QUALE DIETA

PUO’ CONTRIBUIRE A RIDURRE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO?

Nel giugno 2021, l'Unione Europea ha emanato il Regolamento (UE) 2021/1119, “Normativa europea sul clima”, per il conseguimento della neutralità climatica all’interno dell’Unione europea entro il 2050. Tale regolamento prevede come obiettivo intermedio la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55 %, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2030 (1). 


In linea con la strategia Farm to Fork (2) il cui scopo è di guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, i consumatori dovrebbero essere facilitati nello scegliere alimenti e diete sane e sostenibili. Ciò non solo aiuterebbe il settore agricolo e alimentare nel ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra, ma migliorerebbe anche la salute dei consumatori riducendo i costi sanitari per la società. 


Le linee Guida per una Sana Alimentazione, redatte dal Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), rappresentano il principale strumento nello sviluppo di politiche atte a migliorare le abitudini alimentari, indirizzandole verso scelte sane. In passato, le linee guida si basavano esclusivamente su come ridurre, attraverso la dieta, i fattori di rischio verso malattie non trasmissibili, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, e con indicazioni alimentari pratiche nel raggiungimento delle raccomandazioni nutrizionali fissate dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata Nazionale) (3). In questi ultimi anni, è stata presa piena coscienza che tale approccio mono disciplinare trascura altri aspetti legati alla sostenibilità, come le implicazioni ambientali, economiche e sociali, che possono avere un effetto indiretto sulla salute umana e sullo stile di vita. 


Le prime raccomandazioni sulle abitudini alimentari, che tenessero conto sia del contenuto nutrizionale che dell’impatto sulle risorse naturali, risalgono al 1986: esse furono redatte da Gussow e Clancy, due ricercatori dell’Università della Columbia e di Syracuse di New York. Gli autori coniarono il termine “dieta sostenibile”, rifacendosi a quello di “agricoltura sostenibile”, intendendo con esso un’attività che non spreca risorse naturali e che produce alimenti per il consumo locale e stagionale. Da allora il concetto si è ampliato, e nel 2019 la FAO (Food Agricolture Organization) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), definiscono le “diete sane e sostenibili” considerando non solo la sostenibilità nutrizionale e ambientale ma anche quella sociale, economica e culturale (4). La definizione prende in considerazione, quindi, tutte le politiche da mettere in opera in ambito alimentare per il raggiungimento di obiettivi globali di sviluppo sostenibile (SDGs: Sustainable Development Goals). 


Recentemente, diverse linee guida per una sana alimentazione hanno iniziato ad utilizzare dei metodi matematici di programmazione lineare per ottimizzare le diete nazionali al fine di ottenere dei modelli di consumo alimentare sani, a basso impatto ambientale e ad un costo accessibile per tutta la popolazione. L'ottimizzazione della dieta, infatti, è in grado di tradurre le raccomandazioni sull’apporto dei nutrienti in indicazioni di scelte alimentari tenendo conto di altri vincoli legati agli alimenti, tra cui, ad esempio, il costo, le tradizioni e l'impatto ambientale (5). La programmazione lineare (PL) è un metodo matematico finalizzato proprio nell’individuare la via più efficiente o l’ottimo per utilizzare le risorse limitate. Il metodo ha per oggetto lo studio e la soluzione di problemi in cui si richiede una funzione obiettivo di valori reali da minimizzare e una serie di vincoli che dovranno essere raggiunti simultaneamente dalla stessa soluzione (6). Attraverso l’applicazione della PL, un gruppo di ricercatori olandesi ha sviluppato un piano dietetico composto da 63 prodotti alimentari ad un costo relativamente basso, pari 2,59 euro al giorno, e contemporaneamente sano dal punto di vista di copertura nutrizionale, e a basso impatto ambientale in termini di emissione dei gas serra. Per questo ultimo aspetto, la quantità emessa è risultata pari a circa 1,6 Kg CO2eq al giorno in confronto con la quantità calcolata sulla dieta osservata pari a 3,5 Kg CO2eq al giorno. In questo studio il metodo matematico ha quindi trovato una soluzione per un modello di dieta in grado di soddisfare i 3 aspetti della sostenibilità, quello economico, salutistico e ambientale (7). 


    INTRODUZIONE

    In Italia, un recente studio ha sviluppato un modello di dieta sana e sostenibile con basse emissioni di gas serra, in grado di soddisfare le raccomandazioni nutrizionali (8). Nel contesto dello studio, è stato creato un database che ha collegato i dati sulla composizione nutrizionale degli alimenti con i valori relativi all’emissione dei gas serra di 921 prodotti alimentari consumati in Italia nell’ultima indagine nazionale sui consumi alimentari (INRAN-SCAI 2005-2006).  

    Il metodo matematico di programmazione lineare ha permesso lo sviluppo di piani dietetici ottimizzati distinti tra maschi e femmine in un campione di soggetti adulti (n=2098) di età compresa tra i 18 e i 60 anni la cui adozione da parte della popolazione italiana porterebbe ad un risparmio dell’emissione dei gas ad effetto serra di circa il 50%, molto vicino all’obiettivo climatico dell’Unione Europea del 2030. Il metodo matematico ha permesso di combinare la scelta di alimenti più salutari dal punto di vista nutrizionale con la scelta di alimenti che presentano un’emissione dei gas serra più bassa. I piani dietetici proposti prevedono il passaggio da un modello dietetico ad alto contenuto di alimenti di origine animale (tra cui carne e carni lavorate) ad una dieta ricca di alimenti di origine vegetale come frutta, verdura, soprattutto legumi e cereali (Figura 1). La modellizzazione dei regimi alimentari è stata elaborata partendo dai dati dei consumi reali ed ha mantenuto le stesse porzioni e gli stessi alimenti modificando solo la loro frequenza di consumo così da assicurare l’accettabilità da parte della popolazione.  

    Questo studio indica chiaramente la direzione verso la quale andare in termini di consumi alimentari. È importante che la transizione verso modelli alimentari più sani e più sostenibili possa avvenire rapidamente per contribuire al raggiungimento degli obiettivi sostenibili per lo sviluppo. A questo scopo è fondamentale il coinvolgimento non solo dei cittadini consumatori ma anche di tutti gli attori del sistema alimentare, tra cui produttori e trasformatori. Questo permetterà a persone competenti in alcuni specifici settori di dare al modello anche delle soluzioni economiche e sociali per un sistema produttivo sostenibile. 

    MODELLO DI CONSUMO ALIMENTARE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE IN ITALIA 

    Figura 1. Modifica (%) dei quantitativi dei gruppi alimentari nella dieta ottimizzata rispetto a quella osservata.

    MARIKA FERRARI 

    CREA Alimenti e Nutrizione | Italia

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