DIFFERENZA TRA SPORT AEROBICO E ANAEROBICO
L’attività sportiva è considerata un complemento importante per il successo di qualsiasi terapia dietetica. Essa è ritenuta fondamentale per il raggiungimento ed il mantenimento dei risultati. Per attività sportiva si intende lo svolgimento dello sport in linea con le potenzialità fisiche individuali svolto con una frequenza costante (un’ora di attività almeno tre giorni a settimana) (1).
Numerose sono le evidenze scientifiche che supportano il ruolo protettivo dell’attività fisica nei confronti di varie patologie (2). Infatti, pare ormai chiaro che l’impegno amatoriale o agonistico può rappresentare un valido strumento di prevenzione delle malattie cardiovascolari, dislipidemie, diabete mellito di tipo 2 e obesità (3). Inoltre, è noto che la pratica sportiva produca benefici psicologici, in quanto influenza in maniera positiva l’autostima, la produttività e l’autocontrollo (4). Per questo numerose agenzie nazionali ed internazionali raccomandano di svolgere attività fisica regolare per il raggiungimento di uno stile di vita sano (5, 6).
Durante l'esercizio fisico sono molteplici i tessuti arruolati, tra questi troviamo il tessuto muscolo-scheletrico, il sistema nervoso preposto al controllo motorio e l'apparato respiratorio che incrementa la ventilazione polmonare attraverso un aumento del volume corrente e della frequenza respiratoria. Inoltre, un ruolo fondamentale è ricoperto dal sistema cardiovascolare che rifornisce i muscoli di ossigeno ed altre sostanze indispensabili oltre a rimuovere dai tessuti i prodotti del metabolismo (7).
INTRODUZIONE
È comune classificare gli esercizi fisici in due macrocategorie: esercizi aerobici ed esercizi anaerobici. Questa classificazione si basa sulla modalità di generazione dell’energia impiegata durante l’allenamento., ovvero, in parole povere, se l’energia rilasciata proviene da processi in cui è coinvolto l’ossigeno. È stato riportato che il tipo di fibra muscolare coinvolto durante l’attività fisica, la durata e l’intensità siano fattori che determinano la provenienza dell’energia da processi aerobici o anaerobici (8). Negli ultimi anni si è discusso su quale tipologia di allenamento, aerobico o anaerobico, porti maggiori benefici alla salute, soprattutto nel prevenire o ridurre il rischio delle malattie cardiovascolari.
ESERCIZI AEROBICI ED ANAEROBICI
LUIGI CASTALDO
Università di Napoli Federico II | Italia
Bio...
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Esercizio aerobico
L’esercizio aerobico consiste in attività fisiche che si basano sulla presenza dell’ossigeno per l’ottenimento dell’energia sotto forma di adenosinatrifosfato (ATP) da aminoacidi, glucosio e acidi grassi (9). L’American College of Sports Medicine (ACSM), ha definito l'esercizio aerobico come "tutte le attività in cui i principali gruppi muscolari del corpo si muovono in modo ritmico per un lungo intervallo di tempo" (10). I processi aerobici hanno il vantaggio di produrre più energia rispetto al sistema anaerobico senza l’esigenza di produrre acido lattico (11). Numericamente, il valore soglia dell’esercizio aerobico viene raggiunta quando la concentrazione di acido lattico nel sangue non supera i 2 mmol/L (12).
Gli esercizi considerati aerobici includono il ciclismo, il ballo, il nuoto e la camminata (13).
Esercizi anaerobici
L'esercizio anaerobico è stato definito dall'ACSM come un'attività fisica intensa di breve durata, alimentata da fonti di energia all'interno dei muscoli contraenti ottenuta mediante processi metabolici indipendenti dall’ossigeno (10). Il nostro organismo utilizza il sistema anaerobico negli esercizi di breve durata ed elevata intensità come quelli di forza e potenza (14). La soglia anaerobica viene raggiunta quando la concentrazione ematica di acido lattico raggiunge i valori di 4 mmol/L (12). Gli esercizi considerati anaerobici sono lo sprint, l’allenamento intervallato ad alta intensità (HIIT), gli allenamenti di powerlifting e il sollevamento pesi (15).
LE PRINCIPALI DIFFERENZE
Esercizio aerobico
Numerosi studi hanno dimostrato come l’esercizio aerobico abbia effetti positivi sul sistema cardiovascolare. In particolare, uno studio condotto in Norvegia e pubblicato su un’importante rivista scientifica ha valutato gli effetti dell'esercizio aerobico in pazienti con insufficienza cardiaca. I risultati, dopo 12 settimane, hanno evidenziato un aumento del 46% del picco di consumo di ossigeno (VO2), correlato ad un aumento del 60% del tasso massimo di ricaptazione di Ca2+ nel reticolo sarcoplasmatico dei muscoli scheletrici. Inoltre, è stato osservato che la funzione sistolica è aumentata del 35% nel gruppo che ha condotto attività fisica, sottolineando ulteriormente i benefici ottenuti dell'esercizio aerobico (16).
I risultati sono confermati anche in studi in vivo condotti su animali da laboratorio. Wisløff et al., ha studiato gli effetti dell'allenamento aerobico dopo un evento ischemico in topi da laboratorio. L’esercizio aerobico ha portato una riduzione del 15% dell'ipertrofia del ventricolo sinistro post-infarto, nonché una riduzione del 12% della lunghezza e del 20% della larghezza dei miociti. Inoltre, è stato osservato un miglioramento del 60% della contrattilità miocardica nei soggetti che praticavano esercizi aerobici (17).
Diversi studi hanno dimostrato che l'esercizio aerobico ha un impatto positivo sul profilo lipidico. In particolare, in uno studio di metanalisi, in cui sono stati inclusi un totale di 31 lavori scientifici, i risultati hanno evidenziato un aumento del colesterolo lipoproteico ad alta intensità (HDL-C) di circa 0,05 mmol/L, una riduzione del colesterolo totale e del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) e dei trigliceridi in un intervallo compreso tra 0,08 mmol/L e 0,10 mmol/ L (18).
Esercizio anaerobico
Numerose evidenze scientifiche hanno messo in luce gli effetti benefici dell’esercizio anaerobico sul sistema cardiovascolare. È stato riportato che l’esercizio anaerobico sia in grado di promuove l’aumento del peptide natriuretico C (CNP). Quest’ultimo è sintetizzato dall'endotelio e svolge un ruolo protettivo attraverso la regolazione del tono vascolare, modulando l'equilibrio di liquidi ed elettroliti, oltre ad esercitare azione antiaritmica su cardiomiociti e fibroblasti cardiaci (19). Uno studio condotto su maschi sani ha valutato i livelli plasmatici del propeptide amminoterminale del CNP (NTproCNP) prima e dopo l'esercizio anaerobico. I risultati hanno mostrato un aumento statisticamente significativo del livello di NTproCNP dopo solo cinque minuti dall’inizio dell’allenamento anaerobico (20).
Gli effetti protettivi degli esercizi anaerobici sono correlati alla loro capacità di modulare positivamente il profilo lipidico, come del resto, riportato anche per gli esercizi aerobici (21). In aggiunta, i risultati di uno studio condotto in Italia hanno mostrato che gli allenamenti con esercizi sia aerobici che anaerobici siano maggiormente efficaci nella riduzione degli acidi grassi non esterificati. Combinando esercizi aerobici e anaerobici si è ottenuta una maggior riduzione dell’indice di massa corporea (BMI) rispetto al solo allenamento con esercizi aerobici (22).
In una recente pubblicazione scientifica è stata identificata la quantità e la frequenza ottimale di attività fisica per promuovere il miglioramento della salute. L'intervallo ottimale proposto in questo studio è stato: 1 a 2,4 ore di esercizio svolto 2 o 3 volte a settimana. È interessante notare che, al di sopra di tale standard, il rischio di mortalità non è statisticamente differente per i soggetti sedentari (23).
EVIDENZE SCIENTIFICHE
L’attività fisica rappresenta un fattore fondamentale per il raggiungimento ed il mantenimento di un buono stato di salute ed è ormai chiaro che aiuti a diminuire la morbilità e la mortalità dovuta alle malattie cardiovascolari. Sia gli esercizi aerobici che quelli anaerobici hanno correlazioni positive riguardo numerosi parametri associati al miglioramento dello stato di salute. Nonostante le ricerche condotte sono ancora necessari ulteriori studi per chiarire, inequivocabilmente, la superiorità di un tipo di esercizio rispetto ad un altro nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Al momento, la strategia che sembra più opportuna è quella di implementare nella propria routine di allenamento sia esercizi aerobici che anaerobici.
CONCLUSIONI
Luigi Castaldo è Laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, dottore di ricerca in Terapie Avanzate Biomediche e Chirurgiche. Attualmente PostDoc presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Dipartimento di Farmacia.
Autore di 26 lavori scientifici su riviste internazionali.
h-index: 11
Numero totale di citazioni: 342
NUTRIZIONE SPORTIVA
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