Niente acqua, siamo anidri!

Da almeno un paio d’anni ormai si sta parlando di “waterless beauty”: questa tendenza è arrivata dalla Korea, pioniera per quanto riguarda i trattamenti dedicati alla pelle, soprattutto quelli relativi allo skin care. In breve tempo comunque anche il make up si è velocemente allineato, proponendo nuove forme cosmetiche o rilanciando concetti formulativi ormai consolidati ma attualizzandoli e adeguandoli alle nuove esigenze delle consumatrici.


Questa necessità deriva dal fatto che l’acqua è diventata un bene molto prezioso e nei prossimi anni lo sarà sempre di più, inoltre è ormai confermato che anche il settore cosmetico ha tra le sue priorità l’essere il più possibile uniformato al concetto di sostenibilità sia per quanto riguarda la formulazione che per quanto riguarda il packaging. Tutto ciò perché è in aumento la consapevolezza, specialmente tra le generazioni più giovani, che l’emergenza ambientale è strettamente legata allo stile di vita che non comprende solo le abitudini alimentari, la moda, il settore automobilistico e tecnologico ma anche quello cosmetico.

Ecco quindi la ricerca di nuovi approcci che aiutino il contenimento dei consumi soprattutto di quelle materie prime considerate “a rischio” tra cui appunto l’acqua.

I prodotti anidri più rappresentativi sono senza dubbio i prodotti per labbra in stick o liquidi perché, eccetto rare e sporadiche eccezioni, per antonomasia non contengono acqua. Dopo un lungo periodo di pausa stanno ritornando prepotentemente alla ribalta e sono assolutamente in trend senza eccezione per alcuna tipologia di texture.


Le formulazioni evolvono in continuazione per soddisfare due grandi richieste del mercato: da un lato l’effetto no transfer e/o long lasting grazie all’utilizzo di resine, cere e gelificanti sempre più performanti e compatibili con gli oli volatili, capaci di trattenere stabilmente la fase liquida che evaporerà solo una volta che il prodotto verrà applicato permettendo così alla fase solida di fissarsi sulle labbra. In secondo luogo il ritorno di prodotti definibili più “classici” ma che si presentano rivisitati perché più confortevoli, soprattutto quelli dal finish vellutato e opaco, poichè ricchi di principi attivi in grado di mantenere le labbra morbide e non secche sebbene la percentuale di polveri sia elevata.


Se consideriamo i prodotti per il viso, i fondotinta colati e i correttori (in stick o in fondello), che da tempo ormai avevano subito una flessione, stanno avendo un grande ritorno grazie alla sensorialità molto elevata, alla cremosità e leggerezza in applicazione. Sono talmente evanescenti che il loro utilizzo non è più relegato esclusivamente ai mesi più freddi, ma possono essere impiegati anche in situazioni dove il clima è caldo se non addirittura caldo/umido. Questo grazie all’utilizzo di esteri a bassa viscosità dal tocco secco e non unto, all’impiego di polveri di origine naturale (che hanno ormai quasi completamente sostituito le microplastiche) con effetto mattificante, soft focus e texturizzante.

Inoltre l’uso di pigmenti rivestiti rende le polveri non solo più affini alla fase grassa (aumentandone così la facilità di dispersione), ma anche garantisce fedeltà del colore nell’arco della giornata perché il pigmento non viene a contatto diretto con il sebo e la microsudorazione responsabili dell’alterazione della tinta.


Anche il fard e gli illuminanti cremosi hanno affiancato con successo quelli in polvere (tra l’altro anche quest’ultimi assolutamente definibili waterless). La loro popolarità è dovuta alla facilità di applicazione e al finish luminoso: si fumano infatti solo con le dita senza bisogno di alcun applicatore rendendo radiosa la pelle ed esaltando l’incarnato.


Un prodotto che ha attirato moltissimo l’interesse dei consumatori, e di conseguenza ha vissuto un’impennata molto decisa nelle vendite, è la matita.

Declinata in varie forme e diametri, praticamente riesce a soddisfare tutte le esigenze di trucco: le mine sottilissime sono utilizzate per definire meglio le sopracciglia, quelle sottili gli occhi (eye-liner e ombretti) o la bocca, il chubby è perfetto per truccare le labbra ma questa tipologia di packaging viene utilizzata altresì per formule di correttore e fondotinta.

Anche per questa categoria le formulazioni si sono evolute per generare mine che rilascino un tratto morbido, scorrevole, dal colore pieno ma ad altissima tenuta (anche in condizioni estreme di umidità). Il ruolo principale è giocato come sempre dalle resine ma, forse, ancora di più dalle cere che devono essere in grado di strutturare perfettamente la mina (il cui diametro spesso è solo di pochi millimetri), che altrimenti rischierebbe di rompersi in applicazione. Al contempo però il reticolo cristallino deve essere sufficientemente flessibile e duttile per permettere di rilasciare immediatamente il colore al primo passaggio senza alcuna sensazione sgradevole di durezza.

La ricerca sta procedendo intensamente in questa direzione, supportata anche dai produttori di materie prime che propongono sempre nuovi prodotti (naturali e/o di sintesi) per supportare l’evoluzione di questo cosmetico.