Giulio Fezzardini

Redazione BH Italia

TKS Publisher

Italia

Bellezza in farmacia

In “Tre uomini in barca” di J.K. Jerome, spassoso diario di viaggio sul Tamigi di tre amici, il protagonista racconta del giorno in cui andato in biblioteca per consultare una enciclopedia medica su un leggero disturbo, distrattamente legge i sintomi di un morbo tremendo scoprendo di averli tutti. Ispirato dalla cosa comincia a leggere i sintomi di tutte le malattie scoprendo di averle tutte.

Va disperato dal medico il quale, dopo una visita accurata, lo congeda con una ricetta. Senza leggerla e con la morte nel cuore, il nostro si reca in farmacia dove il farmacista una volta letta, gliela restituisce spiegandogli che non è in grado di soddisfare la richiesta.

Siete farmacista o no?” chiede stupito il “malato”.

Si, sono farmacista. Se avessi un negozio di generi alimentari combinato con una pensione per famiglia, potrei favorirvi. Ma il fatto di essere soltanto farmacista mi intralcia”.

Il moribondo legge la ricetta che gli prescrive il medico e legge:

1 bistecca di una libbra con una bottiglia di birra ogni sei ore. 1 passeggiata di quindici chilometri ogni mattina. 1 letto alle undici precise ogni sera. E non ti infarcire la testa di cose che non puoi capire” (da “Tre uomini in barca” - J.K. Jerome - 1889).


I puntuali studi congiunturali di Cosmetica Italia da tempo evidenziano le farmacie come punti di vendita preferenziali per i cosmetici a scapito delle tradizionali profumerie. La cosa è interessante perché ci interpella tutti come consumatori. Ed è interessante vedere come questo esercizio di vendita, primario per la nostra vita ma associato alla sofferenza, abbia visto questa evoluzione assolutamente congrua: salute e bellezza vanno a braccetto.

L'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella

Tuttavia, se vogliamo, questo è un ritorno al passato.


L’ho realizzato in pieno a Firenze visitando estasiato un luogo che non è da meno delle sue più note attrattive turistiche e che consiglio: La Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, nata nel 1221.

Data a quell’anno la nascita del convento domenicano di Santa Maria Novella il quale aveva una estensione enorme che comprendeva un giardino dove si coltivavano le erbe che sarebbero state trasformate dai frati in medicinali, unguenti, profumi.

E in effetti i richiami domenicani nell’antico, bellissimo negozio sono tanti. Invito a leggere sul sito la storia completa.

In breve: nel 1334 i frati domenicani guariscono un ricco mercante, Dardano Acciaiuoli, il quale per riconoscenza dona loro una splendida cappella tutt’ora presente nella Officina. Che fa un ulteriore salto di fama quando nel 1533 la giovane Caterina dei Medici sceglie tale Renato Bianco, giovane profumiere cresciuto dai domenicani, come profumiere personale nel viaggio che la porta a Parigi per sposarsi con Enrico II di Valois. Narra l’aneddotica che in quella occasione sia nata “Acqua della Regina”, una fragranza sontuosa, straordinaria rimasta iconica nel tempo.

Nel 1542 l’Officina viene aperta al pubblico e il resto è storia.


Oggi i domenicani non ci sono più nella Officina. Resta comunque la testimonianza di un processo storico che vede i conventi autentici centri R&D del tempo anche in campo farmaceutico e cosmetico.

Notissima la figura di Ildegarda di Bingen, mistica del tempo, amica e consigliera (inascoltata) di Federico Barbarossa (che farà una pessima fine), figura straordinaria, predicatrice richiestissima e itinerante, artista ma studiosa delle erbe (e a tutt’oggi a sua volta studiata) e assidua con le consorelle alla cura dei malati.

Insomma, alchimia, chimica, farmacologia, medicina, hanno radici in un humus comune, è il caso di dirlo, che ci porta diritti all’oggi.


Io non conosco la farmacia come ambiente di lavoro, le sue problematiche o dinamiche operative. Però mi piace sottolineare il fatto che in Italia abbiamo oggi figure professionali preziose in un sistema sanitario che ha certamente i suoi problemi, ultimamente appesantiti dalla pandemia, ma che comunque è privilegiato rispetto a tanti altri Paesi.

Il farmacista è la front line della sofferenza, un professionista di elevata competenza che se necessario va oltre la ricetta e sa consigliare, aiutare, soprattutto accogliere.

E’ diventato anche la front line della bellezza.

Un piccolo riallineamento della Storia che dà ragione di un passato tutt’altro che oscuro, alla faccia di logori luoghi comuni, in cui, pur con i limiti delle conoscenze del tempo, si considerava l’essere umano un tutto unico in cui salute, bellezza, anima, intelletto, avevano pari dignità facendo da booster a quel Rinascimento che iniziava le ere delle grandi scoperte e che, ancora oggi, ci porta ad alzare lo sguardo su architetture prodigiose o ci fa aprire la boccetta di un profumo che accostato al naso ci fa andare oltre il tempo, lo spazio e la memoria.

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