PROBIOTICI

NEGLI INTEGRATORI

PER LA BELLEZZA:

SFIDE REGOLATORIE

E OPPORTUNITÀ

Come già discusso sulle pagine di questa rivista, è relativamente recente, ma importante, l’attenzione al possibile effetto di nutrienti specifici, ingeriti sotto forma di integratori alimentari o di alimenti addizionati, sull’aspetto estetico di pelle, unghie e capelli. 

Trovare linee cosmetiche complementate da uno o due integratori alimentari per la pelle o per i capelli, inusuale e a volte poco bene accolto fino a pochi anni fa, è ora frequente anche per brand più conosciuti o specializzati, soprattutto quando si tratta di vendite online o in farmacia. 

Allo stesso modo è relativamente recente l’attenzione al microbiota, agli effetti che il suo equilibrio può avere sul benessere dell’organismo e alla diffusione della supplementazione alla dieta con agenti probiotici; così come è ancora più recente l’intuizione che alcuni agenti probiotici possano avere un effetto migliorativo sulla pelle, anche dal punto di vista estetico. Continue ricerche vengono effettuate sull’effetto dei microrganismi sull’intestino. Tuttavia, i loro benefici potrebbero essere indirizzati anche sulla cute, dove questi sembrano esercitare un ruolo importante nel mantenimento della cute stessa e della sua omeostasi (1). 

Rispetto a cosa sono di preciso i probiotici, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dà questa definizione: “live microorganisms which, when administered in adequate amounts, confer a health benefit on the host” (microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, recano un beneficio per la salute dell’ospite) (2).  

INTRODUZIONE

In effetti, negli ultimi anni, diversi studi sono stati condotti per valutare l’effetto di particolari ceppi di probiotici su determinati parametri estetici. 

I risultati sono in alcuni casi promettenti, in altri meno netti, ma indicativi di una possibile azione che dovrebbe essere approfondita da ulteriori ricerche.  


Infatti, sembra che il Lactobacillus rhamnosus, se assunto a 1,4×1010 UFC (Unità formanti colonia) al giorno per 4 settimane, possa migliorare la compattezza e la consistenza della pelle in donne sane, con lieve costipazione e pelle secca, dando un plausibile contributo all'idratazione della pelle.  


Il Lactobacillus plantarum ha mostrato un miglioramento significativo in termini di idratazione della pelle, rughe, lucentezza ed elasticità, con 1 × 1010 UFC al giorno per tre mesi. Sulla base degli studi disponibili, sembrerebbe necessario un approfondimento maggiore per Bifidobacterium breve, o Bifidobacterium longum, o Lactobacillus brevis, mentre occorrerebbe prestare attenzione alle indicazioni di bellezza su Lactobacillus paracasei


In particolare, uno studio effettuato su 64 donne bianche sane che avevano ricevuto per 8 settimane una preparazione probiotica contenente Lactobacillus paracasei, ha mostrato una differenza significativa tra l’inizio e la fine dello studio rispetto al placebo (3). 


In uno studio randomizzato in doppio cieco condotto su 110 donne coreane sane che hanno ricevuto 2 grammi di polvere di Lactobacillus plantarum, si sono osservati miglioramenti in termine di TEWL (Perdita di acqua transepidermica), lucentezza ed elasticità cutanea, diminuzione delle rughe, rispetto al placebo dopo 12 settimane (4).  


Un altro più recente studio in doppio cieco randomizzato condotto su volontari sani che hanno ricevuto una compressa di Lactobacillus paracesei o placebo al giorno per 12 settimane ha mostrato un miglioramento della TEWL in soggetti con un’età più avanzata o con la pelle più secca (5). 


In uno studio randomizzato in doppio cieco 89 donne giapponesi sane hanno ricevuto 1 g di Lactobacillus rhamnosus. Sebbene sia il gruppo trattato, sia il gruppo con placebo abbiano visto miglioramenti dell’idratazione durante lo studio, il parametro misurato all’interno dell’avambraccio (ma non della guancia) è risultato significativamente migliorato nel gruppo trattato (6).  


In uno studio aperto 16 donne giapponesi hanno ricevuto per 4 settimane una supplementazione con Lactobacillus rhamnosus. L’idratazione dello strato corneo e la secchezza cutanea sono apparse significativamente migliorate così come le macchie senili. I risultati sono stati associati ad un miglioramento del transito intestinale (7).  


In uno studio randomizzato, in doppio cieco, 40 donne giapponesi sane hanno ricevuto giornalmente per 4 settimane 100 ml di latte con GOS, polidestrosio, Bifidobacterium breve, Lactococcus lactis e Streptococcus thermophilus o un placebo. In termini di idratazione, si è osservata una differenza significativa tra il gruppo attivo e il gruppo placebo dopo il periodo di somministrazione (8). 


Sono stati condotti anche studi in vitro e su modelli animali, che hanno mostrato come ceppi di Lactobacillus plantarum abbiano effetti sulla diminuzione delle rughe e su altri parametri biochimici (9). Questi studi, per quanto presentino i limiti conosciuti e non siano utilizzabili come prova nel supporto di possibili effetti sulla bellezza negli integratori alimentari, potrebbero confermare quanto osservato negli studi clinici e suggerire una promettente possibile applicazione di alcuni ceppi di probiotici nel trattamento estetico dei segni dell’invecchiamento cutaneo. 

LE EVIDENZE DEI PROBIOTICI SU PARAMETRI ESTETICI 

Recentemente, sempre su queste pagine, è stato discusso di come sia complessa la situazione regolatoria rispetto all’uso del termine “probiotico” nell’etichettatura e nella pubblicità all’interno dell’Unione europea. È stato infatti riconosciuto come l’uso di questo termine implichi un beneficio sulla salute, che si possa quindi continuare ad utilizzarsi in etichettatura e pubblicità solo nell’ambito del Regolamento (CE) n. 1924/2006 (10) sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, ma che l’Autorità Europea di Sicurezza Alimentare (EFSA) ha dato negli anni parere negativo a tutte le domande di autorizzazione ai claim sulla salute relativi. La stessa EFSA ha però riconosciuto come l’equilibrio della flora microbica intestinale non si possa considerare un effetto benefico sulla salute di per sé (11), lasciando una possibilità di utilizzare questo termine come indicatore di categoria, con notevoli differenze interpretative nei diversi stati membri.  


Spostando l’attenzione dagli effetti fisiologici sulla salute a possibili effetti sull’aspetto estetico della pelle e dei suoi annessi, il contesto regolatorio cambia. 

Il concetto di alimenti che possano rivendicare indicazioni sulla bellezza è emerso dal 2011, poiché i pareri dell'EFSA hanno delimitato meglio il rispettivo campo di applicazione delle indicazioni sulla salute, come disciplinato dal diritto dell'UE, e delle indicazioni sulla bellezza nel contesto delle informazioni alimentari volontarie (12). 

Al di là del termine in quanto tale, che può essere utilizzato o meno a seconda dell’apertura dello stato membro in cui si intende commercializzare il prodotto, la possibilità di vantare degli effetti estetici, non ricade più dunque nel quadro del Regolamento (CE) 1924/2006. È però importante notare che le giurisprudenze nazionali e le posizioni formali a livello dell'UE hanno fornito ulteriore supporto al concetto di claim sulla bellezza, sebbene non esista una regolamentazione formale, e le autorità abbiano un ampio margine di manovra in tali casi, ai sensi articolo 7 del Reg. (UE) n. 1169/2011 (14). 


Vale anche la pena ricordare che è generalmente accettato che, sebbene le affermazioni sulla bellezza non siano di competenza del Reg.1924/2006, queste dovrebbero essere valutate al più alto livello di evidenza. Pertanto, sono necessari studi di intervento per supportare un'affermazione di bellezza, a meno che il nutriente non sia essenziale. 

IL CONTESTO REGOLATORIO 

Nel costruire un supporto probatorio solido, alcuni criteri importanti dovrebbero essere presi in considerazione. 

Dovrebbero essere disponibili studi sull’uomo, tenendo conto che gli endpoint dovrebbero essere relativi a parametri di bellezza che dovrebbero essere misurati e valutati statisticamente. 


Per esempio, EFSA non ha ritenuto come endpoint di effetti fisiologici la compattezza, l’elasticità, il volume delle rughe oculari; l'elasticità della pelle non è stata correlata alla funzione, in quanto tale, e quindi risultarebbe un endpoint di dichiarazione di bellezza. L’idratazione cutanea e la perdita d’acqua transepidermica (TEWL) sono stati considerati endpoint di evidenza a supporto delle indicazioni sulla salute. Possono però essere utilizzati anche per dimostrare claim sulla bellezza, seppure con la necessaria cautela. 


È necessario anche distinguere quali sono le indicazioni che possono essere usate per comunicare effetti sulla bellezza. Per esempio, la protezione dell'idratazione della pelle è un'indicazione sulla salute, non sulla bellezza, così come il mantenimento della funzione barriera della pelle. Un cambiamento nella struttura della pelle che contribuisce al mantenimento della funzione cutanea è un effetto fisiologico benefico a condizione che porti a un miglioramento della funzione della pelle come la barriera cutanea. Il mantenimento della normale struttura, elasticità e aspetto della pelle sono d’altro canto indicazioni di bellezza, non sulla salute. Una diminuzione delle rughe, che può essere correlata al mantenimento o al miglioramento della struttura, idratazione, elasticità della pelle, è una dichiarazione di bellezza (15). 

PROVE A SUPPORTO E CRITERI INDICATIVI 

Sulla base delle evidenze osservate, alla luce del contesto regolatorio delineato, alcuni beauty claim potrebbero essere proposti per prodotti contenenti ceppi probiotici in quantità significative. Per esempio, “Lactobacillus rhamnosus contribuisce al mantenimento dell'aspetto della pelle (compattezza e consistenza della pelle)”; “Lactobacillus plantarum contribuisce al mantenimento dell'aspetto cutaneo (idratazione cutanea, rughe ed elasticità)”, potrebbero essere un esempio di indicazioni sulla bellezza, proponibili per comunicare l’effetto osservato di alcuni probiotici sulla cute.  


Tuttavia, è importante ricordare che sarebbero necessarie ulteriori ricerche e che le condizioni d’uso specificate dovrebbero ricalcare quelle utilizzate nello studio di riferimento. Inoltre, è importante precisare che i batteri utilizzati devono essere ben caratterizzati, anche nel ceppo, e corrispondere al ceppo utilizzato nello studio. Infine, sarebbe importante confermare le evidenze, con studi specifici sul prodotto finito e che i beauty claim vantati fossero correttamente inseriti nel contesto delle informazioni finali fornite sul prodotto conformemente alla normativa vigente. 

PROPOSTE DI BEAUTY CLAIM 

LUCILLA CARICCHIO
Hylobates Consulting srl | Italia

Bio...

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