LA CBD-BEAUTY
NEL SUO PIENO SVILUPPO
L’industria cosmetica sta vivendo l’epoca della cosiddetta CBD-Beauty.
Da qualche anno, l’interesse di tutta la filiera, dalla ricerca e sviluppo alla produzione, è concentrato sull’impiego dei derivati della cannabis. Questo fenomeno è stato rinforzato dal riconoscimento ufficiale da parte dell’Unione Europea del cannabidiolo (CBD) derivato dall’estratto, tintura o resina della Cannabis sativa L. fra gli ingredienti usati nell’industria cosmetica.
Come è noto, il CBD è un composto non psicoattivo isolato dall’olio della Cannabis sativa negli anni ’40. Anche a seguito delle evidenze emerse dalla ricerca, nel maggio scorso il Directorate-General for Internal Market Industry, Entrepreneurship and SMEs dell’Unione Europea ha stabilito l’aggiunta al database EU CosIng di due nuove forme di CBD di derivazione naturale (1, 2, 3, 4).
L’interesse per il CBD si inquadra in un trend stabile di attenzione per l’utilizzo di ingredienti naturali nella produzione di cosmetici, che ha orientato i produttori a potenziare gli investimenti nella ricerca finalizzata all’individuazione di nuovi attivi. In quest’ottica, i derivati della cannabis rientrano fra quelli più interessanti. I principali aspetti da cui parte la progettazione dei prodotti del prossimo futuro a base di derivati della cannabis sono rappresentati dalla ricchezza in sostanze antiossidanti e dalla capacità di ristabilire l’equilibrio nella produzione di sebo.
In particolare, il CBD è il composto più presente in cosmetica. Viene impiegato per la realizzazione dei prodotti per la skincare nelle sue varie formulazioni (oli, creme, idratanti, detergenti, maschere, lozioni). Le stime prevedono una crescita del settore della CBD-Beauty pari al 31% annuo per il periodo compreso fra il 2020 ed il 2024, per giungere ad un valore di mercato che supererà al termine di questo intervallo di tempo i 3 miliardi di dollari (5).
INTRODUZIONE
Il sistema ECS è formato da una fitta rete di segnalazione molecolare che riveste un ruolo nell’omeostasi corporea, dal punto di vista della trasmissione nervosa e della modulazione della risposta immunitaria. All’interno di questo meccanismo. gli endocannabinoidi (ECBs) agiscono come molecole di segnalazione su specifici recettori. Sia i CB₁ che i CB₂ sono recettori accoppiati a proteine-G piuttosto ubiquitari nella pelle. Sono infatti presenti nei cheratinociti epidermici, nelle fibre nervose, nelle cellule del derma, nei melanociti, nelle ghiandole sudoripare eccrine e nei follicoli piliferi. Fanno, inoltre, parte del sistema anche gli enzimi che sintetizzano e catabolizzano gli endocannabinoidi e i loro carriers (1, 6, 7).
A livello dermatologico, il sistema ECS è coinvolto in primo luogo nel potenziamento delle funzioni di barriera della pelle. Dal punto di vista immunitario, partecipa al dispiegamento delle risorse cellulari e umorali nella risposta, anche di tipo infiammatorio, a differenti noxæ, mediante la modulazione del rilascio di citochine. In particolare, l’attivazione del recettore CB2 produce effetti antinfiammatori attraverso la downregulation delle citochine pro-infiammatorie. Inoltre, contribuisce alla regolazione della proliferazione e della differenziazione cellulare, della crescita e della caduta dei capelli, del fenomeno dell’apoptosi e riveste un ruolo nella nocicezione. Queste attività sono mediate dalla stimolazione dei recettori per gli endocannabinoidi, così come dal coinvolgimento dei canali TRP e dei recettori della proliferazione perossisomiale (PPARs). (7, 8, 9).
Le alterazioni che si verificano nell’ambito dei fini meccanismi di regolazione del sistema ECS sono correlate all’insorgenza di numerosi disturbi e sintomi, fra cui la dermatite atopica, il prurito, l’acne, la perdita dei capelli e la loro ricrescita, l’iperpigmentazione e l’ipopigmentazione cutanea.
Sulla base di tutte queste considerazioni, è plausibile immaginare lo sviluppo di farmaci e cosmetici contenenti cannabinoidi, a diverso grado di efficacia, finalizzati al mantenimento della salute e del benessere della pelle (1, 6, 8, 10).
UN NETWORK RICCO E COMPLESSO
MONICA TORRIANI
Consulente scientifica | Italia
Bio...
Monica Torriani è laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano. Ha fondato WELLNESS4GOOD, un blog di approfondimento sul ruolo sociale dei farmaci. Si occupo di healthcare per la carta stampata e il web e svolge attività di consulenza scientifica.
I cannabinoidi ottenuti dalle piante sono definiti fitocannabinoidi (PCBs), mentre quelli di sintesi (SCs) sono ottenuti da vari precursori con processi chimici (1).
I fitocannabinoidi impiegati nell’industria cosmetica vengono estratti della canapa, cioè da varietà di Cannabis sativa L. a contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) al di sotto della soglia dell’illegalità (0.3%).
Come dimostrato in più contesti e sancito anche da una Sentenza della Curia Europea, il cannabidiolo non è una sostanza psicoattiva. Sono stati proprio i dati sperimentali emersi via via negli studi ad aprire le prospettive per gli usi cosmetici di questo composto (11).
Il CBD viene ottenuto mediante metodiche quali l’estrazione etanolica o condotta con CO₂ supercritica dalla pianta intera di canapa o dalle sommità fiorite e foglie. L’estratto può contenere quantità significative della molecola e viene definito in letteratura con varie espressioni, fra cui estratto di canapa a spettro completo o olio di canapa (1, 2, 3, 4, 12).
Data la struttura lipofila dell’estratto e delle sue componenti, assume notevole importanza ai fini della produzione industriale la protezione dall’ossidazione. Il CBD è facilmente ossidabile, soprattutto in ambiente basico, a derivati chinonici colorati (11).
FITOCANNABINOIDI E PRODUZIONE DI COSMETICI
La cosmetica è particolarmente concentrata sullo studio e lo sviluppo di prodotti che sfruttano l’effetto del cannabidiolo a livello delle ghiandole sebacee. Le ricerche su questo aspetto dell’attività del CBD hanno consentito di determinare che tale composto si comporta come un agente sebostatico altamente efficace il cui meccanismo d’azione passa attraverso la stimolazione dei recettori TRP.
In aggiunta alle proprietà di seboregolazione, il CBD esercita una complessa azione antinfiammatoria correlata all’upregulation dei recettori per l’adenosina e all’inibizione della via di segnalazione del fattore nucleare NF-kB (13, 14).
Complessivamente, gli effetti lipostatici, antiproliferativi e antinfiammatori attribuiscono al CBD un grosso potenziale nella formulazione di cosmeceutici e farmaci per le pelli affette da acne (13, 14).
CBD PER LE PELLI ACNEICHE: UN FUTURO PROMETTENTE?
Le applicazioni degli estratti contenenti cannabinoidi non psicoattivi per la formulazione di cosmetici e farmaci sono estremamente promettenti.
L’attività antinfiammatoria e immunomodulatrice e l’interazione con i meccanismi della seboregolazione espresse dal cannabidiolo, in particolare, rappresentano aspetti di grande interesse ai fini della realizzazione di prodotti che, in funzione della concentrazione di attivi e di indicazioni e obiettivi farmacologici, potranno essere classificati dal punto di vista regolatorio nelle diverse categorie (15).
Da non sottovalutare anche le prospettive di impiego supportate dai componenti bioattivi minori della canapa: terpeni, flavonoidi, carotenoidi e fitosteroli (8, 12, 16, 17, 18).
Tuttavia, malgrado gli entusiasmi legati all’apertura di un filone nuovo della cosmetica basata su ingredienti naturali, la ricerca clinica su questi composti è ancora molto giovane. Attualmente, infatti, rimangono ancora da delineare alcuni degli aspetti del funzionamento del sistema endocannabinoide (ECS), soprattutto nella sua componente cutanea (1).
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