BIODISPONIBILITÀ DI MINERALI, VITAMINE E SOSTANZE BIOATTIVE

I consumatori e i professionisti della salute diventano ogni giorno più consapevoli e più esigenti sull’aspetto qualità e sicurezza degli integratori alimentari.  
Le caratteristiche più frequentemente valutate, anche se non sempre correlate con la qualità del prodotto, sono le seguenti:  

  • Fonte (naturale, sintetica o semi-sintetica)  

  • Grado di biodisponibilità  

  • Tollerabilità  

  • Bio o non bio  

  • Origine animale, adatta a vegetariani o a vegani  

  • Presenza di allergeni  

    Gli integratori alimentari possono contenere macronutrienti, micronutrienti e altre sostanze definite “sostanze bioattive” (ad es. estratti vegetali). 
    Queste sostanze possono essere inserite nel prodotto in forma pura o attraverso estratti vegetali contenenti un principio attivo specifico. 
    Ad esempio è possibile fornire la vitamina C come sale dell’acido ascorbico o come estratto di rosa canina o bacche di GoJi ricco in acido ascorbico. 
    I due casi si possono distinguere facilmente leggendo la lista degli ingredienti in etichetta. 
    Nel caso della Vitamina C è facile distinguere tra origine naturale o sintetica. La maggior parte dell’acido ascorbico che troviamo negli integratori è sintetico e la molecola in questione è esattamente identica a quella naturale. Una spremuta d’arancia però fornisce altre sostanze antiossidanti che rientrano nell’ombrello delle sostanze con attività vitamino C simile come quercetina, lemonene, esperidina (1). 
    Il fitocomplesso che troviamo in una spremuta di agrumi è più ricco del semplice acido ascorbico.
    Anche la vitamina B12 è sempre semi-sintetica sia nella forma chimica legata al gruppo cianidrico (cianocobalamina) che nelle forme metilate (metilcobalamina). 

    Passando ai minerali possiamo trovare forme realmente naturali come il cloruro di magnesio di estrazione marina o il carbonato di calcio di estrazione algale. 
    Alcune forme di ferro sono naturali in quanto derivano da acque ferrose o da minerali ricchi di ferro ma la loro naturalità si associa spesso a bassissima biodisponibilità (ferro in forma di ossido o sali inorganici trivalenti). Queste forme, pur essendo “naturali” sono gravate da problemi di tollerabilità o biodisponibilità tali da renderli meno adatte all’integrazione rispetto alle forme semi-sintetiche. 

    INGREDIENTI NATURALI O SEMI-SINTETICI

    MAURIZIO SALAMONE

    Metagenics Italia srl | Italia

    Bio...

    FASCICOLO SPONSORIZZATO DA

    La biodisponibilità di vitamine e minerali dipende principalmente dalla forma chimica in cui sono inseriti nelle formulazioni di integratori alimentari e dalla fisiologia del soggetto. 
    La bio-accessibilità (o capacita di una sostanza di essere adeguatamente assorbita) è importante quanto la successiva “idoneità” ad essere adeguatamente metabolizzata ed eliminata. 

    Esistono numerose forme chimiche per ogni micronutriente ammesse dal Ministero della Salute come ingrediente negli integratori alimentari.
    Purtroppo sono ammesse anche forme chimiche di micronutrienti con un grado di biodisponibilità pressocchè nullo e pochi hanno conoscenze tecniche per fare una scelta consapevole.

    Il grado di assorbimento dei minerali è bassissimo per gli ossidi e gli idrossidi, basso per i sali inorganici (cloruri, carbonati, solfati, pirofosfati) medio-alto per le forme organiche (citrati, gluconati, fumarati, glicerofosfati) alto per forme chelate (pidolati, bisglicinati) (2,3).


    BIODISPONIBILITA’ DEI MICRONUTRIENTI 

    La maggior parte della vitamina B9 che troviamo negli integratori è presente sotto forma di acido folico, una sostanza sintetica con attività pro-vitaminica non presente in natura. Anche i mono e pluriglutammati dei folati che troviamo negli alimenti devono essere convertiti da un enzima codificato dal gene MTHFR. 
    A causa di alcuni polimorfismi (SNPs) di questo gene, il 20% degli italiani non sono in grado di completare l’attivazione dell’acido folico e dei folati dietetici. La conseguenza è un aumento dell’omocisteina plasmatica e di un deficit generale del processo di metilazione. L’iperomocisteinemia è considerata un fattore di rischio cardiovascolare indipendente (4). 
    Esistono forme di folato disponibili in forma attiva come il 5-metiltetraidrofolato, utilizzabile dal 100% da qualsiasi soggetto. La metilcobalamina è molto più resistente al calore e alla luce rispetto alla cianocobalamina.

    VITAMINE IN FORMA ATTIVA  

    Cause di malassorbimento come la celiachia, l’utilizzo di farmaci in grado di modificare il pH di stomaco e intestino (antiacidi) riducono drasticamente la biodisponibilità dei micronutrienti (6).  
    Le vitamine liposolubili (A,D,K,E) vengono assorbite nel digiuno e il loro assorbimento e biodisponibilità è facilitato da una contemporanea assunzione di grassi, Per questo motivo gli interventi bariatrici e altre cause di malassorbimento possono rappresentare una criticità (7). 
    L’utilizzo di alcol limita molto la biodisponibilità delle vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) e tra gli alcolisti sono frequenti gravi carenze sintomatiche anche plurivitaminiche. 

    BIODISPONIBILITA’ DEI MICRONUTRIENTI: FATTORI SOGGETTIVI  

    La scarsa bio-accessibilità dei sali inorganici dei principali minerali determina una maggiore frequenza di effetti avversi (3).  
    Questi sali si dissolvono nel liquido gastrico e la carica positiva del metallo è in grado di sensibilizzare la mucosa gastrica. Differenti forme chimiche si dissociano in vario grado a livello dello stomaco e possono presentare una carica attiva bivalente o trivalente che può essere rilevata da sensori specifici della mucosa gastrica (cellule parietali dello stomaco) e intestinali (4).  
    Gli stessi sali, non completamente assorbiti, richiameranno acqua nel colon portando effetti indesiderati come la diarrea, con frequenze che arrivano fino al 40%.
    Le forme organiche hanno una tollerabilità migliore e diversa da forma a forma. Il glicerofosfato e il fumarato sono le forme organiche a migliore profilo di tollerabilità con effetti indesiderati simili al placebo sia a livello gastrico che intestinale. 
    Le forme chelate rappresentano un ulteriore passo avanti sia nella direzione dell’assorbimento che della tollerabilità. L’assorbimento avviene nel digiuno con i meccanismi di trasporto degli amminoacidi e la molecola, elettricamente neutra, passa attraverso lo stomaco senza attivare i recettori della mucosa gastrica (8). Ossidi di zinco e magnesio, nonostante ampiamente utilizzati anche per l’integrazione in gravidanza, sono forme a bassissima biodisponibilità seppur ben tollerate.

    TOLLERABILITA’  

    Alla luce di quanto detto sopra possiamo renderci conto che parlare di BIO o NON BIO in un integratore alimentare ha poco senso. Molte delle vitamine sono di derivazione microbica, fungina, semi-sintetica o sintetica.

    BIO O NON BIO?  

    I macronutrienti, le vitamine, i minerali e le sostanze bioattive presenti negli integratori alimentari possono essere di origine chimica, da minerali, da vegetali, da funghi o persino di origine extraterrestre (povere di meteoriti).  
    La maggior parte delle vitamine presenti negli integratori vengono prodotte per noi da batteri o lieviti in bioreattori. E’ il caso di molte vitamine del gruppo B, della A e della vit. K2. 
    Per i vegetariani è importante sapere che nel processo produttivo non vengono uccisi animali visto che molti ingredienti sono di origine animale. 
    Per esempio la vitamina D in forma di colecalciferolo deriva dalla lanolina estratta in modo incruento dal manto di ovini ma esistono anche forme estratte dai licheni. 
    Ma ciò non soddisfa i soggetti vegani che rifiutano qualsiasi ingrediente di origine animale a prescindere dal processo.

    VEGETARIAN, VEGAN O DI ORIGINE ANIMALE 

    In Italia vivono oltre 1 milione di celiaci diagnosticati e almeno il doppio di persone con sensibilità al glutine. Il 30-40% degli italiani non produce a sufficienza gli enzimi per digerire il lattosio. 
    Allergie a soia e proteine del latte, dell’uovo e frutta secca a guscio sono molto frequenti. 
    La presenza dei 14 più importanti allergeni deve essere specificata nelle etichette alimentari e degli integratori in grassetto (9). L’assenza di un allergene in etichetta significa che la sostanza non è presente negli ingredienti ma non garantisce dalle possibili contaminazioni.

    PRESENZA DI ALLERGENI 

    Scegliere la qualità non è facile. Per questo è importante che le aziende produttrici offrano prodotti in grado di esercitare l’effetto salutistico per cui sono stati realizzati garantendo nel contempo un adeguato livello di sicurezza, compliance e convenienza.

    MICRONUTRIZIONE AD ALTO IMPATTO

    VITAMINE & MINERALI