La comunicazione non verbale dei capelli

I significati del linguaggio del corpo son ben noti a tutti, ma tra le varie tipologie di espressione “silente” che consciamente o inconsciamente noi utilizziamo (per esempio le mani o le espressioni del volto), i capelli rappresentano una delle forme principali. Essi infatti parlano e comunicano molto di noi: dallo status sociale (un esempio su tutti i capelli rasta o i mille modi della cultura africana di acconciare le treccine a testimonianza di particolari e importanti eventi della vita) alle alternanze di momenti più o meno felici dell’esistenza, evidenziano i  tratti della nostra personalità o l’espressione di una chiara necessità di tradurre una precisa filosofia di vita e/o identità di classe (ricordiamo tra gli altri la cultura “emo” - anni ’90-2000 - caratterizzata da ragazzi con una lunga frangia asimmetrica a coprire metà del viso per trasmettere la loro sofferenza di vivere, oppure il movimento punk  - anni ’60-’70 - i cui seguaci con creste irte sul capo, alte anche 20 centimetri,  arancioni, verdi o di altri colori molto sgargianti manifestavano il loro dissenso nei confronti della società).

Consideriamo anche che i capelli sono posti sull’estremità della testa e sono quindi ben visibili da tutti, anzi sono forse il primo dettaglio che si nota in una persona e che spesso ci permette di distinguerla anche da lontano. E’ chiaro quindi che la scelta dell’acconciatura e del colore è importante perché comunica un’immagine di noi che quasi sicuramente influenza la modalità con cui gli altri ci percepiscono: quindi non è più solo un fatto estetico ma qualche cosa di più soggettivo e personale, un vero e proprio modo di lanciare messaggi e concetti ben precisi. 


 D’altro canto, i capelli hanno la caratteristica di essere una massa mobile altamente modellabile e rinnovabile, per cui possono essere considerati un vero e proprio accessorio che può avere di volta in volta frivola funzione ludica oppure un più profondo valore di comunicazione sociale.  

Partendo proprio da questi presupposti si sta osservando, in questo ultimo periodo, un diverso modo di interagire con i propri capelli: detersione e cura, acconciature, tagli, ma anche colore hanno assunto una valenza diversa. Innanzitutto, si parla di hair care alla stessa stregua dello skin care, quindi non è più sufficiente lavare, usare il balsamo ed asciugare i capelli per aver effettuato una corretta detergenza. E’ proprio cambiato l’approccio alla cura della chioma attraverso passaggi ben specifici e soprattutto con prodotti multiuso non aggressivi per non alterare la fisiologia del cuoio capelluto. In aggiunta la tendenza ad utilizzare cosmetici più sostenibili senza acqua, soprattutto nell’ambito della detersione, ha fortemente modificato le nostre abitudini quotidiane. Il flacone di shampoo è stato sostituito da un panetto solido ricco di oli emollienti (soprattutto quelli utilizzati nella tradizione africana, indiana e polinesiana), formulato senza tensioattivi aggressivi (SLS per esempio), che però crea a contatto con l’acqua una schiuma morbida e ricca, facile e veloce da risciacquare e soprattutto in grado di asportare le particelle di sporco. Molto spesso questi prodotti si basano sul concetto di detergenza per affinità e non per contrasto: il sebo e i residui di smog sono affini più all’olio che all’acqua, quindi una componente oleosa importante nella formula del detergente faciliterà la detersione e non depaupererà il mantello idrolipidico. Ciò si traduce in capelli più morbidi e lucidi e in una cute meno impoverita.   


Per quanto riguarda l’acconciatura, la Primavera 2022 è contraddistinta da un trend specifico: le trecce. Rappresentano un segnale di desiderio di libertà d’espressione: dagli intrecci più strutturati e disciplinati quasi a richiamare un’amazzone combattiva a quelli più morbidi e casuali con riferimenti bohemien e gipsy. In linea di massima disciplinano la chioma, la allontanano dal viso, permettono una maggiore liberà di azione e movimento. Ma sono anche giocose, ricordano un po’ le acconciature infantili delle bambine quasi un ritorno nostalgico, una voglia di rinnovamento. Inoltre una volta che le trecce vengono sciolte i capelli rimangono naturalmente e delicatamente mossi, in netta contrapposizione al liscio esasperato delle stagioni precedenti. 


E infine il colore. Mai come in questi momenti si sono viste le sfumature più strane e audaci: dal rosa al viola passando per il verde e l’azzurro. Una chiara ed evidente contaminazione tra trucco e hair care. Più che i colori fluo sono i toni pastello, a sottolineare ancora una volta il desiderio di serenità, che hanno contagiato trasversalmente tutte le generazioni dai Boomers alla Gen Z. Spazio alla creatività quindi con queste tinture “a tempo”, durano infatti un paio di lavaggi e perciò risultano poco impegnative e non vincolanti. Naturalmente più la base è chiara (es. capello biondo) più l’effetto sarà evidente. Risultano essere inoltre poco aggressive sulla struttura del capello perché non contengono ammoniaca ed altri composti chimici (PPD e suoi derivati) che sono alla base del funzionamento delle tinture permanenti.