Etichettatura in pillole

Gabriella Lo Feudo
Biologa
Bio...
Gabriella Lo Feudo è nata a Cosenza. Laureata dal 1985 in Scienze Biologiche, è iscritta all’Ordine Nazionale dei Biologi dal 1988. Abilitata all’insegnamento di Scienza dell’Alimentazione e di Scienze Naturali, Fitopatologia ed Entomologia,ha insegnato negli Istituti d’Istruzione superiore . Dal 1987 al 2011 è stata responsabile del laboratorio chimico e della sede della Calabria dell’Istituto Nazionale per le Conserve Alimentari . Si occupa dal 1987 di legislazione alimentare e, soprattutto, delle norme che regolano le etichette alimentari. Dal 2011 per soppressione dell’INCA è transitata nei ruoli dell’INRAN e poi, per accorpamento di enti, è entrata a far parte dell’organico del CRA oggi CREA dove ha svolto la sua attività fino al 30 Novembre 2024 . Attualmente è in pensione ma continua ad occuparsi di divulgazione scientifica
È iscritta dal 2016 all’Albo degli Assaggiatori di olio della Calabria. Numerose sono le sue pubblicazioni e le collaborazioni con istituzioni, associazioni e riviste.

- Le etichette alimentari, uno strumento importante per compiere acquisti consapevoli
- Indicazioni obbligatorie
Data di scadenza e di preferibile consumo: le differenze
I prodotti DOP e IGP, un valore aggiunto nella filiera agroalimentare da indicare in etichetta
NELLE EDIZIONI PRECEDENTI:
L’uovo in etichetta: un consiglio per un acquisto consapevole
Riferimenti bibliografici
- Regolamento europeo n. 828 del 2014 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ALL/?uri=celex:32014R0828
- Regolamento UE n 1169 /2011 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32011R1169
Additivi e aromi, dove si trovano in etichetta?
NELLE PROSSIME EDIZIONI:
L’uovo è un alimento importante per la nostra dieta. In Italia il consumo pro-capite è di circa 215 uova all'anno, che corrisponde a circa 13,6 kg. È tra gli alimenti più diffusi e versatili, si consuma cotto, crudo e come ingrediente per produrne degli altri.
È un alimento che ha una sua deperibilità e pertanto risulta essere molto importante leggere le indicazioni inserite sulla confezione e soprattutto la sequenza di numeri e di lettere poste sul guscio delle uova che costituiscono una vera e propria carta d’identità.
Queste sequenze consentono di tracciare e rintracciare il prodotto permettendo di risalire alla gallina che le ha deposte, all’allevamento e al tipo di allevamento, ottemperando così a precise norme comunitarie.
Le norme prevedono che i centri di imballaggio (luoghi in cui vengono acquisite la maggior parte delle uova destinate alla vendita per il consumo alimentare) vengano identificati da un codice, o numero, rilasciato dalle ASL competenti che deve essere apposto sulla confezione. Inoltre, le uova italiane devono presentare sul guscio la sigla IT seguita dal codice ISTAT del Comune in cui è ubicato l’allevamento (costituito da tre numeri), dalla sigla della Provincia in cui esso è ubicato e da un codice univoco (anch’esso costituito da tre numeri) che consente di risalire all’allevamento in cui la gallina ha deposto l’uovo.
Nella confezione delle uova è obbligatorio apporre l’indicazione relativa al metodo di allevamento:
- “Uova da agricoltura biologica”
- “Uova da allevamento all’aperto”
- “Uova da allevamento a terra”
- “Uova da allevamento in gabbie”.
Tali diciture possono essere rappresentate da numeri: 0 per le galline allevate con il metodo biologico, 1 per le galline allevate all’aperto, 2 per le galline allevate a terra e 3 per le galline allevate in gabbia.
Devono inoltre apparire obbligatoriamente la data di consumo preferibile, la categoria di qualità e di peso, il numero di uova confezionate, il nome e la ragione sociale o il marchio commerciale del centro di imballaggio, le modalità di conservazione.
La classificazione delle uova
Le uova sono classificate dai centri d’imballaggio in due categorie di qualità: uova «A» (o «uova fresche»), destinate al consumo umano e uova «B», destinate alle industrie alimentari e non alimentari.
È previsto che i centri di imballaggio delle uova possano apporre sugli imballaggi la dicitura «Extra» o «Extra fresche», a condizione che sull’imballaggio stesso venga indicata in maniera visibile: la data di deposizione e la data del potenziale ultimo consumo che corrisponde al nono giorno dalla predetta data di deposizione.
Uova vendute sfuse
Nel caso di uova vendute sfuse o di uova originariamente contenute in un grande imballaggio, dovranno essere indicate in modo chiaro e ben visibile, con apposito cartello, le seguenti informazioni:
• categoria di qualità
• categoria di peso
• numero distintivo del produttore
• numero di identificazione del centro di imballaggio
• data di durata minima
• modalità di conservazione dopo l’acquisto.
KEYWORDS
Alimentazione
Sostenibilità
Dieta

NEW