Il nostro Comitato Scientifico

MARCO BIAGI

Ricercatore

Università degli Studi di Siena RTD-A | Italia

L'elemento unificante di tutto il mio percorso professionale è stato il precariato.  
Dopo il conseguimento del dottorato di ricerca ho sempre avuto la necessità di dover guardare al futuro come ad una strada da tracciare, prima che da percorrere.  


Questo ha però sempre rappresentato un elemento costante e positivo nel mio percorso.  
Infatti, ho vissuto fin da ragazzino in ambiente accademico, ricevendo una eccellente formazione all'interno della storica scuola di fitoterapia a Siena fondata dal Prof. Italo Taddei, a volte con ruoli definiti, altre volte per solo amore della scienza, ma non essere predestinato ad una posizione stabile mi ha fatto guardare oltre le mura del Dipartimento.  

 
Questo mi ha permesso di relazionarmi costantemente, fin da ventenne, con l'esigente mondo delle multinazionali del farmaco vegetale e con quello della tradizione erboristica, e mi ha fatto incuriosire al momento giusto a quello che era il nascente mondo della nutraceutica.  

 
Le mie attività di docenza e ricerca hanno per questo sempre avuto come basi l'attualità e il risvolto pratico e applicativo. Tutto ciò mi ha permesso prima di tutto di imparare molto e rimanere sempre aggiornato su quelli che sono i trend e i bisogni più attuali nel settore della fitoterapia, sulle esigenze dei reparti di ricerca e sviluppo delle aziende. 

 
Mi ha permesso inoltre di fare formazione e divulgazione non solo ai miei adorati studenti dei corsi di laurea, ma anche a professionisti provenienti da diversi percorsi curriculari, condividendo con tantissime persone le mie ricerche sperimentali e la passione verso le piante medicinali.  

 
Un altro aspetto molto bello dalla mia "instabilità" è dato dal fatto che ho potuto viaggiare tantissimo per lavoro, avere incarichi di insegnamento in molte Università diverse e instaurare collaborazioni con gruppi di ricerca di grande spessore..  

Di Maestro in Maestro..

E’ la mattina del mio compleanno, 24 anni. Mi sveglio, dalla finestra chiusa filtra la luce, ma è un giorno festivo e non devo andare in laboratorio, quindi scelgo di restare a letto ancora un po’. Squilla il telefono e sento la voce del giovane borsista con cui ho lavorato durante la tesi, che scherzando chiamo “Maestro”, e con cui dopo la laurea continuo a portare avanti un progetto di ricerca. Mi fa gli auguri “di compleanno e.. di borsa di studio!!!”.. Resto un attimo senza fiato.. davvero?! Davvero mi hanno assegnato la borsa di studio per la tesi di laurea?!? E’ un premio che consiste in 6 mesi da svolgere presso un centro di ricerca fuori regione…! Un periodo breve, forse una parentesi.. chissà.. ma.. adesso cambia tutto! In un attimo realizzo che poche settimane dopo vivrò a Roma, lavorerò con quel ricercatore che ho incontrato qualche mese prima a un congresso, e di cui ho letto tutti gli articoli chiedendomi come ha fatto a ottenere quei risultati! Sembra simpatico.. ma non lo conosco.. ho tutto da imparare.. avrò un nuovo Maestro..?!  Non so niente di quello che mi aspetta e dell’ambiente che troverò. Ma è un’occasione, la mia prima vera occasione, e il pensiero di mettermi in gioco mi emoziona! 


Poche sere dopo mi ritrovo in un bellissimo teatro per la consegna del premio, tra i colleghi degli altri dipartimenti, ognuno con una meta che lo porterà lontano da casa, in Italia o anche all’estero. Entra sul palco il Maestro Riccardo Muti, incaricato di consegnare gli attestati, e ci fa un breve discorso che riempie di orgoglio. Ci dice che si tratta di un premio simbolico, che rappresenta solo una piccola spinta per un’esperienza di qualche mese, ma sottolinea che a questa età una piccola spinta può essere importante per intraprendere la strada verso il nostro futuro. Ricordo bene le sue ultime parole: “Vi auguro che con questa piccola spinta voi possiate mettere le ali!”.  


Grazie, Maestro! Quella spinta ha dato i suoi risultati, e quel viaggio a Roma ha davvero cambiato tutto. 

ANTONELLA CAVAZZA

Ricercatrice

Università degli Studi di Parma | Italia

All’inizio degli anni 2000 Bayer Italia aveva deciso di acquisire una azienda italiana già operante nel mercato degli Integratori Alimentari a base naturale e vegetale, per entrare in questo settore con una propria azienda chiamata Pharbenia, e un portafoglio di prodotti già distribuiti in farmacia. Poco dopo questa acquisizione, mi è stata offerta la opportunità di gestire - come responsabile dell’azienda - questo nuovo business per Bayer (Pharbenia era l’unica realtà di questo tipo a livello globale per la multinazionale tedesca). La sfida è stata molto importante per la mia crescita professionale nel settore degli Integratori, mercato a quei tempi emergente in farmacia.


Essendo Pharbenia una realtà solo italiana per Bayer, avevamo la piena responsabilità e totale autonomia di definire la strategia di portafoglio, sviluppare innovazione, definire i livelli di qualità con i nostri terzisti, e creare strumenti e progetti di marketing da destinare alla rete commerciale di Bayer in farmacia.


Questa prima esperienza con gli Integratori mi ha consentito di conoscere e approfondire tutti i temi e i principali stakeholders del settore, e iniziare a frequentare come membro del Comitato Direttivo l’associazione confindustriale di riferimento (oggi Integratori Italia) di cui poi sono diventato Presidente, e oggi Vice Presidente.


Da quegli anni, il settore degli Integratori Alimentari è diventato il mondo che ho sempre frequentato, e che nel tempo è significativamente cresciuto nel nostro Paese sino a diventare il mercato più rilevante in tutta Europa. 

ALESSANDRO COLOMBO

Direttore Generale | Biocure gruppo PiLeJe

Vice Presidente | Integratori Italia

Per descrivere la mia esperienza professionale ed il percorso che mi ha portato alle attuali competenze, uso l’allegoria degli scavi di un tunnel di frontiera.  


Per alcuni anni ho scavato un percorso di R&D e di produzione industriale, poi sono passato nel versante accademico facendomi strada nella ricerca di base ed applicata.  
Negli ultimi anni ho quindi sviluppato una piattaforma tecnologica che ha completato il tunnel, unendo l’esperienza di laboratorio con le necessità di innovazione dell’industria 4.0.  


Grazie ad un team multidisciplinare sono riuscito a sviluppare tecnologie di intensificazione di processo in ambito sintetico e della estrazione di matrici vegetali fino alla loro industrializzazione. Il mio percorso accademico ed i risultati ottenuti sono frutto di una fitta rete di collaborazioni ed una forte sinergia con l’industria.  


Affinché una invenzione o una scoperta si possano sviluppare generando innovazione, è necessario coniugare conoscenze ed investimenti a tutela della proprietà intellettuale.  
Solo così si possono superare tutte le fasi di sviluppo fino a rendere disponibile a tutti l’oggetto o la tecnologia su vasta scala.  


Sono certo che la maturità scientifica di un ricercatore si possa misurare con la capacità di proporre soluzioni alle grandi sfide del nuovo millennio, preparando e motivando le nuove generazioni ad esplorare nuove vie con curiosità e determinazione.

GIANCARLO CRAVOTTO

Professore di Chimica Organica

Università degli Studi di Torino | Italia

Sono molto giovane, per cui non ho la pretesa di poter raccontare di grandi cambiamenti lavorativi. Un evento che è stato determinante per la mia vita lavorativa attuale è avvenuto qualche anno fa quando mi sono trovato a scegliere se continuare il mio percorso da ricercatore in Università o entrare in azienda.  

Da sempre sono stato mosso dallo spirito del ricercatore, ma durante i miei studi e con il tempo ho capito che la ricerca di base in Università non mi soddisfaceva.  

 
All’epoca avevo l’opportunità di proseguire i miei studi con una borsa e continuare a fare quello che facevo, però non ero felice.  
C’erano giorni in cui mi sembrava di cercare un ago in un pagliaio e di non arrivare mai alla fine, a un dunque. Inoltre il pensiero della precarietà, simbolo della terribile situazione universitaria in Italia, non mi ha aiutato. Mi sentivo perso e avevo bisogno di un cambiamento. 

Ho deciso quindi di intraprendere la carriera lavorativa come ricercatore in azienda, dove ho trovato un approccio completamente differente.  
Finalmente avevo (e ho) qualcosa di “più concreto” tra le mani: un focus, un obbiettivo. La ricerca in azienda passa da stimoli ed esigenze completamente differenti, e nell’ambito dei nutraceutici si pensa molto al prodotto finito e al suo sviluppo a tutto tondo a partire dalla materia prima fino all’etichettatura.  


Questo approccio mi ha avvicinato molto anche al mondo del regulatory affairs che mi ha da subito affascinato. Penso che, in generale, questa scelta abbia determinato il mio attuale presente.  
Magari se avessi continuato il percorso universitario, prima o poi avrei scelto comunque l’azienda, ma sicuramente averlo fatto da subito mi ha permesso di vivere più serenamente.  

Tutti prima o poi ci siamo trovati di fronte a un bivio e a dover scegliere per il nostro futuro, e sicuramente mi capiterà di dover scegliere ancora e ancora. Però quando arriva quel momento, quando senti che qualcosa non va, te ne rendi conto subito.  
Ed è in quell’istante che bisogna avere il coraggio di affrontare la paura di una scelta potenzialmente sbagliata, ma che – in fondo – stiamo facendo per noi. 

NICOLA D'ANZI

Research Scientist

Savio Industrial Srl | Italia

Ho letto storie di donne che hanno lasciato la loro posizione di successo nel mondo del lavoro perché oppresse dall’operatività o perché non si sentivano realizzate, la mia storia è un po’ diversa.  

 
Ho lavorato come manager in una grande azienda multinazionale, ero motivata e molto impegnata, con ritmi di lavoro pesanti che non mi spaventavano perché ero riuscita ad organizzare un supporto familiare e domestico molto funzionali.  
Avevo l’impressione che il mio lavoro non impattasse sugli equilibri familiari e non avevo altri obiettivi di vita, il poco tempo a disposizione non me lo permetteva.  
Poi una sera appena aperta la porta di casa ho sentito la mia bambina di quattro anni chiamare la nostra davvero brava baby-sitter “mamma”.  
E’ stato un pugno allo stomaco e d’improvviso ho inquadrato la mia perfetta organizzazione e tutto il suo corollario sotto una nuova luce.  

 
Molto di quello che vedevo non mi piaceva più. Per qualche mese ho riflettuto su ciò che era davvero nelle mie corde di donna e professionista. Ormai mi pesava fare tardi la sera in ufficio solo perché dovevo uscire dopo l’ultimo dei miei collaboratori, come mi era stato richiesto, o prendere l’aereo del mattino seguente di rientro dai meeting per fare team building a cena con i colleghi, come il ruolo pretendeva.  

 
Così spinta anche dai cambiamenti che la mia posizione aziendale stava vivendo e per i quali non trovavo più le giuste motivazioni, mi sono dimessa. Non è stato semplice, il lavoro e il successo sono una droga, ma oggi posso dire con serenità che il mio è stato un percorso in salita ma davvero fortunato, sono riuscita con tenacia a trovare di nuovo grande soddisfazione ed entusiasmo nel mio lavoro senza dover rinunciare a quella completezza che solo la vita privata mi sapeva offrire, ho molti interessi e mi posso concedere attenzioni che mi fanno stare davvero bene.  

 
Il mio passato lavorativo è stato molto importante nel gettare le basi della professionista che sono oggi, ma solo quel sentire interiore, che qualcuno chiama intelligenza emotiva, crescendo mi ha insegnato l’appropriatezza dei tempi e dei modi che non devono mai sopraffare la persona che sei o che hai di fronte a te. 

CRISTIANA GIUSSANI

Medical Science Liaison

Italia

Discussi la tesi di laurea la mattina sugli effetti genotossici di un erbicida ed il pomeriggio partecipai al primo corso di tre giorni (ma era iniziato il giorno prima), per gli informatori medico scientifici che iniziavano la loro avventura professionale nella neonata Pharmanatura poi diventata Laborest. 


Era un modo per entrare nel mondo del lavoro e per non perdere tempo nell’attesa del servizio civile che poi svolsi in Legambiente. Ovviamente mi bruciai la vacanza post laurea che ancora rimpiango, ma ebbi l’opportunità di entrare in una realtà nuova e dinamica con l’esperienza guida di un Guru dell’imprenditoria del nostro settore, il Dr. Luigi Amelotti, da cui appresi molti segreti per costruire prodotti di successo. 


Dopo pochi mesi sul campo, entrai in azienda come direttore scientifico, eravamo in tre, io una segretaria e il Dr. Amelotti, il resto dell’azienda era in esterno. Volente o nolente mi occupavo di tutto, pensare ai prodotti, fare formazione agli ISF, ordini, sistemare il magazzino, provvigioni, studi clinici, mezzi di comunicazione e tanti tanti incontri con medici e farmacisti che mi hanno consentito di affinare una certa dote comunicativa rilevatasi poi fondamentale nella mia esperienza professionale. Questo starter lavorativo un po’ “Garibaldino” in anni che definisco ruggenti nel mondo degli integratori è stata la mia gavetta, i 25 anni di lavoro fatti di incontri con centinaia di persone di tutti hanno strutturato la mia crescita. 


Oggi da una piccola realtà italiana, mi pregio di lavorare per un grosso gruppo internazionale che mi sta arricchendo delle logiche di una multinazionale, mantengo però lo spirito da pirata che rappresenta la forza innovativa delle start up e spero di non perderla, Stay Hungry stay Foolish!  

LORENZO SECONDINI

R&D & Quality Director

Uriach Italy | Italia

Spesso quando si parla di curriculum professionali, si ricorre facilmente a metafore prese dallo sport: corsa, sfida, traguardi, record.. Nel mio caso la metafora è vita vissuta.  


Io sono nata per lo sport. Ho rallentato il mio percorso universitario per inseguire il sogno di una carriera sportiva. Prima calciatrice, poi allenatore in campionati regionali, quindi i patentini di allenatore presso il Centro Tecnico di Coverciano.  


Giovanissima allenatore in carriera  ho sperimentato, grazie alle mie conoscenze universitarie, nuove metodologie registrando frequenze cardiache ed altri parametri fisiologici. 


Ma ecco il cambio di staffetta che mi aveva preparato la vita. Quando alla soglia di quella laurea che mi avrebbe permesso di lanciarmi con le mie competenza in una carriera dirigenziale nello sport, mi sono trovata a lavorare nel laboratorio di tesi presso la Menarini Ricerche a Pisa: lì ho scoperto il grande amore della mia vita: la chimica! Ero arrivata al mio primo, grande traguardo. 


Sono una sportiva ed è con questo carattere che ho iniziato una nuova gara. Ho ricominciato da zero, fatto la gavetta in un nuova realtà diventando in pochi anni direttore di laboratorio e affrontando ogni attività grazie agli insegnamenti ricevuti dallo sport: quindi metodo, sacrificio, volontà di innovare e di guidare un gruppo, una squadra: esattamente come quando ero allenatore.  


Non è stato semplice applicare i miei principi e seguire la mia volontà di innovare e sperimentare quando ero dipendente in aziende private con responsabilità tecniche ed economiche.  


E’ così che sono arrivata ad aprire la mia azienda; un centro specializzato in analisi e assistenza tecnica su materiali, in particolar modo destinati al contatto con gli alimenti. 


Le difficoltà che avevo incontrato nel portare avanti i progetti in cui credevo mi hanno spinta ad affrontare un percorso imprenditoriale che mi ha portato a tagliare un ulteriore grande traguardo nella mia vita: ho vinto un’ altra corsa. La gara continua.  

MARINELLA VITULLI

Owner & Director

Food Contact Center s.r.l. | Italia

Quello che sono ora è frutto di tre percorsi che si sono evoluti in parallelo intrecciandosi spesso!


Per quanto riguarda la nutrizione posso dire di essere stato il primo paziente di me stesso quando a 15-16 ero un ragazzino pienotto… Da lì la nutrizione ha fatto parte della mia vita. Ora, a distanza di quasi quaranta anni con 3 lauree e 2 master alle spalle, opero in varie città d’Italia ma, avendo vissuto sulla mia pelle la restrizione e, a volte, la difficoltà di una dieta, cerco di adattare i miei programmi a chi mi sta di fronte, non viceversa, e non trascuro mai l’aspetto piacevole del cibo. Solo così un programma nutrizionale può diventare stile di vita!


E proprio per diventare stile di vita entra in gioco il secondo percorso: lo sport, altro mio grande amore. Ho praticato tennis, palla a mano, basket, beach volley, calcio, calcio a 5, canottaggio, ping pong, squash, muai thay, alcuni anche a buoni livelli. Ho lavorato come personal trainer anche negli USA, lo sport è sempre stato molto presente nella mia vita ed infatti mi occupo di nutrizione applicata allo sport ma anche di integratori alimentari.


E qui arriva il terzo percorso. Ho iniziato, durante il primo percorso di laurea in ingegneria chimica, a lavorare come rappresentante di integratori. Ora ne seguo lo sviluppo dall’idea teorica fino alla proposta sul mercato, assaggiando a volte il prodotto. Ricordo ancora, anche con piacere, due giorni passati a provare creme di nocciola per ottenerne una con pochi carboidrati che fosse buona come la più nota!


Tutto questo portato nella formazione: ho insegnato a tutti i livelli dalla scuola elementare con progetti PON, dalle discussioni di fisica quantistica e wormhole con mio figlio di 12 anni, fino al dirigere due Master di nutrizione ed integrazione nello sport… Comunicare mi piace, me penso che per farlo bisogna mettersi nei panni di chi ascolta cercando di passare un messaggio che sia comprensibile… Ricordo che uno dei primi esami di ingegneria fu analisi I, con il prof Guenot, ormai scomparso. Uscivo da un buon liceo scientifico, mi sentivo preparato in matematica… corso incomprensibile... Il prof era un luminare ma non riusciva a mettersi al “nostro livello”. Risultato: primo appello 210 iscritti ma solo 2 promossi allo scritto!


Poi dopo due 16 ed un 15 (si era ammessi con 17), riuscii a superare l’esame. Allora appena diciottenne, non mi facevo troppi problemi. Andando indietro mi sono riproposto di vedere l’insegnamento come un passare non solo nozioni ma anche un metodo, un passaggio logico per capire ed interpretare quelle nozioni.

ROBERTO CANNATARO

Head nutritionist senior team

Italian Muay Thai Federation FIKBMS | Italia

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