E’ noto per tutti gli operatori del Settore la definizione regolatoria di Integratore Alimentare: prodotti che possono contribuire al benessere, ottimizzando lo stato o favorendo la normalità delle funzioni dell’organismo con l’apporto di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico.


L’attribuzione funzionale dell’integratore definita dal legislatore è quindi quella di supportare l’organismo e le sue funzioni fisiologhe, attraverso l’assunzione di prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive. Non sono previste quindi per l’Integratore altre funzioni come quelle di prevenzione di malattie, e a maggior ragione di cura.


Detto doverosamente ciò, è anche vero che la scienza ha ultimamente attribuito – dimostrandolo - a svariati prodotti alimentari e nutrienti (anche contenuti in Integratori alimentari), funzioni che impattano in modo molto significativo sulla salute delle persone sia in termini di prevenzione che di cura (ndr).

Il ruolo attuale della nutrizione
e degli integratori alimentari
per la salute delle persone:
aspetti regolatori
e nuove evidenze scientifiche 

Vediamo come questo concetto è stato sviluppato, prendendo spunto da alcuni tra i più significativi esempi presi dalla letteratura scientifica internazionale più recente.

  • Un articolo del 2021 pubblicato su Frontiers in Nutrition dal titolo “Therapeutic Opportunities for Food Supplements in Neurodegenerative Diseases and Depression” parte dal concetto scientificamente emergente di un asse microbiota-intestino-cervello che suggerisce come la modulazione del microbiota intestinale possa essere una strategia trattabile per lo sviluppo di nuove terapie per disturbi complessi del sistema nervoso centrale, e come le abitudini alimentari giocano un ruolo cruciale nella selezione della comunità batterica nel tratto gastrointestinale umano. Viene quindi citato il crescente interesse della comunità scientifica derivato da diversi recenti studi che dimostrano come una specifica dieta e abitudini alimentari possano fornire livelli adeguati di composti bioattivi in grado di esercitare funzioni sia anti-infiammatorie che antiossidanti, e quindi il loro potenziale terapeutico per prevenire le malattie neurodegenerative e uno dei loro prodromi, la depressione clinica (1);
  • Un secondo recente articolo pubblicato nel 2023 da Nature Medicine dal titolo evocativo “Food as Medicine: translating the evidence”, rappresenta di fatto un Rapporto che, analizzando oltre 2.500 citazioni e 650 studi di revisioni sistematiche, meta-analisi e altri articoli di riviste peer-reviewed, ha l’obiettivo di dimostrare che la combinazione di un trattamento a base alimentare e la medicina tradizionale, dovrebbe essere considerato l’approccio più corretto per prevenire e curare le malattie nel modo più efficace. Sulla base di questo Report poi il Center for Food as Medicine e l'Hunter College NYC Food Policy Center hanno compilato raccomandazioni per gli operatori sanitari, le compagnie assicurative, i politici, le organizzazioni comunitarie e altri soggetti chiave degli US, con l’obiettivo di considerare anche il cibo come una potenziale medicina per la prevenzione e il trattamento delle malattie (2);
  • Da citare infine un recente lavoro pubblicato nel 2023 dall’European Hearth Journal dal titolo “Diet, cardiovascular disease, and mortality in 80 countries”, che basandosi sullo studio PURE (245.000 persone coinvolte provenienti da 80 Paesi seguite per più di 9 anni) ha identificato sei cibi che, se assunti regolarmente, riducono in maniera significativa i decessi del 30%, gli infarti del 14%, gli ictus del 19% ed altri eventi cardiovascolari del 18%. Nell’editoriale di commento al lavoro da parte di un ricercatore della Tufts University di Boston, si ricorda il continuo e devastante aumento di malattie croniche legate all’alimentazione a livello globale e il potere protettivo di alcuni alimenti (3).

Il concetto che le diete sane supportano la buona salute non è ovviamente affatto nuovo, ma affinché gli interventi dietetici abbiano effetti significativi sugli esiti di salute della popolazione, sono necessarie strategie di implementazione efficaci e scalabili, oltre a studi di efficacia. In modo incoraggiante, negli Stati Uniti e altrove, si stanno investendo ingenti fondi per trasformare questi concetti in realtà. Nel settembre 2022, l'amministrazione Biden-Harris, in collaborazione con dozzine di organizzazioni e aziende senza scopo di lucro, ha annunciato iniziative volte ad affrontare l'accesso e l'accessibilità economica di alimenti sani, nonché programmi per supportare una migliore integrazione di nutrizione e salute e per consentire ai consumatori statunitensi di fare scelte alimentari sane. È stato promesso un totale di 8 miliardi di dollari in impegni del settore privato e pubblico. Tra questi impegni, il National Institutes of Health degli Stati Uniti sta sviluppando un programma di sovvenzioni da 140 milioni di dollari per finanziare approcci per ridurre l'insicurezza alimentare, e la Rockefeller Foundation e l'American Heart Association hanno promesso 250 milioni di dollari per creare un'iniziativa di ricerca “Food Is Medicine”.


E’ evidente quindi come un approccio nutrizionale specifico (di cui gli integratori alimentari fanno parte nella forma tecnologicamente più evoluta) basato sulle evidenze scientifiche e supportato nelle diverse forme necessarie di implementazione da tutti gli stakeholders (Governi, Health Care Professionals, Industria e Organizzazioni Private), e che mira a migliorare la salute delle popolazioni dei diversi Paesi, è una strategia da ritenersi oramai indispensabile per tutti i Paesi alle prese con un aumento delle malattie croniche e con l’invecchiamento progressivo della popolazione.


Per concludere, e rispondere quindi sinteticamente alla domanda del nostro titolo, possiamo affermare quindi che:

  • gli integratori alimentari, insieme a una dieta sana ed equilibrata, e a un piano di esercizio fisico regolare, possono svolgere un ruolo significativo nel mantenimento del normale stato di omeostasi dell'organismo, e quindi della salute e del benessere della popolazione;
  • se gli integratori alimentari non hanno lo scopo di prevenire o curare alcuna malattia, è però vero che numerosi ingredienti presenti negli alimenti o negli integratori alimentari hanno proprietà (scientificamente dimostrate) che possono contribuire a ridurre alcuni fattori di rischio associati ad una specifica malattia, o a coadiuvare (anche insieme al trattamento farmacologico) la cura di alcune malattie;
  • alcuni integratori alimentari, insieme a uno stile di vita sano, possono infine contribuire non solo al miglioramento della salute e del benessere dei cittadini, ma anche alla riduzione dell'onere finanziario dei sistemi sanitari per gli Stati grazie al loro potenziale impatto positivo nella prevenzione di determinate malattie croniche, come molti “studi di simulazione” per diversi nutrienti basati sulle evidenze scientifiche hanno recentemente dimostrato (4).

Nota del redattore: Il numero presentato oggi è un compendium degli articoli pubblicati nelle pagine di Nutra Horizons dal 2021 ad oggi riguardanti gli integratori nel campo della salute, come prevenzione o come trattamento integrato ai farmaci in condizioni patologiche. In questa edizione speciale sono presenti anche due nuovi contributi, frutto delle ultime scoperte e delle tendenze emergenti nel campo. Lo scopo del numero è quello di far emergere come gli studi scientifici negli ultimi anni abbiano fornito molteplici dati a supporto di un ruolo sempre più fondamentale degli integratori nella salute.

Riferimenti bibliografici