Bio...

Paola Perugini1,2


1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist, 

Etichub (spin-off Univ. PV)

1. Università di Pavia

2. Direttore Scientifico, Etichub (spin-off Univ. PV)

3. Marketing Specialist,  Etichub (spin-off Univ. PV)

Camilla Grignani3

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SOS - Storie di Ordinaria Sostenibilità

Con questa rubrica vogliamo raccontare l’evoluzione delle nuove metriche di sostenibilità fornendo spunti costruttivi di riflessione che riguarderanno di volta in volta tutte le fasi di sviluppo del prodotto cosmetico.

Riferimenti bibliografici

È facile innamorarsi dell'idea di prodotti sostenibili, sicuramente è più difficile attuare le migliori pratiche per dargli forma e concretezza. Navigare in questo oceano, dal punto di vista aziendale, significa districarsi tra metodologie di life cycle assessment, casi studio, linee guida e database ambientali: tanti strumenti utili, insomma, ma senza un testo unico di riferimento che fornisca le istruzioni operative per valutare quantitativamente l’impatto ambientale del prodotto. Può mancare quel tassello extra che unifichi le prospettive oltre a ribadire la via maestra. Così, l'entusiasmo verso il sostenibile si scontra con una paralisi che può attanagliare l'industria perché anche le migliori intenzioni collidono con la naturale difficoltà ad agire con decisione. Perseguire l’obiettivo sostenibile diventa quindi un'impresa da non sottovalutare e, soprattutto, da affrontare con metodo.


Come gestire questa stasi e attivarsi per una transizione sostenibile?

Una premessa è d’obbligo: il panorama industriale è variegato. Mentre i grandi colossi dispongono di infrastrutture e risorse tali da mettere in campo sforzi imponenti e capillari, nell’industria coesistono comunque attori più piccoli che animano il settore e cercano con determinazione soluzioni alle sfide di sostenibilità. Pertanto, è fondamentale considerare ciascuna realtà in modo individuale, in relazione alle proprie dinamiche.

Per concentrarsi sul punto e rompere le catene dell'immobilismo, è essenziale comprendere che la transizione sostenibile è un processo che non può esaurirsi nel tutto e subito. Richiede una logica di pianificazione per definire gli obiettivi iniziali e mettere in atto le prime azioni utili a conseguire l’obiettivo di “misurare la sostenibilità” di prodotto. La buona prassi è quella di iniziare dall’identificazione delle fasi cruciali del ciclo di vita del prodotto, adottando un nuovo modus operandi funzionale che evita di annaspare alla ricerca del cambio di paradigma. Nella pratica, questo comporta l'individuazione delle attività più significative in termini di categorie di impatto ambientale per ogni azienda e, quindi un approccio step-by-step nella valutazione delle prestazioni sostenibili. Per questo, una checklist di azioni standard solitamente è uno strumento poco efficace e inadatto data la diversità e specificità di ogni società. Un punto da superare con la dovuta consapevolezza.

Che obiettivo hanno queste prime azioni?

L'identificazione dei macro-cicli aziendali su cui concentrarsi costituisce un primo passo per agevolare la raccolta di dati e informazioni necessarie a condurre un'analisi di sostenibilità. Il processo così strutturato facilita la collezione di elementi, e permette anche di valutarne la concretezza, la qualità e l'affidabilità. Questa operazione agevola anche il confronto con le proprie referenze interne. Questo aspetto è particolarmente importante per ottenere una prospettiva significativa sugli impatti aziendali rispetto a standard predefiniti dall'azienda stessa. In questo modo, l'analisi di sostenibilità va oltre la valutazione quantitativa di calcolo ma consente anche una riflessione approfondita sulla performance qualitativa di tutta la struttura.


Che ricaduta ha questa azione?

Quando si valuta il divario tra le prestazioni sostenibili di un prodotto e di quelle degli standard interni si compie un primo passo fondamentale per dare il via ad eventuali azioni correttive o migliorative, abbracciando un approccio proattivo. Un piano strategico di sostenibilità, infatti, dovrebbe integrare gradualmente le tematiche di sostenibilità al modello di business, puntando al conseguimento degli obiettivi prefissati e, soprattutto, alla creazione di valore condiviso. Con la scelta di un approccio graduale alla valutazione di sostenibilità secondo il confronto con referenze interne diventa più facile attuare piccole azioni correttive mirate. Questa visione consente di valutare più direttamente l'impatto di ciascuna modifica nel calcolo di sostenibilità, aprendo la strada a miglioramenti che possono essere meglio gestiti e pianificati. Con la metodologia a passi insomma, si contribuisce a consolidare il percorso verso la sostenibilità e a costruire un futuro aziendale più responsabile. Così ogni realtà può scegliere il proprio punto di partenza che, dipendentemente dalla sua struttura, potrebbe essere il raffinamento delle pratiche di approvvigionamento, l'ottimizzazione del sistema logistico, la gestione delle risorse idriche o la revisione delle pratiche di imballaggio delle materie prime secondo nuovi standard. Individuare una base da cui iniziare il cammino fornisce la svolta per adottare un approccio quali-quantitativo alla valutazione sostenibilità.


Punto di partenza e confronto mi sembrano le azioni strategiche…

Esattamente: darsi un inizio e rifarsi al concetto di "confronto interno" sono le attività fondamentali. Le aziende dovrebbero costantemente monitorare e valutare i loro progressi apportando modifiche quando necessario. L'obiettivo è un cambiamento che, una volta messo in moto, diventa graduale e continuo piuttosto che un'immediata rivoluzione.


Un esordio di sostenibilità, insomma…

La diversità e il pragmatismo di questo approccio spingono a guardare oltre l'enormità della sfida e concentrarsi su azioni concrete così rendere la transizione verso la sostenibilità meno faticosa e più realizzabile. Questo non solo aiuta a valutare gli sforzi compiuti nel tempo ma permette anche di coinvolgere gradualmente tutta la propria filiera. Questa dimensione richiede metodo, analisi critica e impegno a lungo termine ma un approccio di questo genere, focalizzato sulle milestone di sostenibilità, è il modo trasversale con cui anche le piccole e medie realtà possono affrontare le sfide complesse e compiere passi significativi verso un futuro più sostenibile. Non intervenire su tutto oggi può essere l'azione più strategica per il domani…