Giulio Fezzardini

Redazione BH Italia

TKS Publisher

Italia

Letteratura e cosmetica!

Estate, tempo di letture e riletture. Ci sono infatti libri che sono parte di noi, terreni che nel tempo danno frutti sempre nuovi.

Tra le mie letture cicliche, una quest’anno mi ha fornito il caffè per la mia moka editoriale e la tazzina di questo numero ci viene offerta da un capolavoro della letteratura russa (viviamo un momento molto critico, ma vi chiedo un salto per conservare le gemme immortali di una cultura letteraria, artistica come è quella russa): il libro in questione è Il “MAESTRO E MARGHERITA” di Michail Bulgakov.

E’ considerato uno dei capolavori della letteratura del ‘900. Pubblicato molti anni dopo la scomparsa dell’autore (nel 1966, Bulgakov muore nel 1940!) il Premio Nobel Eugenio Montale lo definisce “un miracolo”.

Romanzo dalla architettura complessa, sono addirittura due i romanzi che convivono nelle pagine, è come una composizione di Igor Strawinski, giusto per restare in zona: a immagini, grottesche, paradossali, stridenti, si alternano momenti di grande lirismo. Una avventura più che lettura.


Per venire a noi, a pagina 225 della mia sdrucita edizione Einaudi (trad. Versa Dridso), siamo al Capitolo Ventesimo, una delle protagoniste, ce ne sono vari, per prepararsi ad un incontro deve usare una crema cosmetica molto speciale.

Ed ecco che succede:  


Dopo aver riso a sazietà, con un balzo solo Margherita sgusciò fuori dall’accappatoio, attinse abbondantemente la leggera crema grassa e picchiettando forte cominciò a stenderla sulla pelle del corpo che prese subito una tinta rosea e abbronzata. Istantaneamente, come se le avessero estratto un ago dal cervello, cessò il dolore alla tempia che l’aveva fatta soffrire tutta la sera dopo l’incontro nel giardino Aleksandrovskij, i muscoli delle braccia e delle gambe si rassodarono, dopo di che il corpo di Margherita perdette il suo peso. (…)  

“Che crema! Che crema!”, gridò Margherita, buttandosi sulla poltrona. Le frizioni non l’avevano mutata solo esteriormente. Adesso in lei, in tutto il suo essere, in ogni minima particella del suo corpo, ribolliva una gioia che essa sentiva come se ci fossero tante bollicine che le pungessero tutto il corpo. Margherita si sentì libera, libera da ogni cosa…"

Una crema miracolosa! Beh, qui siamo al top dell’arte del claim, dello spot, dello storytelling! Chi tra i lettori non sta pensando in questo momento alla sua prossima crema da lanciare sul mercato e magari gli è sorto qualche stimolo?  

Ma non mi piace né mi sembra opportuno, fosse solo per buon gusto, far diventare Michail Bulgakov un consulente di marketing ante-litteram.  
Alta letteratura è, alta letteratura resta! Punto. 


Quello che mi ha colpito è come la cosmetica entri da sempre, non solo a livello immaginario, nel bello della vita. La descrizione, vivace, plastica del racconto, ci dice proprio questo: la cosmetica è bellezza al servizio della bellezza. 


E sempre andando per citazioni letterarie, sarà un caso ma in una mia lettura successiva sotto l’ombrellone, contesto totalmente diverso, leggo:  


… lo stato di chaos (in greco, vuoto voragine) … viene trasformato in kosmos (in greco ordine, da cui la parola cosmetico ovvero ciò che rende ordinato, bello)…" 


Potrei andare con altre citazioni, ma mi fermo qui. 

Il cosmetico è bellezza, dona bellezza, sostiene la bellezza.  
Non solo bellezza esteriore, ma bellezza interiore. Fa bene e fa star bene.  
Margherita nelle pagine precedenti è oppressa da un dolore, ha perso stimolo e voglia di vivere. Quella crema straordinaria non le risolve il problema ma l’aiuta ad affrontarlo. 


Quanti litri di inchiostro “psicologico” sono stati e sono versati a causa del Covid? Io stesso, nel primo periodo, ho vissuto mattine in cui non volevo alzarmi dal letto e radermi, un momento che da sempre mi predispone ad affrontare bene la giornata. Tutto mi sembrava inutile e senza senso. 

Poi reagisci, certo, è la famosa resilienza, e oggi sono qui a scrivervi sotto l’ombrellone. Non senza qualche disagio interiore. Vivo un dono gratuito e forse immeritato rispetto a tante sofferenze.  

Ma poiché di dono si tratta (i giorni che viviamo da tre anni ci stanno cambiando la percezione del nostro oggi e a non dare nulla per scontato), e poiché tutto è dono, è sempre tempo e non faremo mai abbastanza per ringraziare tutte quelle persone che a vari livelli, in quello che fanno, nelle tante situazioni della vita, dalla creazione di un cosmetico alla guida di una ambulanza, ci aiutano a superare i nostri chaos interiori per entrare nel kosmos di una esistenza migliore che voglio chiamare “Vita”. 

Listen!

PODCAST