POLISENSORIALITÀ:

LA NEUROCOSMESI PER IL WELLNESS

Parte della ricerca cosmetica è oggi concentrata sullo studio di ingredienti funzionali in grado di migliorare le interazioni fra la pelle ed il sistema nervoso. Su questo principio si basano i cosiddetti neurocosmetici, prodotti che esprimono la loro attività sulle strutture nervose presente a livello cutaneo agendo sul rilascio di neuromediatori attraverso diversi meccanismi. I neurocosmetici sono cosmetici funzionali che ripristinano l’equilibrio fisiologico della pelle, prevenendo o contrastando l’insorgenza di disturbi (1, 2, 3, 4).

La prima definizione di questi prodotti è stata coniata nel 2000, anno in cui Laurent Misery (docente di Dermatologia presso l’Università di Brest) li introdusse parlandone come di prodotti destinati all’applicazione sulla pelle, ma non all’assorbimento, che esibiscono attività sul sistema nervoso cutaneo o in generale effetti sui mediatori presenti nella pelle (3).

Complessivamente, volendo recepire i diversi aspetti con cui sono stati studiati e sviluppati tali, i neurocosmetici sono prodotti topici non tossici e bioattivi che contengono ingredienti progettati per esprimere un effetto di tipo neurologico (1, 2, 3, 4).

Di diversa estrazione gli psicocosmetici, prodotti con i quali occorre non confondere i neurocosmetici. Si tratta di cosmetici che contribuiscono a migliorare la cura di sé, generare una percezione positiva di sé, innalzando i livelli di benessere mentale e sociale, migliorando il tono dell’umore e la qualità di vita (5, 6. 7).


  


    INTRODUZIONE

    Pelle e sistema nervoso condividono la medesima origine embrionale: entrambi derivano dalla differenziazione dell’ectoblasto, uno dei tre foglietti primari dell’embrione.

    La ricerca scientifica ha dimostrato l’esistenza di una connessione interattiva fra nervi cutanei, asse neuroendocrino e sistema immunitario e che questo network è alla base della modulazione di numerose funzioni fisiologiche e fisiopatologiche, inclusa la crescita cellulare, l’immunità, il prurito e la guarigione delle ferite. Il passaggio delle informazioni all’interno di questa rete è mediato dal rilascio di neuromediatori e dalla attivazione di specifici recettori presenti sulla superficie di diverse tipologie di cellule della pelle (2, 8).

    I fattori neurotrofici permettono la regolazione della crescita dei nervi e supportano le funzioni cutanee. La pelle, inoltre, esprime una vasta gamma di recettori neurormonali accoppiati a proteine G che sono strettamente coinvolte nell’omeostasi cutanea e nei processi di infiammazione mediati da proteasi ad azione regolatoria (2, 8).

    La pelle è direttamente connessa al sistema nervoso centrale e può essere considerata come un esteso organo di senso. Attraverso la mediazione di sostanze quali le endorfine e le cefaline, la sua superficie esprime gli stati d’animo, attraverso cambiamenti di colore (il rossore dell’imbarazzo, il pallore del panico) e di rugosità superficiale (la pelle d’oca della paura), mediante la sudorazione che nasce in risposta alle emozioni forti e la contrazione dei muscoli che determinano le espressioni del viso. E se è dimostrato che alcune malattie dermatologiche possono somatizzare disturbi psicologici, è altrettanto vero che il delicato equilibrio della psiche può venire turbato dalle alterazioni cutanee (1, 2, 9, 10, 11).

    In questo quadro, la pelle acquisisce la possibilità di assumere funzioni di contenimento e ritenzione e di separazione e comunicazione, assumendo il duplice ruolo barriera e di filtro negli scambi con l’ambiente esterno (2).

    PELLE E SISTEMA NERVOSO: PIÙ INTERCONNESSI DI QUANTO PENSIAMO

    MONICA TORRIANI

    Consulente scientifica | Italia

    Bio...

    Dopo la definizione assegnata loro da Laurent Misery, i neurocosmetici hanno iniziato a ricevere attenzioni degne di nota nel corso del meeting annuale della Società newyorchese di Chimica Cosmetica (New York Society of Cosmetic Chemistry, NYSCC) del 2007 in quanto prodotti in grado di interferire con target nervosi sensibili al calore, al dolore, al prurito e alla pressione attraverso l’interazione con fibre nervose in collegamento con la corteccia cerebrale via midollo spinale (12).

    Un esempio di ingrediente che determina una risposta nervosa all’applicazione cutanea è l’alcol etilico, che causa il raffreddamento della superficie cutanea, se ivi applicato, attraverso un meccanismo di evaporazione e conseguente sottrazione di calore. Tuttavia, per la sua modalità di azione, questa categoria di composti non è considerata neuroattiva, a differenza del mentolo, che agisce invece direttamente sui termocettori situati nella cute per generare una sensazione di freddo, e della capsaicina, che scatena per contro una sensazione di caldo (12).

    Oggi parte della frontiera innovativa della cosmetica è impegnata nell’impiego di neurotrofine per la produzione di neurocosmetici. Uno dei composti utilizzati allo scopo è il Nerve Growth Factor (NGF), fattore di crescita essenziale per la sopravvivenza di alcune classi di neuroni, incluse alcune tipologie neuronali presenti nella pelle, e la cui sintesi si riduce più o meno gradualmente con l’invecchiamento. Insieme al NGF, esempi di composti neuroattivi sono la dopamina, l’acetilcolina, l’adrenalina e la serotonina, così come gli acidi grassi essenziali delle linee omega-3 e omega-6, che agiscono da neurotrasmettitori irrobustendo l’azione di barriera dell’epidermide, ed i peptidi biomimetici, molecole che riproducono una sequenza breve di aminoacidi tipica di neuromodulatori mimandone la funzione (Acetyl Hexapeptide-51, Acetyl tetrapeptide-17, Palmitoyl Tripeptide-28, Palmitoyl Tetrapeptide-7, Palmitoyl Pentapeptide-4, Palmitoyl hexapeptide-19) (5, 12).

    Alcuni prodotti vengono formulati con ingredienti che esercitano un’azione inibitrice nei confronti della sostanza P, un neurotrasmettitore coinvolto nella trasmissione del segnale del dolore e, più in generale, nei meccanismi di infiammazione. L’inibizione della sostanza P rende la pelle più resistente alle aggressioni (5, 12).

    COMPOSTI NEUROATTIVI IMPIEGATI NELL’INDUSTRIA COSMETICA

    Gli ingredienti funzionali di tipo neurocosmetico possono essere formulati in diverse forme, in funzione delle esigenze e delle caratteristiche del consumatore. Fra gli scopi più perseguiti, nell’ambito della produzione di cosmetici neuroattivi, desta particolare interesse quello della prevenzione dello stress.

    Fra i fenomeni alla base dello stress cutaneo, segnaliamo l’inquinamento atmosferico, la radiazione ultravioletta del sole, la luce blu, la deprivazione di sonno, la pressione derivante dalla presenza sui social media, dalle relazioni sociali e dalle preoccupazioni correlate alla professione. È dimostrato infatti che i legami fra mente e pelle sono stretti e che la tensione psicologica prolungata e non opportunamente gestita può contribuire all’insorgenza di malattie cutanee e promuovere la caduta dei capelli attraverso un meccanismo mediato dal rilascio di cortisolo e dalla conseguente attivazione di un processo infiammatorio che coinvolge citochine, chemochine, neurotrasmettitori e neuroormoni. In questi casi, l’omeostasi della pelle non può realizzarsi fisiologicamente e conseguentemente si verifica una promozione dell’invecchiamento della pelle. Tuttavia, se lo stimolo stressogeno viene rimosso, l’omeostasi viene ripristinata: questo è il campo d’azione dei neurocosmetici (13, 11, 14, 15, 16, 17).

    Una folta categoria di neurocosmetici è progettata per proteggere la pelle dalle conseguenze dello stress. La pelle esprime recettori per le β-endorfine, oppioidi endogeni che agiscono come neurotrasmettitori inducendo analgesia grazie alla stimolazione dei centri del piacere situati a livello del sistema nervoso centrale e alla produzione di una sensazione di euforia. Il rilascio di β-endorfine contribuisce ad accelerare la rigenerazione cutanea e la guarigione delle ferite: ne deriva che l’applicazione di prodotti in grado di interagire con tale meccanismo in virtù della presenza di ingredienti ad azione neurorilassante può interrompere le conseguenze negative generate dallo stress a livello cutaneo e ripristinare l’equilibrio omeostatico (11, 13, 14, 15, 16, 17, 18).

    CONTRASTARE LO STRESS PER MANTENERE IL BENESSERE DELLA PELLE

    In analogia a quanto avviene per i cosmeceutici, i neurocosmetici non hanno una normativa specifica, ma possiedono un inquadramento regolatorio all’interno della vasta categoria dei cosmetici (19).

    Si tratta di prodotti che interagiscono, grazie alla presenza di specifici ingredienti, con il sistema nervoso producendo una stimolazione sensoriale e polisensoriale attraverso la stimolazione del rilascio di neurotrasmettitori correlati al mantenimento del tono dell’umore. Di fatto, dunque, i neurocosmetici mettono in relazione la pelle con l’ambiente esterno e il sistema nervoso.

    L’interesse per lo sviluppo di nuovi prodotti appartenenti a questa categoria non si limita al campo degli ingredienti attivi (peptidi biomimetici, NGF, dopamina, acetilcolina, adrenalina, serotonina, acidi grassi essenziali delle linee omega-3 e omega-6), ma si estende a caratteristiche quali la profumazione, la colorazione e la texture, che devono essere gradevoli e contribuire alla generazione di sensazioni di benessere. Ecco dunque legittimato il ricorso a fragranze specifiche, che completano la funzione degli ingredienti attivi a livello sensoriale agendo sul sistema limbico (che sovrintende al controllo delle emozioni) attraverso la stimolazione degli organi olfattivi. Mediante l’aggiunta di oli essenziali alla formula (solo di neurocosmetici destinati alle pelli non caratterizzate da problematiche specifiche) è possibile modulare diverse attività fisiologiche, ivi incluso il rilassamento.

    L’industria concede altresì grande spazio a colori, forme e materiali al fine di realizzare un packaging che rafforzi l’azione del prodotto in termini di wellness.

    Un altro parametro su cui è concentrato l’impegno della cosmetica è rappresentato dalla texture dei prodotti: la consistenza di una crema influisce significativamente sull’effetto prodotto a livello di benessere psicologico. A questo scopo, l’aggiunta di ingredienti che ne promuovono la scorrevolezza (acido ialuronico, ceramidi, siliconi) partecipa nel dare forma all’esperienza polisensoriale prodotta dal cosmetico.


    NON DI SOLI ATTIVI È COMPOSTO IL NEUROCOSMETICO: I FILONI DI RICERCA 

    Riferimenti bibliografici

    EDIZIONE SPONSORIZZATA DA:

    EDIZIONE SPONSORIZZATA DA

    PEER REVIEWED

    NEUROCOSMESI