Maria Rescigno

Fondatrice e direttore scientifico

Postbiotica

Italia


Maria Rescigno è Professore ordinario e Pro Rettore Vicario con delega alla ricerca alla Humanitas University dove è anche Group Leader della Unità di Immunologia delle mucose e Microbiota. 

La professoressa Rescigno, oltre ad essere una scienziata è anche  imprenditrice e nel 2016 ha contribuito alla fondazione di POSTBIOTICA una start up che ha come obiettivo la produzione e commercializzazione di prodotti postbiotici per il trattamento di patologie immunitarie e infiammatorie. 

Recentemente POSTBIOTICA è stata riconosciuta tra le top ten start up Biotech in Europa.

Silvana Maini l’ha intervistata per NUTRA HORIZONS.


Prof. Rescigno, un curriculum vitae di prestigio che testimonia una continua volontà di ricerca verso nuovi orizzonti. Quando e come arriva al mondo della nutrizione funzionale e quindi a Postbiotica?


Lo studio del microbiota e della sua interazione con il nostro organismo ha accompagnato buona parte della mia attività scientifica degli ultimi 20 anni. Mi sono resa conto che le nostre conoscenze potevano essere messe a disposizione per lo sviluppo  di prodotti a base di metaboliti microbici, che sono poi i mediatori dell’attività benefica del microbiota.  L’idea da cui siamo partiti è stata quella di fare un collirio per la cherato-congiuntivite allergica. Il prodotto non e’ ancora disponibile, ma nel frattempo abbiamo capito che potevamo indirizzare i nostri prodotti anche nel campo della nutraceutica e della dermocosmesi funzionale.


Ci può presentare in più dettagli di Postbiotica, come è strutturata, gli obiettivi che si propone, l’organizzazione del team?  
Ci può dare una descrizione dei postbiotici, come “funzionano” , le prospettive che aprono sul nostro futuro?


Il team di Postbiotica è composto da un amministratore delegato (Gianpietro Florenzano), il cofondatore (Giuseppe Penna), la responsabile del business development (Emanuela Tosi), il responsabile del customer service (Gianluca De Rosa) e tre ricercatrici (Francesca Algieri, Nina Tanaskovic, Silvia Pimazzoni). Gli obiettivi sono quelli di sviluppare prodotti in grado di ristabilire l’omeostasi immunitaria con i postbiotici. I postbiotici sono delle miscele complesse di metaboliti microbici che otteniamo attraverso un processo di fermentazione brevettato e che non si basa sulla fermentazione del cibo. Controlliamo il processo di fermentazione per ottenere dei prodotti con le caratteristiche funzionali adatte all’applicazione per la quale li vogliamo generare. In questo modo otteniamo prodotti in grado di ridurre i processi infiammatori, potenziare le proprietà di barriera delle mucose e proteggere dalle infezioni, o controllare il transito e riequilibrare l’intestino. Abbiamo affinato molto il processo in modo da eliminare i batteri sia vivi che morti rendendo i prodotti estremamente stabili e sicuri, ovvero adatti a tutti: dai neonati agli anziani e quindi anche ai soggetti con sistema immunitario immaturo o depresso. Possiamo definire i postbiotici una nuova frontiera dell’alimentazione e nutrizione funzionale.


Il trend a favore dell’utilizzo di integratori nutrizionali è confermato in forte crescita, soprattutto nei nostro Paese che vanta numeri di tutto rispetto sulla scena internazionale. Come se lo spiega?


In Italia l’alimentazione sana è alla base della nostra cultura, non a caso è qui che è nata la dieta mediterranea. Un’alimentazione varia e salutare è fondamentale per ottenere un microbiota sano. Tuttavia, la vita stressante, i cibi raffinati, le infezioni, tendono a ridurre la varietà del microbiota ed allora dobbiamo integrare. Noi abbiamo deciso di farlo a partire dal termine della filiera. Infatti, non proponiamo né i prebiotici (come le fibre che sono degli alimenti del nostro microbiota) e né i probiotici (ovveri i batteri stessi) ma i loro prodotti funzionali. Facciamo avvenire i processi di fermentazione al di fuori del nostro organismo eliminando tutte le variabilità individuali. Infatti l’ attività dei prebiotici o dei probiotici dipende sia dal microbiota che dalla dieta ed è quindi molto individuale. Dando direttamente i postbiotici risolviamo tale variabilità individuale ed andiamo direttamente ai prodotti che hanno l’attività funzionale, personalizzando l’intervento in base alle problematiche da risolvere o carenze da integrare.


Abbiamo in Italia una vera cultura a livello di consumatori o c’è ancora molto da fare in un ambiente virtuale dove i social dettano (spesso a sproposito ahimè) legge? 

  

Spesso la gente è disorientata. Non sanno quali integratori prendere e sono spesso spinti a considerare prebiotici e probiotici come se fossero tutti uguali. Invece, all’interno del panorama dei biotici ci sono delle grosse differenze e non tutti i biotici sono adatti a tutti. Ad esempio le fibre come l’inulina non possono essere somministrate a pazienti con la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) perché possono indurre la formazione di gas e tensione addominale. Analogamente, alcuni probiotici inducono stipsi e quindi non sono indicati per le persone che soffrono di costipazione. In aggiunta, i probiotici non sono indicati per le persone che hanno un’aumentata permeabilità (il cosiddetto intestino permeabile) perche’ si rischia la traslocazione dei batteri in distretti sistemici ed il propagarsi di una infiammazione subdola e generalizzata. Eliminando la variabilità individuale, i nostri postbiotici, grazie alla ricerca e sviluppo che li sostengono, hanno delle indicazioni più precise.


Si parla spesso di un accompagnamento virtuoso tra alimentazione e integrazione alimentare. E’ superficiale pensare che uno possa mangiare quello che vuole in modo disordinato e poi pretendere che un integratore risolva i suoi problemi. Che ne pensa?


Io sono d’accordissimo, l’integratore non deve sostituirsi ad una dieta salutare. La gente deve essere rieducata a mangiare il più vario possibile e soddisfare le regole della piramide alimentare. Però anche qui bisogna stare attenti perché non tutti i cibi, anche quelli più salutari, sono adatti a tutti. Ad esempio alcuni soggetti devono evitare le verdure fermentabili perché provocano gonfiore. La frutta può essere troppo zuccherina e favorire un aumento della glicemia. Si è visto poi che soggetti diversi derivano quantità di calorie diverse partendo da esattamente lo stesso cibo, quindi bisogna sapere cosa mangiare seguendo delle regole di alimentazione personalizzata.


Inevitabile andare sulla cronaca e alla sfida di Covid 19. Gli integratori stanno “dando una mano” alla cure legate alle patologie suscitate da questi virus in fase preventiva e curativa. E’ d’accordo? Come?


Ci possono essere dei prodotti in grado di stimolare le difese immunitarie, ma devono essere accompagnati da studi clinici che abbiano effettivamente dimostrato l’efficacia nel proteggere dalle infezioni. Purtroppo, non è sempre così e ci sono prodotti che millantano benefici che non sono stati dimostrati.


L’ultima domanda riguarda la formazione dalla base, ma proprio a livello scolastico. E’ pensabile l’inserimento nei nostri percorsi di studio, partendo dalle elementari, un insegnamento che alla voce “scienza” accompagni la dimensione fondamentale della nutrizione?


Io penso che sia fondamentale una formazione già alle elementari, infatti, gli effetti di una nutrizione sregolata si vedono molti anni dopo. Partire già da giovani a conoscere gli elementi fondamentali della nutrizione può aiutare ad affrontare il periodo dell’adolescenza, la maturità e l’anzianità con una marcia ed una consapevolezza in più, oltre a ridurre il rischio di sviluppare disordini legati all’alimentazione e non mi riferisco solo a bulimia ed anoressia, ma anche all’obesità, alla sindrome metabolica e perfino alla depressione.