Giulia Penazzi

Formulatrice, Autrice & Cosmetologa Docente Cosmast UniFe

Bio...

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In questo numero di Beauty Horizons parliamo, tra le altre cose, di invecchiamento. A tal proposito ho recentemente letto tutto di un fiato il libro “Invecchiare non è una colpa”, che mi ha fatto gentilmente recapitare l’autrice, Giulia Penazzi.

Il sottotitolo del libro, esemplificativo del suo contenuto è: “Consigli di cosmesi e stile di vita per il well-aging”. Fin dall’introduzione, infatti, è spiegato in modo chiaro il fil rouge di tutto il libro, ovvero cambiare la modalità di pensare al tempo che scorre, passando dal concetto di anti-aging a quello di well-aging.


Ne parliamo direttamente con la Dr.ssa Penazzi, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito.


Ci può spiegare come una parola, anti-aging, ha condizionato per anni la nostra visione di bellezza e giovinezza?


Il termine anti-aging è stato inventato a scopo pubblicitario negli anni Ottanta per vendere prodotti cosmetici alle donne più anziane. In quegli anni vi fu il boom dei cosmetici anti-invecchiamento che venivano proposti al pubblico con termini sempre più duri come “per combattere le rughe, lottare contro i segni dell’età, etc.” quasi come se invecchiare fosse una vergogna, una colpa appunto!

Questa modalità ha portato a spingere le vendite, ma anche ad identificare sempre di più la bellezza con la giovinezza, e questo è un lato della comunicazione assolutamente da rifiutare perché crea grossi disagi nelle persone che fanno già fatica ad accettarsi così come sono, e quando invecchiano è ancora peggio.

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Il settore cosmetico sta seguendo questo nuovo modo di approcciare l’invecchiamento?


Penso che la skincare “anti-age” stia vivendo un cambiamento in questi anni. A sostegno di questo sono sempre di più i personaggi pubblici che mostrano di desiderare di apparire come sono, senza modificarsi con chirurgie invasive e quindi senza rifiutare i segni del tempo, ma abbracciando i cambiamenti con un atteggiamento diverso. Questo implica comunque non una accettazione passiva del passare del tempo, ma il prendersi cura costantemente e sempre più consapevolmente di sé e della propria pelle a 360 gradi, e non solo con la cosmetica, che deve comunque essere giusta e adeguata alla propria pelle e all’età.   


Abbiamo tutti sentito parlare di esposoma, vorrei approfondire con Lei però l’effetto dell’inquinamento sulla nostra pelle, visto che questa settimana Milano risulta essere la terza città più inquinata al mondo.


Infatti, non dobbiamo spostarci in India o in Cina per immergerci nell'inquinamento urbano, è sufficiente rimanere in Italia dove otto città su dieci pagano pegno sullo smog; l'85% è infatti sotto la sufficienza per la qualità dell'aria: i "fanalini di coda" sono "Torino, Roma, Palermo, Milano e Como", che prendono un voto pari a zero (ansa.it - 30 settembre 2020*).

In particolare si tratta di particolato fine e composti organici volatili che sono gli inquinanti primari delle città, di cui i metalli pesanti, l’ossidi di azoto e l’ossido di zolfo sono i principali. Le interazioni tra gli inquinanti primari e il calore e le radiazioni UV, portano poi alla formazione di inquinanti secondari, tra i quali ricordo l'ozono, molecola pericolosa se rimane negli strati più bassi dell'atmosfera.

Diversi studi collegano l'inquinamento, o pollution, ad un aumento dei segni dell'invecchiamento cutaneo come rughe e discromie.


Con un focus più ravvicinato, possiamo dire che uno dei principali effetti dell'inquinamento sulla pelle riguarda l'aumento dei radicali liberi, oltre alla deposizione di polveri sottili e metalli pesanti che possono alterare i parametri fisiologici come sebo, pH, film idrolipidico, microbiota, etc. Vivere in una città molto inquinata porta anche ad un aumento delle infiammazioni e quindi tutte le dermatiti di sicuro subiscono un peggioramento.


Cosa possiamo fare? E’ fondamentale quindi detergere molto accuratamente la cute alla mattina ma soprattutto alla sera, per essere sicuri di rimuovere tutti i residui dalla pelle. Almeno una volta alla settimana è importante praticare la doppia detersione e un gommage esfoliante. E’ importante ricordare anche i capelli e il cuoio capelluto sui quali si depositano molti elementi dell’inquinamento atmosferico urbano.

Se la pelle è molto infiammata occorre utilizzare prodotti dermatologici calmanti e idratanti, non grassi. Ma soprattutto saranno fondamentali gli ingredienti antiossidanti, per contrastare i danni dei radicali liberi su vari fronti. E quindi si alle Vitamine C ed E, coenzima Q10, estratti di alghe, vari estratti vegetali ricchi di polifenoli, flavonoidi e antocianosidi, come ginkgo biloba, mirtillo, uva (ricco di resveratrolo), te verde, cellule staminali di mela e stella alpina, melograna, e tantissimi altri. Non devono mancare gli ingredienti che favoriscono il corretto sviluppo del microbiota cutaneo contribuendo così a rinforzare la funzionalità di barriera.

L'impiego di cosmetici giusti è il passo fondamentale per proteggere la pelle dall'inquinamento atmosferico e contrastare l'invecchiamento accelerato che questi agenti inquinanti promuovono.

  


Nel libro descrive quanto sia importante personalizzare la routine cosmetica in base alla fascia di età e al tipo di pelle. Brevemente, quali sono gli attivi che non devono mancare dai 35 anni in su e come cambiano col passare del tempo? 


Nel mio libro ho dato un’impostazione diversa dal solito, a mio parere innovativa per quanto riguarda la skincare per il well-aging, ovvero ho suddiviso gli attivi principali e le beauty routine consigliate per fascia di età e, ovviamente gli attivi nuovi vanno integrati a quelli precedenti.

Per la fascia di età 25- 35 è importante proteggere e riequilibrare la barriera cutanea, idratare correttamente e salvaguardare il microbiota, utilizzare attivi antiossidanti e proteggere dal sole e dai danni degli UV, mentre per la fascia di età successiva, dai 35 ai 45 anni è importante integrare i consigli precedenti utilizzando attivi utili per favorire il metabolismo cellulare in generale, stimolare i fibroblasti, o la sintesi delle proteine strutturali specifiche (collagene, elastina, acido ialuronico), contrastare la glicazione, proteggere la matrice extracellulare dermica, ridurre la sintesi delle Metalloproteinasi di Matrice (MMP).


Oltre alla cosmesi vera e propria, nel libro c’è spazio per nutrizione, meditazione, face-yoga, tutti aspetti che contribuiscono al well-aging. Quanto è importante l’approccio olistico oggi? 


La pelle non è solo un organo che ci riveste, ma è intrinsecamente collegata al sistema digerente, al sistema nervoso, a quello immunitario, a quello ormonale e le alterazioni in queste sedi possono facilmente manifestarsi sulla pelle con modifiche o inestetismi. Sempre di più infatti si parla di dermobiotica, per collegare direttamente intestino e pelle, ed è noto che lo stress cronico provochi un aumento del cortisolo che crea danni cutanei a vari livelli.
Quando si parla di well-aging o invecchiare bene è quindi fondamentale prendersi cura di sé in tutti gli aspetti, e non solo con i cosmetici, per questo motivo ho dedicato questo libro in particolare ai giovani.


Oltre che consigliandovi caldamente la lettura del libro, chiuderei con questo pensiero di Frida Khalo, citato anche nel libro: “Se solo i nostri occhi vedessero le anime invece dei corpi, quanto sarebbe diversa la nostra idea di bellezza”.


Passiamo ora alla Dott.ssa Claudia Dellera, Presidente del Gruppo Aromi e Fragranze.

Questi sono i dati del rapporto, redatto da PwC, che studia il contributo del settore delle Fragranze in termini di posti di lavoro e valore creato, evidenziando il ruolo chiave come industria innovativa, sofisticata e globale.

Può gentilmente commentarci questi dati? 



I dati riportati rappresentano la fotografia del settore delle fragranze a livello mondiale (PWC report for IFRA) ed evidenziano come le fragranze siano la parte centrale di una value chain complessa che include sia i fornitori di materie prime che i produttori di prodotti per i consumatori: il valore creato è legato a doppio filo al successo operativo di questa filiera complessa. L’industria delle fragranze grazie alle attività produttive e di R&D apporta valore aggiunto alla filiera e contribuisce alla creazione di posti di lavoro la cui professionalità è unica nel settore.

Da notare è la percentuale degli investimenti in ricerca e sviluppo (8% del turnover) che testimonia come il settore sia da sempre teso verso un’innovazione che risponda alle esigenze normative, di sostenibilità, di tendenza. Grandi investimenti per lo sviluppo di processi sostenibili sono stati fatti sia per una consapevolezza dell’industria rispetto alle problematiche attuali sia per rispondere ad una preoccupazione specifica dei consumatori.

Di fatto l’industria delle fragranze può essere letta come moltiplicatore del valore creato dato che l’impiego di queste sostanze, anche in quantità limitate nei prodotti finiti, è capillare nei prodotti destinati ai consumatori.


Come è cambiato il ruolo delle fragranze nel tempo? 


La storia delle fragranze e del loro impiego è strettamente legata alla stessa storia dell’umanità.

Già al tempo dei Babilonesi nei giardini si coltivavano spezie ed erbe odorose per produrre olii, alimenti e farmaci. Molti avvenimenti storici sono direttamente legati all’impiego di fragranze, alle materie prime per produrle e al loro uso; basti ricordare Marco Polo ed i suoi viaggi in Cina e le guerre fra inglesi, olandesi, portoghesi per controllare le vie di importazione di molte spezie.

Fu la nascita della chimica moderna a rivoluzionare la produzione di profumi e fragranze. Grazie alla chimica analitica e di sintesi vennero riprodotte in grande quantità molecole che imitano il profumo tipico di fiori, foglie, bacche, preservando così le specie rare o a rischio di estinzione.

La produzione di fragranze si è poi notevolmente evoluta, arrivando a riprodurre sostanze finalizzate a coadiuvare l’ottenimento di un generale stato di benessere e contribuire a migliorare la qualità di vita dei consumatori.  


Il settore risulta sempre in crescita, nonostante l’inflazione e le difficoltà che le famiglie italiane stanno riscontrando, come se lo spiega? 


Prodotti per la pulizia della casa, l'igiene personale, la profumazione degli ambienti e della persona sono ormai diventati beni indispensabili per il benessere dei consumatori a cui difficilmente si rinuncia.

Le fragranze creano l’identità di ciascun prodotto, determinandone di conseguenza il successo commerciale.

La chimica delle fragranze, originariamente nata come attività di piccoli artigiani che utilizzavano tecniche basilari, si è trasformata gradualmente in un'industria globale in grado di innovarsi continuamente, per garantire sempre la sicurezza dei prodotti finali e la sostenibilità ambientale. La coerenza dimostrata dal settore in relazione ai bisogni profondi dei consumatori (sicurezza, salute, protezione, piacere) e la grande spinta all’innovazione ha contribuito a garantire stabilità al settore.   


Qual è la proiezione futura? Come si evolverà il mondo delle fragranze? 


Quello degli ingredienti per le fragranze è un mercato in crescita che sfrutta creatività, sostenibilità ed innovazione. Già oggi i consumatori sono attenti alla presenza di sostanze di upcylce (riciclo) nei prodotti: certamente le case profumiere che per prime riusciranno ad impiegare tali ingredienti, offrendo uno storytelling che tocchi il percorso di sostenibilità, saranno premiate dal mercato. Non dimentichiamoci poi dei social e del mondo virtuale che hanno notevole ripercussione sulla realtà: di questo si deve tenere conto, anche nello studio di nuove tendenze.

E poi c’è il continuo progresso della scienza che studia la relazione tra le fragranze e la pelle e gli effetti del profumo sul corpo e sulla mente e le cui scoperte vengono poi impiegate nel marketing olfattivo. Le fragranze che hanno come base le “neuroscienze” uniscono prestazioni funzionali al profumo: non è troppo lontano il giorno in cui i consumatori richiederanno fragranze personalizzate e disegnate per rispondere a bisogni specifici.

La capacità delle fragranze di impattare sul nostro cervello è ampliamente impiegata nello scent scaping- l’arte di usare un particolare profumo per creare un ambiente olfattivo particolare, inoltre è oggetto di studi specifici (Olfactive design Politecnico Milano) che indaga i territori olfattivi di luoghi, oggetti e materiali, compresa la sua evoluzione storica, immaginando nuovi scenari, creando nuove esperienze, in uno dei campi del Design meno esplorati ed emozionanti di tutti i tempi.


Le trasformazioni sociali stanno superando molti schemi: una volta il make up era solo al femminile (con il maschio che rubava nell’armadietto in casa), poi c’è stato il passaggio al Men’s Grooming, oggi, specialmente tra i giovani, non ci si pongono molti problemi in uso più disinvolto del make a prescindere dal genere. Premesso che ci sono comunque limiti oggettivi determinati da una diversità fisiologica delle pelli, si può parlare di nuovi scenari futuri del make up? 


L’inclusività è una macro tendenza legata alla società attuale, gli hashtag gender free e inclusivity hanno milioni di followers tra i giovani ed i meno giovani, in tutto il mondo. Parità di sessi e accettazione delle diversità. I miei clienti mi richiedono costantemente dei prodotti gender free in colori e textures. E’ una macro tendenza che persisterà.  


Una domanda finale: il mass market è dominato, si sa, dai grandi marchi storici che indossiamo in tutto il mondo. Quale è lo stato di salute dei piccoli produttori (in termini di dimensione aziendale non certo di valore che anzi, sono spesso laboratori di innovazione), delle realtà di nicchia? 


Le Indies brands fioriscono dappertutto in Europa e nel mondo, sono portatrici di novità, leggerezza, flessibilità. Inoltre, fenomeno importante, le piu innovanti sono rapidamente acquistate dai grandi marchi.  

Le indies rappresentano delle comunità ed è la comunità che fa evolvere il brand tramite i commenti sui networks. Quindi il legame e diretto e la risposta è rapida e accresce la fiducia. 

Ho realizzato uno studio che presentero’ al Luxe Pack a Monaco nell’edizione di ottobre 2022. Che rappresenta uno status mondiale delle novità tecnologiche proposte dalle Indies.  

E’ un mercato in crescita, legato alla ricerca di autenticità e personalizzazione.