I periodi che stiamo vivendo ci hanno messo, e ci stanno mettendo a dura prova.

Se da un lato viviamo la continua sfida che l’essere umano affronta da decine di millenni per evolversi, dall’altro la maggior consapevolezza e la maggiore informazione rimarcano la dura realtà delle problematiche mondiali che ormai influenzano inesorabilmente tutte le nostre attività.


E’ molto complicato parlare di bellezza, cosmetica e profumi in un contesto che si scontra con pandemie, povertà e guerre.

E’ vero, sono problematiche che hanno sempre accompagnato la storia dell’essere umano, ma oggi, una pandemia ci ha improvvisamente fatto capire che quello che succede a migliaia di chilometri da noi ci riguarda molto più di prima. Dazio inevitabile, ma anche evolutivo del mondo iper connesso ed iper collegato.

In questo contesto parlare di profumo spesso mi risulta complicato e dico quasi sgradevole.

Ma è il mio lavoro, la mia passione. Così come la cosmetica e relativa filiera è il mondo che trattiamo e che vogliamo far conoscere.

E poi approfondisco, e ritrovo motivi di speranza e nuova energia per riprendere il discorso.

Il mondo del profumo mi porta a divagare, a sognare. Il mondo del profumo mi fa riscoprire i sensi e la sensorialità, che non è solo quella legata all’olfatto.

Grazie al profumo ascolto, vedo, sento percepisco tutto molto meglio. Che sia questa una nuova frontiera della percezione olfattiva (che solo olfattiva non è).


Il mondo del profumo ci spinge a cercare il bello ovunque e ci spinge alla ricerca artistica. Ed ecco arrivare gli accordi musicali più belli ed i colori più intriganti per dipingere le nostre storie (altro che piattaforme social e metaverso). E condividere artisticamente è tutt’altro che “postare” via web.

Mi permetto di dire: un’esperienza più completa.

Il “valore artistico”, che bella affermazione! Qualcosa che va oltre le difficoltà, le barriere, le ristrettezze (anche economiche) e le regolamentazioni.


Oggi sembra complicato far uscire un prodotto sul mercato senza che non ci si scontri con limiti di ogni tipo. Ed il profumo non ne è esente. Anzi, sembrerebbe che continuando così non si riesca più a formulare niente, niente di tutto quello che convenzionalmente chiamiamo profumo... ed invece.

La bellezza del nostro mondo è proprio questa. Dal nulla, da un nulla può nascere un universo.


E’ tutto dentro di noi e tutto intorno a noi. La ricerca non si deve fermare. Le difficoltà non ci possono fermare.

Questa lunga premessa per riflettere sul fatto che il mondo del profumo sta vivendo un periodo molto complicato. La mancanza di materie prime, le regolamentazioni, le nuove consapevolezze in termini etici ed ambientali stanno trasformando un’industria piuttosto tradizionale e dalle abitudini consolidate. La storia del profumo (industriale) è relativamente recente eppure così antica.

Basti pensare che ancora oggi un presunto seminario olfattivo ripercorre schemi classici che ci riportano a quello che si imparava decenni fa. E’ vero, le basi più o meno sono sempre le stesse, più o meno in tutti i settori, ma oggi non possiamo esimerci da quello che si chiama svolta.


Perdiamo una materia prima e perdiamo fiducia.

“Non saremo più in grado di formulare niente” sento ripetere spesso dai formulatori “Non è più lo stesso profumo” sento rimarcare i clienti.


Quello che stiamo cercando di mantenere, in un mondo in così totale cambiamento, è il legame olfattivo che ci rassicura. Non lo vediamo, ma non vogliamo perderlo.

Ci piace pensare ad un talco che ci ricorda quando eravamo bambini

Ci piace il profumo del pulito e della pulizia che resta, per ore, giorni, negli ambienti che frequentiamo.


Ironia della sorte, siamo più propensi all’acquisto di una nuova versione di un prodotto che spesso costa migliaia di euro, piuttosto che pagare dazio per il cambio di un deodorante, di un sapone in funzione di una maggiore sicurezza in uso.

E’ vero i restyling, i nuovi modelli apportano migliorie, mentre una rilavorazione ad una fragranza non necessariamente migliora la resa olfattiva. Ma ne siamo proprio sicuri?

E la resa olfattiva è unicamente vincolata a come percepiamo un profumo?

Non è tutto un insieme di parametri che determina quanto una nuova variante sia valida?

E allora ben vengano le rilavorazioni, ben vengano gli adattamenti formulistici, ben vengano gli “aggiornamenti olfattivi”


Certo, perderò in sfumature. Potrebbe essere che perda in resa olfattiva, in potenza e persistenza, ma se questo comporterà un allineamento al nuovo mondo lo accetterò volentieri, perche non è la sfumatura che cambierà, ma il mio modo di percepire le cose.

I buoni profumi, i profumi storici sono ricordi, spesso bei ricordi.

Ma sappiamo che non si vive solo di ricordi. Ai ricordi bisogna far seguire la progettualità, le novità e le evoluzioni. Soprattutto in un mondo iper connesso e competitivo come quello attuale.

La sfida e l’obiettivo finale deve essere quello di riappropriarsi del gusto della ricerca, della cultura, della differenza, degli effetti e di tutto quello che comporta un mercato complesso come il nostro.


In profumeria citiamo spesso le mille/duemila materie prime a disposizione e tutti le possibili combinazioni. Potrebbe essere che tutto questo mondo si riduca, ma non ci dimenticheremo mai dei capolavori rinascimentali ottenuti con tecniche e materiali ridotti rispetto ad oggi. Perchè il valore artistico non è la quantità di risorse a disposizione, ma la capacità di uscire dagli schemi e la volontà dell’uomo di creare e saper comunicare attraverso l’arte.

Abbiamo ancora, indubbiamente, spazi infiniti (anche olfattivi) davanti a noi.

Ed aggiungo, per concludere, che l’accettazione dei nuovi parametri della bellezza (anche olfattiva) è un buonissimo antidoto anti-invecchiamento.

Il mondo delle fragranze
nel mondo in cambiamento