Bio...

Anna Carmassi1


1. Project Leader, STEAMiamoci

2. Imprenditrice, Cofondatrice e Direttore Tecnico L'Erbolario


1. Project Leader, STEAMiamoci

2. Imprenditrice, 
Cofondatrice e Direttore Tecnico
L'Erbolario


Daniela Villa2

Bio...

In questo numero di Beauty Horizons affrontiamo la tematica della parità di genere nel settore cosmetico. A questo proposito non poteva mancare un approfondimento sulla realtà STEAMiamoci, che ho conosciuto durante l’ultima edizione della Beauty Week milanese e di cui ho subito apprezzato l’idea che mi coinvolge in prima persona. Ho avuto il piacere di intervistare per voi Anna Carmassi, Project Leader del progetto. Grazie Anna per aver accettato l’invito.

Ci siamo rivolti quindi a una di queste “donne STEAMiamoci,, protagoniste del presente e del futuro. Abbiamo intervistato l’imprenditrice Dott.ssa Daniela Villa, cofondatrice di L’Erbolario, la nota azienda nata nel 1978 da piccola erboristeria e diventata oggi un’impresa che fattura circa 90 milioni, con oltre 180 collaboratori e un marchio distribuito in 45 Paesi del mondo. ­

Riferimenti bibliografici


Nell’immaginario collettivo le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics) sono ancora associate al genere maschile. Una percezione che non corrisponde alla realtà. 

STEAMiamoci nasce in Assolombarda nel 2016, proprio con lo scopo di valorizzare i talenti femminili e ridurre la diversità di genere, anche attraverso l’acquisizione di queste competenze. STEAMiamoci significa donne e uomini capaci, attività differenziate e costanti: borse di studio, incontri di orientamento, cineforum, percorsi formativi (dalle elementari all’università) con testimonianze di scienziate, imprenditrici e professioniste appartenenti ad aziende, atenei, municipalità, enti pubblici e privati seduti al nostro tavolo: quasi 300 organizzazioni, decine di associazioni territoriali e di settore del sistema Confindustria. 


Come è stato accolto il progetto all’inizio? Nel corso degli anni è cambiata l’adesione sia da parte di chi organizza le attività (aziende, enti), sia da parte dei fruitori? 

Partito come progetto locale, con nostra grande soddisfazione ha raggiunto rapidamente altri territori. La forza di STEAMiamoci è la capacità di fare rete, aggregando soggetti che condividono una visione e si impegnano in azioni congiunte. Un esempio: la “Primavera delle pari opportunità”, una sfida che abbiamo raccolto un paio di anni fa dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, poi estesasi alla Città Metropolitana e oggi sviluppatasi in una quindicina di Comuni di altre regioni italiane. L’iniziativa è rivolta a scuole elementari e medie inferiori dove donne con esperienze diverse portano testimonianze capaci di ispirare bambine e bambini, promuovendo anche attività lavorative meno note, in particolare legate al mondo STEM e spesso associate, appunto, al mondo maschile. 

In crescita le organizzazioni partecipanti e le loro “donne STEAMiamoci”, in continuo aumento il numero di classi raggiunte: un vero momento di restituzione che aziende ed enti dedicano alle proprie comunità di riferimento. 

Quasi conclusa questa edizione, abbiamo un riscontro più che positivo, da ogni punto di vista: pubblica amministrazione, scolaresche, corpo docente, professioniste e organizzazioni coinvolte. Stiamo già lavorando a quella del prossimo anno scolastico.
Per approfondimenti: https://steamiamoci.it/iniziative/primavera-delle-pari-opportunita/ 


È cambiata la sensibilità a questo tema? Quanto ancora c’è da fare? 

Il tema della parità di genere è di grande attualità. Come STEAMiamoci registriamo una sempre più diffusa sensibilità verso l’argomento. Anche la legislazione sollecita le aziende ad attivarsi per ottenere la certificazione di parità. Dunque, seppure permangano situazioni talvolta scoraggianti e risulti evidente che la strada è ancora lunga, la nostra esperienza conferma che fare squadra porta soluzioni tangibili, riproducibili, efficaci e durature. Parole d’ordine: #formazione #competenze #merito #rete 



Dott.ssa Villa, Lei è un esempio perfetto di come le professioni scientifiche e le posizioni imprenditoriali di successo possano avere un volto femminile. Qual è il segreto per riuscire in questa impresa?

I segreti sono tre: passione, dedizione e tenacia.


L'azienda è al 70% formata da donne, e per la quasi totalità sono donne anche quelle che commercializzano i prodotti. A che punto è il settore della cosmesi sulla parità di genere, anche in termini di salario?

Il Gruppo L’Erbolario rispetta integralmente i Contratti Collettivi applicati al rapporto di lavoro SENZA alcuna distinzione di genere. Noi siamo da sempre un’azienda rosa che più rosa non si può, in cui la componente femminile supera il 70 %, una maggioranza senza distinzione di livello gerarchico, dalle prime linee fino alla composizione del Cda.


Perché ha deciso di partecipare al progetto STEAMiamoci? 

Perché credo sia doveroso dare voce alle innumerevoli donne che contribuiscono ogni giorno ad accrescere il valore dell’imprenditorialità femminile.


Ci sono dei consigli che si sente di dare alle giovani donne che amano le materie STEM e il mondo Beauty?

A ogni Donna, Ragazza, Bambina consiglio di inseguire i propri sogni, sempre e a ogni costo. E di non arrendersi di fronte alle difficoltà.


Che obiettivo hanno queste prime azioni?

L'identificazione dei macro-cicli aziendali su cui concentrarsi costituisce un primo passo per agevolare la raccolta di dati e informazioni necessarie a condurre un'analisi di sostenibilità. Il processo così strutturato facilita la collezione di elementi, e permette anche di valutarne la concretezza, la qualità e l'affidabilità. Questa operazione agevola anche il confronto con le proprie referenze interne. Questo aspetto è particolarmente importante per ottenere una prospettiva significativa sugli impatti aziendali rispetto a standard predefiniti dall'azienda stessa. In questo modo, l'analisi di sostenibilità va oltre la valutazione quantitativa di calcolo ma consente anche una riflessione approfondita sulla performance qualitativa di tutta la struttura.


Che ricaduta ha questa azione?

Quando si valuta il divario tra le prestazioni sostenibili di un prodotto e di quelle degli standard interni si compie un primo passo fondamentale per dare il via ad eventuali azioni correttive o migliorative, abbracciando un approccio proattivo. Un piano strategico di sostenibilità, infatti, dovrebbe integrare gradualmente le tematiche di sostenibilità al modello di business, puntando al conseguimento degli obiettivi prefissati e, soprattutto, alla creazione di valore condiviso. Con la scelta di un approccio graduale alla valutazione di sostenibilità secondo il confronto con referenze interne diventa più facile attuare piccole azioni correttive mirate. Questa visione consente di valutare più direttamente l'impatto di ciascuna modifica nel calcolo di sostenibilità, aprendo la strada a miglioramenti che possono essere meglio gestiti e pianificati. Con la metodologia a passi insomma, si contribuisce a consolidare il percorso verso la sostenibilità e a costruire un futuro aziendale più responsabile. Così ogni realtà può scegliere il proprio punto di partenza che, dipendentemente dalla sua struttura, potrebbe essere il raffinamento delle pratiche di approvvigionamento, l'ottimizzazione del sistema logistico, la gestione delle risorse idriche o la revisione delle pratiche di imballaggio delle materie prime secondo nuovi standard. Individuare una base da cui iniziare il cammino fornisce la svolta per adottare un approccio quali-quantitativo alla valutazione sostenibilità.


Punto di partenza e confronto mi sembrano le azioni strategiche…

Esattamente: darsi un inizio e rifarsi al concetto di "confronto interno" sono le attività fondamentali. Le aziende dovrebbero costantemente monitorare e valutare i loro progressi apportando modifiche quando necessario. L'obiettivo è un cambiamento che, una volta messo in moto, diventa graduale e continuo piuttosto che un'immediata rivoluzione.


Un esordio di sostenibilità, insomma…

La diversità e il pragmatismo di questo approccio spingono a guardare oltre l'enormità della sfida e concentrarsi su azioni concrete così rendere la transizione verso la sostenibilità meno faticosa e più realizzabile. Questo non solo aiuta a valutare gli sforzi compiuti nel tempo ma permette anche di coinvolgere gradualmente tutta la propria filiera. Questa dimensione richiede metodo, analisi critica e impegno a lungo termine ma un approccio di questo genere, focalizzato sulle milestone di sostenibilità, è il modo trasversale con cui anche le piccole e medie realtà possono affrontare le sfide complesse e compiere passi significativi verso un futuro più sostenibile. Non intervenire su tutto oggi può essere l'azione più strategica per il domani…

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