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Come tutti gli anni, Teknoscienze non poteva mancare al Cosmoprof 2023, tenutosi ad aprile a Bologna. Tra gli stand della nuova “Ingredients zone”, dedicata alle materie prime, si trovava l’installazione CosmoFactory – Encoding Beauty, circondata di piantine di aloe. Lo spazio quest’anno era dedicato all’impatto della tracciabilità nella filiera del beauty (track and trace) e alla gestione integrata dei dati. Infatti, sulla confezione sostenibile (Induplast Packaging Group) di crema di Aloe vera del Salento (Laboratori N&B) che veniva distribuita alla CosmoFactory, capeggiava un QR code, ideato da Antares Vision, che, una volta scannerizzato, dava informazioni sui singoli componenti del prodotto.

Il QR code ha suscitato l’interesse di Monica Nizzardo, assistente editoriale di Teknoscienze, che per saperne di più ha intervistato Monica Coffaro, responsabile dello sviluppo del progetto di Antares Vision.


Grazie Monica per aver accettato l’invito ad approfondire quello di cui ho avuto un assaggio al Cosmoprof e che mi ha molto incuriosito. Il tipo di QR code di CosmoFactory, infatti, mi è apparso subito differente dai tradizionali a cui siamo abituati.


Ci spieghi meglio come funziona il QR code Antares Vision Group? 


Parliamo ben più di un QR Code, con un’accezione più profonda, in quanto nasce come “veicolo” di una identità digitale che raccoglie dati e informazioni relative al singolo prodotto, dalla materia prima ai processi di trasformazione, alla distribuzione, fino all’utilizzatore finale.

Anche nel cosmetico, beneficiamo dell’expertise tecnologica di soluzioni di tracciabilità complesse, con la possibilità di creare un’identità digitale, anche della singola unità venduta, veicolata attraverso un QR code leggibile e accessibile a tutti.

L’identità digitale unica permette di individuare e monitorare ogni singolo prodotto lungo l’intera filiera.

Questa logica di codici univoci si replica a livelli diversi: ogni scatola che contiene più prodotti ha una sua identità digitale univoca, così come ogni pallet, che rappresenta l’ultimo livello di aggregazione. Tutti questi codici, fra loro legati da una relazione gerarchica padre-figlio, vengono salvati, unitamente ai rispettivi dati, nella piattaforma di tracciabilità di Antares Vision Group.

Tale costruzione di relazioni gerarchiche ha una funzione cruciale all’interno del magazzino in cui giungono i pallet poiché permette di tenere sempre il controllo, in tempo reale, di ciò che entra e di ciò che esce.

  


Quanto è importante la tracciabilità del prodotto?


La tracciabilità ha acquisito nel tempo sempre più importanza nell’industria cosmetica.

Lo scorso anno, nel quadro del Green Deal, la Commissione Europea ha rilasciato una bozza di Regolamento dedicata ai prodotti sostenibili in cui è incluso il Passaporto Digitale Europeo per i prodotti, che si applica a qualsiasi bene materiale immesso sul mercato europeo o messo in servizio nell'Unione Europea e che ha l’obiettivo di promuovere la produzione sostenibile, consentire la transizione verso l'economia circolare, fornire nuove opportunità commerciali agli attori economici, aiutare i consumatori nel fare scelte sostenibili e consentire alle autorità di verificare il rispetto degli obblighi di legge.

La bozza prevede inoltre che il passaporto debba migliorare la tracciabilità dei prodotti lungo la catena del valore, facilitarne le verifiche di conformità da parte delle autorità nazionali competenti e garantire che le informazioni siano realmente accessibili per tutti gli attori lungo la catena del valore.

Lo scenario strategico e di mercato nel quale si colloca il tipo QR Code di cui stiamo parlando è coerente con il Green Deal: questa soluzione di tracciabilità , infatti, oltre a essere conforme alle normative, con la creazione dell’identita digitale unica permette di identificare e monitorare ogni singolo prodotto lungo l’intera filiera, contrastando e mitigando fenomeni piuttosto noti nell’industria cosmetica come contraffazione e mercati paralleli che ogni anno tolgono ai produttori fette di ricavi di una certa rilevanza.

Infatti, secondo i dati riportati dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ottobre 2022, in Italia, nel solo 2021, si sono verificati 506 sequestri di cosmetici, per un totale di 120.183 pezzi sequestrati.

A livello globale, invece, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha stimato che il volume dei prodotti cosmetici contraffatti ammonti a 5.4 miliardi di dollari.

La tracciabilità è inoltre in grado di abilitare la completa trasparenza di tutta la supply chain, permettendone l’accessibilità ai suoi attori (produttori, brand owner, aziende di packaging, distributori e rivenditori anche online), mentre la visibilità in tempo reale contribuisce a ottimizzare le scorte, migliorare l’efficienza dei processi e supportare la sostenibilità.   


Quali sono i temi più importanti per il settore cosmetico in questo momento e nell’immediato futuro?


La bozza di Regolamento proposta dalla Commissione Europea, basata sulle trasformazioni ecologiche e digitali in atto, è già stata accolta positivamente da GS1, l’organizzazione non profit che sviluppa standard per la comunicazione fra imprese con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la trasparenza delle supply chain. Parallelamente sempre più consumatori si stanno interessando a tematiche legate alla sostenibilità e alla sicurezza dei prodotti, così come alla provenienza delle materie prime, chiedendo a produttori e brand owner maggior trasparenza e accessibilità alle informazioni.

La strada intrapresa dal settore, a livello normativo e di scelte di produttori, brand owner e consumatori, dunque, porta verso una tracciabilità sempre più precisa, puntuale e accessibile.

Diversi grandi player del settore si sono già mossi in questa direzione, rendendo disponibili dati di filiera relativi a performance ambientali e sociali e informazioni su consumi di energia, gas serra, sprechi, materie prime scelte e approvvigionamenti sostenibili.


Quali benefici porta la tracciabilità agli stakeholder?  


La tracciabilità permette di instaurare un rapporto più diretto tra produttore e consumatore e rende personale l'esperienza tra l’utente finale e il brand owner. Per quest’ultimo la tracciabilità si conferma un valore aggiunto in termini di brand reputation e una sicurezza per quanto riguarda l’integrità del prodotto. Di fatto è dunque utile per ogni soggetto coinvolto lungo la filiera.

A marzo, durante Cosmoprof, Antares Vision Group è stata partner dello spazio CosmoFactory, quest’anno dedicato proprio all’importanza della tracciabilità nel settore Beauty. Per l’occasione abbiamo applicato la soluzione a un prodotto a base di aloe biologica contenuto in un packaging monomateriale e riciclabile distribuito nei giorni dell’evento.

I circa 12.000 campioni dispensati sono stati dotati di identità digitale unica: l’utente ha potuto compiere un vero e proprio viaggio lungo la filiera produttiva, consultando le informazioni relative alle materie prime, ai processi di produzione e alla storia del packaging, con contenuti personalizzati in base al suo profilo tipo (brand owner, professionista del settore, consumatore finale).

   

Quanto è importante l’engagment del consumatore?


Come emerso sempre a Cosmoprof, l’identità digitale unica creata dalla soluzione di tracciabilità si distingue poiché dà accesso a scenari di coinvolgimento dell’utente che possono variare in funzione di diversi parametri – ad esempio data e luogo in cui avviene l’accesso ai contenuti, tipo di prodotto o numero di accessi. È un approccio, questo, che, per la sua estrema personalizzazione, aumenta la trasparenza della filiera e dunque nei confronti dell’utente e genera fiducia tra tutti i soggetti coinvolti. Permette anche di creare relazioni dirette, one-to-one, fatte di interazioni digitali e dialogo con il consumatore che nel tempo portano alla fidelizzazione di quest’ultimo al brand.


Quali sono i vantaggi? 


Le aziende attestate assicurano e dimostrano alle parti interessate (clienti, distributori, importatori, e consumatori) la conformità alle norme riguardanti le GMP dei prodotti cosmetici e degli ingredienti cosmetici.


Non dimentichiamo poi che tra le parti interessate ci sono anche gli enti di controllo e che la normativa vigente è rappresentata dal Regolamento CE 1223/2009 e dal Decreto Legislativo n.204/2015 che stabilisce la disciplina sanzionatoria applicabile alla mancata ottemperanza del Regolamento.


La certificazione fornisce quindi un ulteriore strumento atto a dimostrare la compliance dell’azienda alle disposizioni di legge.    


Come funziona e quanto dura la certificazione? 


L’iter può iniziare con una verifica preliminare che può esser richiesta dall’azienda per valutare lo stato del sistema di gestione aziendale in relazione a quanto richiesto e per individuare eventuali aree ancora da sviluppare prima della certificazione.


Successivamente si procede con gli audit di Stage 1 e di Stage 2 che rappresentano il momento di verifica della conformità del sistema di gestione ai requisiti tramite l'analisi dei documenti, la raccolta delle evidenze e le osservazioni sul campo. Il risultato dell’attività di audit è l’emissione dell’attestato di conformità.


Il ciclo di certificazione è triennale, dopo l’audit di prima verifica sono previsti due audit di sorveglianza annuali e poi si svolge un audit di rinnovo.   


Come scegliere l’ente di certificazione? 


Non bisognerebbe impostare la scelta basandosi solo sul prezzo, ma, come tutti gli investimenti, valutare attentamente i pro e i contro, visto che la durata di ogni certificato è triennale.


È fondamentale scegliere con attenzione l’ente di certificazione prendendo in considerazione svariati aspetti, tra i quali:

  • trovare un partner valido per impostare un lavoro in più anni
  • conoscere preliminarmente gli auditor che interverranno nelle attività di verifica
  • stabilire un buon contatto in modo che l’obiettivo del miglioramento possa essere conseguito.


Una domanda sugli aspetti regolatori sempre più stringenti che stanno portando anche a riformulazioni di prodotto. Premesso che il termine “regolatorio” è per sua natura percepito come limitante (ma dovremmo anche pensare che le regolamentazioni cambiano in funzione di nuove conoscenze scientifiche), come vede oggi questo confronto tra le due parti, Ente regolatorio/produttore? In sintesi: confronto o conflitto? 


Certamente un confronto poiché la legislazione va rispettata in quanto garante della sicurezza del consumatore. Sarebbe auspicabile una maggiore rapidità ma come sempre per modificare le leggi i tempi sono piuttosto lunghi.  


Una domanda con uno sguardo al marketing. Tematiche discusse e attuali in questi ultimi anni: ruolo degli influencer, dei social media, dell’e-commerce. Sicuramente la forzata permanenza domestica ha accelerato e concentrato un fenomeno già in atto. Quali i rischi e le opportunità? Come riconoscere fonte serie e inattendibili? 


Sono fenomeni attuali e societari che a mio parere rappresentano delle opportunità di sviluppo. Sicuramente hanno portato ad un riavvicinamento tra i brands ed i consumatori, molti dei prodotti già sul mercato sono il frutto di questo dialogo in corso ed è solo l’inizio di un questo fenomeno. Quindi ne vedo che utilità.  


Le trasformazioni sociali stanno superando molti schemi: una volta il make up era solo al femminile (con il maschio che rubava nell’armadietto in casa), poi c’è stato il passaggio al Men’s Grooming, oggi, specialmente tra i giovani, non ci si pongono molti problemi in uso più disinvolto del make a prescindere dal genere. Premesso che ci sono comunque limiti oggettivi determinati da una diversità fisiologica delle pelli, si può parlare di nuovi scenari futuri del make up? 


L’inclusività è una macro tendenza legata alla società attuale, gli hashtag gender free e inclusivity hanno milioni di followers tra i giovani ed i meno giovani, in tutto il mondo. Parità di sessi e accettazione delle diversità. I miei clienti mi richiedono costantemente dei prodotti gender free in colori e textures. E’ una macro tendenza che persisterà.  


Una domanda finale: il mass market è dominato, si sa, dai grandi marchi storici che indossiamo in tutto il mondo. Quale è lo stato di salute dei piccoli produttori (in termini di dimensione aziendale non certo di valore che anzi, sono spesso laboratori di innovazione), delle realtà di nicchia? 


Le Indies brands fioriscono dappertutto in Europa e nel mondo, sono portatrici di novità, leggerezza, flessibilità. Inoltre, fenomeno importante, le piu innovanti sono rapidamente acquistate dai grandi marchi.  

Le indies rappresentano delle comunità ed è la comunità che fa evolvere il brand tramite i commenti sui networks. Quindi il legame e diretto e la risposta è rapida e accresce la fiducia. 

Ho realizzato uno studio che presentero’ al Luxe Pack a Monaco nell’edizione di ottobre 2022. Che rappresenta uno status mondiale delle novità tecnologiche proposte dalle Indies.  

E’ un mercato in crescita, legato alla ricerca di autenticità e personalizzazione.