BEAUTY) e quello NUTRACEUTICO (NUTRA).
Il latte che viene estratto dai frutti (chicchi) dell’avena lo si può spesso trovare nelle formulazioni di prodotti per capelli quali shampoo, balsamo e creme dopo shampoo, in quanto presenta proprietà idratanti, emollienti e protettive che sono in grado di regalare luminosità, elasticità ed estrema morbidezza ai capelli di tutta la famiglia (Rif.12).
Per cosa può essere utile
L’avena trova largo impiego soprattutto nei prodotti ad uso dermatologico per trattare e curare problematiche cutanee. In modo particolare il loro utilizzo è indicato per pazienti che soffrono di dermatite seborroica, forfora o psoriasi, poiché aiuta a ridurre l’infiammazione e rigenera il cuoio capelluto affinché la patologia non si ripresenti. Di solito lo schema terapeutico prevede che i farmaci e prodotti specifici per il trattamento delle patologie vengano impiegati per periodi non superiori alle tre settimane, per poi proseguire con prodotti di mantenimento e, fra questi, i prodotti a base di avena sono tra i più utilizzati (Rif.12, Rif.13).
Come agisce sulla cute
Grazie alla presenza delle mucillagini, l’avena viene impiegata anche in prodotti dermatologici per il corpo utilizzati soprattutto nella detersione di pelli secche o che presentano patologie particolari come la dermatite atopica. In queste formulazioni l’avena viene associata anche ad altri componenti naturali come la calendula o l’olio essenziale di bergamotto. Grazie alle sue proprietà lenitive e protettive può essere utilizzata per la detersione di tutto il corpo compreso il viso. Nei prodotti cosmetici ad uso pediatrico i prodotti contenenti avena vengono impiegati per la detersione di tutto il bambino: dai capelli al corpo. L’utilizzo in pediatria è approvato e consigliabile anche quando il bambino contrae le classiche patologie esantematiche della pelle come varicella, sesta o quinta malattia, scarlattina, in quanto l’avena svolge un'azione anti-grattage, contrastando quindi il prurito ed evita che la pelle si secchi ulteriormente (Rif.13).
Diverse formulazioni utili
Numerose sono le formulazioni presenti sul mercato a base di avena e sono tutte utilizzabili a partire dai 3 anni di età (Rif.14):
- Shampoo: si applica una noce di prodotto sul capello bagnato e si utilizza per lavaggi frequenti due o tre volte a settimana.
- Crema dopo shampoo: una noce di prodotto deve essere applicata sulle punte del capello per ridare morbidezza e lucentezza.
- Balsamo: applicare una noce di prodotto sul capello bagnato e risciacquare abbondantemente.
- Lozione detergente: applicare una noce di prodotto sul corpo umido, massaggiare delicatamente e risciacquare.
- Farina di avena colloidale: è utilizzata per proteggere la pelle dalle radiazioni UV
NUTRA
Oggi l’avena non è più, o per lo meno non soltanto, vista come un prodotto da destinare al bestiame o ai ranghi più bassi della società ma, al contrario, gli studi che emergono e l’interesse che la comunità scientifica ripone su di essa fa sì che sia un prodotto molto apprezzato e ricercato e, ovviamente, due settori che ripongono molta attenzione su di essa sono quello COSMETICO (BEAUTY) e quello NUTRACEUTICO (NUTRA).
Un prodotto da sempre sotto osservazione
Negli ultimi anni, tra le scienze integrative, sta sempre più emergendo quella definita come “nutrizione clinica funzionale”, un tipo di approccio terapeutico che prevede l’utilizzo di alimenti funzionali, piante medicinali e loro combinazioni (queste ultime conosciute come “composti alimentari bioattivi”); sia in associazione che non, questi due elementi costituiscono dei nutraceutici che, grazie al loro contenuto nutritivo ed ai fitocomplessi da cui sono caratterizzati, possono garantire un’attività multitarget e apportare benefici alla salute o essere usati in prevenzione e cura delle malattie e, in quest’ottica, Avena sativa L. è un prodotto che ha sempre goduto di particolare interesse sia da parte della comunità scientifica, sia del mercato agroalimentare (Rif.15), e infatti, a causa del suo alto quantitativo di nutrienti tra i quali, come già discusso in precedenza, fibre, acidi grassi essenziali, proteine e carboidrati, l’avena viene anche definita “cereale nutraceutico probiotico”(Rif.16).
Effetti a livello intestinale
Alla base di tutti gli effetti benefici a livello sistemico a cui l’integrazione alimentare con avena contribuisce, giocano un ruolo fondamentale i β-glucani: questi sono polisaccaridi costituiti da diverse subunità di D-glucosio che, a seconda del peso molecolare, possono essere solubili, come nell’avena, oppure insolubili. Tali polisaccaridi sono presenti nella parete cellulare dell’endosperma e, grazie alla loro struttura chimica, flessibilità e non digeribilità, giungono immodificati a livello intestinale, formando una sostanza viscosa nel primo tratto, rallentando l’assorbimento del colesterolo e dei micronutrienti da fonti alimentari, regolando il metabolismo dell’insulina e contribuendo dunque ad abbassare la glicemia postprandiale. Riescono a chelare il glucosio, permettendo così una più rapida escrezione dello stesso e riducendo dunque l’assorbimento.Arrivati nel colon sono soggetti a fermentazione, andando a rafforzare il microbiota intestinale. Questo meccanismo conferisce ai β-glucani solubili proprietà immunomodulatorie, attivando la risposta fagocitaria, coinvolta nelle reazioni immunitarie contro virus, batteri e funghi, evitando reazioni allergiche incontrollate (Rif.8). Essendo la microflora intestinale strettamente correlata con l’asse ipotalamo-surrene viene anche diminuito il senso della fame e aumentato il quello di sazietà; questo a sua volta si traduce anche in una riduzione dei disturbi metabolici e minor rischio di obesità, patologia sempre più diffusa e caratterizzata molto spesso da complicazioni a livello cardiaco quali aterosclerosi e ipertensione (Rif.17).
Formulazioni approvate per l’uso nutraceutico
I prodotti a base di avena non raffinata sono più efficaci nell’abbassare il colesterolo rispetto a prodotti lavorati e ai prodotti da forno in cui l’avena è associata al frumento, poiché durante i processi fermentativi la β-glucanasi scinde i β-glucani. La FDA ha approvato l’uso di prodotti a base di avena come food supplements poiché si sono rivelati in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari se giornalmente consumati 3 g di β-glucani e se il prodotto alimentare apporta 0,75 grammi di β-glucani a porzione (Rif.18).
L’EFSA (European Food Safety Authority), per le fibre di Avena sativa L. fructus, ha approvato il claim “contribuiscono ad aumentare la massa che transita nell’intestino”, con riferimento e specifica per i soli prodotti ad elevato contenuto di questa fibra. Inoltre l’EFSA ha autorizzato i claims secondo cui i β-glucani:
- riducono i livelli di colesterolo nel sangue
- all’interno di un pasto contribuiscono a ridurre l’aumento della glicemia dopo quel pasto
- contribuiscono al mantenimento dei livelli di colesterolo cattivo nella norma (Rif.19).
Il Ministero della Salute italiano, oltre ad approvare questi claim, nelle linee guida ministeriali di riferimento per gli effetti fisiologici riporta:
- Avena fructus
Rilassamento (in caso di stress); benessere mentale. Regolarità del transito intestinale. Azione emolliente e lenitiva (sistema digerente). Modulazione/limitazione dell'assorbimento dei nutrienti. Antiossidante.
- Avena summitas
Rilassamento (in caso di stress), benessere mentale (Rif.20).
Altri possibili usi
La ricchezza di composti antiossidanti tra cui flavonoidi, vitamina E e avenantramidi, è in grado di prevenire l’invecchiamento precoce, malattie coronariche, ictus e tutte quelle patologie caratterizzate da un alto stress ossidativo, intrappolando i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e aumentando i livelli di glutatione.
Le proprietà benefiche dell’avena sono da associare anche all’immunomodulazione mediata dalla regolazione del microbiota intestinale da parte degli avenantramidi e dei β-glucani; i primi riducono la proliferazione della flora batterica “cattiva” e hanno attività antinfiammatoria, mentre il secondo ha un effetto massa che permette il miglioramento della consistenza delle feci e regolarizza l’evacuazione (Rif.18, Rif.21).
Una valida soluzione per lo stress
Anche nei confronti dello stress psicofisico, condizione oggi come non mai presente nelle nostre vite, l’avena può rappresentare un ottimo calmante e rilassante, riequilibrando i livelli di cortisolo e migliorando anche la qualità del sonno; anche perché è in grado di alzare i livelli della dopamina, neurotrasmettitore coinvolto in una serie di risposte emotive tra cui l’allegria, il buon umore e la motivazione, apportando benefici anche allo stato d’animo. Mantenendo alti i livelli di dopamina, l’avena è in grado di combattere anche la dipendenza da fumo di sigarette, dove la nicotina determina un insieme di modificazioni sia fisiologiche che biochimiche a carico del sistema nervoso stimolando l’attività dei neuroni dopaminergici nelle aree del cervello preposte al piacere (Rif.22); i componenti bioattivi contenuti nell’avena come l’avenantramide, le saponine, fitoalessine, vitexina e isovitexina possono esplicare anche una certa attività inibitoria nei confronti delle monoamino-ossidasi (MAO), responsabili della degradazione della dopamina (Rif.16)contribuendo a mantenere elevati i livelli dopaminergici e mitigando i sintomi dell’astinenza.
Favorisce il riequilibrio ormonale
Infine, anche i livelli di testosterone possono essere regolarizzati dall’incredibile fitocomplesso di A. sativa che ne aumenta la porzione libera biodisponibile perché, in particolare gli avenacosidi, riducono i livelli di SHBG (sex hormone-binding globulin), proteina plasmatica che lega il testosterone come l’albumina, aumentandone la biodisponibilità. Questo si riversa anche su altri aspetti che caratterizzano l’invecchiamento dell’uomo: ma con il passare degli anni infatti diminuisce l’attività delle ghiandole sessuali e delle gonadi che portano ai primi sintomi dell’andropausa e, l’aumento del legame del testosterone con la proteina SHBG è una delle principali cause, risultando anche essere una caratteristica tipica e riscontrata nell’ iperplasia prostatica benigna (Rif.16).
Combinazioni con altre sostanze
Per questi stessi motivi, è possibile ritrovare A. sativa spesso in combinazione con altri prodotti naturali come Tribulus terrestris L. (Tribolo) in molti integratori sportivi (anabolici naturali) che vengono utilizzati per ottimizzare il recupero fisico, l’accrescimento muscolare e la risposta verso lo stress (Rif.23).
Forme farmaceutiche utilizzate
Tra le forme farmaceutiche più utilizzate in nutraceutica troviamo:
- Tintura madre, con posologia di 60 gtt 2 v/giorno, sciolte in un bicchiere d’acqua, da bere preferibilmente dopo i pasti.
- Infuso di paglia d’Avena: un cucchiaio da tavola in 250 mL di acqua bollente per almeno 10 minuti. Filtrare e bere due-tre tazze al giorno.
- Soluzione idroalcolica, 20-50 gtt 2/3 volte al giorno, preferibilmente prima di andare a dormire.
- Compresse, 1 cpr per 2/3 volte al giorno prima dei pasti (Rif.24, Rif.25).