La nutrizione sportiva, come è noto, può avere ad oggetto diversi tipologie di prodotti, ad esempio gli alimenti per sportivi, gli integratori ed i medicinali.

Concentrandoci in particolare sugli alimenti, bisogna da subito rilevare che dal punto di vista normativo non godono di disciplina specifica; è la Commissione europea che ha fornito una definizione di “sports food” in una Relazione pubblicata nel 2016 (Rif 1), chiarendo che si tratta di tutti gli alimenti destinati alle persone sportive, e cioè a persone che praticano sport una volta alla settimana o più, indipendentemente dalla legislazione europea in base alla quale vengono posti sul mercato.


In questi termini, quando il Legislatore europeo ha modificato la disciplina sugli alimenti destinati ad una alimentazione particolare (i c.d. dietetici), abrogando la direttiva 2009/39/CE (Rif 2) ed emanando il Reg. UE 609/2013 (Rif 3), ha escluso gli alimenti per sportivi dalla categoria degli alimenti destinati a gruppi specifici (FSG), collocandoli fra gli alimenti comuni e ha giustificato tale impostazione con la impossibilità di sviluppare disposizioni specifiche a causa delle opinioni notevolmente divergenti tra gli Stati membri e le parti interessate circa l’ambito di applicazione della legislazione specifica, il numero di sottocategorie di prodotti alimentari da includere, i criteri per la definizione delle prescrizioni in materia di composizione e i potenziali effetti sull’innovazione nello sviluppo dei prodotti (questo inquadramento, poi, è confermato dalla constatazione che non vi sono consumatori vulnerabili fra i destinatari degli alimenti per sportivi).


Ebbene, agli alimenti per sportivi si applicano dunque le disposizioni generali della legislazione alimentare in materia di sicurezza dei prodotti, presentazione e comunicazione. Questi ultimi due aspetti, presentazione e comunicazione, sono particolarmente rilevanti, dal momento che i prodotti per sportivi vengono generalmente presentati al consumatore evidenziando le loro funzionalità e capacità nutrizionali o salutistiche.

Come ha chiarito anche il nostro Ministero della Salute negli anni, proprio con riguardo alla loro composizione nutrizionale, gli alimenti per sportivi si possono distinguere in diverse sottocategorie, determinate con riguardo alle specifiche funzionalità; si pensi ad esempio ai prodotti energetici, ai prodotti destinati a reintegrare le perdite idrosaline a seguito di sudorazione profusa, ai concentrati proteico-aminoacidici per il fabbisogno azotato (Rif 4).

In tutti i casi, rientrando – lo ribadiamo – nel campo di applicazione della normativa orizzontale, la valutazione dei claims sui prodotti e delle loro condizioni di uso va fatta con riguardo al Reg. CE 1924/06 e al Reg. CE 1925/06, l’uno recante la disciplina sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute (a cui si accosta il Reg. CE 432/12 (Rif 5) che riporta l’elenco delle indicazioni salutistiche ammesse ex art. 13 del regolamento 1924), l’altro relativo agli alimenti arricchiti di vitamine e minerale.

In questi termini, per relazionare la nutrizione sportiva/l’alimento per sportivi al benessere muscolare e articolare, occorre accedere agli elenchi comunitari e anzitutto verificare le sostanze nutritive a cui sono riconosciute funzionalità benefiche su muscoli e articolazioni.

L’alimento che contenga nella sua forma biodisponibile quelle sostanze, dovendo rispettare le condizioni generali e le condizioni specifiche previste dalla normativa potrà riportare la indicazione salutistica precisa nella sua presentazione, rivolgendola alla categoria di consumatori interessata.


Nel concreto, ad esempio, la normativa riconosce che:

  • i carboidrati contribuiscono al recupero della normale funzione muscolare (contrazione) dopo un esercizio fisico intenso e/o prolungato che comporti affaticamento muscolare e depauperamento delle riserve di glicogeno nei muscoli scheletrici (Rif 6),
  • il consumo quotidiano di creatina può rafforzare l’effetto dell’allenamento con resistenza sulla forza muscolare negli adulti di età superiore ai 55 anni (Rif 7),
  • le proteine contribuiscono alla crescita della massa muscolare (Rif 8),
  • la vitamina C contribuisce al mantenimento della normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso (Rif 9),
  • La creatina incrementa le prestazioni fisiche in caso di attività ripetitive, di elevata intensità e di breve durata (Rif 10).

Ora, il quadro normativo e interpretativo sugli alimenti per sportivi non ha subìto cambiamenti significativi negli ultimi anni; ciò però non vuol dire che la disciplina non venga integrata o modificata in futuro.

In effetti, fra i progetti di normazione che sono già stati anticipati dalla Commissione europea nel più ampio contesto del Green Deal e della Strategia from farm to fork, rientra la revisione del Reg. UE 1169/2011 (Rif 11) e, in tale contesto, anche la individuazione dei profili nutrizionali.

Si tratta di un aspetto che è ancora in fase di evoluzione, ma come si comprende dalla valutazione di impatto, la Commissione europea intenderebbe definire dei profili nutrizionali per limitare la promozione di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e/o sale (Rif 12).

Questa manifestazione ha interessato, si può dire allertato, alcune associazioni di categoria che operano nel settore degli alimenti per sportivi, perché la previsione dei profili nutrizionali potrebbe non essere adatta a questo tipo di alimenti e di conseguenza potrebbe limitare fortemente la possibilità di usare claims salutistici, utili e importanti per il riconoscimento delle loro funzionalità specifiche.


Attendiamo di vedere se la predisposizione dei profili nutrizionali (peraltro previsti dal 2006) avverrà e in quali modi, certamente per comprendere quale sarà il loro effettivo impatto sugli alimenti per sportivi, ma anche in termini generali, poiché potrà avere importanti effetti sulle produzioni e sul mercato per tanti diversi settori alimentari.

La legislazione sugli alimenti per sportivi.
Cenni