SKIN AGEING:

È SOLO QUESTIONE DI PELLE?

(II parte)

Negli ultimi tempi, soprattutto a seguito della situazione pandemica, le aziende del “beauty” sono state chiamate a rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, anche appartenenti alle nuove generazioni, in particolare per far fronte alle innumerevoli fonti di stress a cui si è quotidianamente esposti.  

Lo stress è definito come la risposta del corpo a tutta una serie di fattori esterni e psicologici che ne interrompono l'omeostasi (1,2,3).  

Inquinamento, raggi UV, luce blu dei dispositivi elettronici, ore di sonno insufficienti, uso dei social media, relazioni interumane non soddisfacenti, preoccupazioni legate al lavoro e/o elevato numero di ore dedicate al lavoro anche svolto da casa, sono solo alcune tra le numerose fonti di stress da considerare (4). 

Tali fattori di stress possono essere causa dei processi di accelerazione dell’invecchiamento le cui manifestazioni sono maggiormente visibili, soprattutto a livello cutaneo. 

Tra le strategie a disposizione della cosmetologia moderna per intervenire a questo livello, vi sono i cosiddetti neurocosmetici, formulazioni nate con l’obiettivo di modulare le interazioni tra la pelle e il sistema nervoso cutaneo mediante la regolazione dei meccanismi alla base della neurotrasmissione, così da contrastare gli inestetismi conseguenti allo stress (5).  


BEAUTY & STRESS 

Se l'esposizione allo stress è prolungata le cellule della pelle non interrompono la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Quindi i suoi livelli, rimanendo elevati, causano una cascata di conseguenze dannose (1,2,6,7) tra cui: aumento dei livelli di zucchero nel sangue che favoriscono la “glicazione” di collagene ed elastina, danneggiandoli; degradazione delle proteine dermiche; aumento della TEWL (Transepidermal Water Loss), un indice della funzione barriera della pelle, con conseguente meno efficace riparazione della cute (8,9) poiché la coesione epidermica viene alterata (9,10,11,12,13), e quindi disidratazione cutanea, dovuta alla riduzione della produzione di acido ialuronico. 

In conseguenza di questo squilibrio nell’omeostasi cutanea, può manifestarsi uno stato infiammatorio, una progressione dell’invecchiamento, ed un aspetto visibilmente stanco (14).   

La consapevolezza dell'impatto dello stress sulla pelle del viso è, pertanto, un argomento di crescente importanza, ed i giovani stanno iniziando a riconoscere il legame tra le ansie che provano ed il loro aspetto.  

È possibile che una routine neuro-cosmetica innovativa possa aiutare la pelle a bilanciare i livelli di cortisolo, riducendo lo stress, con effetti immediati e duraturi? Ingredienti come le fitoendorfine delle bacche di Vitex agnus-castus (15,16,17,18,19) che stimolano la produzione di collagene di tipo I e III (20), aumentano il tono e l’idratazione cutanea, e riducono la profondità delle rughe della zona perioculare (15,20,21,22,23), gli estratti di Rhodiola rosea (24,25,26), Paeonia suffruticosa (27), e Tephrosia purpurea (22,28,29) che riducono la produzione di cortisolo da parte delle cellule cutanee (22), possono aiutare a combattere lo stress cutaneo (2,14,30,31,32).   


SKIN STRESS PATHWAYS: IL RUOLO DEL CORTISOLO  

Molte note aziende cosmetiche hanno già commercializzato prodotti dedicati a garantire il benessere delle mani e dei piedi, vere e proprie “coccole” di bellezza per conferire morbidezza e sollievo, particolarmente indicati per un’applicazione notturna. Ma anche la pelle del viso può trovare ristoro con una “Sleeping beauty routine neurocosmetica” costituita da prodotti altamente nutrienti (prevalentemente maschere con la texture di una crema o di un gel) da applicare la sera prima di addormentarsi (33). Tra gli ingredienti funzionali più richiesti ai formulatori in questo contesto, possiamo trovare peptidi antiage e botox-like, eventualmente arricchiti anche da fragranze o mix di fragranze caratterizzate da uno spiccato potere neuro-rilassante (es., olio essenziale di rosa o di lavanda). È stato infatti ampiamente dimostrato in letteratura che gli oli essenziali contenuti nelle formulazioni, perlopiù impiegati come fragranze, possono influenzare le onde cerebrali modulandole (34,35); questo fa sì che l’inserimento di un olio essenziale rilassante in formula potrebbe aiutare a conciliare il sonno e, contestualmente, gli ingredienti funzionali neurocosmetici ad azione antiage potrebbero migliorare l’aspetto delle rughe, favorendo un effetto tensore della pelle, contrastando i segni dell’età. Si potrebbero, quindi, definire prodotti che “lavorano” di notte per conferire alla pelle del viso un miglioramento dell’aspetto al risveglio.

SKIN-CARE IN SLEEP MODE: LE NUOVE TENDENZE 

Alla modulazione dello stress nella routine quotidiana possono contribuire le fragranze che tutti noi abbiamo l’abitudine di indossare a seconda delle occasioni o delle circostanze che andremo a vivere ed affrontare. Secondo questa affermazione, la scelta del profumo andrà effettuata sulla base della conoscenza delle sue sfaccettature olfattive. È noto che le note esperidate o agrumate siano energizzanti e rivitalizzanti per antonomasia, in quanto in grado di conferire sensazioni di dinamicità e freschezza, mentre le note ambrate abbiano una connotazione avvolgente, quelle marine o acquatiche evochino libertà, oppure quelle fruttate, seduzione, solo per citarne alcune (36).  

Si sta recentemente diffondendo il trend delle cosiddette “fragranze funzionali”, ossia formulazioni profumate che vedono l’impiego di ingredienti ad azione idratante, antirughe, setificante, tonificante, etc., in modo da rendere il prodotto una piattaforma multifunzionale, oltre che multisensoriale, più appealing al consumatore moderno, sempre più pratico ed esigente (37). In quest’ottica, il mondo della skin-care e l’universo delle fragranze abbandonano la loro comfort zone per unirsi in un unico target aroma-cosmetico.  

FOCUS AROMACOSMESI: L’UNIVERSO DELLE FRAGRANZE FUNZIONALI 

Sebbene la ricerca di nuove molecole e fitocomplessi da impiegare in qualità di ingredienti neurocosmetici abbia compiuto notevoli progressi incentrati anche sulla comprensione dei meccanismi alla base della loro azione, molto deve essere ancora investigato. Nuovi e interessanti sviluppi in questo campo innovativo della cosmesi funzionale sono infatti particolarmente attesi dalle aziende cosmetiche, desiderose di dare un valore aggiunto ai loro prodotti, anche in termini di sviluppo di nuove metodologie e strategie formulative utili a consentire la scoperta di un nuovo mondo di benefici e claim. Questo consentirebbe ai consumatori di sperimentare una routine di bellezza innovativa, non convenzionale, ma sempre di alta qualità, efficacia e, soprattutto, sicurezza.

NEUROCOSMESI FUNZIONALE: WORK IN PROGRESS 

JENNIFER GUBITOSA1             VITO RIZZI1

PAOLA FINI2              PINALYSA COSMA1,2 

1. Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari | Italia

2. Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IPCF, UOS Bari | Italia

JENNIFER GUBITOSA

VITO RIZZI1

PAOLA FINI

 PINALYSA COSMA1,2 

1. Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari | Italia

2. Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR-IPCF, UOS Bari | Italia

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