Giulio Fezzardini
Redazione NH Italia
TKS Publisher
Italia
Pet story:
croccantini e integratori
Un giorno in una sala di attesa ho colto una conversazione il cui oggetto era la somministrazione al paziente di probiotici. La cosa interessante era il paziente: un cagnolino. Mi trovavo infatti in uno studio veterinario.
Che la popolazione animale domestica stia diventando sempre più rilevante nella nostra vita lo dicono la nostra rete di amicizie e la frequenza con cui incrociamo animali nelle nostre strade.
Ma ecco alcuni dati dal sito della FEDIAF (EuropeanPetFood, sede a Bruxelles). Parliamo di “pet”, ovviamente, quindi animali domestici tracciati.
Ebbene, in Europa ci sono circa 113 milioni di gatti, 92 milioni di cani per circa 90 milioni di nuclei domestici.
Il turnover relativo alle vendite di pet food è di ca 27,7 bn con un tasso di crescita annuo intorno al 3,1%.
In Italia (Eurispes) nel periodo 2015/ 2022 sono raddoppiati i possessori di animali domestici: 4 italiani su 10 dieci ospitano principalmente cani (44,7%) e gatti (35,4%). Ma anche i pesci godono di una buona percentuale: 51%. Seguono in minore misura uccellini e tartarughe.
Come immaginabile l’emergenza Covid e il lavoro in smartworking hanno spinto questo trend. Sempre Eurispes registra una variazione percentuale nel periodo pandemico di un +19,6% (dal 33,6% del 2019 al 40,2% del 2021).
Che il fenomeno sia in crescita lo evidenziano anche i reparti dedicati dei supermercati, sempre più ampi, e le catene di negozi specializzati.
Parlando di alimentazione per animali, una riflessione.
Da bambino ho abitato nel centro storico della mia città; case vecchie dove il gatto di casa non era solo un elemento di compagnia, ma un apprezzato addetto alla security nei confronti dei topi che non di rado vedevamo sfrecciare negli ambienti. Il salario del gatto era garantito dalla ospitalità della famiglia e dal prezioso supporto del macellaio che aveva sempre a disposizione per gli animali dei propri clienti scarti che gli interessati, ovviamente anche i cani, apprezzavano moltissimo.
Oggi le cose sono radicalmente cambiate.
Adulto, non mi è mai capitato di sentire un veterinario che mi dicesse di dare scarti del macellaio ai miei animali. Opportuno garantire loro uno standard alimentare che tenga conto del progresso delle conoscenze scientifiche. Standard che comunque deve sempre fare i conti con una sorta di vigilanza. Perché come ben sanno i possessori di animali, il fascino del proibito è sempre in agguato, per cui non di rado si consumano in casa o in giro furti dal bidone della spazzatura o, come mi è successo, di cogliere la mia gatta in flagranza di reato mentre banchettava con ottimi arancini siciliani che incautamente avevo lasciato incustoditi sulla tavola e che aveva trovato più interessanti dei suoi croccantini.
E’ bene allora sapere che oltre il 93% dei veterinari (solitamente a loro volta possessori di animali), adotta per loro e quindi consiglia alimenti prodotti industrialmente e che ritengono che l’alimentazione preconfezionata garantisca maggiori standard di sicurezza oltre che un corretto apporto nutrizionale rispetto alla pappa domestica.
Detto questo anche per gli animali è possibile una integrazione alimentare.
Integrare, per l’uomo come per l’animale, significa molto semplicemente, includere nel cibo elementi che potrebbero essere carenti come, per esempio, alcune vitamine.
Quando e perché ricorrere ad una integrazione nutrizionale?
Innanzitutto è interessante rilevare (Eurispes 2020) che è in crescita il trend che vede i proprietari di animali (25,8%) provvedere di integratori alimentari i loro piccoli amici.
Anche per loro le condizioni ambientali, lo stress (il gatto è sensibilissimo al cambiamento di casa, abitudini), patologie, possono rendere necessaria una forma di integrazione.
E’ opportuno considerare che alimenti come riso, pane, gli scarti del macellaio, verdure sono in sé scarsi di minerali. Frequentemente si rileva negli animali domestici carenza di vitamine B2, B6, B12, acido folico e di minerali come ferro, magnesio, calcio e potassio.
Abbiamo alimenti industriali per animali completi di vitamine e minerali. In caso di necessità la disponibilità di prodotti integratori è ampia e in crescita. Detto questo come per gli umani vale anche quì la regola aurea: evita il fai da te.
Oggi a livello di mass media e social si parla tantissimo di salute. Il che è ottimo. Con un rischio: tanti autodidatti si improvvisano esperti (alzi la mano chi non ha almeno un amico/a nutrizionista!) e discettano di microbioma, probiotici, diete... Chiediamo consigli accreditati a specialisti accreditati. Anche in questo caso il consiglio veterinario è necessario. La sempre più diffusa presenza di animali in casa lo rende un po' un medico di famiglia e oggi proliferano studi, strutture cliniche, pronti intervento.
Tutto bene, anche se i costi sono spesso piuttosto alti. Visite, interventi, cure, farmaci, e quindi anche i nostri integratori, incidono su budget che la contingenza rende sempre più risicati.
Si auspicano anche in questo caso meccanismi di sostegno economico adeguati.
Sapendo che chiunque abbia un animale è disposto a tutto per curare il proprio amico a quattro zampe e rendergli la vita e la malattia dignitosi.
E’ il minimo per ringraziarlo per l’amore gratuito che ci dona ogni giorno.
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Voice: William Scott Agostini
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