CANAPA, CANNABIDIOLO (CBD) E SALUTE DELLA PELLE
La pelle, l’organo più esteso del corpo umano, è ciò che separa il corpo e tutto ciò che esso contiene dall’ambiente esterno. La funzione della pelle, tuttavia, va ben oltre quella di mero involucro: riccamente innervata e dotata di un complesso sistema di vascolarizzazione, la pelle è in grado di assolvere a numerose e fondamentali funzioni, tra cui:
la termoregolazione, che avviene grazie al controllo della contrazione e rilassamento dei vasi sanguigni e alla produzione di sudore da parte delle ghiandole sudoripare;
la sensibilità tattile, una vera e propria via di comunicazione con l’ambiente esterno, per la ricezione di stimoli di ogni tipo - piacevoli, come quello di un abbraccio, dolorosi, come la puntura di un insetto o il contatto con un’ortica, o pericolosi, come il contatto con una fiamma o una superficie troppo calda o troppo fredda;
la sintesi della vitamina D, che avviene a livello cutaneo grazie all’azione dei raggi solari e che è fondamentale per il benessere delle ossa e l’efficienza del sistema immunitario.
La pelle rappresenta inoltre la principale barriera fisica contro gli attacchi di eventuali patogeni esterni, siano essi microorganismi (virus, batteri, funghi), fattori di inquinamento o raggi UV - e anche qualora qualcuno di questi agenti riuscisse a penetrare, sono presenti a livello sottocutaneo numerose cellule del sistema immunitario, in grado di innescare una prima e immediata risposta di difesa e di neutralizzazione del patogeno. Proprio in conseguenza di questa particolare funzione, si verifica spesso la produzione di specie reattive dell’ossigeno, i famosi radicali liberi: questi ultimi, pur determinanti nella funzione di difesa, possono altresì, se non adeguatamente neutralizzati, innescare a propria volta reazioni infiammatorie, danneggiando, a livello cutaneo, i lipidi delle membrane cellulari e accelerando il processo di invecchiamento cellulare (1).
Recentemente, numerosi esperimenti in vitro hanno evidenziato la capacità dei fitocannabinoidi contenuti nella canapa – e in particolare del cannabidiolo (CBD) - di attivare una serie di enzimi presenti a livello della cute e dotati attività antiossidante, atti a contrastare proprio l’azione dei radicali liberi. Non solo: il CBD sarebbe altresì in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti in presenza di ferite.
Per capire come il cannabidiolo possa agire a livello della pelle è necessario comprendere come funziona il Sistema Endocannabinoide umano e come sono distribuiti i suoi recettori nei vari distretti dell’organismo, compreso quello cutaneo.
LA PELLE: CARATTERISTICHE E FUNZIONI
La scoperta del Sistema Endocannabinoide (SEC) si deve al ricercatore israeliano Machoulam, che nel 1992 individuò l’anandamide - una molecola di natura lipidica, derivata dall’acido arachidonico, che agisce da cannabinoide endogeno - aprendo così la strada della ricerca su questo sistema recettoriale, fino ad allora pressochè sconosciuto.
Il meccanismo con cui anadamide, fitocannabinoidi e cannabinoidi di sintesi agiscono nel corpo umano è lo stesso di tutti i sistemi neurotrasmettitore-recettore: la molecola si lega al recettore specifico e questo legame dà il via a una serie di reazioni biochimiche che culminano nella risposta finale, che può essere di tipo eccitatorio o inibitorio.
Nel caso del SEC, i recettori ad oggi conosciuti e caratterizzati sono di due tipi:
Recettore CB1, ubiquitario a livello del sistema nervoso centrale e coinvolto nelle funzioni cognitive, nel controllo motorio, nella memoria, nella percezione del dolore;
Recettore CB2, presente in prevalenza a livello del sistema immunitario, del sistema nervoso periferico e su astrociti e microglia del sistema nervoso centrale. In ragione della localizzazione, questo recettore risulta coinvolto nella risposta immunitaria e infiammatoria e nella protezione neuronale.
Contrariamente agli altri distretti corporei, ove vi è predominanza (quando non una presenza esclusiva) di un solo tipo di recettore CB, a livello cutaneo sono presenti sia i recettori CB1 che i CB2: in particolare, essi sono presenti a livello dei cheratinociti, delle terminazioni nervose, dei mastociti, dei melanociti, dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee. Non stupisce dunque quanto emerso nelle più recenti ricerche scientifiche, ossia che il Sistema Endocannabinoide abbia un ruolo importante anche nel mantenimento dell’omeostasi della pelle e della sua funzione di barriera: in particolare, i componenti del SEC a livello cutaneo sarebbero coinvolti in numerosi processi biologici quali:
il bilanciamento della crescita e della proliferazione cellulare
la regolazione dell’apoptosi (la morte programmata delle cellule)
la modulazione della risposta immunitaria e infiammatoria
Per contro, uno squilibrio a livello di questo sistema potrebbe essere responsabile dell’insorgenza di problematiche a carico della pelle, quali dermatite atopica, prurito, acne, perdita di capelli, iper- o ipo-pigmentazione. (1,2,3,4,5)
IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE
SONJA BELLOMI
Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della Vita Piemonte | Italia
Bio...
Sonja Bellomi, laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l’Università del Piemonte Orientale; dottore di Ricerca in Scienza delle Sostanze Bioattive.
Ha lavorato per 15 anni come ricercatrice nel settore farmaceutico, in campo analitico e formulativo. Attualmente si occupa di attività di docenza e divulgazione scientifica in ambito farmaceutico, nutraceutico e cosmetico.
Il cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide presente nella pianta della Cannabis sativa L., privo di attività stupefacente e oggetto di studi sempre più numerosi negli ultimi anni, in virtù delle potenzialità terapeutiche dimostrate dalla sostanza: il CBD si è dimostrato efficace nel trattamento del dolore cronico che accompagna le forme medio-gravi di sclerosi multipla, nel trattamento del dolore neuropatico, contro alcune forme di ansia o depressione e come coadiuvante per il controllo di nausea e vomito durante la chemioterapia.
La maggior parte di questi studi si è focalizzata sull’assunzione orale del CBD e, dunque, sul suo effetto sistemico. Tuttavia, data la localizzazione dei recettori CB1 e CB2 anche a livello cutaneo e considerato il ruolo del SEC nel mantenimento dell’omeostasi cutanea, è ragionevole pensare che il trattamento topico con cannabinoidi possa risultare efficace per alcuni squilibri a carico della pelle.
Gli studi in questo senso sono ancora a livello preliminare, ma la ricerca in corso ha già fornito alcuni risultati interessanti e promettenti nel trattamento di sintomi e problematiche della pelle quali:
Infiammazioni, prurito e bruciore
Dermatite allergica o infiammatoria
Acne e seborrea
Psoriasi
Sclerodermia nelle fasi iniziali
Altrettanto interessanti sono i risultati ottenuti in ambito oncologico: sia i fitocannabinoidi che i derivati sintetici, che agiscono da agonisti dei recettori dei cannabinoidi, si sono dimostrati in grado, in esperimenti in vitro condotti su cellule umane e murine, di inibire la proliferazione di cheratinociti modificati, tipici di alcune forme di tumore della pelle; l’azione inibente dei cannabinoidi sarebbe inoltre accompagnata dall’apoptosi (la morte programmata) delle cellule tumorali, mediata dagli stessi recettori CB1 e CB2 (8).
SISTEMA ENDOCANNABINOIDE CUTANEO: NUOVO TARGET TERAPEUTICO?
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita importante dell’utilizzo di estratti della canapa in ambito cosmetico:
l’olio di semi di canapa, già utilizzato a scopo alimentare e privo di CBD e THC, è un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6). Alcuni test clinici in ambito cosmetico ne hanno evidenziato le potenzialità in termini di effetto antinfiammatorio e immunostimolante
gli estratti concentrati di CBD - formulati come olii, creme, gel - hanno mostrato proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, astringenti, sebo-riequilibranti, emollienti e idratanti
L’utilizzo dei prodotti a base di CBD potrebbe essere incentivato a seguito della decisione, assunta dalla Commissione Europea nel febbraio 2021, di inserire nella lista CosIng (il database degli ingredienti ammessi in ambito cosmetico e delle loro proprietà) anche i derivati naturali della cannabis (9). Fino a quel momento erano ammessi solo i derivati sintetici, che per loro natura risultavano privi della ricchezza di fitocomplessi a potenziale azione sinergica presenti nella pianta di canapa e nei suoi estratti.
La ricerca scientifica sulle possibili applicazioni dei composti naturali della canapa – e in particolare del CBD - in ambito cosmetico, ha fornito risultati incoraggianti, soprattutto in termini di:
Aumento dell’idratazione cutanea
Miglioramento dell’elasticità della pelle
Protezione dall’azione nociva dei raggi UVA e UVB
L’azione idratante, in particolare, sarebbe dovuta ad un aumento dell’espressione delle acquaporine AQP3, proteine canale presenti a livello della membrana cellulare dei cheratinociti, responsabili del trasporto di acqua intracellulare e dunque del mantenimento dei livelli ottimali di idratazione cutanea (10,12).
SISTEMA ENDOCANNABINOIDE CUTANEO: UN ALLEATO PER LA BELLEZZA DELLA PELLE
La ricerca sulle possibili applicazioni cosmetiche dei fitocomplessi della cannabis ha fornito risultati interessanti, anche se ancora incompleti – soprattutto in termini di conoscenza dei possibili meccanismi d’azione alla base dell’effetto di tali sostanze.
Le possibili applicazioni per uso topico, inoltre, risultano ancora fortemente limitate dal punto di vista regolatorio: se da un lato, infatti, la Commissione Europea ha dato il nulla osta per l’inserimento dei derivati naturali della cannabis nella lista degli ingredienti cosmetici consentiti, dall’altro, esiste tuttora un problema di armonizzazione legislativa a livello europeo, che di fatto impedisce la libera vendita di tali prodotti nei diversi Stati membri dell’Unione.
Una delle problematiche maggiori riguarda il contenuto, all’interno dei prodotti a base di cannabis, di tetraidrocannabinolo (THC) – il fitocannabinoide ad azione stupefacente – i cui limiti variano ancora nei diversi stati europei (dallo 0,2% di Francia e Germania, allo 0,5% dell’Italia, fino all’1% della Svizzera- per citare alcuni esempi).
L’utilizzo di estratti concentrati potrebbe facilmente comportare il superamento di uno o dell’altro valore soglia: come conseguenza, soltanto il CBD di origine sintetica (quindi privo di tracce di THC) continuerebbe ad essere autorizzabile per uso cosmetico a livello europeo – vanificando la possibilità di utilizzare l’intero fitocomplesso della pianta.
Allo scopo di superare questa incongruenza, l’EHIA (l’Associazione Europea per la Canapa Industriale) ha richiesto chiarimenti alla Commissione Europea e avanzato proposte concrete, come quella di consentire l’utilizzo cosmetico di tutti gli estratti di cannabis sativa, a patto che il contenuto di THC nel prodotto finale non superi i 20 ppm (ossia lo 0,002%).
Il percorso è ancora lungo, dunque, e impone un continuo aggiornamento sulla situazione normativa, che inevitabilmente avrà un impatto notevole anche sul progredire della ricerca scientifica sulla cannabis, sia in ambito farmaceutico che alimentare e cosmetico.
CONCLUSIONI
EDIZIONE SPONSORIZZATA DA:
CANNABIS - CBD
PEER REVIEWED