Una informazione importante e molto sentita dal consumatore è la data di scadenza di un alimento. La valenza è doppia, in primo luogo il consumatore vuole evitare lo spreco alimentare che ammonta a circa 524,1 grammi* a persona e poi perché è ormai molto attento alla qualità del cibo e la scadenza la rispetta con attenzione. Si parla spesso solo di data di scadenza anche se è bene ricordare che le etichette di alcuni alimenti riportano invece il tempo di preferibile consumo. Cerchiamo di specificarne le differenze.


La data di scadenza viene indicata sulle etichette di alcuni prodotti alimentari con l’espressione “da consumarsi ENTRO” seguita da GIORNO, MESE e ANNO e indica perentoriamente la data entro cui un alimento deve essere tassativamente consumato. Un alimento è scaduto dal giorno successivo alla data indicata sulla confezione e, una volta superata, non può più essere venduto. Se viene consumato dopo potrebbero verificarsi rischi per la salute di chi lo consuma.


Il latte fresco pastorizzato è l’esempio eclatante di un prodotto fresco con data di scadenza da rispettare, disciplinata dalla legge 3 maggio 1989, n. 169, modificata in parte dal decreto n 231 del dicembre 2017, “La data di scadenza del «latte fresco pastorizzato» e del «latte fresco pastorizzato di alta qualità» è determinata nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico, salvo che il produttore non indichi un termine inferiore. L’uso del termine «fresco» nelle denominazioni di vendita del latte vaccino destinato al consumo umano è riservato ai prodotti la cui durabilità non eccede quella di sei giorni successivi alla data del trattamento termico."


Il Termine Minimo di Conservazione (TMC) o Tempo di Preferibile Consumo viene indicato sulle confezioni con la dicitura “da consumarsi PREFERIBILMENTE entro” seguita da GIORNO/MESE per gli alimenti la cui durata sia inferiore a 3 mesi, MESE/ANNO per quei prodotti la cui conservabilità è compresa tra 3 mesi e 18 mesi, ANNO per quegli alimenti la cui durata è superiore ai 18 mesi.


Il TMC o Tempo di preferibile consumo è la data fino alla quale un prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche, purché ben conservato. A questo proposito è determinante prestare molta attenzione alle indicazioni offerte dal produttore sulle modalità di conservazione dopo l’apertura della confezione sul cui retro di solito è raccomandato di: consumare entro … giorni dopo l’apertura della confezione” oppure “dopo l’apertura conservare in frigorifero e consumare il prodotto entro … giorni."


Consiglierei decisamente di rispettare tali consigli che, indicati dal produttore, rendono chiara la durata dell’alimento e informano il consumatore sui tempi di decadimento delle caratteristiche organolettiche del prodotto oltre i quali potrebbe avvenire un incremento microbiologico o fermentativo potenzialmente dannoso. Tra l’altro la modalità di conservazione di un alimento è una delle indicazioni obbligatorie perviste dal reg UE n 1169/2011.


A differenza della data di scadenza che è un termine perentorio, il tempo di preferibile consumo, è una data consigliata dal produttore a cui la legge impone di indicarla e che potrebbe anche essere superata purché si sia certi della integrità del prodotto e della confezione e purché si applichino i consigli del produttore per l’uso e la conservazione a confezione aperta.

*La rilevazione risale al gennaio 2023 ed evidenzia un calo del fenomeno del 12% circa rispetto all’anno precedente che si attestava a 593,3 grammi pro-capite (fonte Confcommercio e Osservatorio internazionale su cibo e sostenibilità).

 Data di scadenza e di preferibile consumo:
le differenze

Riferimenti bibliografici

  • Lista degli ingredienti e sua importanza
  • Origine degli alimenti per acquisti consapevoli
  • Etichetta nutrizionale per una alimentazione informata
  • Etichette di prodotti DOP e IGP e legame con i territori
  • Additivi e aromi, dove si trovano in etichetta?

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