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Un affascinante percorso di conoscenza a cura di S.I.Fit

Ribes nigrum L.

UTILIZZO A TAVOLA

“È credenza popolare che i bambini possono cominciare a mangiare senza timore il ribes e altra frutta soltanto il giorno dopo quello in cui la Morte è stata così portata via, perché la Morte, che sino a quel tempo si appiattava specialmente nel ribes, è ora distrutta” (1). (da “il ramo d’oro” di J.G. Frazer)

Il nome scientifico della specie in questione, ossia Ribes nigrum L. lo si deve alle parole latine niger, ossia nero, e ribes, derivante a sua volta dalla parola araba ribas con cui i medici arabi si riferivano probabilmente all’acetosella o al rabarbaro: in antichità, infatti, le popolazioni arabe erano solite consumare uno sciroppo a base di un tipo di rabarbaro che chiamavano “Rheum ribes” e, quando arrivarono in Spagna, non avendolo più a disposizione, provarono a sostituirlo con dei frutti neri di un arbusto al quale diedero il nome di ribes (1, 2).

Contrariamente ad altre specie di cui abbiamo parlato nelle precedenti uscite, questa specie inizia ad essere rintracciata in letteratura in tempi relativamente “recenti”: infatti, nonostante fosse conosciuta anche da Greci e Romani, fino al 1500 non si trovano testimonianze relative al ribes nero e, anche nel XVI secolo, si riscontrano solo poche citazioni relative all’uso alimentare e poche altre riguardanti l’utilizzo come diuretico o per tamponare gli effetti dovuti al morso delle vipere (e il suo relativo insuccesso). La sua grande fama inizia nel 1712, quando il medico e canonico francese Pierre Bailly De Montaran (1694-1775) pubblicò il suo trattato dove ne esaltava le proprietà salutistiche, descrivendolo come una vera e propria panacea. Il medico francese H. Leclerc (1870-1955), considerato il padre della moderna fitoterapia, era solito consigliarne l’assunzione insieme a frassino e olmaria a pazienti con reumatismi cronici, con gotta e con aterosclerosi. La vera e propria “fama” arrivò solo nel XX secolo, soprattutto grazie agli studi intrapresi da Pol Henry (1918-1988), medico di Bruxelles che insieme ad altri studiosi evidenziarono le proprietà antiallergiche ed antinfiammatorie delle sue gemme, esaltandone soprattutto l’attività cortison-like. Infine nel corso della II guerra mondiale, dato che i sommergibili tedeschi bloccavano l’importazione mercantile lungo il canale della Manica, tra cui quella di agrumi, il popolo britannico soffriva di carenza di vitamina C e, per questo, il governo inglese spinse la popolazione alla coltivazione di ribes nero, ricchissimo di acido ascorbico, specialmente per prevenire lo scorbuto (3, 4).

Nonostante quanto detto, il ribes nero è conosciuto, in particolar modo nel “nuovo continente”, con l’appellativo di pianta proibita: infatti, sul finire del XIX secolo, gli agricoltori americani notarono che la specie protagonista di questo numero, aveva introdotto una specie invasiva di fungo chiamato “blister”, il quale causò non pochi problemi all’industria del legno, causando ingenti danni soprattutto nei confronti del pino bianco. Per questo motivo, all’inizio del ‘900, il governo degli Stati Uniti d’America rese illegale la coltivazione di ribes. Anche gli Europei furono costretti a scegliere tra il mantenere le coltivazioni di ribes o sacrificare il pino bianco, ma in questo caso optarono per la seconda, poiché il pino non risultava essere così fondamentale come oltreoceano. Soltanto dopo circa 50 anni, ed esattamente nel 1966, fu selezionata una nuova variante di ribes nero resistente al fungo e ci volle un altro mezzo secolo per decidere, nel recentissimo 2003, di reintegrare il ribes nero in America, a cominciare da New York, la quale fu poi seguita in questa scelta anche dal Connecticut e dal Vermont (5, 6, 7).

La “fama” così raggiunta nel campo salutistico ha spianato la strada ai modi più fantasiosi di stimolare la “fame” sulle nostre tavole, soprattutto nel campo del dolciario. Le sue bacche sono infatti perfette per la preparazione di marmellate, torte, composte, confetture, budini e gelatine, ma anche bevande come ad esempio succhi e spremute (8). Molto utilizzato anche nella liquoristica, il suo preparato di riferimento è la Crème de Cassis: si tratta di un famoso liquore francese che a sua volta viene utilizzato per la preparazione di altre bevande, come ad esempio cocktail tra cui il Kir e il Russian Spring Punch (9). Trova anche impiego in piatti di carne o pesce come accompagnamento, per smorzare sapori troppo forti (10).


Riferimenti bibliografici

BOTANICA & FITOCHIMICA

Ribes nigrum L. è un arbusto perenne e legnoso, di medie dimensioni (può crescere fino ad 1,5 metri), appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae ed originario delle aree più fredde dell’Asia centro-settentrionale e dell’Europa settentrionale, con la Polonia che ne rappresenta il principale esportatore (tra l’80 e il 90% delle esportazioni globali). In fitoterapia convenzionale si usano le foglie, anche se questa pianta è soprattutto conosciuta per l’utilizzo delle proprie gemme nel settore della gemmoterapia, di derivazione filosofica e terapeutica omeopatica. Come riportato nell’allegato 1 del decreto del 10 agosto 2018 del Ministero della Salute, negli integratori alimentari è ammesso l’utilizzo di foglie, fiori, frutti, semi, gemme e olio; al genere Ribes appartengono quasi 150 specie arbustive spinose e non. La corteccia è chiara e liscia nei fusti più giovani, mentre i rami più vecchi si presentano rugosi e scuri. Le foglie sono picciolate e ricche di ghiandole secretrici che producono un olio essenziale di colore giallo e molto profumato.

Il periodo di raccolta delle gemme è tra aprile e maggio; i fiori si presentano bianchi esternamente e rossi all’intero. Nonostante della pianta possano essere utilizzate tutte le parti, sicuramente le bacche (frutti) sono le più conosciute: queste sono di colore viola scuro, dal sapore agrodolce e contengono piccoli semi al loro interno (11, 12, 13, 14).

I composti più rappresentativi delle gemme sono soprattutto metaboliti semplici come zuccheri, amminoacidi, fito-ormoni, ma anche sali minerali, vitamine e polifenoli, che caratterizzano anche la fitochimica delle foglie di ribes nero. Più nel dettaglio, nelle foglie troviamo:

Considerando la complessità fitochimica di tale specie botanica, appare evidente come le attività farmacologiche non siano da ascrivere alla presenza di un unico principio attivo; è piuttosto la sinergia dei composti a rappresentarne il vero e proprio potenziale a livello biologico.

Riferimenti bibliografici

UTILIZZO IN TERAPIA

La maggior parte della letteratura scientifica, nel corso degli ultimi anni, si è concentrata molto sulle proprietà diuretiche ed antinfiammatorie ascrivibili al ribes nero; di fatto, l’utilizzo delle sue foglie e dei suoi frutti ha origini antiche ed è riportato soprattutto per la cura delle malattie reumatiche e ad altre patologie ad eziologia infiammatoria, per cui il razionale di utilizzo di tale pianta è dovuto principalmente alla presenza di composti con proprietà antiossidanti e antiflogistiche (22).

Dai numerosi studi in letteratura emerge chiaramente la capacità del fitocomplesso di ridurre l’espressione di mediatori infiammatori, riducendo i livelli di mRNA di interleuchine ed enzimi quali iNOS; studi in vitro condotti utilizzando un liofilizzato di ribes alla concentrazione di 1 mg/mL hanno dimostrato la regolazione di TNF-α ed altri mediatori tipicamente pro-infiammatori (23).

A conferma di quanto precedentemente riportato emergono i risultati di saggi in vivo utilizzando ratti Wistar; la somministrazione intraperitoneale a diverse concentrazioni di un estratto contenente proantocianidine ha infatti confermato la riduzione dell’espressione di mediatori quali TNF-α, IL-1β, IL-6, and IL-10 (24). È stato inoltre notato che la stimolazione infiammatoria con lipopolisaccaride (LPS) su macrofagi U937 viene revertita utilizzando concentrazioni comprese tra 5 µg/mL to 25 µg/mL di un estratto di ribes contenente cianidina-3-O-glicoside (18) e che, utilizzando un estratto di polifenoli arricchito con proantocianidine, per una concentrazione complessiva di 0,5-10 mg/mL, si è dimostrata una significativa riduzione della secrezione di interleuchina 4 e 13 da parte dell’epitelio alveolare (16).

Tra le altre proprietà che vengono attribuite al ribes nero troviamo quelle vasoprotettive, toniche, diaforetiche e depurative e per queste, trova soprattutto impiego nella fragilità capillare e nelle problematiche vascolari (25, 26, 27).

A livello vasale, soprattutto in ambito oculistico, recenti studi hanno dimostrato come la somministrazione orale per 2 anni di 50 mg/die di antociani di ribes nero, siano stati in grado di ridurre i livelli della pressione intraoculare e, al contempo, di aumentare il flusso sanguigno oculare in pazienti con glaucoma ad angolo aperto, risultando essere in questo modo un ottimo adiuvante da associare ai farmaci antiglaucoma. Altri studi hanno evidenziato che gli antociani ed i polifenoli di R. nigrum, assunti oralmente, possono migliorare la disfunzione endoteliale dei vasi indotta dal fumo, nonché ridurre lo stress ossidativo e migliorare in generale la funzione vascolare nei soggetti sani non fumatori, risultando di fatto una prevenzione delle malattie cardiovascolari (27).

Numerosi sono anche gli studi condotti per valutare l’attività antinfluenzale di ribes nero: in particolare la componente antocianica degli estratti grezzi, in sinergia con tutto il fitocomplesso, sembra essere in grado di sopprimere la fase avanzata della crescita del virus H1N1 in test in vitro (28). All’attività influenzale partecipa, ovviamente, anche l’abbondante contenuto in vitamina C, per la quale gli importanti effetti a livello immunitario e nella prevenzione delle malattie infettive sono stati abbondantemente studiati ed accertati nel corso degli anni (26, 27, 29, 30).

Insieme all’attività antivirale, anche quella antimicrobica è spesso oggetto di studio della comunità scientifica, come dimostra il cospicuo numero di articoli che si possono ritrovare in letteratura. In tal senso, uno studio condotto in Giappone nel 2012, ha messo in evidenza tali attività utilizzando un estratto con una concentrazione inferiore all'1%, il quale è stato in grado di bloccare la crescita di diversi ceppi di virus di oltre il 50% (32).

Inoltre continuano ad essere condotti studi relativi all’effetto antiallergico sia dei gemmoderivati che degli estratti di foglie dove, in questo caso, sembrano siano principalmente i flavonoli a giocare un ruolo chiave. Infatti, da uno studio in vitro condotto su cheratinociti umani, evince il fatto che questi possano essere implicati nella regolazione di alcuni meccanismi molecolari deputati alla produzione di istamina (31).

Il ribes nero è considerato un rimedio sicuro, ben tollerato e privo di tossicità; gli effetti collaterali alle dosi terapeutiche non sono noti. La somministrazione di preparazioni a base di ribes nero è controindicata in caso di ipersensibilità verso uno o più componenti, prima di un intervento chirurgico e durante il periodo della gravidanza e dell'allattamento. L'uso di ribes nero è inoltre sconsigliato se si assumono diuretici o anti-ipertensivi (26, 27, 29, 30).

Riferimenti bibliografici

NUTRA

Nonostante la sua “travagliata” storia e il suo “esilio” durato parecchi anni nello Stato americano, nonostante abbia quasi (involontariamente) sterminato il pino bianco dall’altra parte dell’Atlantico, Ribes nigrum L., con una composizione chimica così ricca e variegata, non poteva di certo mancare nel campo della bellezza (BEAUTY) e nel settore degli integratori (NUTRA).


Considerando le numerose proprietà attribuite al ribes nero e la possibilità di poter inserire all’interno degli integratori quasi ogni parte della pianta (foglie, frutti, fiori, gemme, semi e olio), anche il mondo NUTRA, così come il BEAUTY, dispone di diverse possibilità di formulazioni per poter gestire diverse problematiche che possono intaccare la normale omeostasi del nostro organismo.

L’attività di protezione dei vasi sanguigni esplicata dai costituenti di frutti e foglie può essere sfruttata in caso di insufficienza venosa, fragilità capillare ed emorroidi.

Le foglie essiccate, che devono contenere una quantità non inferiore dell'1% di flavonoidi, sono indicate come adiuvanti per il trattamento delle condizioni reumatiche, anche se non esistono studi diretti sull'uomo. La sua efficacia, infatti, è ritenuta plausibile sulla base della sua tradizione d'uso. Per il trattamento è indicata l'assunzione di un infuso di foglie (20-50 grammi) in 250 ml di acqua tre volte al dì, o in alternativa, 5 mL di estratto fluido due volte al giorno, prima dei pasti (38).

Sempre la tradizione d'uso vede impiegate le foglie di ribes come calmante della tosse, dell'asma bronchiale e come diuretico: da queste si può infatti facilmente ottenere un infuso oppure utilizzare la tintura madre, per favorire la diuresi e la depurazione delle vie urinarie ma, in questo caso (come anche per l’attività antitussiva e antiasmatica) mancano studi sull’uomo a supporto che ne confermino la reale efficacia (26, 27, 29, 30).

La ricchezza dei frutti (bacche) del ribes nero in flavonoidi (antociani), acidi grassi polinsaturi, acidi organici, tannini, carboidrati, stilbenoidi e minerali può essere sfruttata nel miglioramento della circolazione sanguigna, nella diminuzione della fatica e della rigidità muscolare, ma anche per migliorare l’attività cardiovascolare. In particolare, come anticipato nel paragrafo riguardante gli utilizzi in terapia, è elevata l’attività delle antocianine dei frutti di ribes nel trattamento dei disturbi dell'occhio, in grado di migliorare la rigenerazione della rodopsina, proteina presente nei bastoncelli della retina (39).

L'assunzione del succo, ottenuto dalla spremitura dei frutti, ha poi azione rinfrescante, leggermente lassativa e le ormai assodate proprietà benefiche per la vista (25, 26, 30). L’intensa colorazione viola dei frutti del ribes nero e del succo derivato è data dal suo alto contenuto in antociani che, oltre alle già citate attività, possiedono una spiccata attività antiossidante, capace quindi di andare a contrastare i radicali liberi, dannosi per le nostre cellule. Inoltre, l’elevato contenuto in vitamina C, risulta importante per la sua attività immunostimolante (40).

Allo stesso modo i semi, ricchi di acidi grassi polinsaturi, presentano diverse proprietà: dalla loro spremitura, si ottiene un olio ricco in acido gamma-linoleico, precursore delle prostaglandine, le quali sono coinvolte nei processi infiammatori del nostro organismo e altri processi biologici, come la sintesi del colesterolo e la regolazione della pressione arteriosa. Quest’olio può risultare utile anche per abbassare i livelli di colesterolo e per evitare l’aggregazione delle piastrine, e può essere indicato in caso di artrite, ma anche in caso di obesità e disturbi cardiaci (25, 27, 30, 40).


Infine, le gemme di ribes nero presentano la ormai costante azione antinfiammatoria e si utilizzano sotto forma di gemmoderivato (macerato glicerico) per trattare gli stati flogistici a carico di articolazioni e muscoli, oltre che dell'apparato respiratorio, digestivo e urinario (26, 28, 29, 30, 39).


I preparati più utilizzati presenti in commercio risultano essere:

  • Infuso: 2 grammi di foglie essiccate per una tazza di acqua. Se ne consumano diverse tazze al giorno.
  • Tintura madre di ribes nero: 30 gocce diluite in poca acqua 3 volte al giorno.
  • Gemmoderivato: 50 gocce di ribes nero diluite in acqua, due volte al giorno
  • Succo delle bacche: un cucchiaio in un po’ d’acqua al mattino a digiuno. Per la posologia del ribes nero sotto forma di estratto secco o fluido occorre fare riferimento a quanto riportato dal produttore (25)(41).

Riferimenti bibliografici

BEAUTY

Nonostante la sua “travagliata” storia e il suo “esilio” durato parecchi anni nello Stato americano, nonostante abbia quasi (involontariamente) sterminato il pino bianco dall’altra parte dell’Atlantico, Ribes nigrum L., con una composizione chimica così ricca e variegata, non poteva di certo mancare nel campo della bellezza (BEAUTY) e nel settore degli integratori (NUTRA).


Per quanto, come già accennato, le testimonianze giunte a noi siano davvero poche, l’uso nel campo cosmetico di Ribes nero era ben noto nelle culture e tradizioni dell'antichità; infatti tanto i Greci quanto i Romani apprezzavano le proprietà benefiche del ribes nero specialmente per la cura della pelle e dei capelli.

Nel corso dei secoli, l'uso del ribes nero nella cosmetica è rimasto abbastanza popolare e, ad oggi, si possono trovare numerosi prodotti cosmetici contenenti estratti di ribes nero, come creme, lozioni, shampoo e balsami per capelli. Questi prodotti possono aiutare a combattere i segni dell'invecchiamento cutaneo, come rughe e macchie scure, idratare la pelle, ridurre l'infiammazione, promuovere la rigenerazione cellulare e proteggere dai danni dei radicali liberi (33, 34).

Tra le principali formulazioni ad uso cosmetico sono presenti creme e lozioni per viso e corpo, contenenti estratti di ribes nero. Queste formulazioni possono contribuire a idratare la pelle, migliorare la sua elasticità e ridurre l'aspetto dei segni dell'invecchiamento.

Sul mercato sono presenti anche olii per massaggi e prodotti per capelli, come shampoo e balsami; nel primo caso l’olio di ribes nero può essere utilizzato come olio base, spesso miscelato con altri oli essenziali o oli vegetali per fornire benefici alla pelle, come idratazione, nutrimento e sollievo da tensioni muscolari. Nel caso dei prodotti destinati al cuoio capelluto, questi generalmente contengono estratti di ribes nero che servono per migliorare la salute dei capelli, aiutandone il rafforzamento dei capelli e stimolandone la crescita, prevenendo la forfora e donando lucentezza ai capelli opachi.

Le maschere per il viso a base di ribes nero possono essere utilizzate per nutrire la pelle, ridurre l'infiammazione, purificare i pori e migliorare l'aspetto generale della pelle. Gli estratti di ribes nero sono spesso presenti in sieri e trattamenti anti-aging grazie alle loro proprietà antiossidanti. Questi prodotti possono contribuire a ridurre i segni dell'invecchiamento cutaneo, come rughe, macchie scure e perdita di elasticità (35, 36).

È importante notare che l'utilizzo del ribes nero può variare da un prodotto all'altro e che è sempre consigliabile leggere attentamente le etichette dei prodotti cosmetici per comprendere gli ingredienti e le indicazioni specifiche.


Ecco alcune preparazioni cosmetiche a base di ribes nero che puoi allestire a casa:

  • Maschera viso al ribes nero: Frulla una manciata di ribes neri freschi o congelati fino a ottenere una consistenza cremosa. Applica la miscela sul viso pulito e lascia agire per 15-20 minuti. Risciacqua con acqua tiepida. Questa maschera può idratare la pelle, ridurre l'infiammazione e migliorare l'aspetto generale della pelle.
  • Olio di ribes nero: Riempire un barattolo di vetro con bacche di ribes nero schiacciate e coprirle con olio di oliva o olio di mandorle dolci. Lasciare macerare per alcune settimane, agitando il barattolo occasionalmente. Dopo il periodo di macerazione, filtrare l'olio e conservarlo in una bottiglia scura. L'olio di ribes nero può essere utilizzato come olio per il viso o per massaggiare il corpo, offrendo benefici idratanti e antiossidanti.
  • Tonico per il viso al ribes nero: In un pentolino, unire una tazza di acqua e una manciata di foglie di ribes nero. Portare a ebollizione, quindi lasciare raffreddare e filtrare il liquido. Conservare il tonico in un flacone spray e utilizzarlo dopo la pulizia del viso per tonificare e rinfrescare la pelle.
  • Balsamo per labbra al ribes nero: Sciogli una quantità uguale di burro di karité e cera d'api in un pentolino a bagnomaria. Aggiungi alcuni cucchiaini di olio di ribes nero e mescola bene. Versa il composto in piccoli contenitori per balsamo per labbra e lascia raffreddare fino a solidificazione. Questo balsamo può idratare e proteggere le labbra secche (37).

Ricorda sempre di fare una piccola prova di sensibilità cutanea prima di utilizzare qualsiasi preparazione cosmetica fatta in casa e di conservarle in contenitori puliti e sterilizzati. Se hai dubbi o reazioni indesiderate, consulta un dermatologo o un esperto in cosmetica.”

LO SAPEVI CHE…

  • Nel 1100 in alcuni testi dei monaci amanuensi si ritorva l’utilizzo di Ribes nigrum L., consigliato come diuretico.
  • Tra il XVI e XVII sec. nel “De coquina” Aldo Bertoluzza descrive la preparazione della marmellata di ribes nero a opera delle donne trentine.
  • Nel “Trattato de’ cibi e del bere” di Baldassarre Pisanelli (1583) si consiglia Ribes nigrum L. per prevenire raffreddori e problemi di circolazione.
  • Nel 1915 James Frazer nel suo saggio “Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione”, descrive l’uso della pianta nei riti evocativi dell’estate.
  • I frutti di Ribes nigrum L. sono impiegati nell’industria alimentare per la preparazione di gelatine, sciroppi e liquori.
  • Nella tradizione liquoristica francese, le bacche nere di Ribes nigrum L. sono alla base della specialità Crème de cassis, liquore utilizzato nella preparazione del Kir (1).

Riferimenti bibliografici