PEER REVIEWED

LARIXICINA®:

UNO “SCARTO” PREZIOSO

DELLA LAVORAZIONE DEL LARICE

L’ecosistema bosco è un modello perfetto di sostenibilità. Nel bosco infatti non esistono rifiuti (se non quelli portati dall’uomo) e ogni sostanza diventa nutrimento e vita per un’altra specie vivente. Ogni abitante del bosco sfrutta le risorse che trova a “km zero” e ne produce altre utili per i suoi vicini di casa, tutto in perfetta armonia, senza eccessi e sprechi. 

L’uomo invece da più di 200 anni ha adottato un modello di economia lineare sempre più distante da quello della natura, orientato alla produzione di massa e governato da un usa a getta rapido e compulsivo delle risorse naturali. 

Questo modello oggi, in seguito a fenomeni quali il rapido sviluppo economico, l’aumento demografico, il crescente sfruttamento delle risorse naturali e il conseguente cambiamento climatico, non è più sostenibile ed è urgente il ritorno a un modello di economia come quella di un ecosistema naturale, un’economia circolare. 

L’economia circolare “riparte dall’importanza di promuovere un modello produttivo in grado di limitare in ingresso materie prime ed energia e di minimizzare in uscita scarti e perdite: un sistema quindi basato sul risparmio di risorse naturali, sull’utilizzo di energie rinnovabili, sul ri-uso e il ri-ciclo, ponendo attenzione alla tutela dell’ambiente e alla realizzazione di prodotti e processi equi e ad alto valore sociale e territoriale”. (1

    IMPARANDO DAL BOSCO AD ESSERE SOSTENIBILI 

    Figura 1. Bosco di larici.

    Nei paesi delle Dolomiti esiste da secoli la tradizione di lavorare il legno, risorsa che la montagna offre generosamente a km zero e utilizzata per costruire abitazioni, edifici, mobilio, strumenti di lavoro. 

    Tra i tipi di legno più utilizzati c’è quello di larice (Larix decidua Mill., Famiglia Pinaceae, ordine Pinales), molto apprezzato per le caratteristiche tecnologiche di durezza, resistenza e impermeabilità che lo rendono adatto ad un utilizzo nel campo dell’edilizia, dei complementi d’arredo e dell’industria navale. 

    La sua lavorazione genera una grossa quantità di scarto, la corteccia, che corrisponde circa al 10% in peso del prodotto finito. (2

    Ma questa corteccia è proprio uno scarto o può essere utile in altri campi? 

    La risposta ci è data dalle analisi fitochimiche che hanno rivelato una grossa concentrazione di molecole funzionali quali proantocianidine e flavonoidi, con molteplici applicazioni in campo nutraceutico. 

    L’abbiamo quindi recuperata grazie alla collaborazione di falegnamerie delle Alpi del Veneto e del Trentino Alto Adige per ricavarne un estratto puro e concentrato, Larixicina®, la cui efficacia antiossidante e antibatterica è stata testata in vitro

    SCARTO PER QUALCUNO, RISORSA PER QUALCUN ALTRO 

    L’unità di misura utilizzata nelle falegnamerie è il metro stero* mentre quella del settore nutraceutico sono i microgrammi di proantocianidine. Questo ci dà un’idea immediata di quanto siano distanti questi due mondi e quanto lungo sia il percorso di trasformazione da scarto boschivo a ingrediente alimentare. 

    Questo progetto è stato realizzato grazie ad una stretta collaborazione con le falegnamerie con cui sono stati impostati i processi di pre-trattamento della corteccia quali fasi di pulizia, scortecciatura, essiccazione ed imballaggio di questo materiale. 

    Tutte queste fasi sono state correlate da analisi di qualità (pesticidi, metalli pesanti, analisi microbiologiche, test chimico fisici, ceneri residue, perdita all’essiccamento, analisi del contenuto di proantocianidine). 

    Ad ogni lotto viene eseguita anche un’analisi di controllo genetico, di DNA barcoding, per verificare che la specie utilizzata per l’estrazione sia pura e assente da contaminazioni. 

    Dopo aver standardizzato la qualità del materiale vegetale, l’estrazione è avvenuta in miscelatore utilizzando come solvente etanolo/acqua. L’estratto è stato quindi centrifugato e concentrato in concentratore sottovuoto.  

    Il concentrato è stato poi essiccato, macinato e in seguito a controlli analitici standardizzato. (3

    DA UNO SCARTO BOSCHIVO AD UN INGREDIENTE DI QUALITÀ ALIMENTARE 

    Il contenuto di proantocianidine nell’estratto è stato determinato mediante HPLC-FLD-MSn ed è risultato del 15.92%. Un terzo di queste è costituito da monomeri ed il restante 10% da procianidine oligomeriche. L’estratto presenta in prevalenza PACs di tipo B (90.72%). Queste sono principalmente dimeri (49%) e trimeri (23.19%) e a seguire tetrameri, pentameri ed esameri. (3

    La quantificazione dei polifenoli totali nell’estratto è stata misurata mediante HPLC-DAD-Msn. Questi, espressi come acido gallico, acido clorogenico e rutina risultano al 3.8%.  

    A livello qualitativo sono stati identificati principalmente flavonoidi, tra i quali rutina, isoquercetina e altri derivati glicosilati di quercetina e kaempferolo. Sono stati identificati per la prima volta in Larix decidua Mill., quattro spiro-polifenoli, larixinolo e derivati, la cui identificazione è stata confermata mediante isolamento in HPLC semi-preparativa e analisi NMR. (4) Infine, sono stati individuati derivati stilbenici, acido chinico, procianidine e catechine. (3

    ANALISI DEL FITOCOMPLESSO: PROANTOCIANIDINE E FLAVONOIDI 

    Figura 2. % relativa dei gradi di polimerizzazione delle PACs nell'estratto di larice.

    L’estratto di larice è stato testato per la sua capacità antiossidante mediante test DPPH, 2,2 ′- azino-bis (3-ethylbenzothiazoline-6-sulphonic acid) (ABTS), CUPRAC (cupric reducing antioxidant capacity), FRAP (ferric reducing antioxidant power). Oltre a questi è stata testata la sua capacità di chelare metalli pro-ossidanti e il suo potere antiossidante (AP), che tiene conto sia della capacità scavenger che della velocità della risposta antiossidante. Un estratto commerciale di Pinus pinaster, Picnogenolo®, è stato utilizzato come riferimento in quanto presenta un profilo fitochimico simile all’estratto di larice e che viene proposto come antiossidante. 

    Nei test di attività antiossidante diretta entrambi gli estratti hanno mostrato un’elevata attività antiossidante mentre nel test antiossidante di tipo indiretto (chelazione metalli) solo l’estratto di larice ha dimostrato attività chelante nei confronti del ferro. Dal test AP l’estratto di larice ha mostrato un potere antiossidante pari a 88205 AU**, superiore a quello di P. pinaster (76964 AU).  

    TEST DI ATTIVITÀ ANTIOSSIDANTE

    L’attività antimicrobica dell’estratto di larice è stata testata a 200, 20, 2 µg/mL a confronto con quella di un estratto secco di semi di pompelmo su 6 patogeni maggiori responsabili delle affezioni delle alte vie respiratorie. La citotossicità dei due estratti è stata preliminarmente testata su cellule A549 umane (Adenocarcinomic alveolar basal epithelial cells) senza alcun effetto sulla vitalità cellulare.  

    Su S. aureus si verifica un’inibizione della crescita tra 38.1% e 21.1%. Su S. pneumoniae tra il 22% e il 7%. Per P. aeruginosa tra il 42% e il 10%. Su K. pneumoniae l’estratto di larice mostra una buona capacità di inibizione a tutte le concentrazioni testate (41,2%, 40,9% e 30%). Su queste quattro specie batteriche a tutte le concentrazioni testate l’estratto di larice mostra capacità inibitoria batterica superiore a quella dell’estratto di pompelmo e a differenza che per quest’ultimo si verifica un andamento dose-risposta. Per H. influenzae l’estratto di larice non inibisce la crescita microbica significativamente a nessun dosaggio mentre l’estratto di pompelmo mostra una discreta capacità inibitoria (15%) a tutti i dosaggi testati. Né l’estratto di larice né quello di pompelmo mostrano efficacia antibatterica nei confronti di Streptococcus pyogenes. (3

    TEST DI ATTIVITÀ ANTIMICROBICA

    Figura 3. Inibizione della crescita batterica indotta dall’estratto di larice (LBE) e dall’estratto di semi di pompelmo (GSE - Grape fruit seed extract) alle diverse concentrazioni testate.  *p < 0.05; **p < 0.01; ***p < 0.001 vs. GSE

    Considerati i risultati dei test di efficacia antiossidante e antimicrobica, questo lavoro apre la strada all’utilizzo della corteccia di larice, materiale di scarto dell’industria del legno, proveniente da una filiera locale delle alpi italiane come possibile supporto antimicrobico, da associare ad altri ingredienti fitoterapici in integratori alimentari per lenire le blande infezioni delle alte vie respiratorie o come ingrediente antiossidante in integratori alimentari. 


    Note: 

    * Un metro stero è un’unità di misura che corrisponde ad un metro cubo di legna tagliata alla lunghezza di un metro e ben accatastata in uno spazio largo un metro ed alto un metro. 

    ** Una unità antiossidante (AU) corrisponde all’azione antiossidante di una soluzione di 1 ppm di vitamina C. 

    CONCLUSIONI

    EDIZIONE SPONSORIZZATA DA:

    SARA FERRARI

    Unifarco S.p.A. | Italia


    Bio...

    Dopo la laurea in Farmacia presso l’Università degli Studi di Padova, Sara Ferrari ha conseguito un Master in Fitoterapia presso l’Università degli Studi di Siena. 

    Ora lavora nell’azienda Unifarco S.p.A., dove si occupa di ricerca e sviluppo nel campo degli estratti naturali. 

    ANTIOSSIDANTI