Il doposole:
non solo trattamento ma anche colore 

Tutti conoscono le regole per un’abbronzatura sicura e perfetta ma non sempre si pensa che la pelle vada protetta non solo quando viene esposta al sole ma anche nelle ore successive all’esposizione.  


Gli Anni Ottanta sono stati contraddistinti dal mito dell’abbronzatura a tutti i costi: in estate il colore della pelle doveva essere il più intenso possibile, quindi largo uso di creme senza fattore di protezione ed esposizioni anche nelle ore centrali della giornata. In inverno il sole veniva sostituito da sedute settimanali con lampade UV per non permettere assolutamente alla “ tintarella “ di affievolirsi. Di conseguenza la pelle, anche delle persone più giovani, appariva segnata dall’insorgenza delle rughe, secca e disidratata, in conclusione precocemente invecchiata. 


Fortunatamente negli anni, tra alti e bassi, la tendenza si è completamente invertita. 

La maggior conoscenza e consapevolezza non solo ha spinto le persone ad esposizioni più controllate attraverso, anche, l’utilizzo di creme con fattore di protezione adeguato, ma ha fatto in modo che la beauty routine estiva non prescindesse dall’applicazione di un prodotto dopo sole. Naturalmente non una crema qualsiasi ma un prodotto specificatamente formulato ad azione lenitiva e restitutiva per ricostruire il film idrolipidico alterato da sole, vento e salsedine, capace di apportare sollievo alla pelle a fine giornata aiutandola a recuperare e ripristinare il corretto tasso di idratazione.  


Le formule si arricchiscono quindi di attivi derivati da piante che crescono nel deserto e in luoghi dove la sopravvivenza è particolarmente difficile (per esempio zone artiche con temperature bassissime o coste sottoposte all’azione delle maree in cui le alghe rimangono a lungo all’asciutto quando la marea si ritira). Ed è proprio per sopportare queste situazioni ambientali non favorevoli che esse concentrano all’interno delle parti vegetative di superficie, o nelle radici, molecole attive che le proteggono da situazioni avverse, in particolare dallo lo stress ossidativo causato dai radicali liberi innescati dall’esposizione ai raggi UVA. 


Inoltre, per prolungare e sublimare l’effetto abbronzatura, si possono utilizzare molecole autoabbronzanti: in particolare quelle di derivazione naturale da zuccheri che stanno sempre più sostituendosi a quelle di sintesi.  


Forme cosmetiche molto apprezzate sono gli oli corpo composti da esteri leggeri ma non volatili (per non rischiare di inaridire ulteriormente la cute), immediatamente assorbibili e che non lasciano alcuna traccia di untuosità. Inoltre, il fatto che siano anidri li rende ancora più interessanti perché queste formulazioni si uniformano al trend, sempre più seguito dalle consumatrici, dei prodotti “waterless”.  


Per poter considerare gli oli dopo sole un prodotto di make-up è necessario apporre qualche piccola modifica alla formula. La trasparenza dei componenti base bene si combina con l’aggiunta di perle. Le particelle luminose fluttuano all’interno del liquido con un risultato finale molto attraente per lo sguardo. Due sono le possibilità: lasciare che le perle si depositino sul fondo del flacone e ritornino in sospensione solo quando si agita la confezione, con un effetto “palla di neve”, oppure gelificare leggermente la matrice in modo che esse rimangano omogeneamente disperse nella fase oleosa. Il risultato in applicazione sarà davvero particolare soprattutto se si utilizzano perle in mica sintetica o in borosilicato, quindi più trasparenti e luminose di quelle in mica naturale.   


Naturalmente la diversa gamma delle colorazioni contribuisce a dare un effetto diversificato, permettendo così alla consumatrice di poter scegliere in base alle sue preferenze. Un finish classico è rappresentato dalle perle oro che esaltano il tono dell’abbronzatura ma molto di impatto sono i toni cangianti ottenuti con i così detti pigmenti ad effetto “color travel”: in base all’angolo di osservazione sulla pelle si riflettono sfumature blue, viola oppure oro che ben si abbinano al sottofondo ambrato. Fondamentale è anche la granulomentria delle particelle: dimensioni medio grandi (150-200 micron) per effetti molto brillanti e sparkling, grandezze più ridotte (10-60 micron) per un risultato satinato e più sofisticato.