In pillole: flash sulla bellezza

a cura della redazione di

BEAUTY HORIZONS

Estate, sole, acqua salmastra e piscina: sono questi i grandi nemici dei capelli, che rientrano dalle vacanze notevolmente danneggiati.


Ma non tutti i tipi di capelli subiscono i danni ambientali dovuti al sole e ai sali contenuti nell'acqua.


Ad esempio, quelli di tipo orientale e quelli delle popolazioni di colore sono strutturalmente meno sensibili al sole. I danni maggiori li subiscono i capelli delicati, sottili, chiari o che hanno affrontato trattamenti estetici di natura chimica, quali tinture e permanenti. Eppure, esaminando la resistenza all'ossidazione dei due tipi di melanina (il pigmento che dà colore a pelle e capelli), si nota che l'eumelanina (nera o bruna) è più sensibile e si schiarisce più rapidamente della feomelanina (rossa), più resistente sia alle decolorazioni chimiche che al sole.


Si tratta di un comportamento ben diverso da quello della cute, la cui tendenza a scottarsi è invece massima per chi ha i capelli rossi e la carnagione chiara, secondo una predisposizione genetica scritta nel DNA dai nostri progenitori. Ciò è vero a tal punto che, secondo il colore della pelle, degli occhi e dei capelli, due eminenti studiosi (Cesarini e Fitzpatrick) hanno classificato alcune tipologie umane (i fototipi), assegnando loro un numero su una scala che ne contraddistingue il rischio alla fotoesposizione, cioè la maggior o minor capacità di autoproteggersi dal sole.


L'alto contenuto energetico dei raggi ultravioletti determina modifiche anche nel colore cosmetico dei capelli e profonde alterazioni strutturali; in particolare, vengono degradati i cementi intercellulari ed intercuticolari, con danni che aumentano progressivamente dalla radice alle punte e che sono sperimentalmente misurabili con tecniche collaudate per altre fibre naturali, quali la lana e la seta, al fine di valutarne la resistenza alla trazione (forza) e l'elasticità.


Le alterazioni più gravi indotte dal sole riguardano infatti la rottura dei ponti che tengono unite tra loro le fibre del capello dandogli forza e sostegno. La conseguenza più immediata del trauma strutturale e chimico è una notevole diminuzione della resistenza meccanica ( fragilità e tendenza a spezzarsi). La fotoossidazione porta altresì alla degradazione dei lipidi e delle proteine e ad una forte disidratazione. I risultati sono noti a tutti: capelli opachi, stinti, fragili e stopposi, difficili da pettinare, con tendenza a intricarsi e a "svolazzare ", i capelli diventano "porosi", assorbono acqua e sostanze estranee (sali , cloro, residui cosmetici, inquinanti ambientali ).


Il danno è irreversibile e porta ad alterazioni funzionali anche nella normale crescita dei capelli, poiché il bulbo risente della formazione di radicali liberi e subisce un invecchiamento accelerato. E' stato infatti dimostrato che le radiazioni ultraviolette (UV/A e UV/B) presenti nei raggi solari, possono aumentare la caduta: un fenomeno che si accentua quando i capelli sono già diradati e non proteggono adeguatamente il cuoio capelluto.


Prevenire è l'arma più efficace contro i danni estivi, ma una buona prevenzione richiede la conoscenza del proprio "rischio solare" e l'utilizzo di prodotti specifici per i tre momenti-chiave della fotoprotezione: prima, durante e dopo l'esposizione al sole.


Di particolare importanza è la scelta dello shampoo, che deve essere specifico per rimuovere i residui cosmetici e la salsedine reintegrando il giusto equilibrio idro-lipidico. Esistono nuovissimi tensioattivi, di origine naturale, che effettuano una particolare forma di pulizia, particolarmente delicata, idratante e protettiva, da accompagnare a prodotti dopo sole per riequilibrare la morbidezza e l'elasticità e per riparare i piccoli danni al colore e alla lucentezza.


Ma il vero trattamento preventivo si ha durante l'esposizione al sole, o meglio durante tutti i mesi estivi, anche in città, quando l'insolazione è molto forte e la protezione dei capelli diventa altrettanto importante quanto la protezione del viso: una consuetudine questa ormai acquisita da milioni di donne, che usano regolarmente creme contenenti filtri contro i raggi ultravioletti per evitare un precoce invecchiamento.


Tra i più attuali sono stati studiati cosmetici naturali specifici e multifunzionali, per una protezione completa dei capelli, soprattutto se colorati e sensibili. In forma nebulizzata, gel o siero, contengono filtri che assorbono le radiazioni solari nocive, biopolimeri naturali e derivati siliconici, che ne prolungano l'efficacia, formando una guaina protettiva attorno ai capelli. Derivati naturali, quali burri e oli vegetali, si arricchiscono di una grande vitamina, la vitamina E, attiva contro i radicali liberi e il fotoinvecchiamento. Ma per una corretta prevenzione e cura, è fondamentale (come per la pelle) intervenire sull'idratazione dei capelli, con mucillagini naturali di Altea, Aloe, Calendula e sull'elasticità, con l'apporto di oligoelementi (zinco, calcio, manganese, rame) preziosi per la salute del bulbo e dei capelli (tutte sostanze delle quali le alghe e i derivati marini sono una vera miniera). Si assicura in tal modo il perfetto equilibrio nutrizionale della cute e dei capelli, il mantenimento della loro integrità strutturale e la protezione della lucentezza e del colore, senza rinunciare al picere di un bagno di luce e di sole.

Anche i capelli temono il sole

Uno scudo di “Titanio” contro i raggi del sole

Dal mito dei Titani, possenti figli del Cielo e della Terra, è derivato il nome di un metallo lucente e resistente: il titanio, dalle cui leghe nascono acciai speciali e dai cui cristalli naturali nasce un interessante ingrediente cosmetico: il biossido di titanio.


Il suo uso come pigmento in ciprie e fondi tinta è antico e deriva dalla purezza del suo candore e dalla grande inerzia chimica, che ne fanno una base bianca per tutti i prodotti da trucco, ai quali conferisce delicatezza nelle sfumature, opacità e un ottimo grado di "coprenza" contro le imperfezioni della pelle.


Ma il titanium dioxide (secondo la nomenclatura ufficiale europea o INCI name) è salito alla ribalta della notorietà cosmetica come "filtro solare". Il suo altissimo indice di rifrazione e la capacità di respingere le radiazioni nocive (UV/A e UV/B che generano scottature e invecchiamento cutaneo) erano noti da tempo, ma soltanto grazie alle nuove tecnologie è stato possibile ottenere micro-particelle, così fini da essere trasparenti pur conservando le capacità schermanti: un cosiddetto "filtro fisico": stabile, inerte e, soprattutto non assorbito dalla cute come avviene per i normali filtri chimici.


Scomparse le vecchie pomate bianche che proteggevano naso e labbra sui campi da sci fino alla fine del secolo scorso, i fattori di protezione o SPF (numeri che compaiono sulle confezioni) hanno raggiunto valori sempre più alti, alla ricerca della protezione assoluta, dove il biossido di titanio sembrava rappresentare la soluzione più stabile e sicura: efficace, gradevole all’applicazione e innocua.


Ma è davvero così? Non proprio. E’noto infatti che i metalli (tra cui il titanio) stimolano reazioni biochimiche cutanee, aumentate dai raggi solari, a livello di risposta immunitaria. E' scattata così, per la scienza cosmetica, una nuova ricerca atta a ricoprire le microparticelle di biossido di titanio, con film di silicone o pellicole naturali per evitarne il diretto contatto con la cute.


Per la scienza un nuovo passo avanti e un nuovo successo, per il consumatore un invito a esporsi al sole con discrezione e saggezza. Proteggersi senza eccedere, scegliere cosmetici solari adeguati alla propria cute e al tipo di vacanza, rinnovarne l'applicazione durante i bagni di sole, piuttosto che usare cosmetici troppo protettivi, vuol dire garantire alla pelle la giusta protezione ma anche innocuità e sicurezza, soprattutto per i più piccini.