Dalla parte del consumatore
Annalisa Betti
Giornalista professionista
Beauty & SPA | Italia
Bio...
BIOGRAFIA
Annalisa Betti, giornalista professionista dal 2005, scrive di bellezza e benessere sulle più importanti testate italiane, con specializzazione su profumeria artistica, make-up e SPA, con un occhio di riguardo a scenari e tendenze globali. Di lei dicono che ha uno stile ironico, schietto e inconfondibile, anche grazie ai riferimenti all'ambito musicale, che spesso si diverte a citare. In vent’anni di carriera ha costruito una reputazione basata su etica e affidabilità. I suoi guru sono Diego Dalla Palma, Coco Chanel e Jean-Claude Ellena.
Per fare in modo che non ci siano scottature o scocciature, vi diamo consigli utili su spf, solari e abbronzatura.
‘A a abbronzatissima, sotto i raggi del sole’, la canzone è conosciutissima e amata da tutti, ma siamo sicuri che nel 2021 sia un’immagine da comunicare? Già, perché dagli Anni Sessanta a oggi le cose sono cambiate parecchio. Ma non a sufficienza per fare chiarezza in modo definitivo e per sradicare, una volta per tutte, falsi miti e credenze fondate sul nulla. Vediamo se ci riusciamo adesso.
UVA, UVB & co.
Il modo più semplice per distinguere queste due radiazioni è associare A con ‘age’ e B con ‘burn’: i raggi UVA sono quelli che, negli anni, favoriscono il fotoinvecchiamento. Sono i più subdoli, perché agiscono in un modo che non si palesa se non quando è tardi. I raggi UVB sono quelli che invece provocano le scottature. Il fattore di protezione solare, indicato con SPF (Sun Protecting Factor) o IP (Indice di Protezione) determina quanto una formula è in grado di schermare la pelle soltanto dai raggi UVB. Ma è obbligatorio indicare anche quanto protegge dagli UVA.
Con gli UV abbiamo però risolto soltanto il 10% circa dei raggi solari: il restante 90% è composto dalla luce visibile a occhio nudo e dagli infrarossi. Sui solari più recenti è comparsa infatti anche la dicitura ‘IR’ che sta proprio per ‘infrared’. Questi raggi danneggiano soprattutto i vasi sanguigni e colpiscono in modo particolare chi ha la pelle chiara o soffre di fragilità capillare. Non c’è ancora una normativa precisa a riguardo, ma possiamo verificare che il cosmetico contenga sostanze schermanti (che in genere sono fisiche, come microcristalli minerali) ed è molto utile, in ogni caso, assumere integratori vasoprotettori.
I dieci comandamenti
- Nella scelta del SPF adatto a voi, per non sbagliare, puntate sul 30. Se c’è il 50, ancora meglio. Non esiste alcuna protezione ‘totale’ dai raggi UV. Il massimo è in genere 50+, mentre il 100 è adatto soltanto in caso di patologie epidermiche.
- La crema va stesa in modo uniforme e abbondante. La maggior parte delle ustioni sono infatti causate dall’eccesso di parsimonia, lo sapevate? Va poi riapplicata ogni due ore, soprattutto dopo aver fatto il bagno in mare e anche se sulla confezione è indicato ‘water resistant’. In barca, i raggi UV sono moltiplicati di tre, quattro volte: qui occorre particolare attenzione.
- Non ha senso diminuire il SPF dopo qualche giorno. Iniziate col 30, arrivate a fine vacanza col 30.
- La protezione solare va messa comunque, anche se il cielo è coperto, perché i raggi UV passano attraverso le nuvole. Ne deriva che la crema con SPF va applicata sul viso sempre, quando si esce, anche in inverno. In realtà, soltanto una minoranza utilizza un idratante giorno con SPF. Chi non la usa lo fa per due motivi principali: o perché non crede sia necessaria, oppure perché la texture non è piacevole. In realtà le formule di ultima generazione sono molto piacevoli e ‘peso piuma’: provatele!
- Anche l’orario è importantissimo: è vivamente sconsigliato stare al sole dalle 10 alle 16. Questo significa che i meno mattinieri possono considerare soltanto da metà pomeriggio in poi.
- Uno scrub a metà vacanza NON toglie l’abbronzatura, se proprio ci tenete. La renderà anzi più uniforme e duratura.
- Il doposole va applicato sempre, perché idrata più di una crema corpo classica e perché lenisce eventuali rossori. Infine, aiuta a fissare l’abbronzatura (ammesso che sia ancora importante).
- Va rivisto anche il rapporto tra raggi solari e acne. Se ne soffrite, sappiate che il sole non è la cura giusta. I raggi UV in questo caso non hanno alcuna funzione terapeutica, aiutano semplicemente a ridurre momentaneamente la produzione di sebo, ma poi la situazione torna come prima, se non peggio.
- Per quanto riguarda le lampade UV, sono anche peggio del sole. Il motivo è semplice: proprio perché in genere si fanno per togliere il pallore e creare rapidamente una base per l’abbronzatura, solitamente non si usa la crema solare protettiva. Ma si possono anche fare, purché una ogni due settimane al massimo e sempre con SPF 30. Ma non più di due o tre.
- La migliore protezione dai raggi solari è esporsi al sole poco e con grande cautela. L’abbronzatura (che è la manifestazione a livello epidermico della produzione di melanina) è comunque una reazione di difesa da parte della pelle, ricordiamolo sempre.