Germano Scarpa 

Presidente

FederSalus

Italia

Il mercato degli integratori sta vivendo una stagione estremamente favorevole iniziata ben prima della pandemia, lo confermano i dati e lo sviluppo della Associazione, e l’Italia vanta una posizione primaria sulla scena internazionale in termini di consumo: come si è giunti secondo lei a questo risultato?

Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla valorizzazione del comparto degli integratori alimentari in Italia. Innanzitutto l’evoluzione dell’approccio alla salute da parte del consumatore che ha inserito l’integratore alimentare tra gli acquisti fondamentali riconoscendone un ruolo funzionale per il mantenimento della salute e del benessere. Il consumatore riconosce inoltre la qualità dell’offerta di integratori alimentari, la cui produzione vede protagoniste aziende che investono e puntano su ricerca e innovazione, con particolare attenzione ai propri bisogni di benessere. A questo si aggiunge il riferimento dei professionisti della salute, medico e farmacista, che li valutano funzionali alla tutela e alla promozione della salute.

Mi ha colpito il titolo di uno dei prossimi webinar dedicato al mercato cinese. Questo significa che nel nostro caso assistiamo ad una dinamica contraria rispetto all’usuale movimento di import da quel Paese e che quindi possiamo giocare un ruolo importante per il nostro export? Quali gli elementi che lo rendono possibile?

Negli ultimi 10 anni il mercato cinese è cambiato molto, la propensione al consumo di prodotti esteri da parte della popolazione è cresciuta in maniera considerevole. In generale, il prodotto europeo è sinonimo di elevata qualità, e se si guarda al comparto degli integratori alimentari l’Italia ha saputo ritagliarsi un ruolo ancora più di rilievo, sia per le capacità di creare prodotti nutrizionali altamente qualificati, sia per gli standard produttivi alti riconosciuti alle aziende.  Ci sono diversi aspetti che hanno caratterizzato un aumento della domanda di integratori alimentari in Cina quali l'invecchiamento della popolazione, l'allargamento delle città e la diffusione della rete nelle campagne. Tutti elementi che hanno favorito un aumento della consapevolezza e una maggiore conoscenza del prodotto, favorendone il consumo. 

Le importanti barriere per le importazioni create dal governo cinese non renderanno facile l’esportazione dei nostri prodotti in Cina, ma considerato che alcune aziende lo stanno già facendo con successo, sono fiducioso nel pensare che, forse, sarà solo questione di tempo. Per questo FederSalus ha avviato, già da qualche mese, un ciclo di seminari dedicati al mercato cinese con lo scopo di condividere con i nostri associati informazioni utili all'avvio di progetti legati all'export in collaborazione con ICE Agenzia. 

Come la situazione sanitaria che stiamo vivendo può giocare un ruolo ulteriore di sviluppo per gli integratori? Mi sembra di capire che questi prodotti oggi sono sempre più inseriti in un contesto di prevenzione e cura, penso per esempio al loro supporto in un periodo di convalescenza. Questo significa che godono di una crescente considerazione da parte del medico curante?

La pandemia ha aperto gli occhi sull’importanza del mantenimento di un metabolismo efficiente, al fine di mettere il nostro organismo nella condizione di rispondere a tutti gli “attacchi” che quotidianamente lo aggrediscono. Credo tuttavia che oggi la situazione sia borderline per il mercato degli integratori: da una parte, i consumatori riconoscono a questi prodotti un ruolo fondamentale nel mantenimento del proprio stato di salute, dall’altro questi stessi prodotti sono sottovalutati da molte comunità scientifiche e tecnico politiche. Non a caso, uno dei compiti del mio mandato è proprio quello di riuscire a dissipare questo velo di diffidenza.

Tra gli obiettivi che si pone durante il suo mandato ci sono la promozione della cultura nei confronti degli integratori nutrizionali e dello sviluppo di una rete di relazione con altre associazioni. Possiamo dire che le due prospettive sono sinergiche?

Ritengo che l’unione delle forze sia l’unica via possibile per accreditare definitivamente questi prodotti verso quelle persone che ancora li contrastano. Sicuramente, immaginare un’unica Associazione potrebbe essere un modo per raggiungere l’obiettivo. Da quando è nata nel 1999 su idea del Dr. Renato Minasi, condivisa allora da 12 aziende, FederSalus ha avuto uno sviluppo incredibile e oggi rappresenta oltre 230 aziende e un comparto d’eccellenza: il vero obiettivo è rappresentare ad associati e stakeholders il grande cambiamento che stiamo vivendo e la necessità di farlo proprio e in tempi brevi, con la consapevolezza che ognuno di noi dovrà rinunciare a qualche piccolo privilegio e con la certezza che la difesa dello stato di salute sarà uno dei temi fondamentali del nostro futuro. 

Come FederSalus intende sviluppare il dialogo tra associazioni all’estero?

FederSalus siede nel board di EHPM - European Federation of Health Products Manufacturers Associations - che riunisce in Europa aziende e associazioni, omologhe a FederSalus, rappresentative del settore degli integratori alimentari, in 14 Paesi europei. Con il coordinamento della Federazione europea, dunque, FederSalus ha un ruolo attivo all’interno della Federazione e collabora fattivamente allo sviluppo delle strategie europee mettendo a disposizione le migliori professionalità del settore.

C’è un dialogo tra FederSalus e organismi della politica italiana quale potrebbe essere il Ministero della Salute?

FederSalus è in costante contatto con gli esponenti del Ministero della Salute e oggi sempre più sentiamo l’esigenza di lavorare in sinergia con l’Istituto Superiore di Sanità e con tutti i rami tecnici e politici afferenti al settore della salute.

Parlare di internazionalizzazione significa confrontarsi anche con il complesso mondo delle regolamentazioni e dei loro effetti. Quale è lo stato di salute, giusto per restare in metafora, del dialogo tra il produttore e l’ente regolatore?

Se paragonata da altri, l’Italia è sicuramente uno dei paesi dove organi di controllo e società produttive hanno posto in alto l’asticella per la produzione di questi prodotti. Il percorso per le GMP certificate, che proprio io intrapresi più di dieci anni fa, sembra essere in dirittura d’arrivo e rappresenterà un trampolino di lancio anche per facilitare l’internazionalizzazione delle aziende italiane. Tuttavia dobbiamo riconoscere che la vera zavorra di questo processo è una regolamentazione frammentata in tutti gli stati, che rende difficile pensare a prodotti worldwide.

Una delle maggiori sfide che viviamo a livello di comunicazione è quella di fronteggiare il fenomeno delle cosiddette fake news amplificato dalle dinamiche social che ben conosciamo. Cosa pensate di fare per contrastare questo fenomeno ed alimentare una “sana” informazione in questo contesto?

Il fenomeno delle fake news purtroppo ci investe a pieno, soprattutto in questo periodo. Dall’inizio della pandemia si sono susseguite una serie di comunicazioni false e fuorvianti su alcune sostanze contenute negli integratori alimentari contro il COVID-19 che hanno messo a rischio la credibilità di un settore attento alla qualità e all’eccellenza di filiera. In FederSalus è costante l’impegno nel rappresentare un punto di riferimento affidabile e sicuro per gli associati e per il comparto, motivo per cui possiamo solo augurarci che la stampa di settore e quella generalista valorizzino nel modo corretto le informazioni che veicoliamo, a testimonianza della nostra reputazione e credibilità.

Per concludere possiamo affermare che oggi FederSalus rappresenta un comparto di eccellenza per il Made in Italy?

Il comparto degli integratori alimentari è un’eccellenza nazionale. Il mercato italiano è il primo in Europa, con un valore di 3,6 miliardi di euro, e rappresenta un fiore all’occhiello sia a livello di qualità della produzione, sia di consumo. L’indagine condotta annualmente dal Centro Studi FedeSalus fotografa un settore composto da aziende dinamiche che investono in ricerca e innovazione, puntano all’export e generano un prodotto il cui utilizzo coinvolge il 65% della popolazione italiana adulta, 32 milioni di consumatori, che cercano una risposta al proprio bisogno di benessere.

 Germano Scarpa - imprenditore, fondatore di Biofarma (oggi Biofarma Group) - è stato nominato presidente di FederSalus. Figura ben nota nel settore, ricopre questo ruolo per la terza volta in un momento storico particolarissimo in cui le istanze legate alla salute sono primarie e all’insegna dell’emergenza. In questa ottica l’ambito in cui svolge il suo mandato è oggi più che mai chiamato a dare il suo fondamentale contributo al mantenimento e miglioramento delle nostre condizioni e prospettive di vita. Silvana Maini lo ha intervistato per NUTRA HORIZONS.