Che cos’è la salute mentale? Quando parliamo di disequilibri della sfera mentale pensiamo a qualche stato patologico che intacca le capacità dell’uomo di relazionarsi con il mondo esterno o vivere in maniera bilanciata la sua esistenza. Contrariamente a quanto si possa pensare, invece, la definizione data dalle autorità, considera un’area più estesa: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha infatti descritto la salute mentale come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità".  


Nel 2005, ad Helsinki, il messaggio consegnato alle Nazioni europee in occasione della Conferenza Ministeriale Europea sulla Salute mentale, è stato “Non c’è salute senza salute mentale”. Il messaggio è chiaro, la salute mentale è un tutt’uno con la salute fisica. 


Oggigiorno, risulta chiaro che le tendenze individuali mentali, come il controllo dei pensieri, la gestione delle emozioni, le relazioni con gli altri, siano “solo” alcuni dei fattori che influenzano la salute mentale. Lo standard di vita, le abitudini, le condizioni lavorative e famigliari, la presenza di patologie, sono altrettanto centrali per la salute della mente.  


D’altro canto, la mente e lo stato mentale sono fattori spesso determinanti nell’evolversi di altre patologie o direttamente nello sviluppo di alcune: il paziente depresso, si è visto, dimostra un indebolimento del sistema immunitario, per esempio, ed è così più soggetto ad altri tipi di disequilibri della salute fisica.  


Quanto incide, quindi, la salute mentale sul benessere fisico? Oppure, quanto il benessere fisico influenza il benessere mentale? Sicuramente questa è una strada a doppio senso. La salute mentale è un aspetto che sta andando via via più considerato, anche a livello Europeo, principalmente per quanto riguarda strategie di prevenzione indirizzate ai giovani. La salute mentale, la serenità con cui il cittadino si approccia alla vita di tutti i giorni, prima ancora di evolvere in uno stato patologico conclamato, è parte della sua salute in-toto e pertanto dev’essere considerata come tale.  


A livello nazionale, l’Italia ha rilasciato delle Linee guida per la Salute Mentale dove vengono delineate le priorità e le strategie per lo sviluppo dei servizi dedicati, gli indirizzi operativi per le Aziende Sanitarie sul territorio, la formazione del personale, e come affrontare la problematica nell’infanzia e l’adolescenza in un piano di prevenzione. In più, successivamente alla prima conferenza sul tema, avvenuta nel 2001, il Ministero della Salute ha organizzato la seconda Conferenza Nazionale per la salute Mentale quest’anno, nel mese di giugno, con lo scopo di rafforzare l’attenzione verso il tema, attenzione che, peraltro, era già stata sollevata nella primavera 2020 con la pandemia. Il 23 aprile 2020, infatti, in piena emergenza COVID-19, è stata rilasciata una Circolare Ministeriale finalizzata a dare indicazione su come garantire la continuità dell’assistenza per i servizi di salute mentale nel momento delicato della pandemia.  


Tra i fattori che concorrono all’insorgenza di disquilibri, possiamo soffermarci -brevemente- anche sul ruolo dell’alimentazione. Dopotutto, “siamo -anche- quel che mangiamo”.  


La psichiatria nutrizionale è materia di studio da diversi anni. Studi hanno dimostrato come modelli dietetici salutari siano fattore di resilienza per il benessere individuale, per il miglioramento dell’umore e come una dieta sana sia effettivamente indicatore di benessere mentale (Jacka et al., 2013; Psaltopoulou, et al al., 2013). Allo stesso tempo, le diete malsane si sono dimostrate avere un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani (O’Neil et al., 2014) così come le persone con disturbi mentali sembrano presentare forme di disequilibrio fisico come infiammazioni croniche (metainflammation) e alterato metabolismo, strettamente correlate alla tipologia di dieta.  


Un interessante studio pubblicato da Nutrients, dal titolo "An Apple a Day’?: Psychiatrists, Psychologists and Psychotherapists Report Poor Literacy for Nutritional Medicine: International Survey Spanning 52 Countries", ha raccolto dati sottoponendo tematiche di nutrizione e salute mentale a psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e altri professionisti del settore (per un totale di 1056 soggetti intervistati). Tra i risultati evidenziati si riporta che tutti correlino un’alimentazione scorretta negli individui con disturbi mentali; molti raccomandano approcci alimentari con il trattamento dei disturbi (quasi il 60% raccomanda integratori, quasi il 50% suggerisce specifiche strategie alimentari). Tra gli integratori maggiormente raccomandati troviamo vitamina D, B12, B6 omega 3, probiotici, acidi folico ed in misura più contenuta anche il 5-HTP. La dieta Mediterranea è raccomandata da 210 soggetti (su 1056, quasi il 20%), seguita da direttive Nazionali nutrizionali, meno indicate invece le diete Vegana e Glyx (a basso indice glicemico).  


Come si legge, ancora una volta, ci troviamo di fronte a diete ad integrazione con prodotti specifici per il trattamento preventivo di alcuni disequilibri. Ancora, ci troviamo di fronte all’uso di integratori alimentari descritti comunitariamente dalla Direttiva 2002/46/CE e Decreto legislativo del 21 maggio 2004, n. 169 o alimenti funzionali, da Regolamento (CE) No 1925/2006 sull’ aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti”. 


Se ci siano integratori finalizzati alla salute della mente, questo ancora non è stato confermato da quello che sono i claims che troviamo riportati sulle etichette di determinate sostanze. Come sappiamo, secondo Regolamento No 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e di salute, rivendicare l’azione salutista di un prodotto è un processo che richiede un’autorizzazione, rilasciata su basi scientifiche, dell’Autorità della Sicurezza Alimentare europea (EFSA). Per ora, l’unica sostanza che rivendica un’azione sulla prestazione mentale è l’acido pantotenico (vitamina B5) per cui si trova al Regolamento (UE) No 432/2012  che “contribuisce a prestazioni mentali normali”. Non ci sono, ad ora, altre relazioni tra particolari integratori e effetti benefici sullo stato di salute mentale.  

La salute mentale:
una situazione di equilibrio
che parte dalla tavola?