LA SCIENZA

DELLA NEUROCOSMESI

La pelle è l’organo responsabile della “relazione” che esiste tra il nostro corpo e l’ambiente circostante: tutt’altro che una semplice barriera passiva, questo organo complesso presenta una struttura dinamica, in continua trasformazione che mantiene e protegge l’omeostasi dell’organismo: essa è anche manifestazione dei processi psicologici soggettivi attraverso i quali le emozioni prendono forma (1). La pelle, infatti, è strettamente e direttamente connessa al sistema nervoso centrale e può essere considerata un vero e proprio psico-organo (2), oggetto di studi approfonditi da parte di scienziati e studiosi. Tra questi, è interessante menzionare Emiliano Panconesi, Professore esperto di psico-dermatologia: è suo, infatti, il concetto di “riunificazione dei due fratelli ectodermici, cervello e pelle”, ad indicare la medesima origine embrionale di questi due organi e, da qui, il loro stretto legame fisico e biochimico (3). Nel processo di sviluppo embrionale, epidermide e sistema nervoso hanno entrambi origine all’interno dell’ectoderma, ossia il foglietto più esterno dell’embrione in via di sviluppo (4). Un processo biologico affascinante che pone la pelle come una sorta di estensione del cervello: essa mostra un’architettura nervosa estremamente complessa, con non meno di 800000 neuroni e circa 200 recettori sensoriali ogni centimetro cubico (5): dai gangli nervosi spinali, le fibre del sistema nervoso periferico innervano la pelle modulando la termoregolazione, la secrezione sebacea o la melanogenesi, oltre a trasmettere al sistema nervoso centrale gli stimoli fisici, chimici ed emozionali raccolti dalle cellule cutanee e “tradotti” nel rilascio di neurotrasmettitori (6, 7). Questi dati rendono impossibile dissociare realtà psichiche da quelle fisiche inerenti la connessione pelle-cervello e consentono di stringere ancora di più il legame biochimico esistente tra questi due organi: se quindi il cervello comunica con la pelle, e dunque il nostro stato mentale può influenzarne la salute e l’aspetto, è certamente possibile affermare anche l’esistenza di una comunicazione inversa che risiede nei segnali che la pelle stessa è in grado di inviare al cervello (5); infatti, la maggior parte delle tipologie di cellule presenti a livello cutaneo esprime recettori per neurotrasmettitori, ma è anche in grado di sintetizzarne, evidenziando ulteriormente un’interazione dinamica tra pelle e sistema nervoso.

    PELLE E CERVELLO: LE LORO CONNESSIONI

    Dei 200 tipi di neuromodulatori ad oggi conosciuti, 25 sono stati riscontrati nella pelle: molecole come neurotrofine, endorfine e altri neuropeptidi, sono presenti a livello cutaneo in quanto secrete sia dalle fibre neuronali che innervano la pelle che da cheratinociti e fibroblasti (8); in particolare, i cheratinociti sono in grado di sintetizzare fattori neurotrofici come l’NGF (Nerve Growth Factor), la neurotrofina-3 e neurotrofina-4 che sono in grado di supportare lo sviluppo ed il trofismo neuronale. I cheratinociti, inoltre, esprimono recettori altamente affini ai fattori neurotrofici menzionati che possono quindi influenzarne la proliferazione (9) e proteggerli dall’apoptosi (10); anche le endorfine giocano un ruolo importante nell’interazione pelle e cervello: esse sono prevalentemente sintetizzate dalle cellule nervose, ma è stato dimostrato come anche cheratinociti e fibroblasti siano in grado di secernere β-endorfine, α-MSH (α-melanocyte-stimulating hormone) e ACTH (adrenocorticotropina); inoltre, i recettori relativi alle endorfine sono espressi sia dalle cellule nervose presenti nel derma e nell’epidermide che dagli stessi cheratinociti a sottolineare ancora una volta come la comunicazione pelle-cervello sia bi-direzionale.

    Queste interessanti osservazioni trovano riscontro in numerose problematiche cutanee che esprimono l’interazione tra neurotrasmettitori, pelle e sistema nervoso: infatti, alcuni discomfort della pelle sono espressione di una risposta somatica da parte dell’organismo a situazioni di ansia e stress; in alcune dermatosi, come la dermatite seborroica e la rosacea, diversi neuromediatori giocano un ruolo importante nell’iperattivazione neuronale, come ipotizzato in base alle manifestazioni tipiche di queste condizioni, quali vasodilatazione e dolore; inoltre, uno studio riporta come il sistema nervoso sia coinvolto anche in processi legati alla guarigione cutanea ed alla secchezza (6); non solo, anche l’invecchiamento della pelle sembra associato ad una diminuzione dell’innervazione dell’epidermide (11); ciò dimostrerebbe come almeno alcune delle alterazioni che si osservano nella pelle invecchiata siano dovute ad un ridotto supporto da parte dei fattori neurali menzionati: ad esempio, l’NGF protegge cheratinociti e melanociti dai danni indotti da radiazioni UV (12 ,13) e la β-endorfina promuove la differenziazione dei cheratinociti e la produzione della citocheratina 16 con possibili effetti sull’aspetto della superficie cutanea (14).

    Anche altri fenomeni come calvizie, ipertricosi, disfunzioni della pigmentazione e teleangectasia trovano riscontro in diversi processi biochimici che legano neurotrasmettitori e recettori presenti sulle cellule cutanee (15, 16, 17). Per comprendere al meglio queste interazioni è importante assumere una visione sempre più globale dell’ampio network di ormoni, citochine e neuropeptidi che connettono strettamente pelle e cervello.

    PROBLEMATICHE CUTANEE E INTERAZIONE NEURONALE: RUOLO DEI NEUROTRASMETTITORI 

    Questi concetti trovano applicazione nel campo della cosmetica all’interno di un’area identificata come “neuro-cosmetica” che rappresenta uno dei più interessanti concetti nel mondo beauty degli ultimi anni. Il termine neuro-cosmetica fonde semanticamente le parole “neuroscienza” e “cosmetica”: la neuroscienza studia la struttura del sistema nervoso e le interazioni tra vari organi, come cervello, stomaco, pelle, mantenute da numerosi segnali e recettori (18). La neuroscienza, come la psicologia, è nata per comprendere i meccanismi alla base di stati mentali negativi come ansia e depressione: tuttavia, in tempi più recenti, la ricerca ha iniziato ad ampliare il campo di applicazione focalizzandosi anche sulla comprensione dei meccanismi neuronali alla base delle emozioni positive e del benessere, sconfinando, per così dire, verso un approccio più “ricreativo” e non totalmente medicale.

    La cosmetologia è invece la scienza che studia i meccanismi d’azione dei prodotti cosmetici ed i loro effetti sull’organismo, creando formulazioni efficaci, stabili, sicure e in grado di preservare le caratteristiche estetiche, funzionali e fisiologiche della pelle: in tempi recenti, l’approccio della cosmetologia può essere considerato sempre più olistico, ossia focalizzato al benessere generale dell’organismo e non solo all’aspetto prettamente “beauty”.

    I cosiddetti “neurocosmetici” possono essere definiti come prodotti “che, applicati sulla pelle, presentano un’attività sul sistema nervoso cutaneo o dai generici effetti sui mediatori cutanei” come descritti negli anni 2000 dal Professore Laurent Misery a capo del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Brest in Francia (19); questa definizione mette in luce possibili interazioni biochimiche tra il sistema nervoso cutaneo periferico e particolari tipologie di ingredienti cosmetici, superando così il concetto di cosmetici tradizionali e rivoluzionando il mondo del beauty.

    NEUROSCIENZA E COSMETOLOGIA: I NEUROCOSMETICI 

    I neurocosmetici contengono materie prime in grado di agire a livello neuronale (20) ed influenzare le risposte cerebrali a trattamenti topici: i recettori cutanei che interagiscono con i neurocosmetici inviano segnali al midollo spinale che a sua volta li invia alla corteccia cerebrale (21, 22, 23, 24). Tali tipologie di materie prime mostrano diversi meccanismi d’azione: possono infatti agire direttamente sulle terminazioni nervose cutanee, modulando il rilascio di neurotrasmettitori, come ad esempio i peptidi ad effetto botox-like, che agiscono sul rilassamento della muscolatura facciale per attenuare l’aspetto delle rughe, o i peptidi che inibiscono l’azione neuronale nel trattamento dell’ipersensibilità cutanea verso stimoli ambientali come la temperatura e l’umidità; (6) un ulteriore meccanismo d’azione dei neurocosmetici risiede nella modulazione della funzione di cellule non nervose, agendo come agonisti o antagonisti dei recettori dei neurotrasmettitori (6, 25).

    I neurocosmetici trovano importante applicazione non solo nel trattamento di vari discomfort cutanei, ma anche in prodotti dedicati all’aspetto della pelle, come prodotti anti-age: tali molecole possono infatti rendere la pelle più setosa, luminosa e omogenea, attenuando l’aspetto delle rughe e dei segni dell’invecchiamento (3).

    Alcuni neurcosmetici presenti nel mercato delle materie prime vantano attività anti-stress per la pelle, contrastando l’enzima 11β-hydroxysteroid dehydrogenase type 1 (11β -HSD1) responsabile, a livello cutaneo, della conversione del cortisolo nella sua forma attiva; non solo, anche i trattamenti dedicati alla pelle sensibile possono contenere importanti neurocosmetici: un estratto ottenuto da alghe rosse permette di limitare l’espressione del recettore TRPV1 e mostra azione inibitoria sul rilascio di mediatori neuro-infiammatori, in particolare sulla IL-1α e sull’NGF (26, 27).

    NEUROCOSMETICI: TIPOLOGIE, MECCANISMI D’AZIONE E APPLICAZIONI

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    Come scritto da Belinda Carli, Direttrice dell’Institute of Personal Care Science australiano, il nostro aspetto esteriore è il riflesso del nostro stato d’animo interiore (28): grazie ai benefici ottenuti dall’utilizzo dei neurocosmetici, è possibile formulare prodotti sempre più efficaci nel trattamento della pelle, secondo un approccio sempre più globale che mira al benessere interiore e non solo esteriore e che fa riferimento al legame molto stretto che unisce pelle e cervello.

    Lo sviluppo di nuove metodologie, strategie e tecniche per realizzare formulazioni cosmetiche che permettono di esplorare un nuovo mondo di benefici e claim può essere uno dei passi futuri che possono essere ipotizzati per questo trend emergente e sempre più importante per l’industria del personal-care.

    BELLEZZA INSIDE-OUT: IL FUTURO DEI NEUROCOSMETICI

    Riferimenti bibliografici

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    NEUROCOSMESI