CLEAN BEAUTY:

LA NUOVA IDEA DI BELLEZZA PULITA E SICURA

È un movimento, un approccio che gira attorno alla sicurezza degli ingredienti cosmetici sia di tipo sintetico che naturale. Si parla di “bellezza pulita”, un termine che viene utilizzato molto spesso nel mondo dei media, ma non esiste alcuna definizione regolamentata.  Lo si può pensare come ad un termine che include parole d'ordine di marketing come: green, biologico, naturale, non tossico, di origine etica, sostenibile, vegano e cruelty-free (1).  

La missione di Clean Beauty è quella di creare e fornire prodotti puliti ed efficaci, non solo per migliorare l’aspetto della pelle, ma anche lo stile di vita dei loro clienti (2). Inoltre, deve soddisfare due requisiti fondamentali (3):  

  • La trasparenza nei confronti del consumatore, in termini di filiera produttiva, promuovendo prodotti che riportino etichette specifiche e dettagliate. 

  • L’utilizzo di ingredienti efficaci e sicuri, che non siano tossici e dannosi sia per l’uomo che per l’ambiente. 

    DI COSA SI TRATTA 

    Il movimento Clean Beauty ha iniziato a guadagnare terreno negli ultimi anni negli Stati Uniti grazie a molte celebrità, tra cui per prima, Gwyneth Paltrow con la sua linea di bellezza pulita Goop (Fig. 1)  e Jessica Alba con la sua linea Honest Beauty.  

    Gwyneth Paltrow, con il suo blog Goop, ha messo in guardia i consumatori demonizzando centinaia di sostanze chimiche, definendole “tossiche e irritanti” e rendendo l’immagine di bellezza come “semplice e pulita”. Ha fondato l’azienda Goop dedicata al benessere nel 2008 e ha lanciato una linea di prodotti che fa riferimento a questa filosofia. I prodotti di bellezza pulita, oltre ad essere realizzati senza ingredienti che possono incidere negativamente sulla salute umana, utilizzano materie prime ad elevate prestazioni che rendono il cosmetico un accessorio di lusso (4). Questo però ha reso la bellezza inaccessibile per alcune categorie di persone, visto il costo elevato dei suoi prodotti.  

    Figura 1. Gwynet Paltrow con la sua linea Goop.

    LA NUOVA TENDENZA

    Molti marchi invece, si sono presi la responsabilità di definire la Clean Beauty in base alle loro necessità. Ad esempio, il Beautycounter, un brand digitale americano fondato nel 2013 da Gregg Renfrew, ha come scopo quello di convertire i prodotti cosmetici in prodotti di bellezza pulita e il Clean Beauty Group è un'agenzia di truccatori di Los Angeles dedicata ad aumentare l'uso di prodotti di bellezza puliti nel settore dell'intrattenimento (1). Invece, molti rivenditori come Sephora hanno spinto questo movimento per la salvaguardia del pianeta, mettendo in evidenzia i brand che producono i cosmetici in modo più consapevole e che rispecchino il concetto di sostenibilità, applicando sui prodotti il loro marchio di riferimento (Fig 3).

    I BRAND E CLEAN BEAUTY 

    Figura 3. Marchi Sephora per i prodotti cosmetici formulati senza sostanze tossiche (sinistra) e sostenibili (destra).

    La bellezza pulita non ha ancora una definizione universale e non è attualmente normata dal punto di vista legislativo. La maggior parte dei rivenditori, marchi e consumatori concorda nel considerare pilastri chiave del movimento Clean Beauty la sicurezza, la sostenibilità, l’etica e la trasparenza. Le Industrie cosmetiche dal canto loro, devono cercare nuove strade da percorrere al fine di soddisfare questi requisiti, come avvalersi di ingredienti più sicuri, trovare metodi alternativi nell’utilizzo di tecnologie sempre più sostenibili ed educare i consumatori mediante la comunicazione allo scopo di renderli più consapevoli e autonomi nelle scelte (12).

    CONCLUSIONE

    PAOLINA PASCALICCHIO     

    Chimico Industriale - Cosmetologa | Italia

    Bio...

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    LE SOSTANZE CHIMICHE VIETATE 

    Le sostanze vietate da Clean Beauty sono i petrolati, parabeni, alcuni filtri chimici organici, solfati, liberatori di formaldeide, fragranze, BHT, BHA, ftalati e glicole propilenico (5). Viene suggerito di evitare questi ingredienti a causa di un rischio teorico di interruzione del sistema endocrino e di cancro, nonostante il fatto non sia stata provata scientificamente una relazione tra le malattie e la concentrazione di questi ingredienti nei prodotti cosmetici.  


    Secondo il Good Face Project, ogni prodotto pulito è privo di interferenti ormonali e cancerogeni. I vari ingredienti vengono analizzati e successivamente ottengono dei voti in base alla sicurezza e alla tossicità. Dà qui nasce il Good Face Index, un indice in cui si considerano migliaia di studi scientifici e documenti di ricerca sugli ingredienti cosmetici e si trasformano in valutazioni di sicurezza di facile comprensione (6).  


    Negli Stati Uniti la FDA, attraverso il Federal Food, Drug and Cosmetic Act, ha vietato solo 11 sostanze e il regolamento sui cosmetici, per la prima volta approvato nel 1938, non ha subito molti aggiornamenti, a differenza dell’Unione Europea che ha il Regolamento n. 1223/2009, il cui scopo è quello di elevare il livello di tutela della sicurezza della salute umana vietando più di 1300 sostanze, le quali non possono essere intenzionalmente aggiunte o utilizzate nelle formulazioni cosmetiche. Inoltre, ha stabilito le regole per la produzione, la distribuzione, la valutazione e il controllo di eventuali effetti avversi relativi ai cosmetici e assicura la rintracciabilità di un prodotto lungo tutta la filiera produttiva fino al consumatore (7).  


    La sicurezza dei cosmetici viene valutata attentamente e garantita da esperti del settore attraverso attività a carico delle imprese prima di immettere i prodotti nel mercato e poi, durante la loro vita commerciale, dalle Autorità competenti con le attività di sorveglianza e di cosmetovigilanza (7). Per di più, il Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore (SCCS) revisiona le valutazioni di sicurezza e stabilisce se una sostanza possa essere utilizzata come ingrediente all’interno di prodotto cosmetico e a quale concentrazione in modo da evitare gli effetti indesiderati.  


    In Europa vengono condotti studi e controlli sempre più approfonditi e dettagliati sia sugli ingredienti che sul prodotto finito, al fine di garantire ai consumatori prodotti più sicuri ed efficaci. È in questo contesto che nasce il movimento Clean Beauty in America, proprio perché non è stata ancora fatta nessuna riforma in merito alla sicurezza dei prodotti cosmetici.

    Clean Beauty significa anche preoccuparsi di tutto il ciclo di vita del prodotto cosmetico: più attenzione alla sostenibilità del packaging e prodotti più eco-friendly (8).  

    Per molto tempo, i prodotti contenenti solo ingredienti naturali e biologici sono stati considerati la base della bellezza pulita. Però secondo questo movimento, la bellezza pulita non deve essere del tutto naturale e biologica. La scienza cosmetica si è evoluta includendo ingredienti sintetici e conservanti sicuri. Finché alcuni ingredienti sintetici non presentino segni di tossicità e dimostrino di non avere effetti nocivi, possono essere incorporati nei prodotti Clean Beauty. D’altronde la maggior parte dei cosmetici sono a base d’acqua, per cui dovrebbero contenere una qualche forma di conservante in modo da mantenere stabile nel tempo la formulazione cosmetica. Inoltre, i consumatori stanno passando sempre di più dal concetto di “naturale” a quello di “pulito”, mettendo come priorità la loro sicurezza (9). 

    CLEAN BEAUTY, SOSTENIBILITÀ E NATURALITÀ 

    Figura 2. The Clean Beauty Consumer (9).

    Clean Beauty è in circolazione già dal 2008, ma il movimento sta crescendo rapidamente. Dietro questa idea sono nati i Clean Beauty Consumers (Fig 2), ovvero i consumatori sempre più consapevoli di quello che c’è dentro al prodotto cosmetico e interessati a consumare prodotti che abbiano il minimo impatto negativo sulla salute, sull’ambiente e sulla società. Sono quei consumatori che prestano molta attenzione ai prodotti che utilizzano, esaminando le etichette per assicurarsi che gli ingredienti non siano dannosi e richiedendo di conseguenza al mercato prodotti sempre più sicuri (9).

    Da qui sono nati gruppi di produttori attivisti, tra cui l'Environmental Working Group e la Campaign for Safe Cosmetics, ovvero organizzazioni e media dedicati alla promozione della bellezza pulita e al cambiamento delle politiche pubbliche in America. Essi classificano gli ingredienti presenti nei prodotti per la cura della persona come dannosi e non adatti all’uso topico (10), sostenendo linee guida e regolamenti più severi per obbligare le Industrie cosmetiche dall’uso di questi ingredienti discutibili (11).

    LA PROPAGAZIONE DEL MOVIMENTO ATTIVISTA 

    CLEAN BEAUTY

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