INTEGRAZIONE NEGLI ANIMALI DA COMPAGNIA: TREND DI MERCATO E ASPETTI FORMULATIVI
Con il termine Pet Economy si identificano tutti i prodotti e i servizi destinati alla cura ed al mantenimento degli animali domestici; l’elevato valore economico attuale dipende strettamente dal mutato rapporto post-pandemico che gli uomini instaurano con i loro amici a quattro zampe. Per comprendere meglio il fenomeno, è necessario definire il termine PET; la sua origine risale al 1500, quando in Scozia e nell’Inghilterra del Nord si utilizzava il termine “pet” per indicare bambini viziati e, solo successivamente, animali da compagnia. Esso è correlato con l’abbreviazione di “petty”, ossia “piccolo, minuscolo”, riferendosi a cuccioli di animale. Dal punto di vista regolatorio, la definizione di PET ANIMAL è riportata nel Regolamento Europeo 576/2013 (1) e completata con la definizione data da FEDIAF (European Pet Food Industry), che indica come “Animale da compagnia o Animale d’affezione” un “Animale non destinato alla produzione di alimenti appartenente a una specie nutrita, allevata o detenuta, ma normalmente non destinata al consumo umano nella Comunità; a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, e in considerazione delle abitudini culturali, sono considerate animali da compagnia le seguenti specie: gatti, cani, furetti, pesci ornamentali, anfibi, rettili, uccelli ornamentali, roditori.”
L’evoluzione del termine mantiene un forte legame con il significato originale, di cui conserva il senso di affetto, e rispecchia perfettamente ciò che sta accadendo nell’ultimo decennio, durante il quale si è assistito dapprima ad un processo di “umanizzazione” degli animali domestici e, successivamente, alla loro progressiva “parentizzazione”, che li ha resi a tutti gli effetti membri della famiglia.
INTRODUZIONE
TREND DI MERCATO – PET ECONOMY
Il mercato del Pet food è noto per essere in continua crescita, come evidenziato dai dati sulla presenza degli animali da compagnia in Italia, stimati intorno a 19 milioni di cani e gatti (2). I proprietari di animali da compagnia dimostrano una sempre più spiccata attenzione e consapevolezza verso l’alimentazione e il benessere del proprio pet, con lo scopo di favorirne lo stato di salute, la bellezza e la longevità; si evidenzia quindi la tendenza ad integrare la quotidiana alimentazione con sostanze funzionali capaci di apportare benefici all’animale attraverso l’utilizzo di mangimi complementari, comunemente denominati “integratori veterinari”.
Sono numerosi i segmenti di mercato relativi all’ integrazione presenti sul mercato europeo e realizzabili per favorire il benessere di cani e gatti (mangimi complementari) o supportare l’animale in caso di specifici stati patologici o di carenza nutrizionale (mangimi complementari dietetici):
Tabella 1. Segmenti di mercato
MANGIMI COMPLEMENTARI: APPROCCI FORMULATIVI
I mangimi complementari attualmente presenti sul mercato si differenziano oltre che per aree terapeutiche anche per forme di presentazione. Una particolare attenzione nella formulazione dei mangimi complementari deve essere riservata alla loro palatabilità, ovvero al gradimento e alla volontà di assunzione da parte dell’animale. Il buon esito di un’ integrazione, e del successo del prodotto sul mercato, dipende anche dalla facilità con la quale il prodotto viene somministrato, gradito ed accettato dall’animale in somministrazioni ripetute. È importante considerare la specie animale di destinazione in fase di sviluppo formulativo di un nuovo prodotto; sebbene cani e gatti tendano a mostrare un comportamento di curiosità nei confronti del nuovo cibo offerto, i gatti rimangono comunque animali molto selettivi e sensibili anche a piccoli cambiamenti della loro dieta.
È inoltre necessario considerare, nella definizione della forma farmaceutica del prodotto finito, come fattori importanti gli elementi relativi all’animale al quale il prodotto è destinato, come: specie, taglia, età, stato di salute e nutrizionale, nonché obbiettivo e durata dell’integrazione stessa.
Un mangime complementare di qualità si distingue per la facilità di assunzione da parte dell'animale, che è direttamente correlata alla forma di somministrazione scelta.
Le forme farmaceutiche utilizzate in campo veterinario per l’integrazione sono numerose ed eterogenee:
Tabella 2. Panoramica delle diverse forme di somministrazione veterinarie
Le formulazioni veterinarie in pasta ad uso orale sono, insieme alle compresse, le più utilizzate e note; in particolar modo la specie felina risulta meno diffidente alla somministrazione di paste, grazie anche alla possibilità di poter applicare la dose direttamente sulla zampa dell’animale, evitando così la diretta somministrazione dalla siringa nella cavità orale.
Le paste sono preparazioni semisolide che possono contenere una sufficiente quantità di polveri disperse in un sistema veicolante, che può essere lipofilo o idrofilo. Una formulazione in pasta presenta ingredienti specifici ad azione addensante e stabilizzante, capaci di rendere la pasta stabile ai cambiamenti significativi di temperatura che si possono verificare durante la vita di prodotto.
La componente liquida, oltre ad agire da eccipiente e veicolo per la solubilizzazione delle polveri è spesso ingrediente caratterizzante della formulazione (oli marini e/o vegetali). Per quanto concerne il profilo di stabilità di questa tipologia di formulazioni, è necessario prestare attenzione al valore di attività dell’acqua (Aw) ed all’utilizzo di un idoneo sistema conservante. Le paste rappresentano quindi un compromesso funzionale (soprattutto per gatti), unendo un dosaggio preciso degli attivi ad una minor variabilità di assunzione: per loro natura le paste aderiscono meglio agli alimenti e alle mucose orali, ed anche quando vengono introdotte direttamente nella bocca di cani o gatti la dispersione nell’ambiente circostante è inferiore se paragonata a formulazioni liquide.
La realizzazione di un mangime complementare per gli animali da compagnia deve necessariamente prendere in considerazione come criterio principale la compliance dell’animale e pertanto il formulatore di prodotti ad uso orale veterinario dovrà valutare per ciascun ingrediente funzionale, non solo il profilo di efficacia clinica, ma anche le caratteristiche organolettiche, evitando ingredienti sgraditi all’animale e scegliendo una forma di somministrazione capace di assicurare la duratura assunzione ed il gradimento da parte dell’ animale. Risulta dunque importante formulare prodotti specie-specifici ove possibile, attuando strategie di taste-masking al fine di permettere una agevole somministrazione da parte del proprietario e garantire il successo del prodotto sul mercato.
CONCLUSIONI
Riferimenti bibliografici
EDIZIONE SPONSORIZZATA DA:
MATTIA SAPORITI FRANCESCA CRIBIO
LARA RIONDATO
Saporiti Consulting | Italia
Bio...
Mattia Saporiti
Formulatore ed esperto in affari regolatori nel settore integratori alimentari, prodotti veterinari, cosmetici e medical devices. Docente di Legislazione veterinaria e “nutraceutica veterinaria”, è socio fondatore di Saporiti Consulting srl.
Francesca Cribio
Laureata in Biotecnologie Farmaceutiche presso l’Università del Piemonte Orientale, ha conseguito una formazione specifica in affari regolatori nel settore mangimi complementari per cani e gatti e riveste l’incarico di Regulatory Affairs specialist in Saporiti Consulting srl.
Lara Riondato
Dopo aver maturato una significativa esperienza in ambito formulativo relativo a integratori alimentari ed alimenti ai fini medici speciali in importanti realtà di produzione conto terzi italiane, riveste l’incarico di Responsabile sviluppo formulazioni Food e R&D Project Manager in Saporiti Consulting srl.
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