I RISCHI DELL'ESPOSIZIONE AL SOLE

I tumori cutanei indotti dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette sono le più comuni neoplasie tra la popolazione caucasica.
In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 250.000 tumori cutanei.
E’ universalmente accettato il ruolo carcinogenetico dei raggi UV. Una grave fotoustione in età infantile può aumentare il rischio di tumore cutaneo anche del 50% (1).

    INTRODUZIONE

    La carcinogenesi cutanea avviene con tre distinti meccanismi: l’iniziazione, la promozione e la conversione in tumore. L’iniziazione si sviluppa rapidamente anche dopo la singola esposizione a un carcinogeno come la radiazione UV. L’iniziazione UV danneggia il DNA con la formazione di dimeri di pirimidina i quali possono condurre a cambiamenti simili alle mutazioni genetiche.
    Le cellule epidermiche hanno ampia capacità di riparazione; tuttavia le ripetute esposizioni ai raggi UV possono svolgere un ruolo di promotori così come molte sostanze chimiche o farmacologiche.
    Il risultato è la formazione di neoplasie “premaligne” come la cheratosi attinica o il papilloma squamoso (2).
    Nel terzo stadio le cellule premaligne sono convertite in cellule maligne; la conversione può svilupparsi spontaneamente o in seguito all’esposizione a mutageni. Il sistema immunocompetente cutaneo può prevenire il passaggio allo stadio di conversione. Due cellule del sistema immunocompetente sono particolarmente sensibili alla radiazione UV: le cellule di Langerhans e i T linfociti (T4 e T8). Le cellule di Langerhans anche dopo una minima esposizione perdono le loro funzioni di immunosorveglianza e diminuiscono di numero. Nell’esposizione cronica ai raggi UV, i linfociti T suppressor aumentano mentre i T helper diminuiscono, il preciso meccanismo di queste reazioni non è ancora stato chiarito (3).

    MECCANISMI DI CARCINOGENESI CUTANEA 

    STEFANIA MOTTA

    Past President

    Società Italiana Chimica e Scienze Cosmetologiche (SICC) | Italia

    Bio...

    Nei caucasici è il tumore cutaneo più frequente e raggiunge il 76% di tutti i tumori cutanei. L’incidenza del carcinoma basocellulare aumenta parallelamente con l’età del paziente. Questo tumore raramente metastatizzante ha capacità invasive e destruenti. In Italia fino a qualche decennio fa il carcinoma basocellulare era di pertinenza della settima/ottava decade di vita mentre oggi non è infrequente osservarlo nella terza/quarta decade. Si stima che più del 70% della popolazione che raggiungerà l’anzianità nei prossimi 20/30 anni svilupperà almeno uno di questi tumori (4).

    CARCINOMA BASOCELLULARE

    Questo tumore rappresenta il 20% di tutti i tumori cutanei ma è il più frequente negli africani e afroamericani. Il carcinoma squamocellulare si sviluppa in aree fotoesposte in modo rapido e metastatizza in altre parti del corpo. L’area più frequentemente colpita è quella del labbro inferiore (tumore del marinaio), preceduta dalla cosiddetta cheilite attinica. Aumentano tuttavia le osservazioni di carcinoma squamocellulare del volto e, nei soggetti calvi, del capillizio (5).

    CARCINOMA SQUAMOCELLULARE

    Il melanoma è caratterizzato da una crescita anaplastica dei melanociti che possono invadere rapidamente in altri tessuti e portare rapidamente a morte il paziente. Negli ultimi 20 anni questo tumore ha raddoppiato la sua incidenza e, in generale, l’aumento d’incidenza è più veloce rispetto agli altri tumori, fatta eccezione per il tumore polmonare nelle donne e il linfoma correlato all’infezione HIV.
    Rappresenta il 5% di tutti i tumori cutanei. La relazione tra melanoma ed esposizione ai raggi UV è evidente e il rischio di tumore aumenta proporzionalmente all’esposizione ai raggi UV.
    Nelle persone che sviluppano melanoma è spesso presente il dato anamnestico di fotoustione infantile; pertanto, quest’ultima è considerata uno dei fattori di rischio. Il rischio di sviluppare un melanoma raddoppia se nell’infanzia il soggetto ha avuto 5 o più ustioni solari (6).

    MELANOMA

    Il fotoinvecchiamento è un complesso di modificazioni biochimiche e istologiche della cute causate dalla continua esposizione alla luce e che determinano un particolare tipo di invecchiamento precoce.
    La cute fotoinvecchiata si rende evidente nella maturità o anzianità , ma i danni dei raggi UV sono già presenti nell’età giovanile dato che il 70-80% dei raggi UV vengono assunti entro 21 anni.
    Il fotoinvecchiamento si manifesta come secchezza, desquamazione, indurimento, ingiallimento e approfondimento della tramatura , comparsa di rughe. La cute fotoinvecchiata appare cronicamente infiammata e irregolare per la presenza di molte lesioni benigne, premaligne o maligne indotte dalla fotoesposizione.
    Il fotoinvecchiamento non è però da confondere con il naturale processo di invecchiamento cutaneo; infatti, la cute non fotoesposta dell’anziano appare, al contrario di quella fotoinvecchiata, sottile, liscia, morbida. Il fotoinvecchiamento è proporzionale al tempo di esposizione e soprattutto al fototipo. Per fototipo s’intende una scala di 6 valori che identifica la sensibilità cutanea individuale all’esposizione solare (7).

    FOTOINVECCHIAMENTO

    Tabella 1. I fototipi cutanei.

    Negli ultimi anni si è diffusa anche nella popolazione italiana, soprattutto nella fascia di età giovanile, l’abitudine all’abbronzatura artificiale per lo più a scopo estetico. Il rischio di aumentare i casi di fotodermatosi, fotoinvecchiamento e tumori cutanei è ben evidente. Tuttavia, non vengono date informazioni sufficienti su questi rischi ai frequentatori dei centri per l’abbronzatura artificiale. Inoltre, per la gestione delle lampade emittenti raggi UV non occorre conseguire una specifica patente né è previsto un controllo programmato sull’emissione UV delle lampade stesse.
    Queste sono inoltre di libero acquisto. E’ evidente che in mancanza di una regolamentazione ad hoc e di una educazione sanitaria alla fotoesposizione artificiale, assisteremo all’aumento dei tumori cutanei fotoindotti probabilmente già nella fascia giovanile. L’abbronzatura artificiale dovrebbe essere vietata al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 60, alle donne in gravidanza, alle donne che assumono anticoncezionali, ai soggetti che hanno o hanno avuto malattie autoimmuni, ai soggetti in trattamento farmacologico con farmaci fotoattivi (8).

    FOTODANNEGGIAMENTO DA ESPOSIZIONE AI RAGGI UV ARTIFICIALI

    La fotoprotezione può essere ottenuta con diversi metodi:

    1. evitare l’esposizione alla luce del sole
    2. coprirsi con indumenti protettivi
    3. utilizzare agenti chimici che assorbono i raggi solari
    4. utilizzare agenti fisici minerali che riflettono i raggi solari

    Il primo punto è poco realistico mentre gli altri richiedono una specifica educazione sanitaria.
    In generale la fotoprotezione non deve essere considerata un fatto occasionale ma una filosofia di comportamento che deve durare tutta la vita.

    MEZZI DI FOTOPROTEZIONE

    RACCOMANDAZIONI PER L’ESPOSIZIONE AL SOLE

    Una corretta esposizione ai raggi solari non significa esclusivamente una restrizione del tempo da passare all’aperto.
    L’esposizione della cute ai raggi solari provoca certamente stimoli benefici fisici, tra cui la sintesi della vitamina D e la liberazione di citochine, e psicologici.
    La corretta fotoesposizione prevede di limitare il tempo di esposizione secondo le varianti: fototipo, stagione, latitudine, ora del giorno.

    • Il 50% dei raggi UVB arriva sulla terra tra le 11.00 e le 15.00, ora legale; pertanto, evitando l’esposizione in questo intervallo si risparmia il 50% del fotodanneggiamento indotto dagli UVB.
    • L’uso degli schermi solari è utile quando non vi sono altri mezzi di fotoprotezione . Gli schermi inorganici non espongono il soggetto a rischi di sensibilizzazione o tossicità per assorbimento.
    • L’uso del cappello con tesa diminuisce l’irradiazione a livello del capo e del volto e può prevenire i tumori fotoindotti di queste aree, i più frequenti.
    • L’uso di occhiali con lenti UV assorbenti riduce sia i danni oculari (cataratta, retinopatia) sia i danni nell’area delle orbite, area estremamente sensibile ai raggi UV.
    • L’uso della maglietta durante le gite sotto il sole o durante i bagni diminuisce il fotodanneggiamento a livello delle spalle e del decolleté, anche queste aree ad alto rischio di fotoinvecchiamento e tumori fotoindotti.
    • L’uso di cosmetici o di profumi deve essere evitato prima di esporsi al sole poiché possono contenere sostanze fotoattive , cioè che potenziano il danno dei raggi solari.
    • Non usare salviette profumate per la detersione del sudore e la pulizia del corpo durante l’esposizione solare.
    • Ricordare che gli acceleratori di abbronzatura aumentano il rischio di fotoustione e di fotoinvecchiamento e di tumori cutanei.
    • Ricordare che gli autoabbronzanti non proteggono dai raggi UV.
    • Ricordare che il beta-carotene, depositandosi nel derma, non protegge l’epidermide dai raggi UV.
    • Ricordare che molti estratti vegetali (fico, bergamotto, etc) contengono sostanze fotoattive (cumarine) e non devono essere applicati sulla cute come abbronzanti fai-da-te per l’alto rischio di fotoustione.

    Le principali nozioni riguardanti i raggi solari sono quelle riportate in tabella (9):

    Tabella 2. Le principali nozioni riguardanti i raggi solari.

    Le principali raccomandazioni sono quelle riportate in tabella.

    Tabella 3. Le principali raccomandazioni per il pubblico.

    Riferimenti bibliografici

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